Schema di piattaforma politica del gruppo venezuelano «Internacionalismo»

119 anni fa veniva alla luce il Manifesto Comunista, la migliore conoscenza dell'uomo e della sua storia in quel momento.

Le sue parole «profetiche» (per le quali non si comprenderebbe il suo significato scientifico) sono un fattore importantissimo nella formazione di un nuovo tipo di rivoluzionario: il rivoluzionario cosciente, il rivoluzionario prodotto da questa società alla quale appunta la critica, riconoscendole la sua importanza come fattore di progresso dell'umanità e prevedendo la sua fine a causa del suo stesso sviluppo, della sua «senilità».

Il marxismo viene ad essere l'espressione, nel campo ideologico, della classe sociale che sarà becchina del capitalismo e in questo senso il marxismo non è una semplice constatazione dei fatti, non si tratta soltanto di comprendere la società, si tratta di trasformarla.

La classe operaia, la classe più rivoluzionaria che l'umanità abbia avuto, è quella a cui spetta la trasformazione della società, non perché l'abbiano segnalato degli eruditi, bensì per la sua stessa «posizione» sociale che le dà la caratteristica di avere i propri interessi uguali a quelli dell'umanità intera.

La classe operaia, sin dalla sua nascita ha lottato, talvolta con buoni risultati e talvolta con conseguenze totalmente opposte a quelle che si proponeva; per mezzo di queste lotte apprende a combattere; questo processo oggi non si arresta; la classe che in ogni lotta sa darsi per intero ha raccolto una esperienza che è per i rivoluzionari un prezioso strumento per riconoscere le valide posizioni politiche della classe confermatesi storicamente, a costo di grandi sacrifici.

Nessun gruppo può richiamarsi alla lotta storica del proletariato senza situarsi categoricamente ed esplicitamente su le seguenti posizioni che consideriamo come fondamentali nell'epoca attuale.

Queste posizioni sono:

  1. Validità del marxismo di fronte a tutte le altre concezioni esistite sino ad ora. Consideriamo il marxismo come la più precisa ideologia che esprime gli interessi del proletariato e per estensione di tutta l'umanità.
  2. Sono frontiere di classe i punti di rottura contro la II e la III guerra internazionale, in particolare: a) contro ogni partecipazione alla guerra imperialista; alla guerra imperialista il proletariato deve opporsi con il disfattismo rivoluzionario; b) contro ogni idea di conquista dello stato borghese; lo stato borghese non si conquista, si distrugge mediante la violenza rivoluzionaria del proletariato.
  3. La Rivoluzione proletaria si tien salda solo sul piano internazionale e si sviluppa internazionalmente. Contestazione del «Socialismo in un solo paese» e di qualunque soluzione nazionale di fronte al capitalismo, come espressione teorica della controrivoluzione.
  4. Affermazione della Dittatura del proletariato contro tutte le deformazioni ed inganni interessati quali gli Stati Democratici, le Democrazie Popolari, e altri governi interclassisti
  5. Denunzia implacabile della mistificazione che confonde la nazionalizzazione e la tendenza generale verso il Capitalismo di Stato con il Socialismo. Il primo consiste in una concentrazione e centralizzazione massima del capitalismo per meglio assicurare il suo dominio e lo sfruttamento del proletariato. È l'antipodo del socialismo nel quale lo sviluppo della produzione avviene nell'interesse unico delle masse lavoratrici, sotto la direzione e la gestione diretta di tutta la vita socio-economica e politica delle masse medesime.
  6. Negazione del carattere «proletario e socialista» di qualunque paese, tanto dell'ovest quanto del cosiddetto «blocco socialista». Questi pretesi paesi socialisti si basano su diversi tipi di Capitalismo di Stato.
  7. Denuncia in ogni momento dei partiti «comunisti» o che si richiamano a qualunque paese «socialista» così come quelli che nascono su queste basi storico-politiche. Questi partiti, sono per la loro funzione politica, parte integrante del capitalismo nazionale ed internazionale.

1. Base teorica: il materialismo storico marxista

«L'accettazione del materialismo storico non significa, né deve significare, accettazione formale d'un corpo di dottrine sul quale è sempre aperto e vivo il problema della sua interpretazione. Sarebbe chiudere gli occhi alla realtà e riserbare sorprese maggiori al nostro movimento d'avanguardia se non tenessimo conto del fatto che tra noi c'è chi non accetta la dialettica marxista come completa visione del mondo e della vita; chi l'accetta idealisticamente; chi deterministicamente, in modo cioè «esteriore» in quanto si rifà allo scientismo meccanicistico; chi infine la sente e la traduce storicisticamente, mettendo l'accento più nello «storico» che nel «materialistico».
La nostra dottrina, diceva Engels, non è un dogma ma una guida per l'azione. Questa classica formula sottolinea con forza e concisione meravigliosa quell'aspetto del marxismo che ad ogni istante viene perso di vista. E perdendolo di vista, noi facciamo del marxismo una cosa unilaterale, deforme e morta, lo svuotiamo della sue essenza, scalziamo le sue basi teoriche fondamentali: la dialettica, la dottrina dell'evoluzione storica multiforme e piena di contraddizioni; indeboliamo i suoi legami con i precisi compiti pratici dell'epoca, che possono cambiare ad ogni nuova svolta della storia» (LENIN)

2. La dittatura proletaria è esercitata dal partito

«Affermazione teoricamente e politicamente giusta e, ad onta della recente terribile esperienza russa, sempre valida alla condizione però che il partito e i suoi organi direttivi che di fatto esercitano la dittatura, operino come una parte della classe, all'unisono con gli interessi, le lotte e gli obiettivi storici di tutto il proletariato e fino alla scomparsa delle classi e dello Stato. Storicamente la dittatura è del proletariato e non del partito nel senso che è il proletariato, in quanto classe al potere, che convoglia e accentra nel «suo» partito e vi cristallizza motivi, forze e volontà di cui la dittatura proletaria si sostanzia. Fuori di questi termini si ha lo stalinismo, cioè la dittatura dello Stato (stato=partito) che ha soppiantato il proletariato e rigettato all'oppressione il giorno in cui è riuscito a far girare all'inverso la ruota della rivoluzione... » (Dal dibattito precongressuale, II Congresso Nazionale - Milano 1952, Nostro contributo alla Piattaforma, Battaglia Comunista marzo 1952)

  1. Analisi della situazione mondiale attuale come periodo di sconfitta del proletariato russo nel 1917 e sviluppatasi nella rivoluzione tedesca del 1918, ungherese nel 1918, cinese, così come negli scioperi in Europa e America. Questa sconfitta aprì l'era del capitalismo decadente e le sua evoluzione accelerata verso la barbarie.
    Il fascismo, la II guerra mondiale, il macello continuo nelle guerre locali, che l'hanno seguita, e la prospettiva della III guerra mondiale sono tante manifestazioni del corso accelerato della barbarie.
    Solo la ripresa della Rivoluzione proletaria offre una salvezza alla umanità.
  2. Nella tappa della decadenza del capitalismo non hanno alcun significato rivoluzionario per la classe le lotte di «liberazione nazionale»; questa è solo una utopia nella fase storica attuale... Politicamente queste pretese guerre di liberazione nazionale servono salo a deviare le masse dalla loro lotta contro il capitalismo e a portarle proditoriamente a sacrificarsi sul terreno delle lotte inter-imperialiste.
  3. Contro tutti i tipi di alleanza politica fra il proletariato e frazioni della classe capitalista.
    Sotto i pretesti della tattica della necessità di una mobilitazione più ampia delle masse in nome dell'antisettarismo, si è creduto giustificare la politica di alleanze momentanee contro il male maggiore.
    Nell'epoca attuale, questa politica di alleanze, sotto i suoi diversi appellativi: «Fronte unico», «Fronte popolare», «Fronte antifascista» o «antimperialista», non ha ottenuto altro risultato che quello di fare abbandonare al proletariato il suo fermo terreno di classe.
    La politica di alleanze, fondate nell'interesse comune, momentaneo o no, è una alterazione totale della nozione stessa della classe e dell'irriducibile antagonismo fra il proletariato e la società capitalista, nella sua totalità come nelle sue parti.

La realizzazione del lavoro militante deve mirare alla costituzione della organizzazione internazionale del proletariato a partire dai gruppi oggi isolati e ridotti in tutte le parti del mondo. Questo processo della costituzione del partito internazionale del proletariato avverrà nel medesimo tempo dello sviluppo delle lotte della classe operaia, che è inevitabile tanto nei paesi dell'Est quanto in quelli dell'Ovest.

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Prometeo - Ricerche e battaglie della rivoluzione socialista. Rivista semestrale (giugno e dicembre) fondata nel 1946.