Comunisti internazionalisti o coranico islamisti

Segue dal numero scorso

D’altro canto, si è più che disposti a transigere sui propri “ferrei” principi tanto da una parte che dall’altra, quando entrano in ballo giganteschi interessi economico-strategici. È il caso del gasdotto che dal Turkmenistan porterà (almeno secondo gli accordi di luglio) il metano fino in Turchia attraverso l’Iran; in questo caso gli USA hanno chiuso tutti e due gli occhi, approvando un progetto che fa a pugni con quella legge D’Amato che così ferocemente applicano in altre occasioni. I fiumi di dollari e la possibilità di incunearsi nell’Asia centrale interessano agli americani ma anche alle “masse islamiche” iraniane, ossia a Teheran, che, secondo l’OCI, dovrebbero essere appoggiate incondizionatamente.

Stiamo esagerando, stiamo volutamente distorcendo l’OCI-pensiero? Non ci pare, visto che la frase “appoggiare... incondizio-natamente” è la didascalia della foto di un corteo in cui i manifestanti avanzano con un grande ritratto di Khamenei, successore di Khomeyni e garante supremo del regime iraniano. Chiunque, vedendo quella foto e leggendone il commento, è logicamente portato a pensare che per l’OCI “masse islamiche” e regime politico si equivalgono e che dunque bisogna dare l’incondizionato appoggio agli ayatollah di Teheran.

Il nostro appoggio dovrebbe poi andare anche al regime sudanese (buono quello..) e ai fondamen-talisti del FIS- e del GIA-algerini, legittimi rappresentanti delle masse popolari, come avrebbero dimostrato le elezioni del ‘91, “elezioni democratiche stravinte dal FIS”. Chissà perché per l’OCI la democrazia borghese è falsa in “Occidente” , ma sacra in “Oriente”, tanto da esprimere real-mente le aspirazioni del “popolo”.

La passione travolgente per il FIS giunge al punto di negare i massacri e le stragi compiuti dal GIA:

I più atroci crimini vengono annunciati [...] senza che ci si mostri una foto, un servizio, una testimonianza.

Che fare, cit.

Dando per scontato che il governo algerino usi nella lotta contro i fondamentalisti anche la propaganda oltre che le armi, e a parte il fatto che i filmati sugli attentati compiuti in città sono abbondantemente circolati in televisione - ricordate i marinai italiani, tutti proletari, sgozzati dagli integralisti all’inizio della guerra civile? - ammettiamo per ipotesi che gli sgozzamenti e gli stupri in serie siano, appunto, solamente frutto della propaganda avversaria, alla fine ciò che è determinante, oltre alla repulsione per chi massacra la popolazione civile, è il programma politico di quelle formazioni. Ebbene, esso si colloca totalmente nel campo borghese, tanto quanto il suo avversario governativo e, anzi, si caratterizza per una liberismo spinto, degno di una Tatcher o di un... D’Alema. Insomma, l’amore sviscerato dell’OCI per il fondamentalismo islamico nasce da una visione meccanicistica, che fa a pugni con la dialettica marxista: poiché una parte non piccola dei proletari e dei diseredati dei paesi islamici , in mancanza di riferimenti autenticamente comunisti esprime le proprie aspirazioni di classe col fondamentalismo religioso, bisogna sostenere quest’ultimo costi quel che costi. Ma guarda caso, esso si è potuto sviluppare grazie all’appoggio determinante dell’imperialismo USA:

Sostenendo i Fratelli Musulmani contro il presidente Gamal Abdel Nasser, Riyad finanziava e accoglieva sul proprio suolo, con l’aiuto della CIA, la maggior parte della nebulosa internazionale dell’integralismo islamico [...] Così, dopo tanti anni di lotta anticomunista e antinazionalista condotta sotto la bandiera dell’Islam [...] il nazionalismo in bancarotta e la sinistra impotente [sinistra borghese, è ovvio - ndr] hanno lasciato campo libero all’integralismo islamico. Ciò che nella maniera più naturale si offriva alla contestazione popolare, nazionalista e sociale era la religione, ben oliata da Riyad e da Washington.

Le Monde diplomatique, giugno 1997

E d’altronde, Washington non ha ampiamente sostenuto i guerriglieri islamici afgani contro i Russi, in una guerra in cui i più importanti capi del GIA si sono “fatti le ossa”? E i Talebani, e il Pakistan da chi sono appoggiati, se non dagli “amerikani”? Forse che in questi paesi non ci sono “masse islamiche”? O, per ripeterci, quando gli immigrati (islamici) pakistani, palestinesi ecc., lavorano a salari da miseria nei paesi del Golfo, chi è il loro nemico di classe immediato, l’imperialismo yankee o la borghesia locale? La borghesia indonesiana - in gran parte islamica, supponiamo- è solo una povera marionetta nelle mani dell’Occidente o ha voce in capitolo nello sfruttamento bestiale di milioni e milioni di operai, anche questi, almeno formalmente, islamici?

Peccato che in Italia le “masse arabo-islamiche” non siano ancora sufficientemente numerose e inidonee - per le leggi nostrane - alle competizioni elettorali democratiche, perché altrimenti l’OCI potrebbe tentare di fare con loro un bel compromesso storico di berlingueriana memoria, di quando il PCI trovava nelle masse islami..., pardon, cattoliche, il referente politico privilegiato.

Per porre parziale rimedio a questo increscioso inconveniente, ci permettiamo di consigliare all’OCI di trasferirsi, magari in Sudan, a rinforzare il regime “militar-islamico” calunniato dalla stampa occidentale, meritandosi così finalmente i galloni di Organizzazione Coranico-Islamista.

Ancora: esagerazioni? Mica tanto, viste anche passate esperienze sul precipitare a valanga nel campo avversario a partire da gravi aberrazioni. Qui, e non solo qui, l’Oci passa dall’ovvio riconoscimento che le masse sfruttate si rivolgono al radicalismo, alla codistica accettazione delle forme del radicalismo in essere. Si rassegna così alla debolezza o assenza del programma rivoluzionario per accodarsi e appoggiare le più bieche forme del radicalismo reazionario.

cb

Battaglia Comunista

Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.