Contributi pubblici alla stampa della II Repubblica

Una torta di 50 miliardi per gli addomesticatori della pubblica opinione

Alla democrazia parlamentare della I Repubblica si debbono le abbondanti sovvenzioni statali che hanno foraggiato i giornali dei vari partiti costituzionali, presenti con almeno 240 numeri annuali sul mercato delle ideologie borghesi ed in funzione dell'addomesticamento costante della pubblica opinione. Costi editoriali e tirature stabilivano la divisione di considerevoli malloppi di pubblico denaro. Senza conteggiare tutto il resto.

Con la II Repubblica la democratizzazione della libera stampa ha fatto un altro passo avanti. Ufficializzato dal consenso generale del Parlamento, è entrato in scena lo stesso meccanismo che da diritto ad ogni movimento politico, dichiaratamente rappresentato da due prestanomi parlamentari, di spartirsi fette della torta attorno alla quale siedono, sempre ...legalmente, i partiti della destra, del centro e della sinistra borghese.

Il giornale che si dichiara organo di uno qualsiasi di quei movimenti (i trafficanti della bottega politica borghese abbondano) avrà immediatamente il suo lauto finanziamento. Ecco qualche cifra sui contributi relativi al 1996 e distribuiti nel maggio di quest'anno. Somme di denaro che lo Stato preleva dalle nostre tasche e democraticamente distribuisce ai suoi fedeli pennivendoli, siano essi dichiarati sostenitori o apparenti oppositori o addirittura antagonisti del sistema.

Accanto all'Unità (17 miliardi) troviamo nientemeno che Liberazione (6 miliardi e mezzo), quindi Il Popolo, Il Secolo d'Italia, Avvenimenti (2 miliardi), e decine di altri fogli minori ma altrettanto voraci nello spartirsi la bella somma totale di 50 miliardi.

Da questa, e da tutte le altre abbuffate pubblico-democratiche (comprese le gratifiche di fondi neri o grigi e le private sovvenzioni politico-affaristiche) noi siamo sempre stati esclusi, n‚ mai vorremmo parteciparvi. Il trattamento di ghettizzazione riservatoci dal potere dominante ci fa onore, pienamente giustificato dalla realtà della società borghese divisa in classi contrapposte e con interessi inconciliabili.

Dato il colore delle nostre bandiere, anche i nostri conti economici non possono che essere in rosso, alle prese con i costi della stampa, l'impossibilità di una distribuzione regolare su tutto il territorio, i balzelli e i ritardi delle italiche poste, eccetera. Tuttavia, preso atto delle avverse condizioni in cui siamo costretti ad operare, e ciononostante ottenendo risultati modesti ma significativi, qualcosa di pi- possiamo e dobbiamo fare.

L'aiuto dei compagni, lettori e simpatizzanti è indispensabile per il sostegno della stampa, e ancora una volta rinnoviamo a tutti un appello: abbonatevi e raccogliete altri abbonamenti e sottoscrizioni, collaborate alla diffusione di Battaglia comunista e alla segnalazione di possibili nuovi lettori, circoli, biblioteche, librerie.

Questa deve essere, per quanti hanno a cuore la continuità della stampa internazionalista e della critica rivoluzionaria, la risposta alle sovvenzioni pubbliche dello Stato borghese e ai fondi neri del capitale.

Battaglia Comunista

Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.