In Colombia è guerra per bande

Sono tutte sotto l'egida del capitale le bande che si combattono in Colombia e i proletari ne sono le vittime

Che succede oggi in Colombia? C'è una situazione di guerra molto fluida i cui aspetti luttuosi si intensificano come parte della negoziazione politica tra le forze in conflitto e dello sforzo per migliorare la rispettiva posizione di potere. Oggi la guerra investe la totalità del paese e ha dentro di sé un ingrediente economico esplosivo ossia il narcotraffico che interessa tutte le fazioni in lotta; ciò non significa che le guerriglie o l'esercito ufficiale siano controllate dal narcotraffico, ma che ognuno si serve della droga solo per ragioni tattiche. L'unica forza che dipende direttamente dal narcotraffico ed è diretta da questo sono i gruppi paramilitari cioè gli squadroni della morte, incaricati di eliminare sistematicamente qualunque opposizione. Questa forza ha operato in stretta alleanza con l'esercito ufficiale e rappresenta una componente cruciale nello schema strategico anti-insurrezionale dei vertici militari. In cambio del lavoro sporco e illegale riceve una gelosa protezione dallo stato; non a caso, l'esercito ha inviato reparti scelti nella regione di Urabà (ai confini con Panama) roccaforte dei paramilitari, per proteggerli dalla guerriglia.

I grandi proprietari terrieri dediti all'allevamento del bestiame, le imprese del settore bananifero e dell'olio di palma hanno anch'esse partecipato intensamente al finanziamento degli squadroni della morte, e indicato loro le vittime da colpire. Negli ultimi mesi la guerriglia è penetrata di nuovo in quella regione facendo un gran numero di morti tra l'esercito, i gruppi paramilitari e la popolazione civile che li sostiene.

Nella fase attuale della guerra si sta manifestando un fenomeno curioso: la tattica impiegata dalla guerriglia contro i paramilitari è la stessa che questi ultimi e l'esercito impiegarono contro di essa negli anni ottanta: massacrare e terrorizzare la popolazione civile delle zone sotto l'influenza nemica per privare la forza armata in questione della sua base sociale strategica. L'inasprimento della guerra si presenta come una conseguenza inevitabile dello sforzo fatto da ogni schieramento per rompere lo stallo a cui era arrivato il conflitto.

Gli USA sono molto preoccupati degli avvenimenti colombiani. I loro interessi nel canale di Panama (che sarà restituito all'amministrazione panamense nel 2000) e i loro progetti riguardanti lucrosi investimenti nel petrolio, nelle telecomunicazioni e nel settore bancario esigono la massima allerta (tralasciando, qui, la questione droga, il cui consumo negli Stati Uniti è cresciuto lo scorso anno del 30%). Recentemente, portavoce ufficiali del Comando Sud dell'esercito nord americano hanno dichiarato che la guerriglia colombiana è una minaccia per tutto il continente, spingendo, presso l'Organizzazione degli Stati Americani, per l'intervento armato diretto. Nonostante questa proposta sia stata respinta, l'ipotesi è tuttora discussa dal senato statunitense e i repubblicani premono per un appoggio più esplicito e deciso all'esercito colombiano nella lotta anti-guerriglia.

Ultima annotazione, dedicata ai tifosi delle "lotte di liberazione nazionale". Il 28 giugno, nella regione di Cagùan, dove si concentra il segretariato generale dell'esercito irregolare più forte (Farc), il presidente e il vicepresidente della Borsa di New York si sono incontrati con i capi di questo movimento per discutere sui cambi dell'economia mondiale e sui meccanismi nei quali si inseriscono le varie politiche degli stati. Oggi in Colombia ci sono almeno due stati, ma le politiche che ognuno di essi vuole adottare hanno una medesima origine e un medesimo fine: il capitale. I lavoratori non sono ancora niente, se non il combustibile di un gran macchinario destinato a triturarli.

Battaglia Comunista

Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.