Noi rimaniamo fedeli alla Rivoluzione d'Ottobre

Da Battaglia comunista n. 11, novembre 1958

L'anniversario della Rivoluzione russa d'Ottobre viene ormai universalmente ricordato sotto il segno del conformismo stalinista e della glorificazione imperialista, e serve da pretesto a parate militari degli ultimi, più potenti e più perfezionati mezzi di distruzione e di morte.

A tanto siamo giunti, che gli operai sono convinti dalla stampa sedicente proletaria a vedere in questi strumenti il presidio più valido alla conquista del socialismo e non invece la prova evidente della sua più assoluta negazione e del suo più nero tradimento..

In tanto smarrimento, in così incalcolabile crollo dei valori di classe si possono contare con le dita quei gruppi di rivoluzionari disposti a solidarizzare con le ragioni storiche, dottrinarie ed economico-politiche della Rivoluzione d'Ottobre che avrebbe dovuto affossare definitivamente il capitalismo ed aprire l'era del socialismo.

La Rivoluzione d'Ottobre è il primo accadimento della storia in cui date formulazioni teoriche hanno trovato nella pratica la più ampia ed assoluta applicazione, e non per coincidenza fortuita.

La rivoluzione era divenuta possibile nel momento in cui il Partito bolscevico si era spostato tutto sulla piattaforma insurrezionale, prepotentemente voluta e imposta da Lenin perché solo Lenin aveva, in quel momento, chiaramente intuito la necessità e improrogabilità della soluzione violenta della crisi. Soluzione che il corso della storia russa aveva posto in tutta la sua urgenza e drammaticità.

La coscienza del fine rivoluzionario e dei mezzi atti alla sua realizzazione, era in Lenin certezza scientifica del marxista che ha colto il momento limite delle contraddizioni alle quali la borghesia russa non sapeva né poteva dare una soluzione; era determinazione inesorabile di spingere all'esplosione la enorme energia delle masse lavoratrici tuttora allo stato potenziale e tradurla in termini di azione rivoluzionaria. Ma l'Ottobre non dice soltanto questo: esso dimostra che l'intuizione di Lenin è diventata in lui consapevolezza e determinazione realizzatrice nella misura in cui è riuscito a trarre dalle secche dei dissensi interni e dell'opposizione costituentista il Partito bolscevico e ad incarnare in esso le esigenze fondamentali e storiche della classe lavoratrice.

Capo, partito e classe appaiono come i tre momenti di un tutto inscindibile, condizionanti nella loro unità e pluralità la riuscita del moto rivoluzionario.

Lenin non sarebbe passato all'insurrezione senza il partito; d'altro canto il partito non avrebbe portato a compimento la sua missione di animatore e guida senza e contro Lenin; infine né Lenin né il partito sarebbero pervenuti all'eversione rivoluzionaria con un proletariato assente od ostile. Il rovesciamento della prassi è opera, in definitiva, della classe che prende coscienza di sé, del suo ruolo storico nel momento in cui riconosce nel programma e negli obiettivi del partito, il proprio programma e i propri obiettivi. Esso diviene così lo strumento invincibile della rivoluzione; è l'irrazionale che erompe irrefrenabile nell'alveo del più razionale e radicale sovvertimento che la storia conosca. Ciò che vale tanto per l'esperienza russa come per ogni rivoluzione socialista avvenire.

Onorato Damen