Il vicolo cieco del riformismo - La necessità dell'anti-capitalismo rivoluzionario

Manifestazione

Un attacco su tutta la linea

Dalla Fiat alla Colussi, alla Telecom e tanti altri contratti, i salari sono costantemente sotto tiro. Il sindacato fa passare tutto: spalanca le porte alla flessibilità e dà il suo sostanziale consenso allo smantellamento delle pensioni. Il sud ricondotto alle gabbie salariali. Il 32% dei giovani sotto i 25 anni è senza lavoro. Ennesima finanziaria "di sinistra" (?): 11mila miliardi di tagli alla spesa sociale, ulteriori sgravi fiscali per i padroni, introduzione massiccia di lavoro in affitto anche nel pubblico impiego. Altre limitazioni al diritto di sciopero, a cominciare dai trasporti (con parallela propaganda anti-scioperanti di giornali e TG). D'Alema che dichiara apertamente: "scordatevi il posto fisso". Tutto questo senza che la lotta di classe dia significativi segni di ripresa.

Servi dei padroni

Governo di sinistra e sindacato dimostrano giorno dopo giorno di essere completamente asserviti al potere economico, agli industriali, ai giganti della finanza, in una parola, alla borghesia. Il bene dei padroni passa per essere "il bene del Paese", dimostrando una volta di più come il mito dell' identità nazionale non sia altro che uno sporco strumento per esorcizzare la coscienza proletaria, la coscienza cioè che gli interessi dei lavoratori sono sempre comuni, dal metalmeccanico al ferroviere fino al disoccupato, passando per il precario. Il fatto è che qualsiasi governo, meglio ancora se armato del lungo braccio sindacale che gli permette di avere un controllo diretto sui luoghi di lavoro, non è altro che un comitato d'affari della borghesia, e i politicanti, di destra e di sinistra, non fanno che occuparsi di questi affari, magari tenendo anche a bada le piazze, spacciandosi per difensori di chi lavora.

Il nemico è il capitalismo

A loro volta i padroni sottostanno a leggi economiche che il capitalismo impone e che non dipendono dalla volontà del singolo capitalista, ma al contrario determinano la politica economica a livello nazionale e internazionale.Ecco perché l'aggressione alle condizioni di vita e di lavoro del proletariato non è una prerogativa solo italiana, ma essendo una conseguenza della crisi strutturale, riguarda a diversi gradi di intensità tutte le nazioni del mondo. Non dipende quindi dalla cattiva fede del politico o del padrone di turno: essi, ovviamente, difendono i loro interessi di classe scaricando il peso della crisi sui proletari. La causa prima, cioè il nemico vero, è il capitalismo.

Il vicolo cieco

Se quindi è evidente che lo stato borghese non è un'entità neutrale, ma è lì per difendere gli interessi della classe dominante, come si può pretendere una "Finanziaria giusta" o il pieno impiego? Come si può pensare di evitare salari da fame e stipendi d'oro attraverso una raccolta di firme? Come si può pensare di migliorare le condizioni di vita di chi lavora attraverso una democratica battaglia parlamentare? Come si può avere come interlocutore una "sinistra di governo" che bastona i proletari meglio della destra, oltre a partecipare ai massacri imperialisti e a spedizioni neo-colonialiste? Come si può pensare di conseguire lungo questa strada qualche vittoria per la classe operaia, seppure parziale? La questione delle 35 ore in Francia lo dimostra chiaramente: verranno concesse solo in cambio dell' annualizzazione del tempo di lavoro, di aiuti pubblici alle imprese, pagati anche ricorrendo (come al solito) alle tasche operaie, e all'aumento degli straordinari.

Le prospettive

Il riformismo politico ed economico evidenzia quindi la sua impotenza (di sempre) a soddisfare le esigenze, anche minime, del proletariato. Oggi più che mai occorre dunque che la classe operaia, i proletari tutti, riprendano in mano i propri destini, riprendendo a lottare sul serio contro gli attacchi piccoli e grandi portati quotidianamente dal padronato, a cominciare dal posto di lavoro, rompendo le catene con cui sindacati e riformisti immobilizzano ogni volontà di lotta. Solo così ci si potrà difendere e allo stesso tempo attaccare un sistema sociale che vive di sfruttamento, miseria crescente e guerre. Basta con le illusioni: il capitalismo non si può riformare! Solo la lotta di classe rivoluzionaria può liberare il proletariato e l'umanità intera dalla dilagante barbarie capitalista!

PCInt

GLP