Globalizziamo la lotta di classe!

Globalizzazione. La decisa spinta verso la globalizzazione dell'economia mondiale avviata agli inizi degli anni '80 e in fase di consolidamento, attraverso quotidiane mega fusioni di centrali finanziarie, multinazionali ecc., è parte della risposta che i principali gruppi finanziario-industriali del pianeta danno alla crisi del ciclo di accumulazione del capitale.

Le varie borghesie cercano di fronteggiare le difficoltà economiche gonfiando a dismisura l'economia "di carta" ossia accelerando la finanziarizzazione dell 'economia stessa. È proprio per alimentare sia la rendita finanziaria parassitaria sia il profitto industriale che viene smantellato il salario differito, detto Welfare State, precarizzato e liberalizzato il mondo del lavoro, stabilendo il nuovo standard del futuro: "il salariato usa e getta". Il tutto dentro un quadro di inasprimento dello scontro interimperialistico, di cui il controllo della rendita petrolifera è elemento fondamentale. WTO e OCSE: Organismi come WTO (organizzazione per il commercio mondiale) e OCSE (organizazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), rappresentano bene come l'economia su scala planetaria abbia bisogno di meno vincoli e divieti, per poter operare in piena libertà.

Con il vertice OCSE di Bologna si cercherà di stabilire come le Piccole e Medie Imprese possano adeguarsi alla nuova fase dell'economia, sempre - va da sé - nella logica di subordinazione-integrazione ai grandi capitale da cui dipendono e di cui, in molti casi, sono semplice appendice.

Le PMI. È proprio questa subordinazione - integrazione che è al centro del vertice, programmato non a caso in Italia, paese particolarmente ricco di PMI. La valorizzazione della galassia di piccole e medie imprese raggruppate in poli, distretti e macroregioni, attraverso facilitazioni per l'accesso ai crediti bancari, al commercio elettronico ecc., ha al centro l' imposizione di maggiore flessibilità e precarietà del lavoro. Infatti, valorizzare le PMI vuol dire soprattutto estendere le peggiori condizioni di lavoro cui è sottoposta la manodopera di queste aziende (salari, ritmi, sicurezza ecc.) alla forza-lavoro della grande impresa, nel contesto di una generalizzata corsa verso il basso dei salari su scala mondiale ossia al disotto del valore stesso della forza-lavoro complessiva.

Le voci di protesta: Contrari a questo corso dell'economia sono diversi soggetti politici e economici, che si dibattono tra illusioni impotenti, velleitarismi e sogni reazionari (la piccola produzione, il commercio "equo", il "salario minimo planetario"). Ambientalisti, salutisti alimentari, anarchici, riformisti più o meno "antagonisti", religiosi, piccoli imprenditori dei "Paesi in via di sviluppo", sindacatini di base che, nonostante la disponibilità alla lotta di molti militanti di base, organizzano proteste di ogni genere, meno quella che, unica, colpirebbe concretamente il capitale: lo sciopero. Tutti costoro, critici della "globalizzazione", non ne individuano però la fonte, cioè il capitalismo stesso, del quale essa rappresenta l'espressione necessaria e non una libera scelta.

Le prospettive di lotta. Un'opposizione alla "globalizzazione" che non metta in discussione il modo di produzione di cui è figlia, è dunque impotente, poiché lo sfruttamento del lavoro salariato è una costante di qualsiasi attività economica, sia essa una multinazionale o una microimpresa. Per i lavoratori cambia poco se a sfruttarli è un'impresa locale o una multinazionale agente sui mercati mondiali.

Mai come ora le condizioni della classe operaia e del proletariato mondiale sono state così precarie, mai come ora tendono a unificarsi in tutto il pianeta:

Alla internazionalizzazione del capitale rispondiamo con l' internazionalizzazione delle lotte del proletariato, attraverso i suoi organi di lotta assembleari e autogestiti, oltre e contro le compatibilità del capitale e dei suoi servi, oltre e contro le reazionarie illusioni del riformismo e di un impossibile sindacalismo "alternativo".

Per la riappropriazione da parte del proletariato del suo programma storico anticapitalistico, per la costruzione del partito rivoluzionario internazionale: per il comunismo!

PCInt

GLP