Lavoratori Fiat e aziende terziarizzate, lottiamo per i nostri interessi non per quelli dei padroni

Volantino agli stabilimenti Fiat

Ancora una volta fra le due logiche, quella usata dalle Direzioni sindacali per definire la Piattaforma Integrativa e quella che guida l'azione dei capitalisti, non esiste alcuna differenza.

Entrambe le logiche - i Sindacati lo dichiarano apertamente - inseguono la evoluzione economico-industriale del capitalismo, con 'esplorazioni e valutazioni' di una realtà le cui uniche 'possibili implicazioni' sono già sotto i nostri occhi.

Nel settore auto, in particolare, si tratta di una feroce ristrutturazione-competizione fra aziende nazionali e gruppi internazionali per la conquista dei mercati. Capitalisti e sindacati chiamano i lavoratori a fare responsabilmente la loro parte, cioè a farsi carico di costi e sacrifici per salvaguardare gli interessi dei padroni e delle loro aziende.

Il coinvolgimento dei lavoratori in queste operazioni di...solidarietà cogestionale e di...consigli amministrativi, altro non significa nei fatti che il totale assoggettamento alle esigenze del capitale, all'imperativo della produzione per il profitto quale unica ragione e scopo di questo sempre più assurdo modo di produzione e distribuzione.

Ci chiedono deleghe per "discutere, per definire i nuovi equilibri industriali" assieme ai padroni; per migliorare una competizione ritenuta inevitabile, quindi da subire per non peggiorare la crisi del settore e per non mettere a repentaglio il futuro dei...capitalisti! Sarebbero misure necessarie, dicono ipocritamente, purché "non si giuochi SOLO sui costi e sui diritti, entrambi ridotti" (o da...ridurre), ma anche coinvolgendo sindacati e operai nella ricerca delle innovazioni, alleanze societarie, scelte strategiche, confronti e valutazioni aziendali, eccetera, per meglio soddisfare non i nostri interessi ma quelli dei capitalisti e dei loro reggicoda.

Non siamo mai stati così sfruttati e costretti a subire ogni genere di attacco: diminuzione del potere d'acquisto dei salari diretti e lenta scomparsa dei salari indiretti, TFR in...liquidazione, pensioni al lumicino, posti di lavoro "usa e getta". Dopo aver accettato queste "conquiste", ora i Sindacati fingono di volerne limitare gli effetti, mentre la Fiat arrogantemente - gettando sul piatto altri 1.000 esuberi alla Mirafiori - offre solo l'aumento dell'utilizzo di lavoro precario e sottopagato, e "premi" salariali esclusivamente legati a incrementi aziendali di redditività. Sono queste le uniche regole che i capitalisti rispettano e che i sindacati hanno appoggiato.

Diciamo basta agli scenari fondati su illusorie ricadute occupazionali che sono invece sempre più negative con l'avanzare delle innovazioni tecnologiche e la crisi economica. Basta con le chiacchiere sull'uso corretto dei contratti atipici e la contrattazione di organici e occupazioni temporanee, determinati dai volumi e dai carichi di lavoro sempre in aumento. La verità è che le condizioni dei lavoratori non possono che peggiorare quando il Sindacato proclama: "La Fiat è una azienda italiana che deve porsi l'obiettivo primario di valorizzare la propria presenza in Italia"!!! (Le Segreterie Nazionali di Fim, Fiom, Uilm, Fismic - Roma, 20 luglio 2000)

Svendendo la forza lavoro al minor prezzo possibile e offrendola allo sfruttamento delle aziende secondo i "bisogni" del capitale, i Sindacati si preoccupano soltanto di una miglior "vita dell'impresa". Ai proletari sono riservate rigide cure dimagranti, precarietà e miseria, sognando futuri "sviluppi produttivi") e Borse in salita.

Rispondiamo raccogliendo e riorganizzando, senza deleghe a nessuno, le nostre forze e dando vita a comitati di agitazione e di sciopero; riprendiamo uniti la strada della mobilitazione e della lotta per obiettivi chiari e precisi, rispondenti ai nostri interessi presenti e futuri.

Gli internazionalisti di Battaglia comunista e di Prometeo