Metalmeccanici - Ma quale contratto?

Sullo sciopero dei metalmeccanici

Da anni padroni e sindacato hanno strizzato i salari, impedendo ai lavoratori anche il solo recupero dell'aumento del costo della vita.

Gli esigui aumenti salariali ottenuti negli ultimi contratti sono stati legati alla produttività e alla flessibilità del lavoro e quindi a un maggiore sfruttamento.

Le cose sono andate ancora peggio per i giovani che sono riusciti ad entrare nel mondo del lavoro e per tutti coloro che sono stati costretti a cambiare occupazione, perché hanno dovuto accettare salari ancora più bassi e condizioni occupazionali più precarie.

Ma i padroni, consapevoli della debolezza dei lavoratori e della completa subordinazione dei sindacati, vogliono ancora di più e si preparano ad attaccare su tutti i fronti:

Lavoro: nei piani dei padroni e del nuovo governo Belusconi c'è la completa libertà di licenziamento e l'estensione ad ogni settore del lavoro a tempo determinato ovvero la generalizzazione del precariato

Contratti: cancellazione di uno dei due livelli di contrattazione per condizionare e predeterminare rigidamente ogni aspetto normativo e salariale

Salario: contenere ancora i salari e in più finalizzare tutti gli aumenti contrattuali alle esigenze di produzione delle singole imprese utilizzando parametri della produttività (ritmi, utilizzo degli impianti, organizzazione della produzione, inquadramento ecc.) e flessibilità (lavoro a tempo, regime di orario, turni, reperibilità, ecc.).

L'unica arma efficace in mano ai lavoratori per arginare lo strapotere dei padroni è lo sciopero generalizzato e la elaborazione di una piattaforma forte che difenda i salari reali e le condizioni di lavoro; *invece, come unica risposta i sindacati hanno varato una piattaforma che di fatto vuole arrivare, anche se in tempi più lunghi, agli stessi obiettivi dei padroni:

  • -- aumenti salariali irrisori, destinati ad essere ulteriormente ridotti nel corso della trattativa
  • -- nessun'opposizione i premi di produttività e alle nuove forme di cottimo
  • -- pieno consenso alla flessibilità in entrata e disponibilità sostanziale a concedere gradualmente la libertà di licenziamento,
  • -- collaborazione attiva nella sperimentazione in ogni posto di lavoro di forme sempre più sofisticate di sfruttamento (*vedi Zanussi, Fiat, De longhi, Barilla, San Benedetto ecc.)

Questa piattaforma deve essere dunque respinta perché non difende i salari, non difende il posto di lavoro, non si oppone al crescente sfruttamento nei luoghi di lavoro, non contrasta la dilagante precarizzazione.

Le forme di lotta sindacali, poi, sono attuate in modo da arrecare il minimo danno alle aziende e il massimo sacrificio per i lavoratori

Nel corso dei prossimi mesi scadranno tutti i maggiori contratti di lavoro (e alcuni sono già scaduti da mesi): è l'occasione per unire tutti i lavoratori in un vasto fronte di lotta - al di là di ogni divisione per categorie o, peggio ancora, per nazionalità, in difesa degli interessi comuni. Ma i sindacati questo non lo vogliono, perché rischierebbe di incrinare il clima di pace sociale che hanno imposto in questi anni.

Ma se i sindacati non difendono i nostri interessi dobbiamo farlo da soli, dobbiamo partire dalle fabbriche per respingere il contratto e mandare un segnale forte alla Confindustria, al governo e ai sindacati che non siamo più disposti ad accettare senza reagire il peggioramento della nostra condizione sociale.

Organizziamo in ogni posto di lavoro l'opposizione dal basso alla piattaforma sindacale.

Diciamo no all'ennesimo contratto bidone!

Organizziamoci fuori e contro il sindacato!

Per la difesa intransigente del salario e del posto di lavoro!

PCInt