Dopo Genova - Deriva a destra preparata dalla sinistra

Alle manifestazioni locali dopo Genova

Quanto sta accedendo in queste ore in questi giorni, dimostra due cose:

  1. Il governo in carica sta visibilmente spostando l'asse politico dello stato italiano, sia con una svolta verso la destra più trucida e repressiva le cui manifestazioni rimandano ai regimi sudamericani degli anni '70, sia invertendo il senso della partecipazione italiana all'Europa, con, per esempio, le tanto entusiastiche quanto ideologiche adesioni allo scudo spaziale americano.
  2. Alcune delle armi utilizzate pienamente oggi dalla destra sono quelle predisposte dal governo di centrosinistra, con una consequenzialità impressionante e che dovrebbe essere sufficiente a dimostrare come al fondo ben poche siano le differenze fra centro destra e centro sinistra (ci riferiamo in particolare all'autonomizzazione dell'Arma dei Carabinieri, giunta al punto da non poter escludere lo svolgimento di operazioni "speciali", all'insaputa dello stesso governo).

Un morto vittima di scontri di piazza: non succedeva da 24 anni. E mai si era visto nella Italia cosiddetta democratica il proditorio assalto poliziesco a un centro stampa e sede operativa di un movimento, come quello accaduto nella notte fra sabato e domenica, per di più giustificato nel modo sprezzantemente assurdo usato poi dal ministro di Polizia. Accusare Agnoletto e la rete cattolica Lilliput di fare da copertura al Blocco Nero è tanto idiota quanto indice di elevata pericolosità politica.

Che poi il governo, che ha evidentemente diretto centralmente le operazioni militari su Genova, fosse informato o meno, ormai è provato che I'Arma è arrivata a far travestire suoi agenti da Tute nere per compiere prima le note devastazioni e rifluire poi nei cortei per così giustificare l'attacco violento a questi da parte di Carabinieri e Polizia.

Da dove viene questa deriva violentemente repressiva? Da un governo legittimamente eletto, secondo I canoni della democrazia borghese.

Sarebbe stato diverso con il governo dell'Ulivo? Forse si, nelle forme (ma proprio forse, perché a dirigere e giustificare la mattanza di Napoli, fu ben il governo dell'Ulivo), no nella sostanza del rapporto fra stato e rivendicazioni sociali.

Cosa è successo, in fondo? Che di fronte a un movimento civile (di questo si tratta quando si parla di GSF) che chiedeva, fra l'altro, l'impegno del mondo avanzato in una vera lotta a malattie come l'AIDS, gli 8 grandi non hanno potuto accordarsi che per elargire la bella somma di seicento lire annue per ammalato africano. E con faccia di bronzo che solo il servitorame mediatico della borghesia poteva ignorare, hanno decantato la donazione come un sacrificio dei ricchi per aiutare I poveri. Se I media possono berla, non così quei molti e crescenti cittadini che richiedono un vero intervento.

Il governo di centro-destra ha ritenuto che non restasse altro che tentare di disperdere il concentramento di quei cittadini a manganellate e gas lacrimogeni - se poi ci scappa il morto pazienza. C'è qualcuno pronto a scommettere che il centro.-sinistra avrebbe fatto in modo diverso?

Questo, come tanti altri, sono problemi ai quali il capitalismo non può dare soluzione alcuna e che anzi il capitalismo accresce, in numero e gravità.

Per questo la rivendicazione... democratica è inefficace e per questo comunque riceverà sempre più repressione. Il vero timore, della destra quanto della sinistra, è che davanti alle crescenti devastazioni del capitalismo, il movimento civile, di per sé interclassista, lasci il posto al movimento di classe che ponga la questione di fondo: avanti con la barbarie del capitale o stop al capitalismo e ricostruzione comunista della società.

Questo siamo andati a dire a Genova, per porre il parallelo problema di fondo: la ricostruzione del soggetto politico capace di dirigere la ripresa di classe e la prospettiva rivoluzionaria. E questo soggetto politico non può che essere partito e partito internazionale.

PCInt