Bush taglia le tasse, ma solo ai ricchi

La banda Bush le fa sempre più sporche. L'ultima è davvero esemplare. Proseguendo nella sua politica di tagli fiscali, ovvero riduzioni delle tasse, ha tagliato per 350 miliardi di dollari (ufficiali, ma diversi osservatori indipendenti dicono che la cifra sarà, alla fine dei conti, molto superiore). Dove sta il trucco e lo sporco? Nel fatto che a beneficiare di questi tagli saranno solo i benestanti e i ricchi.

Sotto la muova legislazione il 53 per cento di tutte le famiglie nella nazione o non avranno alcuna riduzione fiscale o beneficeranno di una riduzione di 100 dollari o meno.

Center on Budget and Policy Priorities - cbpp.org

Chi invece beneficierà maggiormente dei tagli fiscali saranno i tagliatori di cedole, i capitalisti percettori di rendite azionarie. Chi guadagna più di un milione di dollari ne "risparmierà" 93 mila e cinquecento. La cosa è talmente indecente che Warren Buffett, il secondo uomo più ricco del mondo dopo Bill Gates, si è scandalizzato e, in un articolo titolato Economia Voodoo pubblicato sul suo Washington Post del 20 Maggio e anche su Il Manifesto del 1 Giugno, scrive:

Supponiamo che questa misura venga approvata definitivamente e che i dirigenti della Berkshire Hathaway (che attualmente non paga dividendi) decidano perciò di pagare un miliardo di dollari di dividendi l'anno prossimo. Possedendo il 31% della Berkshire, io riceverei 310 milioni di dollari di reddito aggiuntivo, non dovrei neanche un soldo di più in tasse federali, e vedrei la mia aliquota fiscale scendere in picchiata al 3%.
E la nostra segretaria? Lei pagherebbe ancora il 30% circa, il che significa che contribuirebbe più o meno, in proporzione rispetto al suo reddito, 10 volte più di me...

Il governo Bush sostiene che questi tagli alle tasse stimoleranno gli investimenti: far risparmiare i ricchi li indurrebbe a investire e creare posti di lavoro. È Buffett a rispondere:

Mettere 1.000 dollari nelle tasche di 310.000 famiglie con bisogni urgenti stimolerà l'economia molto di più che mettere quegli stessi 310 milioni di dollari nelle mie tasche.

Interessante poi la chiusura del pezzo del nostro miliardario (in dollari):

I fautori della detassazione dei dividendi amano dipingere chi li critica come istigatori della guerra di classe. Il fatto è che la loro proposta accresce il benessere di una classe. La mia.

Ciò è verissimo ed è solo l'ultima in ordine di tempo delle operazioni alla Robin Hood a rovescio: rubare ai poveri per dare ai ricchi.

È il sogno nemmeno tanto segreto anche del nostro Berlusconi che però si trattiene da questi eccessi. Perché? Perché negli Usa a votare i presidenti c'è - quando va bene - un 30 per cento della popolazione che è facile capire è fatto di benestanti e ricchi. Bush e la sua banda devono tener conto delle possibili reazioni elettorali solo di quel 30%. I lavoratori, i poveri e i poverissimi non hanno alcuna voce in capitolo e nessuna possibilità di vendicarsi sul terreno istituzionale. Per le amministrazioni Usa è giusto preoccuparsi di una loro possibile reazione solo sul terreno extra-istituzionale della lotta di classe e finché non si vedono segni tangibili di una sua ripresa, la via è aperta alle più sfacciate operazioni di brigantaggio sociale.

Berlusconi e i governi italiani - ed europei - invece, devono ancora badare a un elettorato troppo vasto per potersi permettere ladrocini di classe così scoperti.

Ma con l'approfondirsi della crisi, con la crescente necessità di compensare in qualche modo i profitti calanti, anche qui si porrà il "problema". E non è un caso che anche qui inizi (seppur lentamente) a diminuire la partecipazione al voto.

Certamente la risposta che ci piacerebbe vedere alle porcherie del capitale non è quella elettorale, ma un più radicale rifiuto del capitalismo e di tutte le ingiustizie che lo caratterizzano.

mjr

Battaglia Comunista

Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.