Usa, faro di civiltà...

L'illusione che nella società borghese si siano ormai disciolte tutte le vecchie e antagoniste classi "ottocentesche" (in primis, la classe operaia) riceve ogni giorno sonore smentite. A cominciare da quegli Stati Uniti che dovrebbero rappresentare la locomotiva trainante modernità e benessere per tutti. Dall'inizio della crisi del ciclo d'accumulazione capitalistico, anni 70, si allarga la distanza tra la fascia più alta dei redditi familiari e quella più bassa: i primi aumentano in media dell'1,5% all'anno, mentre i "redditi" dei secondi (proletari, salariati e pensionati) diminuiscono dello 0,6% all'anno. Gli altri, senza lavoro e alloggio e con poco vitto, non figurano nelle statistiche ufficiali.

La distanza fra i redditi della grande borghesia americana e quelli della classe operaia (che non esisterebbe!) si è ingigantita negli ultimi trent'anni da 70 a ben trecento volte.

Sono dati riferiti dalla stampa quotidiana, assieme a quelli riguardanti l'industria manifatturiera americana che dal febbraio 2001 (inizio ufficiale della recessione) ha licenziato tre milioni di lavoratori, molti dei quali hanno ingrossato le file dei 33 milioni di poveri segnalati dal Census Bureau. I disoccupati ufficiali sarebbero 9 milioni; quelli reali superano di gran lunga i 10 milioni. Intanto, nel bilancio Usa il deficit si avvicina ai 520 miliardi di dollari (5% del Pil); quello della bilancia commerciale ai 500 miliardi.

L'indebitamento privato è pari all'83% del Pil ed è quasi al 100% quello delle imprese. La Superpotenza americana, cumulando debito pubblico e privato, sfiora il 200% del Pil e si presenta come il massimo debitore del mondo e della storia.

Per finanziare lo spaventoso deficit corrente, gli Usa sono costretti ad importare (o prelevare, attraverso le loro rendite finanziarie) ogni anno centinaia di miliardi di dollari. Oggi non vanno più a gonfiare il mercato azionario di Wall Street - dopo che i tracolli azionari hanno svelato un futuro di carta straccia - ma si concentrano sulle obbligazioni a reddito fisso. Le "inquietudini" economico - produttive e finanziarie, in un balletto di ottimismi e pessimismi mensili, si trascinano al seguito di una "ripresa" che c'è ma non c'è. Come contorno al tutto, esplodono periodicamente fra le maggiori imprese e compagnie buchi contabili per miliardi di dollari ed esposizioni per decine di miliardi di debiti. (Vedi i trascorsi di Euron, Energia, Worldcom, Telecomunicazioni.) Le Banche tremano, e nel frattempo qualcuno parla di una eventuale " svalutazione competitiva", mentre le due principali società nel campo dei mutui immobiliari sono sospettate di irregolarità contabili continue e di inconsistenza dei loro patrimoni. Siamo alla diffusione globale della truffa e della corruzione, al seguito di un parassitismo finanziario che sta strangolando lo stesso capitalismo.

David

Battaglia Comunista

Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.