L'uragano Katrina rompe gli argini del capitalismo

Statement del Bureau Internazionale per il Partito Rivoluzionarionario

Con la precisione chirurgica di un raggio laser, l'uragano Katrina ha aperto tutta una serie di questioni sulla natura dell'attuale società classista, sul livello della crisi economica, sulla colpevolezza del capitalismo per il disastro ecologico, e anche sul fatto che il dominio del capitalismo non è tanto solido, né permanente, come molti credono.

Una società sempre più divisa in classi

L'uragano Katrina ha devastato un'area vasta come la Gran Bretagna, che copre Lousiana, Mississipi e Alabama. Era stato previsto almeno dieci giorni prima che arrivasse a colpire la terraferma, appena ad est di New Orleans, lunedì 29 agosto. Aveva già provocato nove morti in Florida il giovedì precedente. Uragani di categoria 4 o 5 sono stati previsti per anni dai meteorologi, ma niente è stato fatto per migliorare gli argini, in origine progettati per resistere ad uragani di categoria 3. Nonostante il tempo a disposizione, nonostante le enormi risorse complessivamente a disposizione dello stato, i piani di evacuazione consistevano in nient'altro che nell'ordine di abbandonare in automobile New Orleans il giorno prima. Questo tipo di brillante pianificazione capitalista non si era curato di prendere in considerazione i circa 100 mila abitanti della città privi di un'automobile propria, che non potevano pagare una stanza d'albergo se dovevano andarsene, per cui non c'era alcun piano federale di emergenza per fornire cibo e riparo. Approssimativamente 20 mila di questi sono stati ammassati dalla polizia all'interno del Superdome e del Convention Center, dove si supponeva che dovessero aspettare la fine della tempesta. Ma quando gli argini lungo il 17esimo canale si sono rotti e circa l'80% della città è stato inondato, sono rimasti bloccati senza cibo, acqua, medicine, misure igieniche e attaccati, derubati, assassinati e violentati da criminali e squilibrati armati che erano stati scientemente rilasciati dalle istituzioni per unirsi a loro. Le prime notizie dei media non facevano cenno a questo. Tutto ciò su cui si focalizzavano erano i miliardi di dollari di danni alle proprietà e, quando le persone per sopravvivere erano costrette - all'inizio con il beneplacito della polizia - a prendere quello che potevano da negozi e supermercati, i media dipingevano tutto come furto e gangsterismo.

Ci sono voluti quattro giorni prima che arrivassero i primi 'aiuti' ufficiali (principalmente bottiglie di acqua), subito seguiti da migliaia di militari, inviati contro i saccheggiatori con l'ordine di sparare per uccidere. Il messaggio era abbastanza chiaro. Il Sogno Americano significa che solo il "rude individualismo" è premiato (con riduzioni fiscali). Se sei povero, probabilmente sei un criminale e in ogni caso non vale la pena salvarti. La povertà è colpa tua e viene punita (con tagli al welfare). Questi tagli, portati avanti sia dai governi democratici che da quelli repubblicani, sono aumentati negli ultimi trenta anni, fino al punto che il numero di quelli definiti ufficialmente poveri è aumentato di più del 10% negli ultimi quattro anni. Con il 28%, New Orleans ha un numero di abitanti che vivono in povertà pari al doppio della media nazionale.

E le cifre mostrano che, quando si dice povero, questo spesso significa nero. 140 anni dopo l'abolizione della schiavitù, Katrina ha messo completamente a nudo il profondo livello di segregazione e discriminazione negli USA. Le scene di New Orleans sono state come una ripetizione del 1927, quando il Mississipi esondò. I lavoratori neri furono portati a forza in squallidi campi di concentramento per lavorare al puntellamento degli argini vicino alle piantagioni, mentre i loro padroni partivano su un vaporetto, cantando, si dice, "Bye Bye Blackbird" ai neri inondati. La difesa della proprietà e la ricerca del profitto vengono sempre prima di tutto.

La crisi economica

La ricerca del profitto spiega pure il fallimento, negli scorsi trenta anni, nel mantenere gli argini, che proteggono questa città posta al di sotto del livello del mare. Gli apologeti del patetico comportamento del governo USA, dopo che Katrina ha colpito, sostengono che gli uragani sono disastri naturali, "atti di dio" a cui non ci si può opporre. Tuttavia, molti hanno abbastanza correttamente messo in rilievo come le politiche del regime di Bush abbianno reso New Orleans più vulnerabile ai disastri naturali. Il Corpo del Genio Militare della Luisiana l'anno scorso ha proposto lavori pari a 18 miliardi di dollari per ampliare i canali di drenaggio, costruire stazioni di pompaggio e migliorare il sistema di argini per resistere a uragani come Katrina. Invece, il budget del governo per il 2006 propone di ridurre la spesa su queste infrastrutture necessarie anche al di sotto dell'attuale livello di circa 82 milioni di dollari. Questo a sua volta è più basso del livello del 2001, pari a 147 milioni di dollari.

Oltre a questo, c'è stata la deregolamentazione. Questo ha condotto alla costruzione irresponsabile di case e centri commerciali nelle paludi che una volta proteggevano New Orleans dalla forza impetuosa delle inondazioni seguenti agli uragani. Anche questo è cominciato decenni fa, ma ha subito un'accelerazione negli ultimissimi anni, da quando la speculazione finanziaria è diventata l'ultimo metodo per compensare la caduta dei saggi di profitto capitalistico.

Comunque la trascuratezza non è solo del regime Bush. I tagli sono sempre andati avanti a partire dalla svalutazione del dollaro nel 1971. Questo fu il segnale che il ciclo globale di accumulazione regolato dalla legge della caduta tendenziale del saggio medio del profitto aveva posto fine allo sviluppo postbellico. Gli USA non potevano più sopportare il programma di riarmo della Guerra Fredda e reinvestire nelle loro infrastrutture primarie. Negli anni '70 lo stato più ricco della storia ha dapprincipio provato a uscire dalla crisi attraverso la sua spesa ma la conseguenza di ciò, in una economia stagnante, furono inflazione e ulteriore disoccupazione. Per questo cominciò l'esperimento neoliberale di sgravi fiscali a favore dei dei ricchi e che dagli anni '80 fino ad oggi ha comportato tagli massicci in tutti i settori della spesa sociale, operati da qualunque partito fosse al potere. Per porre questi tagli alla spesa sociale nella giusta prospettiva, si noti che l'Institute for Policy Studies e un altro gruppo di esperti chiamato Foreign Policy in Focus hanno pubblicato congiuntamente un rapporto che stima il costo della guerra in Iraq di circa 5,6 miliardi di dollari ogni mese!

In contrasto con questa spesa per la macchina militare USA, il livello cronicamente basso dei profitti durante le recenti decadi ha significato che il capitale privato ha fallito nell'investire in infrastrutture economiche strategiche, specialmente in raffinerie petrolifere e centrali elettriche. Nonostante l'ossessione degli USA di voler controllare quanto più possibile la produzione del petrolio mondiale, non è stata costruita nessuna nuova raffineria petrolifera in trenta anni. I danni provocati da Katrina (molti dei quali permanenti) al 10% della capacità di raffinazione degli USA situata nel Golfo del Messico ha ridotto le forniture di carburante agli USA più di tutte le azioni di Saddam Hussein o Al Q'aeda - e questo senza prendere in considerazione la distruzione delle strutture portuali di New Orleans che, fino al 29 agosto, davano lavoro a 600 mila persone nella città.

Perciò l'uragano Katrina, un uragano di categoria quattro, ha facilmente spazzato via gli argini che in origine erano stati pensati per resistere al massimo ad uragani di categoria tre. Nel fare ciò, ha anche spazzato via il mito che il capitalismo sia la più alta forma di organizzazione sociale possibile per l'umanità.

Un disastro innaturale

Nel dicembre 2001 la Federal Emergency Management Agency (FEMA) aveva avvertito che l'arrivo di un uragano su New Orleans era uno dei tre scenari di disastro più probabili per gli USA, con una previsione di 25 mila morti. Nel 1965 l'uragano Betsy lasciò la città sotto 2 metri e mezzo d'acqua ma, come abbiamo visto, questo non ha evitato che nei budget fiscali annuali i progetti di miglioramento delle infrastrutture di base fossero privi di risorse, come pure non ha evitato che le imprese edili costruissero nelle zone paludose.

Originariamente la FEMA era stata pensata per occuparsi di disastri naturali, ma dopo l'11 settembre ha visto la sua importanza sminuita ed è diventata un'altra agenzia dominata dalla "guerra contro il terrore". La FEMA della Louisiana lo scorso anno ha condotto una esercitazione per studiare come intervenire nel caso che un uragano colpisse New Orleans. Hanno concluso che si sarebbero dovuti predisporre bus per coloro che non avevano automobile, che centri di raccolta come il Superdome avrebbero dovuto essere riforniti in anticipo di acqua, cibo e misure igieniche aggiuntive. Niente di tutto ciò è avvenuto. Naturalmente l'incompetenza ha giocato la sua parte, ma lo stato è rimasto anche vittima della sua compiacente propaganda, secondo cui non esiste una cosa come il riscaldamento globale e, anche se c'è, non ha niente a che vedere con gli USA.

Tutti i governi degli USA rappresentano le grandi imprese statunitensi, ma in una epoca in cui l'imperialismo USA si sente più che mai sotto minaccia, l'amministrazione Bush assolve questo compito come pochi dei suoi predecessori hanno fatto. Non solo Bush si è rifiutato di siglare gli accordi di Kyoto (per quanto deboli siano nel preservare la sostenibilità ambientale) ma si è anche rifiutato (fino al recente incontro di Gleneagles) di riconoscere che il riscaldamento globale stia realmente avvenendo. Il Partito Repubblicano sta attualmente conducendo una caccia alle streghe nel Congresso, nei confronti degli scienziati che hanno scritto documenti che dimostrano che le emissioni di gas serra provocano un riscaldamento globale. Eppure il numero di uragani che sono un prodotto dei cambiamenti climatici continua ad aumentare. Quest'anno sono previsti uragani nell'area dei Carabi e del Golfo del Messico in numero tre volte maggiore rispetto alla media. Katrina dimostra che stanno aumentando anche in intensità. La gestione del dopo-Katrina mostra che la classe dirigente della maggiore nazione capitalista del pianeta antepone il profitto al futuro dell'umanità. Questa e il sistema che l'ha generata sono la più grande minaccia all'esistenza umana.

Una falla nel sistema?

Smentendo clamorosamente la stampa borghese, il disastro del Profondo Sud ha dimostrato chiaramente che proprio il capitalismo è il vero responsabile della maggior parte delle vittime, della distruzione e dello sfacelo sociale che ha accompagnato questo disastro 'naturale'. Lo stato più ricco del mondo, l'auto-proclamato difensore della democrazia e dei diritti umani, non poteva rivelare più chiaramente come la sua difesa del profitto e della proprietà privata non quadri con la difesa della maggioranza dei suoi cittadini, verso cui nutre una spietata indifferenza. Katrina e le sue orribili conseguenze hanno smascherato il mito che la mano invisibile del mercato capitalista sia forma più razionale di organizzazione sociale. Niente è più distante dalla verità. Il fatto agghiacciante è che altri e peggiori disastri 'naturali' si preparano. L'idea che il capitalismo, straziato dalla crisi dilagante, possa essere riformato in un sistema benigno, socialmente responsabile, 'amichevole' con l'ambiente, è un sogno utopico. La cosa migliore che potrebbe venire dal disastro dell'uragano Katrina sarebbe il riconoscimento, almeno da parte di alcuni di quelli che cercano un mondo migliore del capitalismo, che il capitalismo è insostenibile e deve essere rovesciato. C'è una sola alternativa: l'organizzazione di una comunità organizzata per produrre direttamente per i bisogni della società.

Ancora una volta, il capitalismo sta forzando la questione. Socialismo o barbarie. Non c'è una terza via.

BIPR

6 settembre 2005