Sia della destra sia della sinistra la finanziaria è sempre una stangata

Lo Stato è per regola lo Stato della classe dominante

Nel programma elettorale dell’attuale maggioranza parlamentare si legge:

Noi siamo contrari ai contenuti della legge n. 30 e dei decreti legislativi n. 276 e 360 che moltiplicano le tipologie precarizzanti. Per noi la forma normale di occupazione è il lavoro a tempo indeterminato.

cit. tratta da il Virus degli esclusi di L. Gallino - La Repubblica del 5/11/2006

Sono ormai trascorsi circa cinque mesi dalla costituzione del nuovo governo di centrosinistra e da quel che si è potuto capire non solo la legge 30 non sarà abrogata, ma difficilmente subirà sostanziali modifiche a favore del lavoro a tempo indeterminato. Chi non ricorda le critiche feroci dell’attuale maggioranza, allora all’opposizione, alla legge finanziaria dello scorso anno del governo Berlusconi perché incentrata, fra l’altro, sui tagli alla spesa sanitaria e la riduzione dei trasferimenti di fondi agli enti locali? Ebbene, anche la legge finanziaria approntata dal centrosinistra, e in corso di approvazione parlamentare, è incentrata su nuove imposte e sui tagli alla spesa sociale, quella sanitaria in particolare, e sull’ulteriore riduzione dei trasferimenti di fondi agli enti locali. E, ancora, chi ha dimenticato gli attacchi all’allora ministra della Pubblica istruzione Letizia Moratti perché nella legge finanziaria si prevedeva il taglio dei fondi alla scuola pubblica e l’incremento dei contributi a favore di quella privata? Ebbene, anche nella nuova legge finanziaria sono previsti tagli alla scuola pubblica e incentivi per qualche centinaio di milioni alla scuola privata. Per non dire dell’incremento della spesa militare, uno dei più consistenti da qualche decennio questa parte, per opera di ministri e parlamentari che fin qui non avevano perso occasione per manifestare, avvolti nella bandiera arcobaleno dei pacifisti, “per la pace nel mondo” e contro la guerra. E la cosiddetta questione salariale? Finché sono stati all’opposizione, i partiti dell’Unione e i loro leader, a cominciare dal diessino Fassino, non hanno perduto occasione per sottolineare la necessità di invertire quella tendenza alla divaricazione crescente fra i redditi delle fasce più ricche della popolazione e i salari, gli stipendi e le pensioni, peraltro individuata come una della cause della crisi dei consumi e del rallentamento dell’economia. Allo scopo, come strumento per attuarla, era stata individuata la riduzione del cosiddetto “cuneo fiscale”; sennonché la maggior parte di questa torta, ottenuta introducendo imposte, tasse e balzelli di ogni genere che colpiscono nella stessa misura e indiscriminatamente ricchi e poveri, qualcosa cioè come 17 miliardi di euro, andrà alle imprese mentre i lavoratori non vedranno il becco di un quattrino. Le briciole che avanzeranno, infatti, serviranno soprattutto per finanziarie alcune deduzioni fiscali necessarie per evitare che, a causa delle nuove aliquote Irpef, salari stipendi e pensioni di lavoratori e pensionati senza figli e/o mogli a carico ecc., appena superiori all’area della no tax, subiscano un’ulteriore falcidia.

Tenuto conto che l’economia italiana ed europea sta attraversando una congiuntura economica positiva come non si vedeva da parecchi anni, non c’è ombra di dubbio che questa finanziaria colpisce i lavoratori come e più di quelle del centrodestra. Se ne potrebbe concludere che in fondo siamo di fronte all’ennesima prova che le promesse elettorali sono come quelle che fanno i marinai alle loro fidanzate occasionali, se non fosse che la cronaca ci racconta che alla manifestazione contro il lavoro precario e la nuova finanziaria, che si è svolta a Roma il cinque novembre scorso, fra gli oltre centomila manifestanti vi erano anche non pochi parlamentari dei partiti di maggioranza e perfino qualche sottosegretario. Molte di queste presenze sono sicuramente il frutto di quel gioco delle parti a cui ricorrono le forze politiche parlamentari nel tentativo di tener buoni gli elettori delusi; ma il fatto che questo gioco venga riproposto con sempre maggior frequenza e in modo così scoperto, evidenzia che dietro questa apparente schizofrenia, questa sorta di sindrome da sdoppiamento della personalità, si cela anche la crescente difficoltà a mascherare quella contraddizione tra il dire e il fare propria della mediazione implicita nella democrazia borghese. Nel dire, per esempio, è divenuto pressocchè impossibile non riconoscere che il salario di ingresso in molti settori non copre neppure le spese necessarie per far fronte ai costi che comporta il solo semplice andare al lavoro tanto che molti lavoratori possono accettarlo alla sola condizione di poter contare, nell’attesa di un salario più consistente, sul sostegno delle loro famiglie. Che la precarietà portata alle sue estreme conseguenze, come accadde nell’ultima parte del 18o e per quasi tutta la prima parte del 19o secolo con il prolungamento della giornata lavorativa, minaccia le basi su cui poggia la stessa società borghese. Nel fare, invece, si deve tener conto del fatto che i margini necessari perché la mediazione sociale abbia successo sono sempre più esigui e dell’altro che la conservazione capitalistica, in modo particolare in questa fase storica, non può in alcun modo prescindere dalla svalutazione permanente della forza-lavoro e dalla sua precarizzazione. Il dr. Jackil e mister Hyde, dunque, altro non sono che la prova di lapalissiana evidenza della falsità della tesi secondo cui lo stato borghese è una macchina neutrale. Se condotta da accaniti neoliberisti prevarranno le asprezze e le iniquità del sistema mentre se a condurla sono degli illuminati neokeynesiani prevarrà un capitalismo “dal volto umano”. Risulta invece pienamente confermata la teoria marxista secondo cui:

Lo Stato... è per regola, lo Stato della classe più potente, economicamente dominante che, per mezzo suo, diventa anche politicamente dominante e così acquista un nuovo strumento per tenere sottomessa e per sfruttare la classe oppressa.

F. Engels - L’origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato - Ed. Riuniti

Insomma, questa finanziaria parafrasando il poeta, dice: lasciate ogni illusione o proletari; lo stato borghese si abbatte non si cambia!

Battaglia Comunista

Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.