Un altro incidente sul lavoro nel bolognese

A Loiano (Bologna) mercoledì 18 aprile nei cantieri dell'alta velocità un operaio è rimasto travolto da un crollo ed è entrato in coma.

L'ennesimo caso di un operaio che in nome del profitto di altri e per una pagnotta sempre più misera rischia di lasciarci la pelle.

Si espongono ogni tanto i politici di destra e di sinistra per dire che occorre fare qualcosa per la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro. I sindacati gli fanno il coro e, quando l'incidente arriva alla ribalta della cronaca, fanno un po' di casino per far vedere che non sono lì solo per rubarti la pensione e il TFR e per farti ingoiare le ricette economiche del governo e dei padroni, ma di solito chi muore al lavoro muore solo.

Le famiglie di chi muore al lavoro vengono il più delle volte zittite dall'elemosina padronale, altre volte, come nel caso degli immigrati o dei lavoratori in nero che nei cantieri non sono certo pochi, c'è solo la comunicazione del parente morto e a volte nemmeno quella.

I feriti accertati al lavoro in un anno, nel bel paese, sono circa un milione, i morti sono più di mille, 3-4 al giorno... sono i numeri di una guerra!

E concretamente nessuno fa niente perché questa guerra fatta in nome del profitto contro gli operai di tutti i settori finisca...

Nelle fabbriche non si sta meglio che nei cantieri e se gli incidenti mortali sono meno, non sono meno gli incidenti e soprattutto sono tantissimi i materiali, i gas, le polveri, i solventi, tossici e cancerogeni con cui gli operai entrano quotidianamente a contatto, senza le adeguate protezioni e spesso senza essere nemmeno informati sui rischi che corrono, né dalle aziende, né dai sindacati, né da chi dovrebbe vigilare (medici asl e ispettori del lavoro).

Per intenderci il modo per non morire al lavoro, non infortunarsi al lavoro, non prendersi il cancro al lavoro, o mille altre malattie minori ma irreversibili, c'è, in quasi tutti i casi.

Siamo nel 2007 e che certe sostanze sono tossiche e cancerogene è risaputo! Si sa pure che esistono aspiratori molto più sofisticati ed efficienti di quelli che ci sono nelle officine, ma per i padroni anche far pulire i filtri costa troppo!

Nell'edilizia, nei cantieri in genere, ma anche per gli impiantisti e i manutentori nel settore industriale, nel settore fieristico e dello spettacolo, la causa di morte più frequente è la caduta... eppure esistono ameni elevatori elettrici che se non sono in bolla col terreno non salgono, ma spesso si lavora ad altezze elevate ancora su scale traballanti troppe volte assassine, a ritmi quasi sempre serrati, per fare veloci si sale sui ponteggi senza imbragature... insomma è chiaro che la vera causa delle morti sul lavoro sono i profitti dei padroni e i padroni stessi che, grandi o piccoli che siano, non spendono nulla per la tua salute, per la tua sicurezza; per la tua pelle e non sono nemmeno disposti a farci lavorare a ritmi più adeguati perché anche questo costerebbe troppo!

A meno che i lavoratori non li costringano a farlo: innanzitutto informandosi e informando colleghi di tutti i rischi che corrono e come, se possibile, evitarli! Subito dopo occorre senz'altro lottare: inchiodando chi di dovere alle sue responsabilità: capi, capetti, ingegnerini, rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, medici asl e ispettori del lavoro che evidentemente corrotti, quanto burocrati e i rappresentanti sindacali, fanno tutto tranne che preoccuparsi della tua salute e della tua sicurezza e si inchinano al profitto, per una pagnotta a volte molto a volte poco meno misera di quella operaia. Gente che ha già da tempo rinunciato alla dignità, per vivere di intrallazzi e mazzette.

Chi invece ancora una dignità ce l'ha deve organizzarsi subito, fuori dal controllo sindacale che risulta sempre più inutile e dannoso per i lavoratori, quanto utile e prezioso a garantire l'ordine e il sistema di morte e sfruttamento dei padroni.

Gli internazionalisti invitano tutti i lavoratori a non tacere di fronte all'arroganza padronale, che si tratti di difendere il proprio posto di lavoro, di fare assumere un precario, di fare rispettare le norme di sicurezza, di adeguare il salario al carovita, di riprendersi tfr e pensioni...

È necessario organizzarsi azienda per azienda e sul territorio in gruppi internazionalisti operai, slegati dai sindacati confederali sempre più venduti e anche da quelli di base sempre più inefficaci di fronte alla crisi economica che ha scatenato a livello mondiale e locale la brutalità del padronato e dei suoi servi, per riprenderci ciò che ci viene quotidianamente tolto al lavoro: dignità, salario, salute, sicurezza e vita.

Organizziamoci

Oggi: per resistere e rispondere agli attacchi dei padroni incattiviti dalla loro crisi.

Domani: per sbarazzarci di questo sistema che ormai non ci da più nemmeno la sicurezza di essere ancora sfruttati e produce sempre più morti, guerre, miseria e disastri ambientali.

Se si vuole ottenere qualcosa dai padroni gli scioperi ordinati e programmati non servono a niente, bisogna farli senza preavviso e senza limiti imposti per legge e per far questo non occorre nessun sindacato, ma l'unione e la determinazione dei lavoratori.

Sicuri di non avere nessun santo in parlamento ci sentiremo tranquilli solo quando il potere sarà dei proletari e degli operai.

Stiamo raccogliendo materiale informativo soprattutto da internet sulle lavorazioni (amianto, pvc, vernici varie, piombo, zinco...) con alti rischi e la loro diffusione per informarti, informarci e soprattutto per cominciare almeno a difenderci e lottare.

Unisciti a noi!

Gruppo internazionalista operaio territoriale - Battaglia Comunista - Sezione di Bologna