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Home ›Condizioni e lotte operaie nel mondo
Argentina
A Buenos Aires i lavoratori dei trasporti pubblici hanno deciso di opporsi all’accordo sul nuovo contratto firmato dai sindacati con la compagnia. Il 17 maggio hanno iniziato uno sciopero spontaneo per chiedere un adeguato innalzamento del salario.
Lo sciopero ha coinvolto la maggior parte dei dipendenti e ha paralizzato tutta la città. I delegati dei lavoratori in lotta si sono violentemente battuti contro i sindacalisti e hanno cercato di far valere le proprie esigenze davanti all’azienda, minacciando di ripetere altri scioperi senza preavviso.
Anche in Patagonia il governo deve far fronte a una serie di lotte.
Gli insegnanti sono in sciopero da più di 5 settimane. Lo stato è stato costretto dalla lotta così prolungata ad accordare un aumento salariale, ma i lavoratori vogliono comunque continuare lo sciopero fino a che tutte le loro richieste (aumento del salario base, pagamento anche dei giorni di sciopero, aiuti per i lavoratori che stanno andando in pensione) vengano soddisfatte.
Stati Uniti
Una ricerca condotta in maggio dal Center for Economic and Policy Research ha rilevato che più di 28 milioni di lavoratori americani, che equivale a più di 1 su 4, non hanno diritto alle ferie pagate o a giorni di vacanza. I dati impressionanti sono oltretutto riferiti solo ai lavoratori a tempo indeterminato e ovviamente assunti con regolare contratto.
Il report dice che non esistono standard dettati dal governo, e anche dove i lavoratori hanno questo “privilegio”, ci sono enormi differenze: quasi il 90% dei lavoratori con salari elevati ha le ferie pagate, contro solo il 60% dei lavoratori con salario più basso e il 36% dei part-time; e ovviamente le cose peggiorano se si guardano solo le piccole aziende.
La legge degli Stati Uniti è l’unica tra i paesi a capitalismo avanzato che non garantisce nè giorni festivi nè ferie pagate, e quindi le aziende possono scegliere volontariamente di offrire ai dipendenti dei giorni di permesso; la maggior parte di quelle che da questo beneficio, offre circa 9 giorni all’anno di ferie.
Francia
La Francia continua ormai da mesi ad essere attraversata da tensioni. Dall’inizio dell’anno i lavoratori della casa automobilistica Citroen si sono battuti in tutto il paese e la loro lotta è durata molti mesi. Ad Aulnay gli operai hanno scioperato per tre mesi e la lotta è riuscita a estendersi a migliaia di salariati della regione, di altri stabilimenti Citroen, dell’indotto, e di altre fabbriche, come Peugeot e Renault.
La lotta non chiedeva infatti solo un aumento salariale, ma riguardava questioni che toccano l’intero proletariato, perchè gli operai si sono battuti contro la precarietà, contro i contratti a tempo determinato dei giovani, e per ottenere delle pensioni che permettano di vivere decentemente.
Le organizzazioni dei lavoratori denunciano inoltre un preoccupante tasso di sucidi nel settore automobilistico in crisi, ad esempio alla Renault di Guyancourt si è appreso del terzo suicidio dall’inizio dell’anno.
Sicuramente questi eventi possono essere solo frutto di coincidenze, ma è indubbio che, soprattutto tra i tecnici, la paura del futuro sia molto forte. Continuano anche le lotte all’Airbus, i lavoratori si stanno opponendo con forza al piano di ristrutturazione dell’azienda, che prevede fra l’altro la soppressione di oltre 10 mla posti di lavoro in tutta Europa.
A fine maggio i sindacati sono stati costretti a indire un grande sciopero generale, spinti dalla rabbia dei lavoratori che avevano già iniziato a scioperare spontaneamente nei siti in Loira-Atlantica.
A fine aprile è anche iniziata una lotta contro l’UNEDIC, e una sua sede a Parigi è stata occupata da lavoratori precari o intermittenti e disoccupati. L’UNEDIC è un’associazione privata, gestita da “partners sociali” (quindi ovviamente anche dai sindacati), che gestisce l’indennità di disoccupazione e la ricerca del lavoro.
La lotta nasce dalla rabbia contro queste finte associazioni di aiuto al proletariato più in difficoltà.
Gli occupanti si lamentano che l’UNEDIC ha sempre stabilito che i lavoratori devono lavorare per un più lungo periodo di tempo per avere in seguito diritto all’indennità di disoccupazione, continua a finanziare soltanto corsi di formazione brevi e nei settori più difficili; che controlla e sanziona i disoccupati indennizzati; che sovvenziona delle strutture private per “aiutare” il rientro nel mondo del lavoro.
Belgio
Nel cuore dell’Europa i dipendenti delle poste belga stanno hanno inizato a scioperare lo scorso 21 di maggio. Le pesantissime richieste di aumenti di produttività da parte dell’amministrazione postale ha spinto i lavoratori ad incrociare le braccia e intraprendere l’azione di lotta. La campagna mediatica scatenata dalla borghesia belga, che cerca di criminalizzare gli scioperanti, è tambureggiante. I lavoratori sono accusati di bloccare i servizi postali di un’area centrale del paese; ma nonostante ciò, rifiutano di accettare qualsiasi accordo con l’azienda, e sono decisi a continuare la loro lotta contro le politiche di assunzione discriminatorie, il continuo trasferimento dei lavoratori in siti diversi e la riorganizzazione della compagnia.
jmBattaglia Comunista
Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.
Battaglia Comunista #6
Giugno 2007
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