La proposta di Sacconi: cancellare definitivamente la parola sciopero

Mentre le piazze si riempivano di studenti, lavoratori della scuola e non solo, precari di ogni settore, il ministro Sacconi ha proposto una normativa di regolamento degli scioperi nel settore pubblico con estensione anche alle imprese private.

Tra le altre cose, la proposta riguarda l'istituzione di un referendum obbligatorio tra i lavoratori prima della proclamazione di uno sciopero. Il che comporta un lungo preavviso, una adesione preventiva e individuale con la possibilità, in aggiunta, di dare vita ad uno sciopero virtuale dove il lavoratore non abbandona il posto di lavoro ma perde lo stipendio della giornata. Le motivazioni di facciata sono semplici: non si può arrecare danno alla pubblica amministrazione né alle aziende. In sostanza la norma sterilizza l'arma dello sciopero sino ad annullarlo.

Le motivazioni vere sono ben altre. Il capitale sta attraversando una gravissima crisi che non è soltanto finanziaria. Si prospetta un periodo di lacrime e sangue per il mondo del lavoro come

da decenni non succedeva. Aumento dello sfruttamento, licenziamenti, aumento selvaggio della precarietà, riduzione ulteriore dello stato sociale. Già oggi il 15% delle famiglie sopravvive attorno alla soglia della povertà, i consumi sono ridotti al minimo e il risparmio è ridotto a zero.

Per il capitale e per i suoi manutengoli il pericolo paventato è che ci sia una ripresa della lotta di classe, anche se solo sul terreno rivendicativo, da qui la necessità di sterilizzare preventivamente l'arma dello sciopero riducendolo a pura formalità, nei migliore dei casi, cancellandolo completamente nelle situazioni peggiori. Due delle tre confederazioniu sindacali si sono dichiarate disponibili ad un confronto sull'argomento, la Cgil ha detto no, gridando alla scandalo, ma poi, come sempre, seguirà l'onda lunga degli interessi del capitale.

Ritorneremo ancora su questo gravissimo attacco; intanto, denunciare fin da subito la manovra padronal-governativa è il meno che si possa fare.