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Home ›Condizioni e lotte operaie nel mondo
Gran Bretagna
Dal primo aprile i lavoratori della fabbrica di componenti per auto Visteon hanno occupato tre degli stabilimenti presenti Regno Unito. Le occupazioni hanno fatto seguito alla minaccia di licenziamento per 565 lavoratori dell’azienda. Nella fabbrica di Belfast è rimasta attiva solo la parte amministrativa, il lavoro rimanente è stato spostato sugli impianti di Basildon e di Enfield in Inghilterra.
Nove anni fa quando la Ford esternalizzò il ramo d’azienda dei componenti per auto promise ai i lavoratori della neonata Visteon una garanzia a vita delle condizioni lavorative e salariali. In particolare la Ford aveva garantito che i diiritti acquisiti, sopratttutto in ambito previdenziale, sarebbero stati trasferiti nel nuovo contratto di lavoro. I lavoratori stanno chiedendo che la Ford rispetti gli accordi presi al momento della cessione dell’azienda e che ripiani l’imponente deficit creatosi nel fondo pensione della Visteon.
Uno dei problemi fondamentali contro cui si stanno scontrando i lavoratori è che le garanzie della Ford non hanno alcun valore legale dal momento che a partire dal 2000 le due aziende rappresentano due entità completamente separate. Le cessioni dei rami d’azienda e la creazione di aziende satellite, formalmente indipendenti ma in realtà controllate dalla casa madre, hanno permesso ai grandi gruppi industriali di realizzare un ulteriore spezzettamento ed indebolimento dei lavoratori impiegati. Solo la forte pressione creata delle occupazioni ha spinto la Ford a convocare i funzionari sindacali direttamente a Detroit. Tra i lavoratori c’è però molto scetticismo quando addirittura non una completa opposizione rispetto al sindacato. Le occupazioni hanno infatti avuto inizio proprio contro la volontà del sindacato che oggi sta cercando di prendersene il merito e sta trattando con la dirigenza Ford affinché venga ripresa al più presto la normale produzione. Molti lavoratori che dal primo di aprile stanno occupando gli stabilimenti della Visteon temono che il sindacato possa chiudere rapidamente un accordo fortemente negativo e per questo stanno cercando di organizzarsi per continuare nel blocco della produzione, almeno fino al raggiungimento di risultati non solo di facciata.
Colombia
Lo sciopero dei lavoratori delle ferrovie sta paralizzando i trasporti di carbone. Dall’inizio di aprile 3600 dipendenti della Colombia Northern Railway (FENOCO), stanno manifestando per la difesa del loro salario e delle loro condizioni di lavoro. La lotta sta bloccando l’afflusso del minerale verso i porti da dove viene commercializzato in tutto il mondo e sta creando grosse perdite sia alla FENOCO sia alle miniere di Drummond e di che sono le due più grandi del paese. I ferrovieri in lotta chiedono anche che la proprietà riconosca come interlocutori i delegati sindacali da loro eletti. Per i lavoratori di un paese dove la pace sociale è mantenuta con la violenza piuttosto che con la concertazione il riconoscimento dei propri delegati sindacali può apparire come una grossa conquista, come sappiamo bene però per la sua stessa natura il sindacato, non ponendosi mai al di fuori delle compatibilità del capitalismo non potrà mai rappresentare uno strumento efficace di lotta. È invece estremamente positiva la determinazione nella lotta che i lavoratori della FENOCO stanno dimostrando ogni giorno seppure minacciati da una repressione ferocissima.
Bangladesh
I lavoratori della Azam Knitting hanno occupato il trafficatissimo incarico di Alankar a Chittagong per più di un’ora il nove marzo scorso per ottenere mesi di salari non pagati. Il cambiamento di proprietà dell’azienda aveva posto in discussione il pagamento di salari arretrati. La protesta è finita quando la nuova proprietà ha garantito il pagamento del dovuto ma fino a quel momento è stato fortissimo il rischio di un intervento brutale della polizia. Due ore dopo lo scioglimento del sit in a Jurain presso Dhaka, diverse centinaia dipendenti della Gem Garments hanno manifestato per avere un aumento salariale e l’abbandono del sistema di pagamento a cottimo che li obbliga a lavorare con ritmi incredibili pur rimanendo sotto la soglia di povertà, in questo caso la manifestazione si è sciolta per l’intervento della polizia. Le lotte si susseguono in Bangladesh mentre il governo in piena crisi economica cerca di rivitalizzare le esportazioni rendendo possibile un ulteriore sfruttamento della manodopera con nuove politiche di liberalizzazione del mercato del lavoro.
tnBattaglia Comunista
Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.
Battaglia Comunista #04-05
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