La guerra è pace - Sul Nobel per la pace ad Obama

Per dargli il dovuto credito, lo stesso presidente è sembrato molto sorpreso di aver ricevuto dal comitato per il Premio Nobel il premio per la pace del 2009. Siamo abituati ad essere presi in giro, ma il concetto che il presidente della più grande potenza imperialista del pianeta meriti un premio per la pace dopo soli 11 giorni (1) di attività ci riporta con la mente alla “neolingua” del libro 1984 di George Orwell. L’assurdità più esemplare era la scritta che decorava l’edificio del Ministero della Verità: “La guerra è pace”.

Lo stesso potrebbe essere detto di questo premio. Le truppe USA presidiano più di 100 paesi intorno al globo. Gli USA controllano il 64,8% del mercato globale delle armi, fornendo armi alle “guerre civili” africane come pure ai regimi compiacenti [ai suoi surrogati?] in tutto il mondo. E cosa ha promesso, Obama? Intende espandere il budget del Pentagono per le armi e mandare più truppe in Afghanistan. La guerra è pace, appunto. Per i cittadini USA (e non solo) la maggior parto di tutto ciò accade, come nel 1984 di Orwell, ai confini dell’impero. Per esempio i droni statunitensi senza pilota che uccidono regolarmente gli abitanti di lingua pashtun dei villaggi in Afghanistan e Pakistan sono controllati da una base aerea fuori Las Vegas. Tutto si svolge come in un video game per ragazzi, con la stessa mancanza di conseguenze umane. I mutilati e i morti sono a migliaia di km di distanza e non possono rispondere al fuoco. Si tratta di una guerra di terrore e non di una guerra contro il terrore. Tutto quel che Obama ha annunciato è di voler usare un “potere morbido” dato che l’arrogante unilateralismo del regime Bush ha fallito nella difesa degli interessi statunitensi. Ma questa non è una politica di pace, è solo una politica imperialista più furba.

Questo è anche il motivo per cui lo slogan “fuori le truppe dall’Afghanistan” potrebbe avere buone intenzioni ma in realtà non esclude affatto lo sviluppo di altre guerre in altri posti, se queste saranno necessarie ai nostri signori e padroni. E sotto questo sistema ci saranno altre guerre dovunque. Lo scoppio della bolla speculativa ha creato nuove tensioni economiche in tutto il mondo. Queste tensioni vengono avvertite dappertutto, ma in nessun posto più che negli Stati Uniti. Gli USA hanno fatto pagare al mondo la crisi fin dal 1971, dato che per pagare i loro debiti hanno continuato a stampare dollari da far circolare negli altri paesi. Fino al 1999 il 92% di tutto il commercio mondiale avveniva in dollari. Oggi questa percentuale è scesa al 40%. Russia, Cina, Giappone, Venezuela, Iran e i paesi del Golfo stanno pensando di commerciare con monete diverse dal dollaro (la politica anti-dollaro che va per la maggiore è ora la creazione di un paniere di monete di riferimento). Gli USA non possono stare a guardare questa situazione in tranquillità. Soprattutto dovranno assicurarsi che i principali prodotti energetici siano sotto il loro controllo e questo li porrà in contrasto con le politiche di avanzamento strisciante di Cina e Russia. Il mondo si trova di fronte a più guerre. Sul premio ad Obama potremmo ripetere quello che Malcom X una volta disse di Martir Luter King: “Lui ha avuto il premio, noi abbiamo avuto i problemi”. E il problema è la continuazione dell’esistenza del capitalismo.

JD, 2009-10-15

(1) Le candidature per il Premio Nobel per la pace si sono chiuse il 1o febbraio 2009, Obama è stato proclamato 44o presidente degli Stati Uniti il 20 gennaio 2009.

Battaglia Comunista

Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.