Contro il fascismo, contro la “democrazia” - Il nostro antifascismo è l’anticapitalismo

Il fascismo (vecchio o nuovo) è un prodotto del capitalismo, è uno strumento nelle mani dei padroni così come lo sono la “democrazia”, i servili sindacati, i diversi partiti parlamentari, ecc. Noi siamo contro il capitalismo e quindi siamo contro tutti i prodotti - politici, burocratici, ideologici e repressivi - di questo sistema e li combattiamo tutti, li combattiamo con la quotidiana attività anticapitalista.

Il fascismo, quello storico, non è nato per la volontà malvagia di un gruppo politico o addirittura per l’avidità o la follia di un unico personaggio, Mussolini. Il fascismo nasce in Italia con il sostegno dei padroni. Nasce per contrastare la reazione proletaria alla miseria e allo sfruttamento: all’inizio degli anni venti i lavoratori stavano dando vita ad un crescente movimento di classe con proteste e occupazioni delle fabbriche. In un clima così caldo ai padroni serviva uno stato fortemente repressivo. La persecuzione dei comunisti, la repressione dei movimenti proletari, il mantenimento di un livello disumano di sfruttamento, questi furono i risultati ottenuti dal fascismo.

Quale è stato il risultato della resistenza? Dobbiamo rispondere a questa domanda valutando i risultati concreti, senza perderci nel mito. Nel 1943 la guerra ormai era persa e per il regime fascista si apriva una fase di crisi. Allo stesso tempo, parte del proletariato italiano rialzava la testa: molti soldati disertavano il fronte, prendevano piede scioperi e manifestazioni operaie contro la guerra e contro le condizioni di estrema miseria. Un fermento proletario che andava politicamente spinto contro le fondamenta del sistema, contro i padroni e non semplicemente contro il fascismo. Il Comitato di Liberazione Nazionale e quindi il PCI hanno diretto il movimento partigiano senza mai dargli un indirizzo rivoluzionario; ma non ne avevano nemmeno le intenzioni… Molti partigiani proletari lottarono valorosamente credendo di liberarsi definitivamente dallo sfruttamento padronale, ma non fu così, questi compagni furono ingannati dal CLN ed in particolare dal PCI stalinista. Il reale risultato della “liberazione” fu la democrazia borghese e - allo stesso tempo - l’annullamento di un potenziale rivoluzionario, con tanta gioia per i padroni.

Ed oggi è proprio la “democrazia” che vara leggi repressive e reazionarie, che - in tempo di crisi - ci rende precari, disoccupati, cassaintegrati…poveri. La borghesia si è semplicemente cambiata d’abito, se messa il vestito buono, quello “democratico”. Per i padroni nulla è cambiato, sfruttatori erano e sfruttatori sono rimasti ma soprattutto nulla è cambiato per noi proletari: sfruttati eravamo e sfrattati lo siamo tuttora.

Il fascismo è stato un prodotto del capitalismo, uno strumento dei padroni, ed è così anche per l’odierno neofascismo. Oggi il gruppo che va per la maggiore è quello di Casapound. Questo è un movimento politico tutto interno all’ideologia borghese, non mette in discussione il capitalismo anzi… lo difende a spada tratta. Usa come copertura ideologica una sorta di riformismo radicale di destra che nasconde una impostazione fortemente razzista, nazionalista e ovviamente anticomunista. È una realtà che va combattuta e va combattuta politicamente. Questo è il nostro anti-neofascismo: la continua lotta politica anticapitalista. Lotteremo politicamente contro queste formazioni come facciamo contro tutti i partiti istituzionali e le organizzazioni borghesi di ogni genere. Lotta politica: contrapporre a tutto questo mare di falsificazioni ideologiche la nostra visione comunista, la militanza attiva, l’alternativa rivoluzionaria.

Lotta politica, i giovani comunisti non devono commettere l’errore di farsi trascinare in una sorta di lotta tra bande. In alcuni momenti potrebbe presentarsi il reale problema della difesa dell’agibilità politica ma questo è un altro discorso… non bisogna commettere il grave errore di fare il gioco dei neofascisti. Questi non vogliono la battaglia politica, vogliono solo provocare per trascinare i comunisti nello scontro fisico. Vogliono la lotta tra bande, fascisti contro antifascisti, i padroni li sostengono proprio per questo, con finalità ben precise:

  1. distogliere l’attenzione - e le energie politiche - dei giovani comunisti dai problemi reali, quelli della classe proletaria;
  2. continuare a rafforzare, attraverso uno scontro fascisti-antifascisti, il mito di un antifascismo fine a se stesso;
  3. criminalizzare l’attività politica e giustificare la repressione dei comunisti come semplice momento di gestione dell’ordine pubblico.

Non facciamo il loro gioco. Battiamoci, battiamoci politicamente, contrapponiamoci al neofascismo intensificando la nostra attività politica comunista, anche sul territorio dove questi fascisti sono presenti. Questo deve essere innanzitutto il nostro antifascismo: l’attività anticapitalista.

Contro questo sistema schifoso, contro i padroni, per il protagonismo proletario, per la prospettiva comunista.