Non c'è più spazio per la mediazione: bisogna lottare!

Volantino per lo sciopero provinciale dell'8 ottobre a Bologna, indetto dalla Fiom

Come tutte le altre volte che i i metalmeccanici sono scesi in piazza, in sciopero, per le loro vertenze contrattuali, guidati dal loro sindacato maggioritario (la Fiom), per ottenere alla fine solo più precarietà più flessibilità e aumenti contrattuali ridicoli...anche noi internazionalisti siamo in piazza al loro fianco, partecipando ancora una volta ad uno sciopero debole, anzi debolissimo nelle richieste e nelle modalità. Di fronte all'attacco padronale violentissimo, cominciato con il piano-ricatto Marchionne, estesosi a Federmeccanica e Confindustria che stracciano il contratto nazionale, la Fiom risponde con solo 4 ore di sciopero, per di più annunciate e precedute nelle aziende, dove ancora si lavora, da almeno un mese di straordinari, che vanificano del tutto l'efficacia di questo sciopero già quasi innocuo per i padroni. Per fortuna in qualche azienda gli operai sono riusciti a imporre almeno il blocco degli straordinari.

Ma cosa vuole la Fiom? Rientrare ai tavoli delle trattative e il ripristino del Contratto Nazionale che – anche senza le famose deroghe, è Landini stesso a dirlo – permetterebbe ai padroni di fare comunque quello che vogliono.

Di fronte alla repressione padronale che è partita dal gruppo Fiat nei confronti di delegati Fiom e operai, licenziati per avere scioperato e solidarizzato, si continua poi ad invocare la giustizia dello stato che con i suoi giudici non è riuscito a reintegrare al lavoro nemmeno i 3 operai di Melfi. Lo stesso stato che ci mette molto meno ad usare le forze dell'ordine contro gli operai quando questi alzano la testa contro i padroni incattiviti dalla crisi del loro sistema di sfruttamento. Il capitalismo è in crisi a livello mondiale e ai padroni, qui come altrove, non serve più un sindacato come la Fiom che pure gli è stato utilissimo a controllare e vanificare la rabbia operaia in questi anni. Perché in cambio del sacrificio operaio, la Fiom chiede ancora qualcosa, che per noi è assai vicino al niente, ma che per i padroni è già troppo!

Ai padroni oggi vanno bene solo i sindacati-tappeto, i firmatutto... è questo lo spazio di mediazione possibile per loro: finché c'è da lavorare bisogna farlo a testa bassa. La domanda che facciamo a tutti gli operai, ma anche e soprattutto a quelli con la tessera Fiom, è questa: di fronte a una simile volontà padronale sono utili gli scioperi annunciati, le lotte secondo le leggi antisciopero, le trattative continue? Perché questo è quello che la Fiom propone. Non è forse ora che gli operai uniscano le loro vertenze quando le aziende li mettono alla porta, che facciano scioperi più incisivi, improvvisi, con picchetti seri, blocco merci, ecc...? E che alla fine si ricordino, come dicono gli operai dell'INNSE, che se i padroni vogliono chiudere le fabbriche gli operai le possono riaprire. Ma tutto questo né la Fiom né altri sindacati lo faranno mai.

Se si arriverà a forme di lotta serie, all'unione degli operai e dei lavoratori in lotta con scioperi veri, sarà solo grazie agli operai più coscienti che in questo clima di rassegnazione e paura, con la cassa integrazione a zero ore e la strada come spauracchio sempre più reale, sapranno coinvolgere i loro colleghi nella lotta contro i padroni. Per non diventare tutti dei moderni schiavi. Allora i sindacati – che siano solo quelli di base, la Fiom, o tutti quanti – non potranno far altro che rincorrere le lotte operaie – ma per contenerle! – o sparire.

  • Intensifichiamo le lotte contro il piano Marchionne
  • Creiamo gruppi operai in ogni azienda per lottare sul serio contro i padroni
  • Uniamo le vertenze delle aziende in crisi
  • Battiamoci contro tutti i licenziamenti e contro la precarietà
  • Facciamo sentire la forza operaia ai padroni: creiamo coordinamenti indipendenti da tutti i sindacati, che uniscono gli operai, i precari e i lavoratori in lotta di ogni settore, la crisi sta colpendo tutti i proletari!

Iniziamo a rispondere a questo attacco padronale per mettere in discussione il sistema di sfruttamento in crisi che lo ha scatenato: il capitalismo.

Per discutere di tutto questo

Assemblea pubblica

Sabato 30 ottobre al circolo Iqbal Masih, via della Barca 24/3, ore 17:30

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