Lotte operaie nel mondo - Grecia, Perù

Grecia

Il 13 ottobre i lavoratori a contratto per il Ministero della Cultura avevano organizzato una protesta all'interno dell'Acropoli – cosa che per molti di loro significava in effetti una occupazione del proprio luogo di lavoro. Le motivazioni alla base della protesta sono semplicemente legate ad ottenere il minimo necessario alla sopravvivenza. I lavoratori non vengono pagati addirittura da 24 mesi, e il governo non sembra aver premura di saldare il debito. Inoltre i dimostranti chiedevano la cancellazione dei licenziamenti che il governo vuole attuare alla fine di ottobre e che lascerebbero in mezzo ad una strada 350 lavoratori.

Invece il governo ha deciso di rispondere con la pura violenza. Forzando un ingresso secondario, i corpi speciali della polizia hanno fatto irruzione su quel luogo ritenuto “sacro” per la storia e la cultura greca – un fatto che non avveniva dai tempi della Seconda Guerra Mondiale e dell'invasione nazista. I poliziotti in tenuta antisommossa si sono gettati con brutalità sui lavoratori in protesta, manganellando alla cieca e ammanettando tutti coloro che tentavano di restare al proprio posto. Sul web sono circolati vari video della vicenda, in cui risulta evidente la furia sproporzionata messa in campo, di cui è rimasto vittima anche un giornalista della Associated Press. Anche lui malmenato sul suo posto di lavoro, in fin dei conti.

Alle richieste assolutamente comprensibili dei lavoratori, legate a questioni minimali di pura sopravvivenza o quasi, il governo non ha saputo rispondere che con la violenza, mostrando una volta ancora quale sia la vera natura della “democrazia” capitalista, nascosta malamente sotto una maschera di menzogne quali “libertà, uguaglianza e fratellanza”.

Perù

Dopo il licenziamento in blocco di 35 sindacalisti, in Perù si sta avviando una campagna di richiesta di solidarietà internazionale da parte dei dipendenti della catena d'abbigliamento Zara, per allentare le condizioni locali di sfruttamento semi-schiavistico dei lavoratori tessili.

L'azienda autrice dei licenziamenti, la Topy Top, è una delle maggiori esportatrici di prodotti tessili del paese e Zara è tra i suoi principali partner commerciali.

I lavoratori del tessile sono tra le categorie peggio pagate in Perù; inoltre soffrono di condizioni di lavoro tra le peggiori in tutto il mondo. Le situazioni di pressioni e minacce brutali sono continue e garantite da un sistema deregolamentato, che permette di raggiungere le 12 ore di lavoro al giorno. Già l'anno scorso c'erano stati scioperi contro la Legge 2242, che esonera i padroni di aziende tessili (tra cui l'influente famiglia Flore, proprietaria della Topy Top) dall'obbligo di assumere con contratti a lungo termine i dipendenti. Al contrario, i padroni possono licenziare chiunque con un semplice preavviso di due mesi, senza dover fornire alcuna motivazione.

A parte l'assoluta precarietà del lavoro, gli operai non hanno alcuna garanzia sulla salubrità e sicurezza dei posti di lavoro e non c'è in pratica alcun limite all'impiego di lavoro minorile e all'orario di lavoro abituale, che arriva fino a 60 (e in alcuni casi a 77!) ore alla settimana.

Mic

Battaglia Comunista

Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.