Precarietà, licenziamenti, repressione: questa è la “democrazia” dei padroni

Volantino per la manifestazione nazionale contro la repressione - Napoli, 6 nov 2010

La tanto decantata democrazia borghese è solo una presa in giro, in realtà tutto si muove per soddisfare gli interessi dei padroni e dei loro servili politicanti. Il sistema economico e sociale nel quale siamo costretti a vivere si basa sullo sfruttamento e la divisioni in classi. Da un lato c'è chi vive di sfruttamento - banchieri, industriali e padroni di ogni genere - e dall’altro chi vive da sfruttato, *la classe proletaria: lavoratori in nero, precari, operai, semplici impiegati, pensionati. Sono ancora in molti, purtroppo, che continuano a vivere nel mito della democrazia borghese e della Costituzione, ma rendiamoci conto che oggi come ieri è proprio questo tipo di regime che vara leggi antioperaie, che ci rende precari e che produce leggi razziste e reazionarie sugli immigrati.

Le condizioni dei lavoratori in Italia non differiscono molto da quelle che vivono i lavoratori negli Stati Uniti, Francia, Cina, Venezuela o in qualsiasi altra parte del mondo: sono sempre le condizioni degli sfruttati. Apriamo gli occhi, il problema non è solo questo governo, il problema non è solo Berlusconi ma è il sistema economico tutto. La crisi economica è un fenomeno mondiale e non viene fuori per caso, non è una maledizione. Questa crisi è il modo di essere del capitalismo oggi, è l’inevitabile approdo di un sistema economico giunto ormai alla frutta: precarietà, sfruttamento, disastri ambientali, questo sistema non è in grado di offrirci altro.

La crisi rende solo più evidente quello che è in realtà la democrazia borghese: la dittatura della classe padronale. Lo Stato e le altre istituzioni non sono - come vogliono farci credere - al di sopra delle parti, sono degli strumenti politici, burocratici e repressivi, creati apposta per mantenere in piedi questo sistema di sfruttamento, questa società. Ogni legge viene fatta per rispondere alle esigenze dei padroni e, quando serve, giù con le manganellate e la repressione. Ecco la democrazia borghese che reprime le proteste dei lavoratori e che, incapace di risolvere realmente il problema dei rifiuti, impone con le cariche e gli arresti l’apertura di vere bombe ecologiche come le discariche di Pianura, Chiaiano e Terzigno.

Nonostante in questi anni noi lavoratori abbiamo perso di tutto, nonostante stiamo diventando poveri, la risposta della nostra classe è ancora estremamente debole. E questa debolezza, oggi, non è dovuta tanto alle manganellate ma ad altri strumenti di controllo e repressione: i sindacati. Da un lato hanno firmato, o firmano ancora, accordi e contratti di ogni genere, dal’altro fanno sfogare la nostra rabbia attraverso manifestazioni carnevalesche o scioperi inutili, proclamati mesi prima, limitati per categoria e di poche ora. Scioperi finti perché non danneggiano nessuno, se non noi lavoratori che perdiamo inutilmente la giornata lavorativa. Basta sperare in questi sindacati servili e basta farsi illudere dai sindacatini alternativi, la difesa dei nostri interessi passa attraverso il protagonismo diretto di noi lavoratori: diamo vita, sui posti di lavoro, a comitati di lotta e di sciopero per stimolare gli altri lavoratori, devono essere le assemblee dei lavoratori a decidere modalità e obiettivi delle lotte. Nessun sindacato può rappresentare la nostra rabbia. Bisogna tirare fuori il protagonismo della classe lavoratrice, di chi ogni giorno produce, viene sfruttato, fa girare la giostra ma che alla fine, in questa falsa democrazia, non conta niente!

Non dobbiamo illuderci né tantomeno rassegnarci, bisogna lottare veramente contro i padroni e contro il loro sistema: il capitalismo. L’anticapitalismo e la necessità di costruire una alternativa a questo sistema barbaro devono essere i fattori unificanti di tutte le lotte. Da Pomigliano a Terzigno: contro i padroni, contro questo sistema.