Ci vogliono schiavi. Rispondiamo con una lotta vera!

Volantino per gli scioperi del 27 e 28 gennaio

Non bastano un referendum e una manifestazione!

Siamo alla farsa... Marchionne, ovvero il capitale Fiat, indice un referendum ricattatorio, senza nessuna via d’uscita. O accettate il diktat oppure me ne vado da un’altra parte. Nonostante ciò - cosa non scontata di questi tempi - almeno metà degli operai di Mirafiori gli ha detto no! Era l'ora!

La breccia di Pomigliano sta diventando una valanga che si abbatte dirompente, oggi sui lavoratori Fiat, domani su tutto il proletariato italiano. In gioco non c’è soltanto l’accordo di 5 mila metalmeccanici degli stabilimenti di Mirafiori, ma la necessità del capitale di stabilire con la forza lavoro un nuovo tipo di rapporto che la subordini in tutto e per tutto alle impellenti necessità della concorrenza internazionale. La legge del profitto, “incattivita” dalla crisi internazionale del capitalismo, non consente deroghe, prendere o lasciare: o i profitti li prendo da voi o li vado a cercare da un’altra parte, regolatevi.

Federmeccanica, infatti, in questi giorni torna alla carica parlando di sostituire il contratto nazionale con quelli aziendali, eccitandosi come nemmeno il Cavaliere viagrato durante i suoi festini...

Per i sostenitori del “SI” - rassegnati od entusiasti, a seconda se lavorano in linea o meno... - vige la solita politica al ribasso, quella del meglio poco che niente, meglio essere più sfruttati che non esserlo per niente, meglio un pessimo lavoro e mal pagato che la disoccupazione, meglio arrivare a stento alla seconda settimana che la fame... Avanti di questo passo si arriverà a considerare una “vittoria” farsi tagliare una gamba invece che due!

La Cgil-Fiom invece punta i piedi, grida giustamente allo scandalo, ma, come sempre, aggrappandosi alla forma e trascurando la sostanza. Quella di chi dal '92 al 2009 ha firmato tutti gli accordi anti-operai messi sul tavolo dai vari governi del momento.

Non una parola sulle 120 ore di straordinario obbligatorie, sull’aggiunta di altre 80 con l’eventuale accordo con i sindacati - che è come dire sulle duecento ore di lavoro in più, visto il solito atteggiamento di “responsabilità” più volte espresso e sempre praticato dalle tre confederazioni . Non una parola sulla flessibilità dell’orario di lavoro e sulla organizzazione dei turni lavorativi. L'incubo di lavorare di giorno, di notte, poco quando il mercato non tira, sino a 50 ore settimanali e oltre quando è necessario - produrre auto di notte, quando nel mondo ci sono ogni anno già 90 milioni di automobili prodotte a fronte di 60 vendute! Anzi su questo Landini ha più volte dichiarato che la Fiom è sempre disposta ad accettare il tutto alla sola condizione che le misure necessarie al nuovo tipo di rapporto lavorativo vengano ricavate dal vecchio contratto e non da quello nuovo.

Non è coi referendum che possiamo rispondere all'attacco padronale, tanto meno se sono apertamente truffaldini e ricattatori come a Mirafiori/Pomigliano. Lottare veramente significa provare a danneggiare la controparte: gli industriali, i banchieri, i padroni di ogni genere e questo non lo si fa con un referendum, con una manifestazione o con uno sciopero all’anno dichiarato mesi prima! Organizziamoci per scioperare veramente, per bloccare la produzione e la distribuzione delle merci! Per danneggiare veramente i padroni!

- Ci servono lotte frontali, autonome dai tatticismi e dalle capitolazioni sindacali, fuori dalle solite compatibilità del sistema, condotte attraverso comitati/assemblee animate dai lavoratori stessi in lotta per iniziare a rompere la cappa della rassegnazione, per stimolare e organizzare gli altri lavoratori al protagonismo di classe! Sono le assemblee dei lavoratori che devono decidere modalità e scopi delle lotte.

- Estendere le lotte agli altri stabilimenti Fiat, al suo indotto!

- Riannodare i fili della solidarietà di classe con tutto il mondo proletario (ieri a Pomigliano e Melfi, oggi Mirafiori, domani tutti!)

Ci vogliono divisi, delusi e rassegnati … ci avranno uniti, incazzati e determinati ??

Operai, lavoratori dei servizi “pubblici” e privati, disoccupati: riprendiamoci da subito la nostra dignità di Classe, la consapevolezza di appartenere a un'unica classe dagli interessi opposti e inconciliabili con gli “interessi del Paese” ossia quelli del capitale, avendo chiaro che la prospettiva finale è l’abbattimento del capitalismo, che produce solo sfruttamento, disoccupazione e miseria.

I lavoratori del Partito Comunista internazionalista (Battaglia Comunista)

Ti invitiamo a visitare il nostro sito e a contattarci, per approfondire le nostre posizioni, chiedere chiarimenti, tenerti informato, collaborare nella nostra attività di lotta politica. C’è bisogno di un riferimento politico di classe, fuori dai partiti istituzionali, oltre il sindacato, organizziamoci nel nostro partito, comunista ed internazionalista! Lotta con noi!
internazionalisti.it