Sciopero generale in Grecia - Gli stalinisti si allineano con lo Stato

Il 19 ottobre, in coincidenza con le 48 ore di sciopero generale contro il piano di austerità, ci sono state in Grecia enormi proteste, organizzate dai due principali sindacati: GESEE e ADEDY. Nella sola Atene, fino a circa un milione di persone hanno marciato verso piazza Syntagma per esprimere la loro rabbia contro il voto del Parlamento sulle misure di austerità. Più di 10.000 agenti di polizia erano stati schierati per le strade di Atene, al fine di reprimere la dimostrazione; infatti i manifestanti sono stati attaccati più volte dai reparti antisommossa della polizia. Il 20 ottobre i deputati dovevano esprimere il voto finale su un progetto di legge che mirava a ridurre ulteriormente il tenore di vita di milioni di lavoratori greci. Ma in questa occasione i manifestanti hanno dovuto fronteggiare un nuovo sviluppo degli eventi. Gli stalinisti del PAME, che di norma organizzano manifestazioni separate, in altri posti, erano già in piazza Syntagma. Molti resoconti descrivono cordoni di persone che agitavano bastoni (alcuni con delle bandiere rosse attaccate). A molti manifestanti è stato impedito di raggiungere il marciapiede di fronte al parlamento. Questi resoconti citano anche il fatto che ad alcune persone è stato chiesto di mostrare la propria tessera del KKE (Partito Comunista Greco) o del PAME (il sindacato dei lavoratori del KKE) per poter passare. Fino a questo momento, non c'era alcuna presenza visibile dei poliziotti (erano ancora nei loro furgoni nelle stradine laterali). Gli stalinisti avevano intenzione di svolgere il ruolo della polizia, con una mossa che aveva chiaramente l'obiettivo di farli apparire come l'“opposizione responsabile”. Quando alcuni manifestanti del movimento liberale “Den Plirono” (“Non pago”) hanno capito cosa stava accadendo, hanno cominciato a protestare e si sono concentrati contro il cordone del PAME. Una fonte greca ci racconta cosa è successo subito dopo:

... A questo punto sono sopraggiunti gruppi di anti-autoritari, assieme alla “Assemblea degli anarchici per l'autodeterminazione sociale”. Sono quindi scoppiati scontri con i manifestanti che cercavano di raggiungere il Parlamento. Un blocco di anarchici ha infine attaccato il cordone stalinista. I due blocchi si sono trovati l'uno di fronte all'altro presso l'Hotel Gran Bretagna a Syntagma. La polizia ha cominciato a sparato gas lacrimogeni. Gli scontri sono stati gravi; alcuni razzi sono stati sparati direttamente in mezzo alla folla. Gli scontri si sono generalizzati, coinvolgendo centinaia di anarchici e stalinisti nella zona di Syntagma, con il lancio di pietre, bottiglie e razzi. I manifestanti hanno cercato di sfondare le linee del PAME per raggiungere il Parlamento. I comunisti hanno tentato un contrattacco e hanno pestato diversi manifestanti - non solo tra i “black bloc”. Hanno anche “arrestato” e consegnato alla polizia un certo numero di giovani. La loro cooperazione con lo Stato era evidente ...

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Questo era chiaramente un piano premeditato del KKE, che si è ripetuto in forma meno drammatica in altre parti della Grecia. A Ioannina, il PAME ha minacciato e picchiato i manifestanti che tentavano di raggiungere gli edifici governativi, trovando invece l'opposizione fisica degli stalinisti. A Creta, i membri del KNE (l'ala giovanile del partito comunista) hanno minacciato i manifestanti con bastoni, davanti al municipio. Nel corso della manifestazione un membro del PAME, Dmitiris Kotzaridis, è morto, apparentemente a causa dell'inalazione di gas lacrimogeni sparati dalla polizia (la vittima aveva una storia di problemi respiratori). Questo non ha impedito al KKE di sostenere che fosse morto a causa di un colpo alla testa inferto da un manifestante rivale. In effetti, il loro comunicato stampa a riguardo proprio di questa vicenda è agghiacciante, in quanto ricorda il tipo di propaganda stalinista che accompagnò i processi farsa durante le Grandi Purghe e la maniera con cui gli stalinisti agirono in Spagna negli anni 1930.

Dichiarazione dell'Ufficio Stampa [del KKE - ndr]. A riguardo dell'assalto omicida contro il raduno organizzato dal PAME a Syntagma e della morte del sindacalista del PAME Dimitris Kotzaridis. In questa occasione gruppi organizzati con ordini specifici e anarco-fascisti hanno scatenato un attacco con bombe molotov, lacrimogeni, granate assordanti e pietre, nel tentativo di disperdere la manifestazione imponente di lavoratori e altre persone in piazza Syntagma e soprattutto nella zona dove era concentrato il PAME. ... L'odio di questi incappucciati contro il movimento operaio e popolare e contro il PAME è espressione della furia delle forze che servono il sistema e il potere borghese. Il governo ha responsabilità enormi per questo.

“Anarco-fascisti” è un'agghiacciante eco degli appelli di Vyshinsky per la “morte ai trotsko-fascisti” nei processi farsa. Un paio di anni fa, il KKE ricevette dei complimenti per aver apposto sull'Acropoli uno striscione con lo slogan: “Popoli d'Europa, sollevatevi” (al chè noi chiedemmo perché non: “Lavoratori d'Europa, sollevatevi”?). Inviò anche dei suoi rappresentanti in giro per l'Europa per ricevere sostegno alla loro causa. L'evidenza dimostra che questa causa è di carattere reazionario. Difendere lo Stato borghese si configura come una norma per questi stalinisti, che sono comunisti solo di nome. Dall'altro lato, le guasconate individualiste e anonime dei “black bloc” servono allo Stato per ridare slancio al “gioco democratico” [che comprende il KKE], proprio come è avvenuto a Roma il 15 ottobre. Non è questo il modo giusto per allargare la coscienza di classe. Nel frattempo, la guerra intestina tra i manifestanti provocata dal KKE ha enormemente rafforzato la capacità dello Stato greco di imporre le misure d'austerità...

Battaglia Comunista

Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.