Solidarietà di classe agli immigrati senegalesi

Il 13 dicembre scorso, a Firenze, un fascista ha ucciso due immigrati senegalesi e ne ha feriti altri tre. Ad uccidere è stata una mano fascista, ma il mandante ha un solo nome: Capitalismo!

Le istituzioni borghesi-locali e nazionali provano a far ricadere la responsabilità dell’accaduto sul singolo fascista che, nel suo isolato delirio, ha messo in pratica il suo odio razziale e xenofobo.

La mattanza di Firenze, arriva a pochi giorni dall’incendio appiccato da gruppi fascisti in un campo rom di Torino.

La realtà dei fatti è che se si sono creati tanti covi fascisti, un crescente odio verso l’immigrato, è anche perché tutto ciò ha trovato terreno fertile ed è stato alimentato da leggi e provvedimenti anti-immigrati varati da governi locali e nazionali, di qualunque colore (centro-destra e centro-sinistra):

  • La clandestinità è diventata reato (neonati compresi);
  • si sono allungati i tempi di prigionia nei centri di espulsione;
  • si incita alla delazione di massa;
  • si complicano e si appesantiscono i percorsi per ottenere un permesso di soggiorno, quindi un lavoro “regolare”;
  • il presidente della regione toscana, Enrico Rossi, ha incentivato e promosso la costruzione dei centri d’identificazione degli immigrati in Toscana (veri e propri lager);
  • il sindaco “giovanotto” Renzi, ha sguinzagliato più volte la polizia municipale contro i venditori ambulanti immigrati, (per buona parte senegalesi), sostenendo che questi provvedimenti sono stati presi con l‘intento di salvaguardare il decoro e l’identità della città e per difendere il made in italy.

Non da oggi, il riformismo italiota (sindacati compresi) prova a deviare la rabbia proletaria immigrata e nostrana, nel vicolo cieco dell’antifascismo, per poter frammentare le lotte e condurle alla sconfitta, impedendo in tutti i modi l’autorganizzazione della rabbia degli sfruttati.

Noi comunisti internazionalisti diciamo che è giusto combattere il fascismo ed i fascisti, ma come una delle tante facce con le quali il potere borghese ci reprime e ci sfrutta. Per questo è un errore rincorrere quella parte della borghesia sul suo terreno, quello dell’antifascismo democratico e fine a se stesso. L’antifascismo proletario si chiama anticapitalismo!

Noi comunisti internazionalisti di Battaglia Comunista esprimiamo la nostra solidarietà di classe agli immigrati senegalesi, sottolineando che ogni divisione tra proletari immigrati e italiani è dannosa.

La lotta deve essere una, come una è la classe a cui apparteniamo. Tutti i proletari, immigrati e italiani, si devono muovere sul terreno dell’unità di classe e dell'anticapitalismo!

Difendiamo quindi le nostre condizioni di lavoratori fuori e contro partiti istituzionali e sindacati. Respingiamo le illusioni riformiste: l'unica alternativa ai governi borghesi è la presa del potere da parte della classe lavoratrice, per l'abolizione di questo sistema economico e sociale basato sullo sfruttamento dei lavoratori e sulla logica del profitto. Difendiamo come classe di sfruttati le nostre condizioni di vita, lavoriamo per il superamento del capitalismo.