La nave capitalista sta affondando

Morire nelle sue stive o conquistare il mondo nuovo!

La crisi continua ad avvitarsi su se stessa in una specie di spirale, un vortice che – come in un racconto di E.A.Poe – sta risucchiando tutto e tutti verso l'abisso. A guidare la nave in balia della tempesta ci sono i difensori degli interessi del grande capitale: i guru della finanza internazionale, le agenzie di rating, la BCE, la banca mondiale e altri oscuri rappresentanti di colossali interessi economici.

Questi comandanti dal ventre mai sazio si scontrano e si accordano tra loro al fine di spartirsi le immense ricchezze derivate dal prodotto del lavoro di centinaia di milioni di lavoratori e lavoratrici relegati nelle stive di tutti i paesi del mondo. Questi assassini, questo pugno di criminali, hanno le mani che grondano del sangue, della miseria e delle sofferenze quotidianamente inflitte ai proletari di tutti i paesi al solo fine di spremerne sempre più profitto: “Aumentare lo sfruttamento e la precarietà! Aumentare la vita lavorativa! Tagliare i salari, la spesa sociale e i servizi!” Questo è il grido che si leva dal ponte di comando. Che il tutto sia camuffato nella forma della democrazia borghese non cambia la sostanza: dialogo e partecipazione fino a che si condividono le scelte dei capitani, frusta e repressione nel caso qualcuno dovesse dissentire.

Al gradino inferiore della catena di comando troviamo tanti capitalisti direttamente dipendenti dai primi, tanti sfruttatori di forza lavoro privi di scrupoli. Sono i ricchissimi, quelli che sfruttano e rubano a piene mani, che sono ogni giorno più ricchi a discapito di milioni di lavoratori, precari e disoccupati ogni giorno più poveri. Sotto a questi stanno altri parassiti, ugualmente odiosi e criminali: sono le belle facce della politica e dei sindacati. Quelli che - borghesi per condizione e mentalità – pur non avendo alcun potere decisionale reale, tutti i giorni si accordano in segreto e poi mettono in scena il teatrino della politica, attraverso dichiarazioni, salotti, confronti, affronti e immancabili accordi finali, ci presentano – per conto dei grandi capitalisti – il salato conto da saldare.

Scendendo ancora più giù, e saltando numerosi leccapiedi, ideologi, ecclesiasti, servitori e strozzini, arriviamo agli eroi della sinistra più o meno radicale. Sono questi una serie di intellettualini benestanti, con seguiti più o meno numerosi tra il “popolo della sinistra”, sono quelli che hanno la proposta giusta per superare il capitalismo fermo restando il capitalismo: “La crisi si supera trasferendo ricchezza dai ceti ricchi alle classi popolari! Rilanciare la competitività nazionale attraverso investimenti in innovazione e formazione! Rilanciare la battaglia per i beni comuni! Salario sociale! Decrescita! Difesa della democrazia!” (citazioni di articoli politici dal “manifesto” degli ultimi 2 mesi). Costoro sostengono che il capitalismo non deve essere abbattuto (roba vecchia!), bisogna piuttosto smussarne le contraddizioni. Così dicendo legano mani e piedi proletarie, senza vergognarsi di ricorrere talvolta a Marx per sostenere le loro raccapriccianti tesi opportuniste. E allora noi ci permettiamo di rispondere con Lenin: “Con sofismi evidenti si svuota il marxismo del suo vivo spirito rivoluzionario; del marxismo si riconosce tutto, fuorché i mezzi rivoluzionari di lotta, la propaganda e la preparazione di essi, l'educazione della masse appunto in questa direzione.” Evirano insomma il marxismo di ciò che per la borghesia non sarebbe accettabile.

Noi che invece rivoluzionari lo siamo, e non da oggi, abbiamo l'assoluto bisogno di ristabilire alcune verità irrinunciabili che guidano il nostro agire di partito, il nostro progetto politico. Sì, perché se la nave capitalista sta affondando non è assolutamente detto che noi dobbiamo affondare con essa. Fuor di metafora è ora di affermare con forza ed ovunque che il proletariato può e deve mettersi sul sentiero che porta all'abbattimento del sistema capitalista e del suo Stato, per conquistare il socialismo. Questo significa che nessun compromesso o sacrificio deve essere accettato. Significa non perdere nessuna occasione per affermare l'irrazionalità e l'assurdità di questo sistema barbaro.

Il capitalismo si combatte educando le masse alla necessità del suo superamento, chiarendo come esso ci stia trascinando inesorabilmente verso il baratro. Anche se oggi, almeno in Italia, non ci sono ancora lotte significative e generali, è prevedibile che queste – con l'avanzare della crisi – non mancheranno di manifestarsi. Anzi, dall’esperienza del passato e del presente, possiamo già delinearne le probabili forme future: un numero sempre maggiore di proletari daranno vita a forme di autorganizzazione dal basso, a comitati che nasceranno dalla constatazione che i vecchi strumenti che offriva la borghesia, sindacati e partiti borghesi più o meno di sinistra, sono ormai totalmente asserviti al sistema. I comunisti internazionalisti dovranno, e devono fin da ora, impegnarsi per agire in queste situazioni per elevare la coscienza alla necessità della distruzione del sistema capitalista. Attraverso questo lavoro di intervento e chiarificazione si deve rafforzare il partito comunista internazionalista, ossia l'organizzazione politica di coloro i quali ritengono necessaria la rivoluzione comunista, processo attraverso il quale il potere politico viene strappato alla borghesia e ai suoi governi e passa nelle mani degli organismi di massa ai quali gli sfruttati, guidati dal loro partito, avranno dato vita. Nel nuovo semi-stato proletario (tutto il potere agli organismi di massa proletari) si attuerà la più grande democrazia tra gli sfruttati e l'esclusione da ogni diritto politico per gli sfruttatori (dittatura del proletariato).

Ma capitalismo non si abbatte in un paese solo: la rivoluzione o riuscirà ad estendersi a livello internazionale o – come in Russia – verrà strangolata e sconfitta. Per questo la TCI lavora per la formazione del partito internazionale del proletariato, strumento indispensabile affinché questo sia possibile.

Ecco l'unica prospettiva per non essere trascinati a fondo, ecco la via dei comunisti.

Diego
Mercoledì, May 9, 2012

Battaglia Comunista

Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.