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Home ›Intervento per il primo marzo a Bolzano
Partecipiamo alla giornata del primo marzo per più di un motivo, in primo luogo per mostrare la nostra solidarietà a tutti i lavoratori migranti che sono in Italia e che hanno dovuto per colpa della guerra e della miseria lasciare il proprio paese.
Queste persone non solo solo state costrette dalla barbarie capitalista a fuggire dal loro paese nella speranza di essere accolti in un paese apparentemente migliore, una volta qui da noi, prima di potere continuare una vita dignitosa, hanno dovuto o stanno in questo stesso momento subendo le ingiustizie che questo paese ha loro riservato. La democratica italia ha infatti istituito i centri di pemanenza temporanea, i famosi CPT/CIE (centri di internamento ed espulsione), dove vengono rinchiusi e maltrattati gli immigrati per la durata di sei mesi prima essere rispediti nel loro paese. Negli ultimi anni lo stesso permesso di soggiorno per gli immigrati cosidetti "regolari" è stato legato al contratto di lavoro. E' quindi da mettere in evidenza questa infame legge che permette di entrare ai soli immigrati che servono alla "Fabbrica Italia", quelli che possono essere sfruttati al fine del profitto dei padroni, mentre tutti gli altri, quelli che "non servono" vengono ricacciati nel loro paese di origine perchè considerati un peso. Tutto questo rende il lavoratore immigrato ancora più ricattabile, significa che deve accettare a testa bassa qualsiasi lavoro con un salario da fame pur di non perdere il permesso di soggiorno, pena l'espulsione dal suolo italiano. Come se non bastasse il reato di clandestinità è sato allargato anche ai figli dei migranti che sono nati in italia.
Tutte queste manovre portate avanti dai governi sia di destra che di sinistra, ricordiamoci la legge Turco-Napolitano e la legge Bossi-Fini, fanno in modo che il lavoratore migrante diventi come un precario locale, con la sola differenza che al posto di perdere continuamente il lavoro esso perde tutto.
Anche noi lavoratori e studenti/futuri lavoratori, benchè nati e cresciuti qui, vivamo le stesse ingiustizie nella vita quotidiana.
Anche noi, come i lavoratori migranti veniamo ricattati e sfruttati sul posto di lavoro, nelle scuole ci viene insegnata e imposta la logica della dipendenza dal padrone e il rispetto per un sistema che piega tutti gli individui al profitto e agli interessi della classe che ci comanda, la borghesia. Una volta usciti dalle scuole, sempre che ci venga data la possibilità di continuare gli studi, veniamo inseriti in un mondo del lavoro che precarizza da subito la nostra esistenza, rendendo impossibile raggiungere anche a età elevata una condizione decente per continuare a campare.
Mentre il tasso della disoccupazione giovanile sale sempre più alle stelle i nostri genitori vengono licenziati dal posto di lavoro, ben che vada gli vengono decurtati i salari di centinaia di euro mentre tutti gli altri vengono inseriti nelle liste della disoccupazione o messi in cassa integrazione, che quasi sempre si dimostra essere l'anticamera del licenziamento.
Insomma, per farla breve, quello che ci riserva il sistema di produzione capitalista non è altro che miseria, sfruttamento e discriminazione.
Ed è proprio per questo che noi lavoratori locali dobbiamo unirci e solidarizzare con i lavoratori migranti, condividere le lotte contro lo sfruttamento e i sacrifici che ci vengono imposti per pagare la crisi al padronato italiano, di unirci e organizzarci tra lavoratori italiani tedeschi e immigrati per difenderci dagli attacchi del capitale e della sua crisi, che ripetiamo, non siamo noi a dover pagare. Dobbiamo organizzarci fuori dalla logica della delega, fuori dal gioco che vede legati tra di loro padroni, istutuzioni e sindacati.
Come lavoratori, immigrati, giovani precari, disoccupati e cassaintegrati autoorganizziamo le nostre lotte scegliamo autonomamente gli obbiettivi, le modalità e i tempi delle nostre lotte. Solo un percorso del genere può rendere la solidarietà che mostriamo qui oggi una solidarietà concreta, effettiva ed internazionale e internazionalista. Solo questo può spaventare i nostri sfruttatori!
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Amici di Spartaco #27
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