NK603, il mais che uccide

L’NK603 è un mais geneticamente modificato per combattere la formazione di erbacce che danneggiano la piante di mais. La scheda della casa produttrice, la potentissima Monsanto, racconta questa merce come se fosse del tutto innocua. A sentir loro l’NK603 non provoca alcun impatto ambientale, non ha alcune conseguenze sulla difesa delle biodiversità, permette di ridurre l’uso di erbicidi, gli aminoacidi che ne compongono le catene non presentano alcuna forma di tossicità o fonte di allergia. Come dice il proverbio: una scimmia è agli occhi di suo padre una gazzella.

Dinnanzi ad una descrizione così buona, l’Unione Europea, nel 2004 ha permesso la produzione e la vendita di questa merce sia per il consumo diretto (a tavola) che per l’allevamento. Allo stesso modo è stata concessa la produzione negli USA, in Cina, in Sud Africa, in Brasile, in Giappone, in Australia, e in Corea.

La produzione di questa OGM è talmente diffusa che quasi sicuramente ciascuno di noi l’ha consumata almeno una volta.

Il punto è che, come si intuisce dal titolo, uccide. Infatti, più di 2000 allevatori negli Stati Uniti stanno portando avanti una battaglia legale per l’abolizione di questo prodotto avendo potuto constatare la morte di migliaia di capi per tumori ai reni ed al fegato.

Inoltre, un recente studio condotto da Gille-Eric Seralini, ricercatore dell’università di Cannes, dimostra fin troppo bene l’evidente nesso causale fra il consumo di questo prodotto ed effetti tumorali.

Noi internazionalisti denunciamo una volta per tutte il comportamento criminale della Monsanto, coscienti del fatto che una produzione veramente al servizio dell’umanità sarà possibile quando l’umanità avrà il potere di governare liberamente la produzione stessa, e quindi quando la società sarà libera dalla logica del profitto.

Karim
Domenica, September 23, 2012