Resoconto dei pluri-decennali “successi” del sindacalismo: una lunga, lunghissima, vecchia storia

Già a partire dalla crisi nel 1973-’75 inizia l’attacco per togliere ai lavoratori, dapprima gradualmente e poi in modo sempre più drastico e deciso, tutto ciò che era stato loro concesso, molto spesso in chiave "pompieristica" dello scontro di classe - sia chiaro, al prezzo di dure e lunghe lotte - nei decenni precedenti. Infatti, per esempio, lo Statuto dei Lavoratori contiene sì delle "garanzie" in più per i lavoratori, ma fu varato con lo scopo di contenere appunto quelle "lunghe e dure lotte" nell'ambito del sistema capitalistico.

Questo attacco procede e avanza oggi sotto gli occhi (“attoniti” di qualcuno, “intontiti” di qualcun altro) in modo sempre più radicale, deciso e sfacciato dinanzi alla totale assenza di un pur minima resistenza da parte della classe e delle sue sedicenti - inesistenti - avanguardie politiche e sindacali.

E qualcuno – tra i sedicenti “compagni” – si schiera ancora al fianco del “radicale” sindacato fiom, ciarlando addirittura (testuali parole!) in questi termini:"la FIOM ha sempre negato confronti politici e decisioni contrattuali e hanno pure vinto le loro battaglie (vedi la Fiat a Pomigliano)."

Che dire? Semplicemente ... pietosi!Per chi avesse la “memoria corta” ecco un resoconto delle grandi “vittorie sindacali” (ricordate?) che quelle già flebili “conquiste” hanno semplicemente disintegrato:

  • 1977: La famigerata “Svolta dell’EUR” (1977) sottoscritta dalla CGIL di Lama, inaugurò la politica della “moderazione salariale”
  • 1983: Attacco e abolizione alla Scala Mobile con il “protocollo Scotti” (1983), poi con l’accordo Amato-Trentin (1992)
  • 1993: Formalizzata la “concertazione” (luglio 1993) fu varata la nuova “politica dei redditi” sul parametro della “inflazione programmata”
  • 1995: Controriforma del sistema pensionistico del Governo Dini (approvazione fallita dal precedente governo Berlusconi)
  • 1997: La Legge Treu introduce il precariato nei rapporti di lavoro, poi allargato grazie alla Legge 30 del 2003
  • 2011-12: Riforma delle pensioni a firma ministro Fornero (Governo Monti): ulteriore aumento dell’età pensionabile
  • 2012: Riforma del mercato del lavoro (in cantiere) a firma ministro Fornero (Governo Monti) che prevede: demolizione del contratto nazionale e smantellamento dello Statuto dei lavoratori (legge 300 del 1970) tramite il depotenziamento delle tutele dell’articolo 18 sul licenziamento e il rimaneggiamento dei cosiddetti ammortizzatori sociali (cassa integrazione e mobilità)
  • 2012: Progetto di riforma del welfare: il cd. decreto taglia privilegi della casta (Governo Monti)

Per non parlare...:

  • della progressiva, decennale erosione del potere d’acquisto delle remunerazioni - i cd. salari reali - (per chi ne disponesse ancora, ovviamente…) dovuta all’aumento dell’inflazione e ai rincari dei beni di prima necessità e non solo. Salari reali di fatto fermi a trent'anni fa!
  • nonché della reiterata sottoscrizione di accordi sindacali in deroga in molteplici realtà produttive.

Tutti provvedimenti che hanno ottenuto l’assenso di fatto e la “concertazione” sindacale!

In sintesi, eccole le "vittorie" sindacali:

  1. lavorare di più con pari salario nominale e sempre più ridotto salario reale
  2. lavorare sempre in più pochi
  3. lavorare in condizioni peggiori (precarietà e saltuarietà)
  4. decurtazione delle pensioni e allungamento dell'età pensionabile

A questa offensiva si è aggiunto il peggioramento delle condizioni all’interno delle fabbriche con:

  • la riduzione degli organici
  • l’aumento dei ritmi
  • l’aumento dello straordinario, del lavoro notturno, del lavoro nei sabati, ecc.
  • la riduzione delle spese per la sicurezza sul lavoro e la sicurezza degli impianti, nonché di quelle per la tutela della salute stessa dei lavoratori e delle loro famiglie.

In estrema sintesi:

  • precarietà
  • disoccupazione dilagante
  • proletarizzazione crescente dei ceti medi
  • lavoro nero e lavoro sottopagato
  • aumento della tassazione diretta e indiretta
  • riduzione dei livelli salariali reali a fronte di un inasprimento dei ritmi lavorativi e di un peggioramento generale delle condizioni stesse del lavoro e della sua sicurezza.

Ecco lo splendido "progresso" della società fondata sull'economia del profitto!

A fronte di tali “grandiose vittorie” si registra e misura l’attuale peggioramento progressivo delle condizioni di lavoro e di vita di migliaia di proletari e delle loro famiglie.

Noi lo chiamiamo aumento dello sfruttamento della classe lavoratrice per il correlativo aumento dei margini di profitto della classe dei padroni.

I Sindacati – che tali manovre hanno sottoscritto, siglato, concertato "alle" e "sulle" spalle dei lavoratori – lo chiamano “senso di grande responsabilità dei lavoratori nei confronti del superiore interesse nazionale e generale”.

Peccato che, da questo sacro interesse generale i lavoratori siano i primi ad essere esclusi!

Dimostrazione che non esiste “diritto” che la borghesia non sia pronta a rimangiarsi in nome dei sacri interessi dell’economia capitalistica del profitto.

Dimostrazione del totale fallimento del sindacalismo di regime e della sua pluridecennale gestione istituzionalizzata della cosiddetta “politica del lavoro” (leggesi politica delle “compatibilità”, dei sacrifici subiti e dei ricatti padronali); fallimento per quanto riguarda la difesa delle condizioni di lavoro, successo pieno, invece, per il suo ruolo di cogestore della forza lavoro con il capitale.

Dimostrazione, infine, della necessità che i lavoratori si organizzino autonomamente, creando proprie strutture di decisione e di lotta che mirino, nell'immediato, ad unificare, coordinare e rafforzare le iniziative di lotta, diffondendole capillarmente sul territorio e rendendole davvero incisive e radicali nei confronti dell'attacco padronale di cui lo Stato "democratico" è semplicemente il garante e il difensore (all'occorrenza pure debitamente armato, di "sacri" manganelli!). Altro che il "mediatore neutrale" di cui si ciarla!

I risultati sono sotto gli occhi di tutti: concertazione sindacale, diritti e democrazia sono solo un castello di carta per mantenere la classe operaia pacifica, sottomessa, disunita, inerme!

Adesso è ora che si svegli!

Prima che sia troppo tardi!

PF
Martedì, October 9, 2012