Non votate, non votate per nessun partito

Ricorre quest'anno il settantesimo anniversario della fondazione del nostro partito. Abbiamo quindi pensato di fare cosa utile e significativa ripubblicando alcuni documenti dei primi anni di vita dell'organizzazione. Questi testi, a tanto tempo di distanza, mantengono infatti intatta la loro potenza analitica e politica e ci permettono di ribadire la coerenza con la quale, oggi come allora, lottavamo e lottiamo per l'emancipazione dell'umanità dalle catene dello sfruttamento e dell'oppressione: Viva la rivoluzione proletaria!

Documento del 1948

NON VOTATE, non votate per nessun partito. Per nessun fronte, chè significherebbe votare per la guerra e per un nuovo trionfo del capitalismo

PROLETARI, LAVORATORI,

Ancora una volta la democrazia parlamentare vi concede la libertà di eleggervi i vostri padroni, e di sceglierli tra coloro che han dimostrato di sapere ben difendere i loro interessi di classe, ieri con i principi e gli istituti dello stato fascista, oggi con i principi e gli istituti dello stato democratico, in entrambi i casi con i principi e gli istituti dello stato capitalista.

La storia di questi ultimi decenni è la storia della vittoriosa avanzata nel mondo del capitalismo monopolistico; è la storia della guerra permanente per il predominio ora di questa, ora di quella forza dell'imperialismo; è la storia della sconfitta del proletariato e della sua materiale distruzione come forza politica unitaria e rivoluzionaria.

In questa cupa e dolorosa vigilia che aprirà le porte al terzo massacro mondiale, il proletariato non è in grado di sentire che i suoi interessi di classe sono opposti a quelli del capitalismo e della sua organizzazione economica e politica. Nel suo insieme il proletariato non è ancora in grado di capire che se il capitalismo non ha ancora tirato le cuoia, ciò è dovuto non ad un perenne rinnovarsi dei motivi economici e ideali della sua esistenza, che la storia e la scienza chiaramente negano, ma alla possibilità offertagli dall'avversario di classe di superare le sue crisi mortali distruggendo volta a volta nel proletariato la coscienza dei suoi compiti storici e piegando ad una pratica di compromesso e di collaborazione le forze politiche man mano espresse dal seno della sua stessa esperienza.

PROLETARI, LAVORATORI,

Il capitalismo sa di essere condannato dalla sua stessa organizzazione; sa di essere stato colpito a morte dall'esplodere delle sue interne contraddizioni; sa di incidere giorno per giorno in ogni sua manifestazione i segni della curva fatale e tragica della sua decadenza. Se vuol vivere deve ricorrere alla violenza, all'inganno e alla guerra.

Ma la guerra non si fa senza il lavoro e il sangue del proletariato; è necessario però che esso sia violentemente strappato alla ideologia e all'azione della sua classe per divenire massa di manovra e di urto, saldamente legata alla causa dell'imperialismo e alla guerra.

Che questo sia avvenuto e che si sia di fronte ad una nuova vittoria del capitalismo lo dimostra il fatto che all'attuale schieramento delle forze politiche nella lotta elettorale corrisponde esattamente lo schieramento delle potenze imperialiste e della guerra. Il proletariato come classe è praticamente scomparso dalla scena politica, inghiottito dall'opportunismo in funzione della guerra che si prepara.

PROLETARI, LAVORATORI,

In questa situazione anche il tradizionale e carnevalesco meccanismo elettoralistico della democrazia borghese è stato messo in azione come uno strumento della guerra.

Votare oggi per De Gasperi o per Togliatti non significa votare per ottenere una maggiore democrazia parlamentare o per la conquista graduale e pacifica del potere, ma significa unicamente consentire che l'economia, il lavoro, le forze vive del Paese siano orientati vero la guerra della democrazia parlamentare degli Anglo-Americani, o verso la guerra della democrazia popolare dei Russi; consentire, in una parola, che le masse operaie tornino ad essere carne da cannone per la vittoria di un nuovo predone imperialista.

Noi internazionalisti vi diciamo, o lavoratori, che non esiste antitesi storica tra democrazia popolare e democrazia parlamentare; tra Russia e America; tra Stalin e Truman. L'antitesi reale, storicamente viva e operante è tra dittatura del capitale, comunque mascherata di democrazia e dittatura del proletariato.

PROLETARI, LAVORATORI,

Non lasciatevi ingannare dai programmi ricchi di sole parole e dalle rivendicazioni demagogiche che i partiti dell'uno e dell'altro fronte hanno posto alla base della loro propaganda, sia cha pongano i problemi del pane, della casa e dell'occupazione, che nessuno risolverà a beneficio degli operai, sia che sbandierino il tocca sana delle riforme di struttura la cui attuazione avrebbe il solo e sicuro risultato di consolidare quel mostruoso organismo dello stato che imprigiona il proletariato.

PROLETARI, LAVORATORI,

Tuttavia voi andrete a votare, e vi andrete in parte per la paura di perdere, con la disoccupazione, la possibilità d'un pezzo di pane per voi e i vostri figli; e in parte con l'illusione di poter dare una soluzione ai gravi problemi che assillano la vostra vita quotidiana.

Il nostro dovere di rivoluzionari è di dirvi: NON VOTATE, NON VOTATE PER NESSUN PARTITO, PER NESSUN FRONTE, CHÈ SIGNIFICHEREBBE VOTARE PER LA GUERRA E PER UN NUOVO TRIONFO DEL CAPITALISMO.

Noi internazionalisti siamo entrati nel meccanismo di questa battaglia elettorale non per chiedervi voti, ma soltanto perché ci consente di dire con più efficacia e senso di concretezza alle masse, che credono ancora alla mistificazione delle urne, che il proletariato si riavrà, troverà se stesso e vincerà le forze della guerra, solo il giorno in cui avrà la coscienza e la forza di spazzar via tutto il marciume delle schede e del parlamento.

PROLETARI, LAVORATORI,

Negate la vostra solidarietà ai partiti e ai fronti della guerra, tanto a destra che a sinistra dello schieramento borghese. Essi hanno, in solido, la responsabilità di aver imbrigliato il moto popolare del 25 aprile per farne un' arma di difesa della fabbriche, delle case e dei beni della borghesia sia essa fascista che antifascista; hanno, in solido, la responsabilità dell'epurazione burletta e dell'amnistia ai gerarchi del fascismo; hanno, in solido, la responsabilità dei salari di fame, della disoccupazione in quanto coscienti artefici della collaborazione di classe, della tregua salariale e della pacificazione nazionale.

PROLETARI, LAVORATORI,

Il simbolo della nostra battaglia, quello della rivoluzione russa di ottobre, quella di Lenin non chiede voti per il parlamento borghese, chiede un segno della ripresa di classe del proletariato, un segno della risorta coscienza rivoluzionaria per la vittoria del socialismo.

Abbasso i partiti e i fronti della guerra

Abbasso l'inganno del parlamento borghese

Abbasso la guerra democratica e popolare dell'imperialismo

Viva la rivoluzione proletaria!

IL COMITATO ESECUTIVO del Partito Comunista Internazionalista
Sabato, January 19, 2013