Scandali, truffe e aggiotaggi: è di scena Montepaschi

In un groviglio finanziario, politico e affaristico, dilagano speculazioni e truffe macroscopiche. A scoppio ritardato ecco lo scandalo (“associazione a delinquere”?) Monte Paschi di Siena (Mps) con l’acquisto – 10,3 miliardi euro nel 2007, stagione di fusioni bancarie, più 7 mld di debiti da sanare – di Banca Antonveneta dagli spagnoli del Santander (presidenza vicina all’Opus Dei). Nel 2005 i "furbetti del quartierino", aiutati dal Fazio di Bankitalia, avevano fallito la scalala della Banca, acquistata dall’olandese Abn Amro e poi dalla spagnola Banco Santander per 6,6 mld euro.

Fra i conti truccati da Mps spunta un prestito-capestro (1 mld euro come “aumento di capitale”) dell’americana JP Morgan; dalla finanza creativa di Mps nacque il Bond Fresh, obbligazioni convertibili in azioni ordinarie della Banca: una mina miliardaria tra fondazioni bancarie, cooperative e fondi investimento. E pacchi di derivati ad alto rischio: i Santorini con Deutsche Bank Londra; il fondo Alexandria, causa di enormi perdite e scambiato con titoli a rischio ma scadenza a 30 anni tramite la banca giapponese Nomura. Registrate a bilancio le entrate, nascosti o prolungati i debiti, fino a far apparire nel 2009 un attivo di 220 milioni. Le perdite esploderanno più avanti.

Intanto si vendono diversi asset, mentre al direttore generale Vigni va una buonuscita di 4 milioni di euro e il bilancio 2011 chiude con una perdita di 4,69 mld. I prestiti via via richiesti – Monti e Tremonti bond, figurando il coefficiente patrimoniale al 9% secondo la normativa europea – raggiungono un totale di 3,9 mld euro. L’italico prestito governativo è considerato nella UE una stampella finanziaria e Bruxelles chiede un piano di ristrutturazione di Mps.

Mussari, ex Fgci e presidente sia di Mps che dell'Abi, è costretto a lasciare il posto a un Profumo uscito da Unicredit con indagini giudiziarie su una complessa operazione di finanza strutturata denominata Brontos in combutta con Barclays: già versati al fisco 264 milioni per imposte e sanzioni. In conclusione, al Mps – più di 6 mld di perdite (metà del patrimonio netto) e 15 mld di valore azionario distrutti – si annunciano gli “esuberi” di 4mila dipendenti.

Nell’intrigo di elementi finanziari, politici e penali attorno ad operazioni fraudolente, corruzioni con mega tangenti e giri di commissioni misteriose, si muove una folla di beneficiari e intermediari fra cui molti esponenti politici di riferimento. Spiccano personaggi di area Pd, Pdl, Udc, Margherita; Comune, Provincia, Curia, Opus Dei, massoneria, borghesia industriale, bancarottieri, affaristi immobiliari, “fratelli” delle logge P2 e P3, e persino le contrade del Palio. Il Pd non sembra avere le mani pulite, come non le ebbe il Pdl e la Lega con le vicende del Credito cooperativo fiorentino e Crediteuronord. Si ingrossano, dunque, le bande di finanzieri e politici d’assalto colti con le mani nella marmellata delle più truffaldine operazioni (ed anche peggio), tanto che il governatore di Bankitalia, Visco, giocando a scaricabarile col Tesoro e Consob, ammette candidamente: “facciamo vigilanza, non lotta al crimine”.

Fra cumuli di derivati e titoli tossici, si blatera di regole e controlli mentre si aprono voragini di debiti non dichiarati dai bilanci delle Banche, così come certi attivi ben nascosti e spostati nei paradisi fiscali. Anche le cartolarizzazioni sono un ottimo paravento; e dietro le finte indignazioni si moltiplicano sia le tecniche che gli strumenti per mascherare i bilanci in rosso e le più sordide manovre. Decine di miliardi di euro in derivati giacerebbero poi nelle casse di enti locali e Comuni di grandi città fra cui Milano. Le maggiori banche italiane sarebbero in possesso di 218 mld in derivati: Unicredit con 118, Intesa Sanpaolo 59 e Msp 18,3 cioè il doppio di tre anni fa e dopo che il comitato europeo CEBS aveva certificato la solidità patrimoniale di Mps….

Si dice che il totale dei titoli spazzatura in Italia non sia altissimo; sarà, ma lo stato di sofferenze è considerevole poiché ad una accumulazione finanziaria, basata sulla speculazione per la speculazione, nessuno ha potuto rinunciare nonostante il tracollo 2007.

Sempre riguardo ai rapporti Mps-Santander, il Financial Times ha riferito di un accordo segreto nel tentativo di far salire speculativamente il titolo Mps. A vigilare c’era la Banca d’Italia con Draghi che oggi presiede la BCE; si scandalizza Berlino, ma si preoccupa anche per non far ricadere sotto il controllo Bce le Landesbanken, le casse di risparmio e gli istituti di credito cooperativo, temendo un diffondersi di… scosse sismiche là dove il capitale tedesco non è solo privato ma figura anche “pubblico”.

La mitica Banca Etica lancia appelli affinché la finanza sia uno strumento al servizio dell'economia (il capitalismo!) e della società (borghese!) agendo con trasparenza e una approfondita valutazione delle ricadute sociali e ambientali delle loro operazioni. Magari nazionalizzando le Banche che così (qualcuno lo dice) non farebbero più parte del sistema capitalistico…

DC
Domenica, February 10, 2013