La legge Dodd-Frank

La Dodd-Frank consiste in un testo normativo di oltre 800 pagine che da quattro anni passa da un tavolo all'altro nelle sedute del Congresso degli Stati Uniti.

Negli anni precedenti attorno al testo, poi approvato e inviato al Congresso, si è assistito ad una battaglia parlamentare all' “ultimo sangue”, che vedeva impegnate le lobby bancarie-finanziarie americane nel contrastare, o comunque rendere “innocua”, una decisione quale quella della “blanda” separazione fra le Banche d'affari e quelle del deposito di risparmi. La colpa della crisi che tormenta gli Usa (ma non solo, e già ritenuta esclusivamente finanziaria) era secondo gli esperti economisti del capitale (gli “scienziati della ricchezza”, come li definì Marx) dovuta in massima parte all'abbandono di quel regime gestionale bancario che dagli Anni Trenta vietava l'uso del risparmio dei cittadini americani per giochi speculativi a rischio. Una legge che fu messa in solaio da Clinton.

Ora, dopo l'approvazione (tormentata) di un testo complesso e di difficile applicazione (oltre ad essere stato in più parti rivisto e corretto dai classici “poteri forti”) si è passati ad una definizione della sua applicazione nei particolari. Un lavoro da Sisifo, che a tutt'oggi è ben lungi dall'essere completato. Soprattutto riguardo al capitolo dei derivati (con interventi di controllo da parte della authority Commodity Futures Trading Commission per il rispetto delle linee guida contenute nella Dodd-Frank. I limiti per gli investimenti bancari in derivati (titoli strutturati e credit defaul swap) da applicarsi eventualmente non solo negli Usa ma anche presso le filiali all'estero, non vengono affatto digeriti dagli “addetti ai lavoro” che ora - per bloccare ogni intervento - fanno appello ad un accordo internazionale.

Ci vogliono regole globali, proclamano le Banche. E così il tempo passa e gli affari di una finanza - che più sporca di così non si potrebbe - proseguono in attesa che uno spirito etico trionfi sulla gretta materialità… Il tutto dopo aver candidamente ammesso - da parte dell'attuale segretario del Tesoro - che se un altro shock dovesse colpire il sistema finanziario, si dovrà per forza di cose procedere ad interventi straordinari per salvare le maggiori Banche. Come prima, dunque, e con altre voragini che si apriranno nel bilancio federale il quale nel 2012 è stato di poco sotto i 1.000 miliardi di dollari…

DC
Lunedì, September 16, 2013