I comunisti internazionalisti e la lotta per la casa

Volantino per la manifestazione per la casa - Roma, 2013-12-08

La contraddizione costituita dall'esistenza di un numero enorme di edifici sfitti da un lato ed un gran numero di proletari senza casa o con grandi difficoltà a pagare affitti spropositati o con case non adeguate alle loro esigenze dall'altra è una delle contraddizioni più lampanti del modo di produzione capitalista.

A Roma le case sfitte sono circa 245.000 (corriere 4/03/2011), oltre 24 milioni in tutta Italia, molto più di quello che è il fabbisogno abitativo reale.

Dal punto di vista del socialismo risolvere il problema abitativo non sarà un gran problema: da un lato, attraverso la socializzazione degli immobili, ad ognuno verrà garantita un abitazione corrispondente alle proprie esigenze, dall'altro attraverso un nuova politica urbanistica si affermeranno *misure atte ad eliminare gradualmente l’antagonismo fra città e campagna, per un rapporto armonico tra Uomo e ambiente.*

Ma purtroppo questo tempo, per il quale fin da ora lottiamo, oggi è ancora lontano.

Per realizzare il socialismo i lavoratori dovranno prima conquistare il potere, escludendo così da ogni diritto politico la classe borghese. Affinché, domani, questo avvenga, fin da oggi i comunisti devono lavorare per costruirne le premesse politiche.

È questo il motivo per il quale i comunisti partecipano alla lotta per la casa come ad ogni altra lotta degli sfruttati: partecipare alle lotte degli sfruttati per sostenerle e costruire, dal loro interno, le premesse politiche per la futura rivoluzione di classe. Le lotte partono sempre da rivendicazioni immediate (casa, salario, sicurezza, stabilità, ambiente...), i comunisti vi intervengono per sostenere la propria classe, per farla maturare sul piano politico.

Esattamente l'opposto di quanto avviene spesso oggi dove, con una organizzazione capillare (sportelli per segnarsi, liste...), la lotta per la casa è gestita da ambiti “antagonisti” che, sempre ben collegati con i rappresentanti di sinistra della borghesia, sulle occupazioni costruiscono la propria “rendita di posizione”, pronti a fare mercimonio delle reali esigenze delle persone in cambio di pace sociale, voti, e accordi travestiti da conflitti.

Lottare per la difesa dei nostri interessi immediati è il minimo che possiamo fare, ma non dobbiamo nemmeno farci delle illusioni sugli esiti delle lotte stesse: questo sistema, il capitalismo, non potrà mai garantirci un vero benessere: per i padroni, e i palazzinari che ne sono parte, noi siamo solo merce da spremere al fine di ricavarne un profitto. Il primo problema, nella lotta per la casa, è quello di rompere l'isolamento per costituire un fronte di classe nel quale i proletari, di ogni nazionalità e qualunque sia il loro lavoro, lottino uniti. Ma qual'è l'ambito nel quale tale ricomposizione, l'unità degli sfruttati, potrà realizzarsi fino a diventare fattore di trasformazione della società? Non certo una rivendicazione immediata (salario, casa o altro).

Ogni lotta, nel momento in cui si generalizza, nel momento in cui si radicalizza e diventa, per i padronato, un problema, si scontra inevitabilmente (questo è il grande insegnamento anche degli ultimi anni) contro il rappresentate collettivo degli interessi della classe dominante: lo Stato.

L'unica parola d'ordine unificante la classe intera, l'unica “rivendicazione” capace di ricomporre la nostra classe dandogli una prospettiva politica di cambiamento è e sarà quella della lotta contro lo Stato borghese, per la conquista del potere da parte della classe degli sfruttati, per il socialismo.

Questo è il compito dei comunisti internazionalisti: agire nelle lotte della classe affinché acquisiscano un carattere politico, affinché divengano lotta di classe, perché la lotta di classe è una lotta politica, una lotta per il potere.

Per fare si che questo avvenga è necessario che in esse agisca e si rafforzi il partito politico di classe.

L'obiettivo politico che i comunisti internazionalisti hanno quando intervengono nelle lotte, come quelle per la casa, è triplice:

  1. sostenere la lotta proletaria facendola maturare sul piano politico;
  2. chiarire la necessità della lotta per il socialismo;
  3. rafforzare nelle lotte stesse il lavoro di costruzione e radicamento del partito di classe.

Per questo ti invitiamo ad unirti al Partito Comunista Internazionalista che, con le altre sezioni internazionali delle ICT, porta avanti un serio lavoro per la costruzione del partito internazionale del proletariato.

Domenica, December 8, 2013