Contro ogni riforma... per la rivoluzione!

Gli studenti ed i lavoratori della scuola pubblica continuano ad essere sotto attacco, anche da parte di Renzi, che progetta la cosiddetta “Buona Scuola”.

Da sempre le riforme consistono semplicemente nell'adeguamento della scuola, e non solo, alle esigenze del sistema attuale, e quest'ultima riforma non fa eccezione. In un periodo storico in cui il capitalismo è in crisi e mette in luce tutte le sue contraddizioni, diventa necessario per il capitalismo tagliare ciò che non genera profitto, come ad esempio la scuola pubblica (ma anche trasporti e sanità), aprendo parallelamente ai privati, nel tentativo di trasformare la scuola in impresa . E questo è solo uno dei punti chiave della riforma!

Da sempre la scuola ha svolto due funzioni: una ideologica, che consiste nell'imprimere nelle menti degli studenti le idee della società capitalista e nell'imporre il rispetto delle sue regole; l'altra formativa, che dovrebbe creare le competenze professionali per poter entrare nel mondo del lavoro, ovviamente selezionando e dividendo gli studenti in futuri sfruttati o futuri amministrtori di tale sfruttamento. La prima funzione serve all'indottrinamento ideologico dei futuri “cittadini”, mentre la seconda ad un futuro collocamento degli studenti all'interno del mercato del lavoro.

Tutte le riforme degli ultimi anni hanno consolidato questi due aspetti, e la Riforma Renzi non fa eccezione. La “Buona scuola”, collocandosi nella situazione storico-economica attuale, deve assecondare le necessità di un mercato del lavoro che richiede dei lavoratori disposti ad essere precari, flessibili e sottopagati. La flessibilità richiesta ai docenti, l'estensione degli stages (ovvero di lavoro non pagato) obbligatorio per gli studenti, l'aumento del potere alle dirigenze, sono aspetti emblematici per comprendere quale sia il fine “educativo” della scuola: il lavoratore deve essere disposto a farsi piegare sotto ogni punto di vista, deve sottostare alle regole del potere. Mentre la valorizzazione di discipline che si inseriscono in un contesto unicamente capitalistico, realizza il fine formativo, piegando ancor di più l'offerta formativa alle esigenze del profitto.

Ed è così che il sistema scolastico diventa il luogo – per gli studenti proletari – dove imparare ad essere sfruttati.

Una scuola nuova, libera e migliore si può ottenere solo mettendo in discussione le condizioni socio-economiche attuali, fornendo una prospettiva politica che non miri a salvare i pezzi di un capitalismo ormai in crisi totale, ma che ponga la possibilità del suo superamento.

Inserire la resistenza odierna di studenti, insegnanti e di tutti i lavoratori al peggioramento delle nostre condizioni di vita e di lavoro, all'interno di una lotta più generale per la nostra emancipazione dal mondo dello sfruttamento!

Solo cambiando la società potremo cambiare la scuola! Cosa abbiamo da perdere? Solo le nostre catene!

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Studenti e Lavoratori del P.C.Internazionalista
Sez. Arnaldo Silva, Roma
Martedì, October 28, 2014