Ora e sempre: contro il fascismo e ogni altra barbarie del capitale

Per la lotta volta all'affermazione di un mondo di liberi ed uguali.

Stadio Zini, Cremona. Zona adiacente al Centro Sociale Dordoni. Domenica 18 gennaio si gioca il derby Cremonese-Mantova. Per qualcuno, accorso oltre che da Cremona anche da Parma e da Brescia, questa partita non è che un pretesto per rendersi invisibili e mischiarsi alla folla dello stadio. Sono tutti di Casapound e sono in 50. Contatti comuni tra il Dordoni e la curva della Cremonese riferiranno in seguito di avere visto sui gradoni gente mai vista prima, dai disparati accenti locali. La partita finisce e i camerati sono pronti per una delle loro prodezze. Armati di tutto punto di spranghe e cinghie, danno l'assalto al centro sociale, approfittando dell'esigua presenza di 7/8 compagni, impegnati nei lavori di routine di pulizia domenicale. I compagni colti di sorpresa resistono finchè possono, poi si barricano dentro mentre i fascisti tentano di sfondare il portone. Contusi da entrambe le parti, ma il fatto più grave è che Emilio, storico compagno di 49 anni e co-fondatore del CSOA Dordoni, ha la testa aperta da una sprangata ed entra in coma. Intanto i compagni accorsi a dare man forte vengono caricati dalla Celere.

Fino a oggi i comunicati si sono sprecati e ovviamente anche Casapound ha la sua delirante versione, che discorda con quella dei compagni e anche con quella delle forze dell'ordine, non certo sospette di simpatie comuniste visto che a subire le cariche non sono stati certo i fascisti "del terzo millennio". Come al solito l'assalitore diventa assalito e i 50 diventano 10 poveri e spaesati camerati colti alla sprovvista. Emilio è ancora in coma e tutti gli occhi sono puntati su Cremona. A lui e ai compagni del CSOA Dordoni va la solidarietà di Battaglia Comunista.

La realtà è lampante: come in Grecia, dove Alba Dorata si rende quotidianamente responsabile di atti del genere, o in Ucraina dove i nazisti di Settore Destro e Svoboda occupano i posti chiave del governo e della polizia, questi vigliacchi - sebbene finora non nelle stesse proporzioni - cercano di alzare la testa anche da noi. Approfittano di un diffuso malessere sociale, che si esprime, per esempio, nel malcontento legato alla sicurezza; un malcontento che vede nel proletario immigrato non una vittima della mondializzazione capitalista e quindi un potenziale alleato contro la borghesia, ma un concorrente sul mercato del lavoro e un nemico da colpire. E lo stesso malessere sociale che permette a Casapound di attecchire anche tra frange del proletariato giovanile: colpito duramente dalla crisi del capitale, ma, disorientato e confuso per la mancanza di alternative a portata di mano, si lascia attrarre da parole d'ordine false e fuorvianti. Funzionale alla guerra tra poveri che i padroni vogliono scatenare tra proletari italiani e proletari immigrati, la formazione fascista inalbera la bandiera di quella destra che si autoproclama "sociale", ma che non rappresenta nulla di alternativo al capitalismo, anzi ne rappresenta una delle tante versioni, tutte interne ad esso. Parole d'ordine come "la casa prima agli italiani" servono solo a gettare fumo sugli occhi a chi, privo di un reale riferimento classista, nel caos ideologico attuale, è facilmente arruolabile nella lotta contro lo "straniero".

Pensiamo esista una differenza tra l'antifascismo militante e la difesa dell'agibilità politica proletaria e comunista contro gli attacchi dei mercenari neri. Dal punto di vista del comunismo rivoluzionario i fascisti non sono che mezzi che il capitale usa per tutelarsi, per deviare la lotta proletaria dagli obiettivi comunisti a quelli dell'antifascismo militante. La nostra linea di azione si caratterizza per l'esortazione rivolta ai proletari ad impegnarsi sulla strada dell'affermazione del comunismo, di un mondo nuovo in cui tutto il potere dovrà passare ai lavoratori. Non ci importa nulla difendere spazi più o meno liberati di democrazia, ci interessa invece che avanzi la progettualità rivoluzionaria e comunista, difendere con ogni mezzo tale avanzamento.

Tanto il "Neofascismo" quanto i "democratici" partiti istituzionali sono solamente strumenti al soldo dei padroni. Nella lotta per una società di liberi ed uguali sarebbe fuorviante assegnare alle organizzazioni neofasciste il ruolo di “pericolo numero uno”. La questione politica da porre non è mai antifascismo e democrazia contro il fascismo, ma sempre: o capitalismo o comunismo. Ovvero, socialismo o barbarie!

Compagni! Il modo per combattere il fascismo è politico. D'accordo la (comprensibile quanto spesso necessaria) vigilanza, ma questa non è un fine! L'obiettivo primario per tutti i comunisti è e rimane l'azione continua e intensificata sui posti di lavoro, nelle scuole, nei quartieri, e in tutti i luoghi dove si concentra fisicamente la classe, per affermare la necessità della lotta di classe e rivoluzionaria per il socialismo, la necessità di avanzare un'alternativa di sistema che faccia perno attorno al passaggio di tutto il potere politico dai padroni ai lavoratori.

I fascisti li spazzeremo veramente via solo quando avremo spazzato via anche coloro che li hanno, fin dagli albori, finanziati, coccolati e armati contro di noi, contro la lotta del proletariato per un mondo di liberi ed uguali.

Le uniche armi per una lotta concreta contro la barbarie del capitalismo (di cui il fascismo è un esempio lampante) sono: lotta di classe e ricostruzione di quella che sarà l'avanguardia politica delle lotte di domani: il partito rivoluzionario. Per una società senza classi né frontiere: per il comunismo!

Chi nega questi concetti di base, chi li condanna come appartenenti al passato o desueti, chi rema contro questa prospettiva e impostazione, nei fatti, indipendentemente dalle intenzioni, favorisce la permanenza di questo barbarico sistema economico e sociale (il capitalismo) e quindi favorisce la permanenza e la crescita del fenomeno fascista.

Partito Comunista Internazionalista (Battaglia Comunista)
Mercoledì, January 21, 2015