Solidarietà ai facchini, per il superamento del capitalismo!

L'8 gennaio, alla Bormioli di Fidenza, la Celere ha sgomberato il presidio fatto dai facchini aderenti al Si.Cobas e dai solidali, contro l'accordo stipulato tra azienda e CGIL-CISL, relativo al nuovo contratto stabilito dalla Bormioli e la cooperativa CAL, che gestisce il lavoro della logistica nell'azienda: l'accordo è peggiorativo da più punti di vista

Ancora una volta, i facchini della logistica, uno dei pochi comparti che dia un qualche segno di vita, in termini di lotta di classe, sono stati aggrediti, assieme ai solidali, dalle forze dell'ordine borghese, portati in questura e denunciati. E' l'ennesima conferma che in questa fase di crisi profonda del capitalismo, il padronato non può tollerare che la classe si muova, anche se, purtroppo, per segmenti numericamente piccoli e sul terreno difensivo-sindacale, dunque fa intervenire le sue articolazioni statali per stroncare qualsiasi manifestazione di lotta che possa inceppare il processo produttivo, vale a dire lo sfruttamento della forza lavoro. Uno sfruttamento che, anzi, deve essere aumentato per poter fronteggiare la concorrenza sempre più aspra tra capitali.

E' anche la conferma che mai come nei periodi di crisi si manifesta in maniera lampante l'incompatibilità tra gli interessi proletari e quelli borghesi: non c'è spazio per “accomodamenti” ossia per un presunto meno peggio che renda più “sopportabili” le condizioni di lavoro e di vita del proletariato. Non per niente, padroni e governi vogliono “riformare” radicalmente il sistema della contrattazione, a tutto vantaggio, naturalmente, del padronato. Queste "piccole" repressioni – un episodio simile è avvenuto anche a Desenzano sul Garda - vogliono essere un monito per le tanto temute riprese di ben altri episodi di lotta di classe.

Alle forze dell'ordine borghese si sono poi affiancati i sindacati confederali, che hanno addirittura organizzato una manifestazione di lavoratori Bormioli contro i facchini. Diremmo che i Confederali si sono comportati vergognosamente, se non sapessimo che questo è il loro ruolo di sempre: controllare la forza lavoro, impedire che le sue lotte scavalchino o minaccino di scavalcare i limiti di tolleranza del capitalismo e, se necessario, spingere i lavoratori gli uni contro gli altri!

Ai lavoratori in lotta e a chi, solidale con loro, ha subito l'immancabile repressione della giustizia borghese va la nostra solidarietà. Allo stesso tempo, non possiamo non sottolineare come la strada del sindacalismo, anche di quello che vuole essere più radicale, sia una strada che non porta da nessuna parte, in particolare oggi. Il sindacalismo, per sua natura, non può fare altro che rispettare le compatibilità dell'economia capitalistica, sempre; a maggior ragione quando la crisi abbassa inesorabilmente e progressivamente il livello di quelle compatibilità. Non è un caso che le poche lotte che emergono, anche quelle più generose e determinate, abbiano in genere un carattere difensivo nei confronti della pesantezza dell'aggressione portata dal nemico di classe (chiusura di impianti, licenziamenti, anche politici, come quello dei facchini). Ciò non significa che la classe non debba lottare per i bisogni immediati, al contrario! Se non si lotta per difendere i propri interessi immediati, non si avrà mai la capacità di lottare per obiettivi più generali e duraturi.

Ma la lotta deve scavalcare i riti del sindacalismo – di cui la ricerca della mediazione con le istituzioni borghesi è pratica normale ed essenziale – deve tendere a superare i confini della “propria” azienda, della singola categoria, benché non sia un compito facile, vista la scarsa reattività della classe proletaria e il vuoto (o quasi) proletario in cui si muovono le lotte dei facchini. L'andare oltre (e, se è il caso, contro) il sindacalismo è un elemento necessario (ma non sufficiente) per cominciare a porsi nella prospettiva del superamento di questa società fondata sullo sfruttamento, una prospettiva che solo il partito rivoluzionario può indicare. Rilanciamo l'esigenza che il programma della conquista rivoluzionaria del comunismo torni a circolare nella classe, che si rafforzi il lavoro di costruzione del partito, unici strumenti reali per contrastare, una volta per tutte, la violenza padronale, per rottamare il sistema capitalista.

Solidarietà ai facchini della logistica, per il superamento del capitalismo!

Partito Comunista Internazionalista – Battaglia Comunista
Mercoledì, January 27, 2016