Il post-capitalismo via Internet secondo Paul Mason, sogno o realtà?

Pubblichiamo l'ottima recensione critica dei compagni inglesi della CWO a un libro non (ancora?) pubblicato in Italia, perché il testo in questione riassume molti miti circolanti, più o meno ciclicamente, tra il variegato mondo della “sinistra”, non solo di quella dichiaratamente riformista, ma anche e non da ultimo di certi settori che si pretendono antagonisti al sistema capitalista.

Introduzione

Il libro “Post-capitalismo, guida al nostro futuro” di Paul Mason sta creando molto interesse all’interno della sinistra in generale e tra gli anarchici e la sinistra-comunista in particolare. Nel libro si cerca di identificare le forze che hanno plasmato la società capitalista in passato e che ne stanno preparando il futuro oggi. Si sostiene che l’Internet Technology (IT) sia una strada che può portare oltre il capitalismo. Questa affermazione è una sfida provocatoria al marxismo, teoria che l’autore condanna con l’accusa di aver fallito alla prova della storia.

Il libro, scritto in uno stile giornalistico accessibile e facile da leggere, contiene molti dettagli storici interessanti, analisi di fatti del mondo contemporaneo, nonché discussioni su idee di economisti e politici.

La tesi centrale di Paul Mason può essere sintetizzata come segue. Il capitalismo industriale si è evoluto, sin dal suo inizio, nel tardo 18° secolo, in una serie di cicli a lungo termine, chiamati cicli di Kondratieff (1) o onde, ciascuna della durata di circa 50 anni. Finora si sono verificati 4 di tali cicli e al momento stiamo entrando nel 5°. Tuttavia, dato che il neoliberismo ha avuto così grande successo nel frantumare la resistenza della classe operaia, il 4° ciclo si sta protraendo ben oltre la normale durata dei 50 anni. Inoltre, sempre per lo stesso motivo, la borghesia non riesce a sviluppare un nuovo paradigma di sfruttamento com'è invece avvenuto all'inizio dei cicli precedenti. Il 5° ciclo di conseguenza non può decollare e al momento ci troviamo in un periodo di stagnazione.

Il capitalismo ha ormai raggiunto i limiti della sua capacità di adattamento, in più ha fatto crescere una tecnologia (Internet e l’IT) che non riesce a controllare e che sta minando gli stessi rapporti capitalistici. Secondo Mason, l’IT, con lo sviluppo di una produzione sociale, sta minacciando il funzionamento del mercato capitalistico e sta così aprendo la strada a una società post-capitalista. Siamo quindi all'inizio di un periodo di transizione verso il post-capitalismo, una transizione in cui il post-capitalismo coesiste con il capitalismo come sistema di produzione parallelo e che potrebbe richiedere secoli per compiersi. Tuttavia, a causa di una serie di minacce alla sua esistenza, come il cambiamento climatico, l'evoluzione demografica della popolazione mondiale e l’evoluzione del debito sovrano, l'umanità non ha il tempo di lasciare che questa transizione compia il suo sviluppo naturale. Pertanto, anche se il post-capitalismo si sta comunque realizzando, è necessario mobilitare lo Stato per accelerare questa transizione.

Mason è un ex-marxista e, anche se ora rifiuta i principi centrali del marxismo (come il ruolo della classe operaia nel rovesciare il capitalismo, la teoria marxista della crisi e il fatto che la lotta di classe sia la forza motrice della storia), cerca ancora di trovare sostegno alla la sua tesi centrale negli scritti di Marx. In particolare crede di poter utilizzare il “Frammento sulle macchine” dei Grundrisse, la teoria del valore-lavoro di Marx, nonché quella della caduta del saggio medio di profitto, anche se la sua comprensione di entrambe è discutibile.

Vede la classe operaia ormai integrata nel capitalismo e quindi non più rappresentante una forza politica o sociale. La divisione principale della società è ora tra “individui in rete” e “gerarchie”. L’IT ha trasformato il mondo intero in una fabbrica in cui tutti sono sfruttati da una piccola minoranza. Questo in sintonia con il semplice concetto propugnato dal movimento Occupy che vede il 99% sfruttato dall’1%. Queste idee non sono ovviamente del tutto nuove. La scuola dell’Autonomia italiana ha già proposto l'idea della fabbrica globale (sociale), esponenti della scuola di Francoforte come Marcuse e Adorno hanno già sostenuto che la classe operaia sia stata integrata nel capitalismo e che l'impulso rivoluzionario per cambiare la società lo si debba trovare altrove. L'odissea di chi dispera, come Mason, che la classe operaia si innalzi mai a svolgere il compito storico che il marxismo le ha attribuito, porta inevitabilmente alla ricerca di altri settori della società che possano assumersi questo compito. Mason pensa di aver trovato tale elemento nei suoi “soggetti collegati in rete”.

Nonostante il suo uso eclettico di elementi del lavoro di Marx per dare alle sue conclusioni una sorta di legittimazione teorica, il libro rappresenta un serio tentativo di smontare il marxismo. La questione ora è di verificare se la tesi di Mason tesi sia corretta, ma prima abbiamo bisogno di presentare le sue idee in modo più dettagliato.

La tesi di Paul Mason

L'idea chiave è che il capitalismo, attraverso l'invenzione di Internet e dell’IT, ha prodotto una tecnologia che sta minando il sistema stesso attraverso, ad esempio, l’ “open source”, o il “software libero”, o progetti di collaborazione come Wikipedia. Questi sono beni informativi prodotti socialmente, consumati socialmente e gratuitamente, minerebbero di conseguenza il mercato capitalistico. Wikipedia priverebbe il mondo capitalista di 3 miliardi di dollari all'anno in entrate pubblicitarie che la stessa Wikipedia avrebbe avuto se fosse stata un’impresa capitalista.

Inoltre, impedisce che una simile un'enciclopedia di stampo mercantile possa entrare in questo campo come concorrente. Mason sostiene che il software libero sta riducendo il costo marginale del software verso lo zero. E anche i costi delle macchine, di cui questi software fanno parte, tenderanno verso lo zero. Si va verso un'era della macchina gratis. Se la macchina ha valore nullo, non passa alcun valore ai suoi prodotti, quindi anche il valore dei beni di consumo tende a zero. Ciò compromette il valore del salario e la relazione tra salario e lavoro. L’intero sistema di valori che è alla base del capitalismo è conseguentemente minacciato e sta diventando irrilevante. La legge del valore viene erosa, ci stiamo avvicinando al “post-capitalismo”.

Gli agenti che stanno minando il capitalismo sono i “soggetti collegati in rete” e impegnati nella produzione sociale di prodotti cooperativi. Gli si oppone la “gerarchia” che vuole mettere steccati intorno alla loro proprietà intellettuale per farla funzionare come capitale. Questo sarebbe il nuovo asse del conflitto intorno al quale ruotano le lotte nella società attuale. Mason ritiene che i tentativi di preservare la proprietà intellettuale come capitale sono destinati nel lungo termine a fallire e che il sistema del valore continuerà ad essere minacciato. Sostiene che i “soggetti collegati in rete” hanno reso raggiungibile quella libertà che Marx immaginava si potesse realizzare soltanto nella società comunista e questo avverrebbe mentre i rapporti di produzione capitalistici rimangono in vigore. È significativo che Mason non chiami la sua nuova società “comunismo”, ma più vagamente “post-capitalismo”, in quanto questa coesisterebbe con il capitalismo in un processo di cambiamento simbiotico. Marx al contrario aveva chiaramente compreso che la società comunista richiedeva la rivoluzione, una rottura completa con rapporti di produzione capitalistici, prima di potersi sviluppare.

Mason ha difficoltà a interpretare il periodo post-seconda guerra mondiale, che nel suo schema rappresenta il 4° ciclo di Kondratieff [2]. La sua analisi si basa sull’uso dei cicli di Kondratieff, ma non si tratta di una base solida, dal momento che il 4° ciclo non è conforme al modello che presenta per i 3 cicli precedenti. Lo schema generale del ciclo è il seguente. Prima che parta la ripresa c'è un accumulo di capitale nel settore finanziario che innesca nuove invenzioni, nuove tecnologie e nuovi modelli di business. Durante le fasi di crescita il lavoro umano è sostituito dalle macchine, il che porta a una caduta del saggio di profitto controbilanciata da una scala di produzione più allargata. La produzione va in stallo a causa degli investimenti eccessivi, si arriva quindi ad un punto di rottura che porta alla recessione. Arriva allora l’attacco ai salari e ai servizi. I tentativi di adattarsi alle nuove condizioni non hanno successo, come nel 1830, 1870 e 1920, e il capitale si ritira dalla produzione per impegnarsi nel settore finanziario. I prezzi scendono e segue la depressione economica. La resistenza della classe operaia in questa fase è un importante fattore di stimolo per la borghesia nello sviluppare un nuovo paradigma di sfruttamento.

Il 4° ciclo inizia con il piano Marshall e procede sotto il controllo degli Stati Uniti. Il regime di moneta stabile sancito dal sistema di Bretton Woods, la disponibilità di beni di consumo e salari alti, una serie di nuove invenzioni e tecnologie (quali i materiali sintetici, il transistor, l'energia nucleare, l'automazione) innescano l'inizio del ciclo. La flessione comincia con l’aumento del prezzo del petrolio nel 1973 (3). Ora, però, lo schema delle onde precedenti si infrange. Il fallimento dei lavoratori nel resistere all'attacco contro i salari negli anni '80, avrebbe permesso la globalizzazione e un riequilibrio dell'economia globale a favore del capitale. Invece dell’attesa recessione di Kondratieff abbiamo due decenni (1989 - 2008) di crescita spettacolare e di profitti. Questo, spiega Mason, si ottenuto con l'uso di denaro virtuale, col raddoppio della forza lavoro globale e con la manodopera a basso costo. Ma continua il passaggio del capitale dalla produzione verso la finanza. Mason sostiene che i cicli sono guidati dalla caduta del saggio medio di profitto. Durante la ripresa le controtendenze sono abbastanza forti da permettere all’accumulazione di continuare, ma durante le fasi di crisi le controtendenze si rivelano inefficaci. Non cerca però di dimostrare questo fatto, il che è sorprendente vista la sua affermazione che il 5° ciclo al momento è bloccato. Ed è ancora più sconcertante vista l’affermazione che il neoliberismo avrebbe risolto il problema della redditività (4) (nonostante questo appaia invece del tutto irrisolto, lui stesso ammette che i tassi di profitto nel periodo prima del 2008 sono diminuiti). Se il problema della redditività è stato risolto ci si chiede allora quale sia il motivo della necessità di un 5° ciclo. Cerchiamo però di seguire il suo ragionamento.

Il quinto ciclo, quello in cui stiamo entrando, dovrebbe essere guidato dall’IT e dai mercati globali con un nuovo paradigma di sfruttamento, ma non è in grado di cominciare il suo corso. Le due ragioni principali sono, in primo luogo, perché l’IT sta in realtà minando il capitalismo e, in secondo luogo, perché il neoliberismo ha demolito a tal punto la resistenza della classe operaia che la borghesia non ha bisogno di sviluppare un nuovo paradigma di sfruttamento (come ha invece dovuto fare all'inizio dei quattro cicli precedenti). Presumibilmente, anche se questo non è dichiarato, tutto questo avviene perché i tassi di profitto sono ancora elevati. Quindi, nonostante il problema della redditività risolto dal neoliberismo, siamo in un periodo di stagnazione e con gli investimenti in fase di stallo. In questa situazione l’IT starebbe generando l'economia post-capitalista.

Isole di post-capitalismo coesistono con il capitalismo, ma al tempo stesso lo indeboliscono. Mason paragona questo all'introduzione dell'economia del denaro nel sistema feudale nel 14° secolo. Il crescente utilizzo di lavoro pagato con denaro, piuttosto che di lavoro di servi e schiavi, ha corroso i legami che tenevano insieme il feudalesimo, producendo una transizione che alla fine ha mandato in frantumi il sistema. Questo processo è durato secoli ed anche oggi ci troviamo in un periodo di transizione che per completarsi avrà bisogno di secoli. Dobbiamo però fronteggiare minacce che incombono sulle condizioni basilari di esistenza: dai cambiamenti climatici, all'invecchiamento della popolazione, agli stessi problemi del capitalismo come il debito sovrano.

Siamo in una situazione critica e la transizione deve essere accelerata. Per fare questo invoca ciò che lui chiama “riformismo rivoluzionario”, e il soggetto che lo attuerà sarà lo stato. Lo stato, ci dice, dovrebbe agire come la redazione di Wikipedia, costringendo la borghesia a risolvere i problemi del cambiamento climatico, della demografia e del debito.

Una volta che comincia con l'elenco delle azioni che lo Stato deve svolgere, e che chiama “Project Zero”, il riformismo rivoluzionario si rivela essere il vecchio programma socialdemocratico del capitalismo di Stato, che, ovviamente, è stato fatto a pezzi dal neo-liberismo. Mason chiede che lo stato faccia cose come invertire i processi di privatizzazione e globalizzazione, nazionalizzare la produzione di energia, mettere al bando i monopoli e le rendite, nazionalizzare le banche centrali, eliminare la finanza offshore, favorire il capitalismo verde, i prestiti peer to peer, le cooperative, ecc. E allo stesso tempo dovrebbe incoraggiare la produzione no-profit e lo sviluppo del post-capitalismo attraverso incentivi fiscali! Tutto ciò dovrebbe avvenire mentre il capitalismo resta in piedi.

Da questa storia emergono alcuni temi importanti quali: la visione materialistica della storia e la situazione della classe operaia mondiale, la teoria del valore-lavoro e teoria della crisi di Marx, Internet e il presunto indebolimento del capitalismo, l'utilizzo dello stato per il “Progetto zero”, il periodo di transizione.

La visione materialistica della storia e della classe operaia

Marx, nella prefazione a Per la critica dell'economia politica, sottolinea che il filo conduttore dei suoi studi è stata la considerazione che:

L'anatomia della società civile è da ricercare nell’economica politica [...] Nella produzione sociale della loro esistenza, gli uomini entrano in rapporti determinati, necessari, indipendenti dalla loro volontà, in rapporti di produzione che corrispondono a un determinato grado di sviluppo delle loro forze produttive materiali. L'insieme di questi rapporti di produzione costituisce la struttura economica della società, ossia la base reale sulla quale si eleva una sovrastruttura giuridica e politica e alla quale corrispondono forme determinate della coscienza sociale (5).

Questo rimane uno dei principi fondamentali del marxismo, in una società di classe i rapporti di produzione sono tali da consentire alla classe dominante di estrarre ricchezza dalla classe sottoposta. La classe dominante e quella sfruttata hanno perciò interessi materiali direttamente contrastanti, il che si traduce in una costante lotta tra di loro, una lotta di classe. Da questo Marx conclude con le parole del Manifesto comunista:

La storia di ogni società esistente è storia di lotta di classe.

La storia della società capitalistica è quindi la storia della lotta tra le due classi principali, la borghesia e il proletariato. Solo se questa lotta è vinta dalla classe lavoratrice l'umanità potrà avanzare ad un ordine superiore di produzione sociale, vale a dire il comunismo. Ma questo è ciò che Mason nega, ci dice infatti:

La contraddizione principale nel capitalismo moderno è [...] (che è) pervaso da una lotta tra la rete e la gerarchia (6).

La contraddizione principale del capitalismo non è più il conflitto tra capitale e lavoro, e la forza che potrà dar vita al socialismo non è più la classe operaia. La storia non è più dunque storia di lotta di classe. Mason afferma ripetutamente che Marx avrebbe sbagliato sulla classe operaia, avendola ridotta semplicemente ad una categoria filosofica (7). Anche se ammette che la classe operaia è ora più grande che mai e che conta circa 3 miliardi di uomini e donne (8), anche se è oggi una classe più globale che mai e con un peso molto maggiore rispetto alle altre classi (i contadini sono ora molto meno importanti che in 1917), sarebbe lacerata da divisioni etniche e religiose per cui sarebbe andata completamente persa la solidarietà di classe. Inoltre, nei duecento anni della sua esistenza, la classe operaia avrebbe dimostrato di essere più preoccupata di riuscire a vivere sotto il capitalismo che non di rovesciarlo. Mason conclude che la prima metà del 20° secolo è stato il banco di prova finale che ha smentito la teoria marxista della classe operaia (9). Tali affermazioni rappresentano un elemento importante nella sua analisi, i suoi “soggetti collegati in rete” infatti, che suppone siano portatori di una nuova società, non sono una classe, ma una massa amorfa di individui. È quindi necessario dimostrare che la lotta di classe non è più la forza motrice della storia e che la brigata degli smart-phone e dei tablet è in grado di realizzare il compito di creare la nuova società. Ci dice:

Si sbagliano [...] quelli che si aggrappano alla convinzione che il proletariato sia l'unica forza che può spingere la società oltre il capitalismo (10).

I becchini del capitalismo sono ora gli individui collegati in rete (11).

La sua rottamazione del marxismo si basa però solo su poche osservazioni empiriche, senza alcuna analisi teorica.

Se Mason volesse lanciare una seria sfida al marxismo, dovrebbe produrre un'analisi che ha parta dai rapporti di produzione. È lì che si trova il cuore del sistema capitalista ed è da lì che nascono le principali contraddizioni. Mason non lo fa. Quale che sia l’analisi, inizia e finisce nei rapporti di distribuzione. Le classi tuttavia sono definite dalla loro relazione con i mezzi di produzione e questo costituisce un rapporto materiale che nessuna ideologia può nascondere.

Marx sostiene che la classe operaia è rivoluzionaria a causa della sua posizione materiale nel processo di produzione. Analogamente, a causa di questo rapporto, è materialmente vincolata ad opporsi al capitale. Questo è ciò che Mason deve smentire se vuole che la sua tesi stia in piedi. Sostenere, come fa, che la classe operaia si preoccupa di sopravvivere nonostante il capitalismo, è ridicolo. Tutte le classi, nel corso della storia, hanno cercato di sopravvivere nella loro condizione di sfruttamento fino a quando questo è diventato intollerabile: allora sono diventate rivoluzionarie.

Mason sostiene che la classe operaia è ora integrata nel sistema capitalistico e che quindi non rappresenta più una forza rivoluzionaria. Anche in questo però non offre alcun sostegno teorico al suo punto di vista. Tuttavia, se guardiamo i rapporti di produzione, possiamo renderci conto di come tutto ciò sia impossibile. La classe operaia non possiede alcuna proprietà e viene sfruttata attraverso la vendita della sua forza lavoro nel luogo di produzione. Gli interessi materiali della classe operaia sono direttamente in conflitto con quelli della classe capitalista. Se davvero i lavoratori fossero stati integrati, la società di classe sarebbe stata superata, cosa certamente non vera. La lotta di classe è parte integrante della società di classe e non può essere altrimenti. L'evidenza empirica inoltre dimostra che a livello globale la classe operaia è ben lungi dall'essere integrata. Anche se i livelli di lotta in Europa e negli Stati Uniti sono bassi, ci sono stati massicci scioperi in Cina, Bangladesh, Brasile, Sud Africa e altrove; proprio in quei paesi in cui stanno crescendo le nuove masse di proletari.

Ciò che realmente sta accadendo è che la struttura della classe operaia sta cambiando. Nei paesi a capitalismo avanzato stiamo assistendo alla proletarizzazione di molti soggetti che in precedenza erano considerati classe media o professionale (come dimostrano attualmente gli scioperi dei giovani laureati). I precedenti metodi di lotta non sono diventati obsoleti, ma la lezione del secolo scorso è che questi non sono sufficienti. Gli scioperi devono essere accompagnati da azioni politiche e le azioni politiche dal canto loro hanno bisogno che la classe che produce la ricchezza utilizzi il suo potere per riappropriarsi del suo lavoro. Mason lamenta la morte della socialdemocrazia e dei suoi sindacati di massa, ma questa non è assolutamente una perdita. È stata la socialdemocrazia che ha salvato il capitalismo (e ha fatto più di qualsiasi altra forza per integrare la classe operaia nello stato) tra il 1918 e la fine del boom del dopoguerra negli anni Settanta. I riformisti sono stati e sono agenti del capitale, sabotano la lotta di classe portandola su un terreno che permette al capitalismo di gestirla e hanno sempre rappresentato un enorme ostacolo sulla strada di un efficace contrattacco.

È pur vero che la classe operaia è rimasta sulla difensiva per decenni, ma questo non ci deve per niente sorprendere, dopo tutta la ristrutturazione avvenuta. Non è tuttavia così spappolata e divisa come Mason la prospetta. Ci riferiamo alle lotte recenti come quella dello sciopero nelle telecomunicazioni in Spagna, dove le divisioni tra i molti gruppi di lavoratori autonomi, gruppi di diverse professionalità e lavoratori dipendenti dell’azienda sono state superate nel corso di un lungo sciopero (12). La crisi economica sta costringendo il capitale ad attaccare le condizioni della classe operaia spingendola sempre di più nella povertà, ma è un processo che non può continuare all'infinito.

Teoria del valore-lavoro e teoria della crisi di Marx

La legge del valore-lavoro (LVL) è la base della teoria della crisi di Marx, quindi un rifiuto della teoria della crisi implica un rifiuto della LVL. Anche se Mason utilizza parti della teoria marxista in maniera eclettica, in particolare la LVL e la caduta del saggio medio di profitto (CSP), rifiuta però la teoria della crisi di Marx. Ci dice:

Come teoria per interpretare la crisi il marxismo è difettoso (13).

Come accennato in precedenza, Mason nella sua analisi parte dalla sfera della distribuzione e non da quella della produzione, il che gli permette di immaginare che il plusvalore venga creato durante la circolazione. Questo conduce all’idea che i monopoli e la finanza possano creare profitto. Ci dice che Marx,

Non poteva prendere in considerazione i più importanti fenomeni del 20° secolo –il capitalismo di Stato, i monopoli, i mercati finanziari complessi e la globalizzazione (14).

L’idea che il plusvalore venga creato nella circolazione porta ad una visione superficiale e fondamentalmente sbagliata del capitalismo contemporaneo. Pensa che il consumo e il debito creino profitto, leggiamo ad esempio:

Una persona che vive di sussidi assistenziali e che acquista beni per la casa a credito, può essere che stia generando un tasso di profitto molto più elevato per il capitale che non un lavoratore del settore auto con un lavoro stabile (15).

Al contrario, l'analisi di Marx, che non è in alcun modo superata dal capitalismo di Stato, dai monopoli e dalla finanza, dimostra che il plusvalore viene creato nella sfera della produzione sfruttando il lavoro salariato. Il settore finanziario si limita a ridistribuire il plusvalore creato nella sfera produttiva, che è in gran parte il settore industriale. Allo stesso modo, i monopoli si appropriano del plusvalore che viene generato nel settore in cui questi stessi operano. È solo un mito che tali istituzioni generino profitto supplementare. I settori commerciali e finanziari del capitalismo si appropriano solamente di plusvalore generato altrove. Mason pensa che il problema del capitalismo si trovi nel mercato ed afferma che questa è anche la conclusione dell'analisi di Marx. Sostiene, del tutto erroneamente, che la CSP sia causata da problemi di mercato (16). In realtà la CSP ha origine da problemi nella sfera della produzione, che portano ad una carenza di plusvalore in relazione al capitale investito.

La sua idea che il mercato sia la causa dei problemi del capitalismo lo porta ad ammirare le teorie economiche sia di Keynes che di Rosa Luxemburg. È d'accordo con Rosa sul fatto che il capitalismo non può esistere senza l'interazione con un mondo esterno non capitalista. Tuttavia procede poi a criticarla per non aver capito che il capitalismo stava creando mercati per cose come automobili e grammofoni, già mentre lei stava scrivendo il suo libro (17). In altre parole, il capitalismo stava creando mercati capitalistici. Dimostra così di non averla assolutamente capita, anche perché il punto centrale dell’opera della Luxemburg era di dimostrare la necessità per il capitalismo di usufruire di mercati non capitalistici. In realtà, l'affermazione che il capitalismo ha bisogno di mercati non capitalistici per sopravvivere è semplicemente sbagliata.

Tutta questa confusione indica una comprensione superficiale e viziata sia della LVL che della CSP e mette in discussione tutte le conclusioni che lui trae da questi concetti. Di fatto, nonostante dichiari la loro accettazione, molte delle sue conclusioni non sono tratte da queste leggi. Ad esempio, ci dice che la ripresa seguita alla seconda guerra mondiale è da attribuire a un nuovo paradigma di sfruttamento, cioè agli aumenti di retribuzione dei lavoratori che hanno risolto il problema della domanda (18). Tutto questo nonostante continui a sostenere che il ciclo Kondratieff è regolato dalla CSP. Quando ritorna alla CSP suggerisce che la tendenza è stata compensata da un aumento della produttività. Questo, naturalmente, è tutto il contrario della teoria marxista che mostra come una maggiore produttività del lavoro porta ad una caduta del saggio medio di profitto.

Marx sostiene che i principali modi con cui può essere neutralizzata la tendenza alla CSP sono la svalutazione del capitale costante o l’aumento dello sfruttamento della classe operaia. Sebbene Mason dichiari il suo sostegno alla CSP, non considera per niente la svalutazione del capitale e questo rappresenta una rilevante omissione. Il 20° secolo ha visto due guerre mondiali devastanti che hanno avuto un enorme impatto economico. Il loro effetto è stato quello di svalutare o distruggere fisicamente il capitale costante su scala globale con un’intensità mai sperimentata prima dal capitalismo.

La svalutazione del capitale costante è stata, ribadiamo, la base per la ripresa seguita alla seconda guerra mondiale. Tutti i cambiamenti nella sfera della circolazione, ai quali Mason dedica tanta attenzione, sono stati possibili solo perché il saggio di profitto è aumentato per via di questa svalutazione. Se i cambiamenti nella sfera della circolazione fossero stati la causa della ripresa, ci si potrebbe chiedere perché si sono rivelati inefficaci negli anni '70.

Internet mina i rapporti di produzione capitalistici

L’Information Tecnology, sostiene Mason, sta dissolvendo il capitalismo.

[Sta] corrodendo i meccanismi del mercato, erodendo i diritti di proprietà e distruggendo il vecchio rapporto tra salari, lavoro e profitto ... I vecchi fattori di produzione - terra, lavoro e capitale sono diventati secondari rispetto alle informazioni (19).

Alla fine eroderà del tutto il legame tra lavoro e valore (20).

Starebbe quindi mettendo in pericolo il capitalismo e la legge del valore-lavoro. Ma davvero l'economia della conoscenza minaccia i rapporti del mercato capitalista, come viene affermato?

Mason sostiene che il capitalismo sta diventando qualitativamente diverso e che è cambiato il rapporto tra lavoro fisico e informazioni. Perché questo fosse vero, sarebbe necessario dimostrare che l’IT è qualitativamente diversa dalle altre tecnologie che il capitalismo ha finora prodotto. Un esempio che Mason utilizza è quello dei motori a reazione e della progettazione degli aeromobili. I disegni ora possono essere fatti al computer e milioni di test virtuali possono essere fatti senza la costruzione di un solo prototipo. Ma confrontiamo come tale lavoro è stato fatto in precedenza: nel passato gli ingegneri usavano testi di aerodinamica, termodinamica, resistenza dei materiali, ecc. per produrre il loro progetto. Le conoscenze precedenti erano disponibili gratuitamente su questi libri così come lo sono ora in internet. Prima di una prova fisica sarebbero state fatte prove virtuali mediante calcoli su carta. Entrambi i processi di progettazione sono eseguiti all’interno dei rapporti di produzione capitalistici. La differenza è solo che il nuovo metodo è molto più efficiente e veloce. Ma questo significa solo che la produttività del lavoro è stata enormemente aumentata dai computer e dall’IT. C'è una differenza quantitativa, non una differenza qualitativa tra i due processi. Una differenza quantitativa non può erodere rapporti capitalistici nel modo proposto.

Ma qual è il vero risultato di Internet e dell’IT? È quello di trasformare il mondo in un'unica grande fabbrica aumentando così la produttività del lavoro in maniera massiccia. Lavoro a domicilio, lavoro flessibile e la riduzione del costo del lavoro sono all'ordine del giorno. L’effetto è che vengono usati controllori logici programmabili per automatizzare i processi in tutto il mondo, è che questa tecnologia viene usata per aumentare i profitti a breve termine. Allo stesso tempo però sta espellendo lavoro umano dalla produzione e riducendo di conseguenza i profitti a lungo termine. La tecnologia, che potrebbe migliorare la vita umana attraverso la creazione di tempo libero per la crescita personale, sta in realtà minacciando la vita umana creando disoccupazione e precarietà per milioni e milioni di schiavi salariati. Quello che vediamo con internet, è una versione accelerata del conflitto tra le forze produttive e i rapporti di produzione. Questo conflitto sta scoppiando violentemente proprio perché la LVL non è mai stata scalzata, come invece vorrebbe farci credere Mason. Egli ci dice che in un prossimo futuro il 40% di tutti i posti di lavoro svaniranno a causa dell'automazione, ma, se il capitalismo deve rimanere in piedi, questo produrrà un ulteriore 40% della classe lavoratrice che si aggiunge all’esercito industriale di riserva. Il che è sostenibile solo se non esistono più rapporti di produzione capitalistici.

Dal frammento di Marx sulle macchine che si trova nei Grundrisse, Mason cerca sostegno intellettuale alla sua tesi secondo cui l'economia dell’informazione starebbe minando il capitalismo. Si tratta di una breve nota non pubblicata che Marx fece per se stesso nel 1858, un decennio prima di pubblicare Il primo libro del Capitale. Mason sostiene che Marx ha abbandonato le idee contenute in questa nota (e che non si ripresentano in alcun lavoro successivo) perché il capitalismo si sarebbe stabilizzato dopo il 1858. Ma questo non è vero. Nella nota Marx considera lo sviluppo della produttività attraverso le macchine e lo vede in conflitto con il “furto del tempo di lavoro” su cui si basa la ricchezza della borghesia. Osserva che il capitalismo vive in una contraddizione continua poiché tenta di ridurre il tempo di lavoro, mentre proprio su questo stesso lavoro si basa come fonte e misura della ricchezza.

Sottolinea che gli enormi incrementi di produttività che producono le macchine dovrebbero consentire il libero sviluppo degli individui. Dovrebbero portare a più tempo libero per lo sviluppo artistico, scientifico, ecc. del singolo, mentre ciò che avviene sotto il capitalismo è solo produzione di tempo di lavoro supplementare di cui si appropria la borghesia.

Marx rileva inoltre che la contraddizione tra le forze produttive (che potrebbero offrirci più tempo libero) ed i rapporti di produzione (che ne impediscono la liberazione) farà saltare in aria le fondamenta del capitalismo.

Il Libro primo del Capitale contiene una ferma presa di posizione su questi temi, chiarisce che il tempo libero può svilupparsi solo in una società fondata sulla produzione associata, una società in cui sono stati aboliti i rapporti di produzione capitalistici. Mason sostiene, senza offrire riferimenti testuali, che questa nota dimostra come Marx avrebbe individuato la contraddizione principale del capitalismo tra la tecnologia e il mercato, che avrebbe visto la conoscenza come una fonte indipendente di profitto e che pure avrebbe visto una via di uscita dal capitalismo basata sulla conoscenza (21). Queste conclusioni non trovano alcuna giustificazione.

Ciò che Marx dice in realtà è:

La potenza delle forze produttive messe in moto durante il tempo di lavoro dipende [...] dallo stato generale della scienza, dal progresso della tecnologia o dall'applicazione di questa scienza alla produzione (22).

Questo non è solo ovviamente vero, ma si applica chiaramente all’IT e alle sue applicazione alla produzione. Marx continua dicendo:

Lo sviluppo del capitale fisso indica in quale misura la conoscenza sia diventata una forza diretta della produzione, e in che misura, di conseguenza, le condizioni del progresso della vita sociale stessa sono finite sotto il controllo della scienza e sono state trasformate in conformità con essa (23).

È chiaro che Marx vedeva la conoscenza sociale, di cui oggi l’IT è una componente, manifestarsi nel capitale costante. Anche se la conoscenza è una forza che permette al capitale costante di essere continuamente migliorato e alla produttività del lavoro di aumentare, la fonte del profitto è lo sfruttamento del lavoro vivo, non la conoscenza. Per accettare la conoscenza stessa come fonte di profitto è semplicemente necessario rinnegare la LVL che, naturalmente, Mason dice invece di sostenere. La conoscenza in sé non è la forza trainante del capitalismo. La forza trainante è il profitto. I progressi dell’IT si applicano solo se è vantaggioso per il capitale, non aprono la strada a una società post-capitalista, ma elevano il conflitto tra le forze produttive e i rapporti di produzione. La via d'uscita dal capitalismo, come Marx chiarisce in testi successivi (ad esempio nella Critica al programma di Gotha) è la produzione socialista. Mason invece ci dice che questo percorso è possibile attraverso l'IT, mentre restano vigenti i rapporti capitalistici. Sostiene infatti che l’IT:

... Aggiunge contenuto informativo ai beni fisici risucchiandoli nello stesso mondo dei prezzi nulli e trasformandoli in beni di pura informazione (24).

L'affermazione che il costo marginale delle materie prime fisiche contenute dall’IT è in declino verso lo zero (25), il che rappresenterebbe l'abolizione della LVL, è semplicemente falsa. La LVL si applica anche alla produzione mentale e quindi all’IT. In realtà tutto il lavoro umano contiene un elemento mentale. Quindi, benché basso, anche i software hanno un valore e questo valore finisce nel valore del capitale costante di cui fanno parte. Per produrre i valori d'uso di cui gli esseri umani hanno bisogno per vivere, come cibo, vestiario, alloggio ed energia, sono necessarie macchine. Il software serve a controllare e comandare queste macchine. Tali macchine inevitabilmente si consumano, trasferendo così il loro valore al prodotto. L’IT è solo uno degli elementi del capitale costante e il valore totale del nuovo capitale costante di cui si dota un processo industriale, anche con l’utilizzo del componente IT più economico, è generalmente di valore maggiore di quello che viene sostituito. Le linee di produzione di automobili, dotate di una sempre maggiore automazione, ne sono un esempio.

Un ulteriore elemento a cui Mason dedica molto interesse è lo sviluppo delle “Open Source”, del software libero e delle produzioni collaborative come Wikipedia che si sono sviluppate attraverso Internet.

Queste rappresentano la rivolta dei programmatori di software contro i rapporti di produzione che garantiscono al capitale che li sfrutta di entrare in possesso del loro lavoro. Dato che chi le produce non vive di questo lavoro, non è possibile affermare che rappresentano un nuovo mezzo di produzione. Si stima che il 40% degli sviluppatori di software open source in realtà siano pagati per la loro collaborazione (26). Il lavoro deve essere coordinato e i coordinatori spesso lavorano per aziende IT. È molto meno rivoluzionario di quanto Mason immagini. Mentre il tutto dimostra che l’uomo è un essere collaborativo e sociale, non dimostra invece che il capitalismo sta collassando. Anche se questi prodotti sono messi a disposizione di tutti gratuitamente, vivono all'interno dei rapporti capitalistici e i capitalisti se ne appropriano immediatamente. Da un lato usano il software gratuito per se stessi (ad esempio IBM usa Linux invece di pagare per utilizzare Microsoft o Google e Samsung usa Android), dall’altro lato le grandi imprese capitaliste sono ben felici di avere i lavoratori più talentuosi del mondo impegnati a migliorare continuamente i software di cui loro usufruiscono gratuitamente. Questa non è certo una minaccia per la produzione capitalistica. Il suo effetto è solo di ridurre il costo del capitale costante e di aumentare i profitti.

La produzione di software libero, Wikipedia, gli scambi peer to peer, le cooperative ecc. non sono un mezzo di produzione alternativo al capitalismo più di quanto lo siano l'Esercito della Salvezza o le società di mutuo soccorso. Chi produce software libero o Wikipedia è collegato al sistema capitalista in altri modi e da questi collegamenti derivano i suoi mezzi di sussistenza. Le comunità socialiste utopistiche del 19° secolo sono un esempio del tentativo di stabilire un sistema alternativo di produzione all'interno del capitalismo. Ciò che hanno scoperto è che la legge del valore opera su scala globale, che si riafferma attraverso qualunque scambio fatto con il mondo capitalista. Questo ha portato al loro disfacimento. Allo stesso modo, e per lo stesso motivo, i marxisti sostengono che è impossibile creare il socialismo in un solo paese: il destino finale della rivoluzione russa lo ha confermato.

Mason tuttavia afferma che isole di post-capitalismo possono coesistere con il capitalismo e che lo relegheranno in una nicchia dell'economia.

Lo stato e il “Project Zero & Transition”

Mason rimprovera Preobrazenskij (27), il rivoluzionario russo, per aver detto che il sistema socialista non può essere costruito molecolarmente all'interno del mondo capitalista e proclama:

È del tutto possibile costruire elementi del nuovo sistema molecolarmente all'interno del vecchio (28).

In questo modo sta riesumando il sogno dei socialisti utopisti del 19° secolo. Attualmente il settore libero sopravvive solo perché è periferico al capitalismo e i lavoratori del settore vendono la loro forza lavoro nel campo capitalista in aggiunta al loro lavoro volontario nel settore libero. Come spiega Marx, per lo scambio dei prodotti in qualsiasi economia, questi devono avere un elemento comune che sia commensurabile. Nel capitalismo è il “tempo di lavoro astratto”. Tuttavia, in un sistema produttivo in cui una parte della produzione fosse libera questo elemento comune verrebbe a mancare. I prodotti collaborativi non potrebbero essere scambiati con quelli del settore capitalista; il settore capitalista tuttavia se ne approprierebbe gratuitamente. I lavoratori del settore collaborativo o libero dell'economia dovrebbero vendere la loro forza lavoro nel settore capitalista per ottenere ciò di cui hanno bisogno per vivere, per esempio cibo o carburante. Ma quelli del settore capitalista potrebbero semplicemente prendere gratuitamente dal settore libero ciò di cui hanno bisogno. Il risultato sarebbe il crollo del settore collaborativo. Questo avverrebbe perché la LVL sarebbe ancora in vigore. L'unico modo in cui un tale sistema misto di produzione potrebbe funzionare sarebbe sotto il controllo statale. E solo uno stato controllato dal settore non-capitalista potrebbe farlo. Come lo si potrebbe realizzare? Solo attraverso una presa del potere da parte dei produttori liberi e lo scardinamento della LVL, ma questo è qualcosa che Mason sostiene essere del tutto inutile.

Mason considera perfettamente possibile un'economia di transizione sotto la supervisione di uno stato di transizione che si impegni per creare il post-capitalismo. Questo è il punto in cui il “riformismo rivoluzionario” si trasforma in sogno. Mason propone una specie di stato assolutista che agisca contro la classe dei capitalisti mentre il capitalismo è ancora il modo di produzione dominante, uno stato che indebolisca il capitalismo promuovendo produzione e distribuzione gratuite. Avremmo anche qui una gerarchia, ma, stavolta, che agisce nell'interesse degli individui in rete. Abbiamo ancora il capitalismo, il mercato e la finanza, ma lo Stato sostiene le isole anticapitaliste, i monopoli fuorilegge ecc.

Lo stato però rappresenta gli interessi della classe dominante, che in questo schema sarebbe ancora la classe capitalista: perché lo stato borghese dovrebbe agire contro gli interessi della borghesia? Il motivo per cui la borghesia dovrebbe utilizzare il suo stato per abolire i rapporti sociali capitalistici è un mistero. Mason non tenta nemmeno di rispondere. Questo dimostra semplicemente le contraddizioni di qualunque sistema che immagini la coesistenza tra capitalismo e socialismo. Non dimostra che Preobrazenskij sbagliava, ma che aveva pienamente ragione! Questo stato assolutista, che attua la transizione proposta da Mason, è solo un pio desiderio.

Conclusione

La tesi centrale del libro, secondo cui Internet e l’IT stanno minando il capitalismo, è semplicemente errata. Internet offre scorci di una struttura sociale basata sulla fine della LVL, ma è un'illusione pensare che il software libero o progetti di collaborazione volontaria, come Wikipedia, possano portare a un cambiamento sociale radicale, se i rapporti di produzione capitalistici rimangono in vigore. Internet non annulla il divario tra capitale e lavoro. È una tecnologia che aumenta la produttività della classe operaia e riduce il valore del capitale costante. In pratica, si tratta di una tecnologia che fa aumentare il saggio di profitto. La produzione post-capitalista non può vedere la luce senza che sia risolto il conflitto tra le forze produttive ed i rapporti di produzione, e questo a sua volta non può avvenire fintanto che il capitalismo resta il sistema di produzione dominante.

L'idea che la classe operaia non sia più il soggetto della storia è sbagliata. La classe operaia non è integrata nel capitalismo e, nonostante i cambiamenti nella sua struttura, è oggi in una posizione sostanzialmente più forte che mai prima nella storia. Continua ad essere il soggetto della storia, quella che seppellirà capitalismo. Le sue lotte contro lo sfruttamento capitalista, i tentativi di aggirare le restrizioni e le divisioni che il capitale le impone (sciopero spagnolo delle telecomunicazioni [29] , scioperi dei lavoratori delle economie periferiche) mostrano che questo è oggi più vero che mai. Il passaggio ad una forma socialista di società, in cui i prodotti sono distribuiti gratuitamente in conformità alla necessità dei singoli, non può essere fatto gradualmente o molecolarmente come invoca Mason. Per realizzare il passaggio alla società comunista è necessario invece che la classe operaia distrugga ovunque lo Stato capitalista ed instauri la dittatura del proletariato.

CP

(1) Nikolai Kondratieff era un economista russo che fu ministro dell'agricoltura nel governo provvisorio dell'ottobre 1917. Non era un marxista e sviluppò la sua teoria delle onde lunghe nel 1920. Dopo otto anni di reclusione, Stalin lo fece fucilare nel 1938.

(2) La teoria del ciclo ad onda lunga è stata ripresa dall’economista borghese Schumpeter, della scuola austriaca, che ha visto lo sviluppo della tecnologia come motore della ripresa dei cicli. Il primo ciclo, partito nel 1790, è stato trainato dallo sviluppo della macchina a vapore, il sistema industriale ed i canali; il secondo è partito nel 1848 dalle ferrovie, telegrafo, piroscafi oceanici e moneta stabile; il terzo nel 1890 dall’energia elettrica, telefono, produzione di massa e taylorismo.

(3) Vedere p.48 “Post-capitalismo” (Il prezzo del petrolio quadruplicato)

(4) Vedere P.71 “Post-capitalismo”: “Michel Husson sostiene correttamente che il neoliberismo risolve il problema della profittabilità sia per le singole imprese che del sistema nel suo complesso”.

(5) K. Marx Prefazione a “Per la critica dell'economia politica”.

(6) Vedere p.144 “Post-capitalismo”.

(7) Vedere p.185 “Post-capitalismo”.

(8) Cita lo studio di Richard Freeman di Harvard “Il mercato del lavoro globale” Focus ,Volume 26.

(9) Vedere p.197 “Post-capitalismo”.

(10) Vedere “Post-capitalismo” p.178.

(11) Vedere “Post-capitalismo” p.212.

(12) leftcom.org

(13) Vedere “Post-capitalismo” p.49.

(14) Vedere “Post-capitalismo” p.54.

(15) Vedere “Post-capitalismo” p.20.

(16) Vedere “Post-capitalismo” p.159.

(17) Rosa Luxemburg “L'accumulazione del capitale”. Per la nostra critica vedere leftcom.org

(18) La teoria della scuola francese della regolazione.

(19) Vedere p.112 “Post-capitalismo”. È una citazione da P. Drucker della scuola austriaca, allievo di Schumpeter. Mason sostiene questo a p.217.

(20) Vedere “Post-capitalismo” p.179.

(21) Vedere “Post-capitalismo” p.137.

(22) Grundrisse p.705.

(23) Grundrisse [edizione inglese] p.706.

(24) Vedere “Post-capitalismo” p.142.

(25) Cfr. “Post-capitalismo” p.26.

(26) Cfr G. Carchedi “Vino vecchio, bottiglie nuove”.

(27) Preobrazenskij inizialmente era un comunista di sinistra, in seguito, durante il periodo della NEP, sostenne l‘ Opposizione di Sinistra trotzkista chiedendo che la Russia si industrializzasse rapidamente. Quando nel 1928 cominciarono i piani quinquennali, pensò che Stalin avesse adottato il programma dell'Opposizione di Sinistra. Questo, naturalmente, non gli evitò di essere fucilato da Stalin nel 1937.

(28) Vedere “Post-capitalismo” p.244.

(29) leftcom.org

Martedì, February 21, 2017