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Home ›Lotta operaia alla sbarra e scopi padronali
Volantino distribuito alla manifestazione del SI Cobas del 3 ottobre, a Modena, contro la repressione della lotta dei lavoratori Ital Pizza
L'enorme manovra giudiziaria che ha colpito i lavoratori dell'ItalPizza, assieme a molti altri che nel corso del tempo hanno dato vita al ciclo di lotte sul territorio modenese, per le sue caratteristiche e obiettivi non può certo essere derubricato a fatto locale. La quantità dei lavoratori coinvolti, circa 400 e più, già parla da sola.
Sicuramente, nello specifico ciò che viene portato alla sbarra è la determinazione di tutti i lavoratori in lotta, e in special modo di quelli di ItalPizza, che hanno costretto, in una lunghissima vertenza, a “ripiegare” parzialmente il padronato dai suoi propositi.
Contemporaneamente, questa operazione si presenta, se pur in forme diverse, come la prosecuzione dell'«Operazione Milani», ovvero dell'attacco al SiCobas che di queste lotte si è fatto organizzatore e promotore sul terreno della contrattazione sindacale.
Ma è evidente che tutto ciò assume un significato più generale nel panorama della lotta di classe.
Per il peso che assume l'intera operazione e i caratteri di cui si fa portatrice l'iniziativa degli apparati dello stato vanno ben oltre il dato specifico ed immediato repressivo, ma lo scopo perseguito è quello di stravolgere le condizioni in cui si muove il conflitto di interessi fra le classi e le modalità di espressione dell' iniziativa operaia. Problema che va oltre la singola vertenza o la lotta del singolo posto di lavoro.
I “diritti” operai e proletari formalmente riconosciuti vengono intaccati, erosi, al fine di essere posti in una situazione di costante subordinazione ai livelli di compatibilità borghesi, che nella crisi hanno margini sempre più risicati. Le espressioni di classe e di lotta devono essere costantemente poste in una situazione di difensiva, alla rincorsa dell'iniziativa della controparte, al fine e allo scopo di produrne una condizione di marginalità rispetto ai rapporti di forza generali.
La tutela del “programma padronale”, che in questa fase di crisi sempre più profonda non può che aumentare contestualmente i livelli di sfruttamento e controllo-ferreo della forza-lavoro, non può che passare per la costruzione di una “risposta d'ordine”, lì dove questi stessi interessi vengono messi in discussione, anche semplicemente sul terreno rivendicativo.
“Risposta d'ordine” i cui esiti devono essere spalmati su tutto il fronte di classe in forma di deterrenza preventiva generale e funzionale a sancire l'impraticabilità materiale di tutto ciò che metta in discussione i livelli di compatibilità capitalistica nella crisi, e che trova contestualmente come suo contraltare lo sviluppo del terreno di ricomposizione corporativa dei conflitti che sorgono, come l'unico riconosciuto e legittimato a garantire, formalmente, gli interessi delle parti.
Se è giusto quindi denunciare l'attacco ai “diritti” operai, però bisogna prenderne atto da un punto di vista di classe che il quadro dell'iniziativa borghese pone sul tappeto dei nodi fondamentali che non possono essere aggirati. L'attacco all'agibilità politica e sindacale ne è solo l'aspetto più manifesto; in realtà dietro la questione dei “diritti” si nasconde la vera essenza della questione “dei poteri” del regime borghese, che fa dei primi una variabile dipendente dei secondi, secondo le ineludibili leggi della valorizzazione del capitale.
Questa questione oggi si tocca con mano e impone di misurare l' articolazione della lotta operaia e delle espressioni di classe più in generale contro le iniziative borghesi, fuoriuscendo dal semplice terreno “democratico “ o limitato all'anti-repressione.
La necessità di ricomporre tutti gli aspetti parziali su un terreno unificante rivendicativo, si confronta in realtà costantemente in ogni passaggio con il problema di costruire condizioni più avanzate, in termini politici, allo sbocco delle lotte che sorgono, sia in termini di parziali vittorie che di pesanti sconfitte. L'anticapitalismo non può essere un punto programmatico buono per tutte le stagioni per essere recitato negli incontri domestici.
La sua espressione e dimensione reale di espressione va sedimentata realmente nelle lotte, costruendo al contempo quegli strumenti politico-organizzativi che si misurino con la controffensiva borghese e aprano la strada nelle lotte all'idea di una possibile e praticabile alternativa al sistema padronale e borghese.
La solidarietà ai lavoratori coinvolti dalle manovre giudiziarie è un primo passaggio doveroso. Ma le questioni aperte dentro questa fase e questo particolare momento, ci dicono chiaramente che sempre più l'interesse di classe si identifica col suo interesse generale anticapitalista e di alternativa al sistema odierno, basato sull'infame e iniquo rapporto tra capitale e forza lavoro.
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