Per lo sciopero generale

Sì, siamo per lo sciopero generale, ma quello vero, quello ad oltranza, senza limite di tempo e di preavviso!

L' 11 ottobre, tutto il sindacalismo di base ha indetto uno sciopero generale di tutte le categorie di lavoro.

Iniziamo a dire che, la crisi pandemica si è sommata alla crisi economica, aggravandola pesantemente.

Lo sblocco dei licenziamenti ha prodotto migliaia di licenziamenti ed intensificato, per chi un lavoro salariato ce l'ha ancora, ritmi di sfruttamento inumani, causando quotidianamente morti sul lavoro o, per meglio dire, assassinati dal capitale!

La classe padronale con il suo braccio armato, lo Stato, escogita ogni modo possibile per ricavare profitti ai nostri danni: ci impone chiusure, licenziamenti, ci impone di lavorare in nero, da precari e con salari ridicoli, ci impone la condanna del lavoro salariato fino quasi a 70 anni - per chi ci arriva, ovviamente... e tralasciando in quali condizioni!

Il sistema sociale in cui viviamo - il capitalismo - mostra ogni giorno, con sempre maggiore evidenza, di essere la peggior società per l'umanità (cambiamenti climatici, deforestazioni...).

Ad oggi, la classe lavoratrice, quando si oppone (vedi: Gkn di Campi Bisenzio, Texprint Prato,Fedex, etc.) a questa offensiva borghese, lo fa in modo generoso con occupazioni, presidi, cortei ecc.: sappiamo bene però che finché restiamo isolati ognuno nella propria realtà con la propria vertenza, prima o poi verremo schiacciati .

Nelle vertenze – vedi Gkn – i lavoratori in lotta non chiedono elemosine, ma solidarietà, però, se questo è necessario, di sicuro non è sufficiente, perché si rimane all'interno di una cornice di lotta rivendicativa, cioè dentro il quardo capitalistico-borghese

Le lotte per migliorare le condizioni di lavoro (contrattuali ecc.), seppur giuste nell'immediato, vanno sempre accompagnate, indissolubilmente, ad una prospettiva politica: superamento rivoluzionario del capitalismo per una società comunista!

Per noi comunisti internazionalisti il primo passo pratico è quello di unificare le lotte e le vertenze sulla base dei bisogni immediati (salario, occupazione ecc.), a partire almeno dal territorio, al fine di mettere sul piatto rapporti di forza con le controparti ben differenti da quelli attuali.

Non è “sufficiente” unificare le sigle sindacali di base, indire uno sciopero, con preavviso di mesi (per poi, probabilmente, dividersi, di nuovo, dopo lo sciopero), stilare una lista di rivendicazioni che non scalfiscono minimamente questa società, ma, al contrario, rafforzano la devastante illusione che dentro il sistema del capitale, per di più in crisi profonda, siano possibili grandi riforme a vantaggio del lavoro salariato! Da gran tempo si è chiusa la fase del riformismo “operaio”, da gran tempo la borghesia non solo non può concedere nulla, ma, al contrario è all’attacco per prendere, cioè peggiorare le condizioni di vita e di lavoro del proletariato per cercare di rialzare saggi del profitto insoddisfacenti.

Ribadiamo e sottolineiamo che la critica politica alla teoria e alla prassi del sindacalismo cosiddetto alternativo non riguarda in alcun modo la disponibilità alla lotta, la determinazione e i sacrifici di quei settori del lavoro salariato/dipendente che seguono questo o quel sindacato.

Sì, siamo per lo sciopero generale, ma quello vero, quello ad oltranza, senza limite di tempo e senza preavviso!

A noi serve una società diversa, che produca per soddisfare i bisogni di vita della maggioranza dell'umanità – proletariato – e non per soddisfare i profitti economici di una sua piccola minoranza: la borghesia! Per arrivare a questo tipo di società, non si deve passare attraverso le attuali istituzioni borghesi, ma organismi di potere che la classe proletaria dovrà darsi, saldati a un coerente programma anticapitalistico e alle avanguardie politiche che ne sono portatrici!

Mercoledì, October 6, 2021