I leoni di Piacenza in gabbia

Si è conclusa il 10 gennaio scorso la vertenza dei lavoratori della Fedex di Piacenza. I “leoni” – come vengono chiamati i facchini di Piacenza dal SI Cobas, definizione con la quale concordiamo – hanno subito un’altra batosta padronale grazie ai conigli sindacalisti, per restare nel campo della zoologia, del SI Cobas, che saranno pure di base, ma che somigliano maledettamente ai loro fratelli maggiori CGIL-CISL e UIL.

Dunque, dopo lunghi mesi di lotta è stato raggiunto l'accordo tra le parti, ce lo annuncia in pompa magna con toni trionfalistici il SI Cobas, con un comunicato pieno di fumo, criptico che, come si sa, è sinonimo di nascondere. Insomma giocano un po’, i buontemponi, a fare gli struzzi. Dicendo ma soprattutto tacendo.

Due righe del comunicato del SI Cobas in merito alla vertenza sono esplicative, la prima

il SI Cobas porta a casa un risultato preziosissimo: pur non essendo riusciti ad imporre la riapertura dell’hub di Piacenza e quindi il reintegro di tutti i licenziati.

E la seconda:

auspichiamo che questo risultato, parziale in termini sindacali ma pesantissimo in termini politici e di prospettiva… sappia trasmettere a tutti i proletari un messaggio chiaro…

Nel primo caso si ammette la parzialità della “vittoria”. L’hub di Piacenza rimane chiuso, come da volere della direzione dell’impianto con relativo non reintegro di tutti i lavoratori. “Molti” di questi verranno licenziati, perché non in grado di trasferirsi a Bologna; riceveranno 48 mila euro di incentivo “all'esodo". I licenziamenti li chiamano esodo: dopo la punizione divina nei confronti dei padroni FedEx, con invasione di zanzare, cavallette ecc., Mosè, eletto a loro leader dal SI Cobas, ha condotto verso la terra promessa, i desolati lands della disoccupazione, di cui faranno parte anche i facchini di Piacenza.

Un flashback ci riporta d’improvviso agli anni '70 del secolo scorso. Anni di lotte quasi all’ordine del giorno. Anche allora, come sempre nel mondo del dominio del capitale, i licenziamenti erano e sono il pane quotidiano dei padroni, sempre pronti a entrare in scena ad ogni minima difficoltà dell’inceppamento della macchina dello sfruttamento del lavoro salariato, ovvero del plusvalore, l’eldorado della borghesia. Lotte contro i licenziamenti anch’esse molto dure, alla testa delle quali c’era la famigerata FLM (Federazione Lavoratori Metalmeccanici, che era la sigla unitaria di Fiom, Fim e Uilm).

Nelle fabbriche, alle richieste di licenziamenti dei soliti brutti padroni, la conclusione era sempre la stessa: il trionfo del re mercato e della competitività. Il discorso era riassunto in poche parole “non possiamo lavorare in perdita”. E siccome valgono le regole del gioco del capitale, a meno che non si ribalti il tavolo, si assisteva sempre ad una estenuante trattativa molto simile al mercato delle vacche, che solitamente portava ad un accordo quasi simile a quello della FedEx di Piacenza, ma con alcune differenze: la fabbrica spesso restava in piedi, e i lavoratori esuberanti, non nel senso di vivacità prorompente, ma di quantità eccedente, venivano liquidati, cancellati, coi soliti incentivi. Come si vede, gli stessi vecchi metodi, o con spostamenti in altre fabbriche, ma che non potevano essere oltre un raggio di 50 km. Complimenti al SI Cobas, perché loro si sono allargati, o per meglio dire allungati, aggiungendo al raggio la bellezza di altri 100 km, per un totale di 150 la distanza che intercorre tra Piacenza e Bologna.

Degno di nota è anche il totale silenzio sui numeri. I furbastri del SI Cobas giocano sulle parole. Cosa vuol dire infatti

… La gran parte dei lavoratori… sono stati assunti, - e subito dopo - … altri tra cui molti lavoratori…

Hanno accettato l’incentivo all’esodo (di cui sopra). Perché non si dice chiaramente quanti sono i “molti” e quanti la “gran parte”? Evidentemente si vergognano di far sapere i numeri della disfatta, altro che “vittoria dei lavoratori” come sbraitano sul loro sito. Questi sono i tipici vizietti della triplice sindacale. Complimenti: nel breve spazio di un mattino (storicamente parlando), hanno raggiunto i loro fratelli più grandi sulla strada del completo passaggio, armi e bagagli, verso l’edificio statale borghese. E lo dimostra ulteriormente un altro passo del loro volantino, laddove dicono:

…i lavoratori che hanno scelto di non trasferirsi a Bologna… e di restare a Piacenza, potranno contare, come sempre, solo sul sostegno e sull’impegno del SI Cobas…

Che vuol dire, che il SI Cobas si trasformerà esso stesso in un’agenzia di collocamento delle eccedenze, si trasformeranno in “datori di lavoro”, in istituto di opere pie? Vele spiegate dunque, e vento in poppa verso il più tranquillo pascolo borghese.

Nel secondo caso, contraddicendo il grido di “vittoria”, il SI Cobas si augura che il risultato parziale, in termini sindacali, (ammissione, a denti stretti, di insuccesso) ma importante da un punto di vista politico, non resti isolato. Una sorta di invito al proletariato tutto di combattere come hanno fatto i lavoratori della FedEx. Al netto della dura lotta sopportata dai lavoratori di Piacenza, ai quali va sempre la nostra solidarietà, va denunciata la solita attitudine del SI Cobas di essere proprio politicamente nullo. Un involucro sindacale sempre meno radicale, debole, che è costretto a lavorare in quegli spazi rivendicativi lasciati “liberi” dai Confederali che li ritengono non appetibili, ovvero di scarso interesse e di poca visibilità.

Di politico non c’è assolutamente niente se non l’aspetto negativo che alle lotte rivendicative, legittime quanto necessarie, non si aggiunge una prospettiva politica di alternativa al sistema capitalistico. Non è sufficiente “prendersela” con i Confederali, contro il padronato, il governo Draghi se poi non c’è nemmeno un accenno alla necessità di una prospettiva politica di rottura con un sistema che sfrutta, affama, impoverisce sempre di più il mondo del lavoro. Si dirà che questo è compito di un partito politico rivoluzionario, è vero, ma allora che senso ha dire che la vittoria sindacale è stata parziale, ma quella politica (quale?) pesantissima?

P.S. Il pesantissimo risultato in termini politici, lo si può vedere soprattutto in questi giorni. Logista, multinazionale spagnola (principale distributore di prodotti e servizi per i punti vendita, soprattutto tabacchi, operante quindi nel campo della logistica come la FedEx), ha annunciato la chiusura del deposito di Maddaloni-Marcianise. I lavoratori però non dovrebbero preoccuparsi in quanto verrebbero trasferiti ad Anagni in provincia di Frosinone distante 150 chilometri, gli stessi dei facchini di Piacenza! Cgil e Cisl si lamentano perché pur essendo i

bilanci floridi… – vedono in ciò – … un’operazione volta solo a massimizzare i profitti sulla pelle dei dipendenti.

Il manifesto del 06/02/2022

Forse pensavano di trovare mister beneficenza che invece tende a minimizzare i profitti (Sic!). Come si vede il “pesantissimo” risultato politico del Si Cobas si fa strada, anzi, autostrada.

Mercoledì, February 9, 2022