In guerra per sostenere la stabilità del capitalismo e del suo ordine internazionale

È ora la volta di G. Cadoppi (saggista, “esperto” di questioni geopolitiche, direttore di "Cina: la crescita felice” e collaboratore di "Cumpanis") il quale parte a testa bassa contro la propaganda dell’imperialismo americano: una «lingua biforcuta» e non rettilinea come invece sarebbe quella di Mosca e Pechino. Le quali – apprendiamo – si preoccuperebbero soltanto per «un sistema di sicurezza regionale sostenibile che dovrebbe essere la priorità anche dell’Europa» per non finire completamente fra le grinfie dell’imperialismo americano. Noi tutti, vetero comunisti, non ci renderemmo conto minimamente di quanto sia necessaria «la stabilità dell’ordine economico globale». Un “ordine” che direttamente e

fondamentalmente interessa alla sopravvivenza del capitale e diventerebbe la “strada giusta” da tracciare in un quadro di «compromessi» fra i blocchi imperialistici. Lo scopo sarebbe quello di «attuare il multilateralismo, il dialogo e la collaborazione internazionale nel rispetto reciproco», quello dei comuni interessi… capitalistici. Lo si dichiara esplicitamente: «cooperazione commerciale, multilateralismo, crescita economica, nuova globalizzazione fondata sul mutuo vantaggio, concorrenza, stato di diritto internazionale, ascesa pacifica»… Insomma, questo burattinaio che si spaccia per “marxista”, esibisce il controrivoluzionario «punto di vista» di quanti, suoi simili, vogliono imbrigliare la lotta di classe del XXI secolo nella reazionaria «forma di lotta per il mondo multipolare». Cercando di convincere i proletari, sfruttati e oppressi dagli uni e dagli altri, che i blocchi imperialisti possano convivere uno accanto all’altro addirittura superando la galoppante e irreversibile crisi del capitale, privato e statale, e così “costruendo” il socialismo!

Con una prassi di sviluppo – una «partnership strategica» – dei «traffici e della cooperazione commerciale», si garantirebbe «la pace mondiale e la stabilità dell’ordine economico globale»: in una parola, del capitalismo! Si ritorna poi a riproporre il mito delle «lotte di liberazione nazionale»: la stessa Rivoluzione d’Ottobre sarebbe diventata – dopo l‘Ottobre – «una lotta di liberazione nazionale» in seguito all’invasione di eserciti stranieri a sostegno dei controrivoluzionari “bianchi”.

Così apprendiamo che la guerra civile russa sarebbe stata la «prima guerra patriottica» (tanto che Lenin si preoccupava di rinforzare il legame con il proletariato internazionale…); mentre quello che fu un primo governo di coalizione dei bolscevichi con i social-rivoluzionari di sinistra sarebbe stato «una sorta di Fronte popolare ante litteram». Tale sarebbe oggi la guerra nel Donbass, e noi – col nostro «dottrinarismo sterile e imbelle» – saremmo schierati «nel campo del nemico»… mentre l’attesa dovrebbe essere quella che Russia e Cina prendano il posto degli Usa assumendo una «governance globale verso una direzione più giusta, ragionevole ed equa dell’ordine internazionale».

Con un progressivo pluralismo, il cosiddetto “deep pluralism”, sarà necessario arrivare ad avere una pianificazione (socialista?) dell’uso della moneta, sotto stretto controllo delle autorità monetarie di Pechino: ma che bellezza! Per di più con la dichiarazione di Putin che l’avvenire è dei Paesi sovrani, destinati a diventare «potenti fortezze e casematte» contro il capitalismo, grazie al loro… sviluppo capitalistico e relativi rapporti di produzione.

Data la nostra incapacità di vedere «la componente nazionale delle questioni di classe e la componente di classe delle questioni nazionali», noi non capiremmo quanto importante sia la «sicurezza della Russia». Quindi, poiché «la guerra per difendere il socialismo è legittima e ‘sacra’», aiutiamo Mosca a lanciare missili, assieme a quelli che per contro sta inviando la Nato: per questo ci vuole il pluralismo “progressivo”. In gioco c’è la “stabilità” del capitalismo, che Pechino e Mosca socializzerebbero (con l’aiuto dello Stato…) contro le “alternative” finanziarie di Washington…

Un fatto è certo: saremmo anche vetero (tempo al tempo…), ma stupidi proprio NO!

Giovedì, July 7, 2022