Lo sciopero generale del Québec del 1972 in retrospettiva

“Se riusciamo a fargliela vedere, siamo capaci di tutto”

La partecipazione crescente della classe lavoratrice nordamericana, segnata dall'aumento degli scioperi lo scorso autunno, nell'affrontare condizioni peggiorate dopo la crisi finanziaria del 2008 e un ulteriore deterioramento con la pandemia di Covid-19, richiede un serio esame delle rivolte del passato contro il dominio sui lavoratori da parte del sistema salariato e dal capitale. Cinquant'anni fa, i lavoratori del Québec, pur in una posizione molto difficile, alla vigilia della crisi economica mondiale degli anni '70, trovarono forza nell'unità e nell'autorganizzazione. Lo sciopero generale del Québec del 1972 andò oltre le precedenti lotte sindacali sia in estensione (oltre 300.000 lavoratori hanno partecipato direttamente) che in qualità; i lavoratori del Québec agirono come classe autonoma per intraprendere uno sciopero, tenere assemblee di massa e stabilire gli obiettivi politici. Sebbene la classe lavoratrice del Québec fosse stata effettivamente smobilitata dalla troika del "Fronte comune" dei sindacati del settore pubblico, il seme venne piantato per i lavoratori di oggi: l'indipendenza della classe lavoratrice dagli organismi capitalisti come la struttura sindacale o lo Stato fornisce le basi per una lotta efficace e generalizzata contro la classe capitalista e la sua trasformazione in forza rivoluzionaria.

Le condizioni precedenti al 1972

Prima dello sciopero generale, il Québec non era stato estraneo alla lotta della classe lavoratrice. Come parte dell'ondata di agitazione sindacale in tutto il continente nel 1919, segnata dagli scioperi generali di Winnipeg e Seattle, oltre 12.000 lavoratori (principalmente nelle fabbriche) scioperarono a Montréal, con altri 15.000 che avevano minacciato di unirsi a loro.(1) Lo sciopero non era riuscito a generalizzarsi a livello cittadino e nazionale, principalmente a causa del conservatorismo dei sindacati, ma rappresentava comunque un livello significativo di azione di classe e ci furono espressioni di sostegno per i lavoratori di Winnipeg.(2) Molti scioperanti erano affiliati ai sindacati internazionali come l'AFL.(3) Il Québec del dopoguerra ha visto scioperi chiave ad Asbestos (1949), Louiseville (1952) e Murdochville (1957), culminati in una maggiore ampiezza e profondità del movimento di lotta, con il primo che durò quattro mesi e quello di Louiseville sette.(4) Con gli anni '60, i sindacati furono sottratti al controllo della Chiesa cattolica e vissero un processo di espansione e concentrazione.(5) Il crescente potere istituzionale dei sindacati, insieme a condizioni di lavoro stagnanti o in peggioramento, rese i primi anni '70 maturi per una lotta generale da parte dei lavoratori.

La classe lavoratrice del Québec dovette far fronte a condizioni di lavoro peggiorate, con in più lo svantaggio strutturale dei francofoni e delle donne, che deve essere contestualizzato. Sebbene il Québec avesse attraversato un periodo di rapida crescita economica negli anni '60, la sua classe lavoratrice dovette affrontare persistenti tassi di disoccupazione e salari inadeguati. Tra gli altri fattori, ciò era dovuto al fatto che il governo locale aveva messo alla frusta la sua classe lavoratrice come strategia per attrarre capitali internazionali. Il mercato del lavoro, in cui il Québec ha dovuto affrontare tassi di disoccupazione più elevati del 29% rispetto alla media canadese nel periodo che va dal 1946 al 1969, depresse i salari come strategia per garantire tassi di profitto più elevati.(6) Le industrie che facevano affidamento sul lavoro delle donne, in particolare beneficiarono del fatto che, in media, gli uomini erano pagati il ​​60% in più rispetto alle loro compagne di classe femminili.(7) Inoltre, la questione nazionale, soprattutto linguistica, svolse un ruolo importante nella stratificazione della classe lavoratrice, facendo sì che i lavoratori francofoni fossero pagati meno e tipicamente consegnandoli ai ranghi inferiori della forza lavoro. Secondo la Royal Commission on Bilingualism and Biculturalism, gli anglofoni monolingui venivano pagati più di qualsiasi altro gruppo, ricevendo uno stipendio annuo di $ 6.049 rispetto ai $ 5.929 degli anglofoni bilingui, $ 4.523 dei francofoni bilingui e $ 3.107 dei francofoni monolingui.(8) Questo era il fondamento della questione nazionale in Québec, specialmente come formulato dagli stessi lavoratori piuttosto che dalla classe capitalista di lingua francese, che avrebbe preferito invece che fossero le loro fabbriche a sfruttare la manodopera del Québec piuttosto che le aziende anglo-canadesi o americane.

Infine, va notato che lo sciopero generale del 1972 venne lanciato sull'orlo del precipizio: in poco più di un anno dalla conclusione dello sciopero, l'embargo petrolifero dell'OPEC avrebbe mostrato il declino globale del capitale e avrebbe innescato una spirale di inflazione, abbassamento dei salari e disoccupazione di massa. Tutti i discorsi che seguono sulle condizioni di lavoro, le richieste dei lavoratori e le concessioni del governo devono essere rapportati al fatto che i lavoratori militanti dovranno presto affrontare un decennio di crisi. Soprattutto considerando i risultati tangibili dello sciopero, si dovrebbe tenerne conto nel prossimo futuro.

La strada per lo sciopero generale

Sebbene i primi passi dello sciopero generale fossero (per la maggior parte) guidati dal sindacato, le loro azioni tradivano un alto livello di militanza da parte dei lavoratori che avrebbero dovuto rappresentare. Ciò era condizionato da manifestazioni spontanee di solidarietà di classe alla fine del 1971. Dopo cinque mesi di serrata nell'edificio del quotidiano La Presse e le conseguenti proteste sindacali, la città di Montréal e il governo del Québec il 29 ottobre vietarono le manifestazioni. Nonostante ciò, il giorno successivo arrivarono 15.000 lavoratori, provocando una sanguinosa battaglia di strada con la polizia che causò un morto.(9)

In risposta sia alla rabbia dei lavoratori del Québec che alla repressione diretta del movimento operaio da parte dello Stato, i tre principali sindacati del Québec, FTQ, CEQ e CSN (che rappresentavano ufficialmente 215.000 lavoratori) unirono i loro sforzi in vista dei negoziati per il contratto del settore pubblico e formarono il Fronte Comune. Questi sindacati, in particolare il CEQ e il CSN, utilizzavano posizioni politiche radicali (il CSN si definiva persino marxista!) e un'alleanza (non ufficiale) con il nazionalista Parti Québecois (PQ) per far incontrare la terribile situazione che i lavoratori del Québec dovevano affrontare con la militanza che praticavano. Come forza formidabile nei confronti dei padroni, il sindacato aveva enunciato una serie di richieste, tra cui un aumento dell'8% (per contrastare l'inflazione), un salario minimo di $ 100 a settimana e la parità di retribuzione indipendentemente dalla lingua, dal settore o dal sesso. (10)

Aprile 1972

All'inizio del 1972, il Fronte comune godeva di un alto grado di popolarità e fiducia tra i lavoratori che affermava di rappresentare e di cui sfruttava la spinta. Ciò consentì l'avvio della prima fase dello sciopero generale del 1972 dopo il fallimento dei negoziati, iniziata l'11 aprile e terminata il 22 dello stesso mese.

Lo sciopero, di massa (che coinvolse oltre 200.000 lavoratori del settore pubblico), rappresentò una minaccia diretta alla continuità dell'accumulazione di capitale nella zona. Dagli ospedali e dalle scuole al personale di Hydro-Québec, i lavoratori cessarono il lavoro “essenziale” per la riproduzione dell'economia. Inevitabile la risposta dei governi locale e federale.

Lo Stato moderno non è "che un comitato per la gestione degli affari comuni di tutta la borghesia", e nei periodi di crisi capitalista (sia economica che dovuta alla lotta di classe) questo diventa abbastanza chiaro. Proprio come lo Stato ha assicurato ai capitalisti la disponibilità dei "lavoratori essenziali" durante la pandemia mettendo fuori legge gli scioperi dei lavoratori portuali di Montréal e dei confezionatori di carne americani, il governo del Québec proibì la continuazione dello sciopero generale, attaccando per primo (il 19) oltre cento operatori sanitari con arresti e pesanti multe.

Due giorni dopo (il decimo giorno dello sciopero a tempo indeterminato), il disegno di legge 19 fu approvato dal governo provinciale con l'assenso di Ottawa, con l'imposizione di un'intimazione allo sciopero in generale. Lo sciopero sarebbe diventato illegale a mezzanotte del 23. I leader sindacali del Fronte comune, Marcel Pépin, Yvon Charbonneau e Louis Laberge, inizialmente fecero una campagna per la continuazione dello sciopero nonostante l'ingiunzione e chiesero un referendum sul mandato. Tuttavia, nonostante la maggioranza dei lavoratori in sciopero (60%) avesse votato a favore della continuazione della loro lotta, la burocrazia sindacale, sentendosi in una posizione debole nei confronti dello Stato, voltò la faccia e chiese agli scioperanti di tornare al lavoro. (11) La conseguente confusione e frammentazione, in cui alcuni lavoratori continuarono a scioperare e alcuni tornarono al lavoro, portò alla fine effettiva della prima fase dello sciopero generale e all'incarcerazione il 9 maggio dei tre dirigenti sindacali per aver inizialmente sostenuto la continuazione dello sciopero.

Il dietrofront dei dirigenti sindacali non passò inosservato ai lavoratori del Québec. Ad esempio, i lavoratori di Sept-Iles, una piccola città mineraria della regione della Côte-Nord, inviarono una delegazione a Québec City per rivolgersi ai dirigenti sindacali, criticando la decisione di annullare lo sciopero così come il processo decisionale interno alla struttura burocratica del Fronte Comune stesso, dicendo che “le persone che scioperano devono essere quelle che decidono il da farsi”.(12)

Maggio 1972

Dal 9 maggio in poi furono gli operai stessi a decidere l’impostazione, poiché il Fronte Comune non fu in grado di continuare la lotta. Appena due giorni prima della ripresa dello sciopero, Yves Charbonneau, presidente del sindacato degli insegnanti (CEQ), stimò che non sarebbero passati altri sei mesi prima che qualsiasi sciopero generale potesse riprendere. (13) Inoltre le condanne a un anno di Laberge, Pipin e Charbonneau, dopo essere stati processati in contumacia, lasciaronoto la struttura sindacale senza un piano di alcun tipo, per non parlare di un piano di attacco. Essendo dei buoni democratici quali erano, i tre leader andarono a Québec City il 9 e si consegnarono volontariamente alle autorità.

In diretto contrasto con questa dimostrazione di virtù civica, i lavoratori del Québec in generale consideravano le detenzioni assolutamente inaccettabili e il preludio a un'ulteriore repressione. Come affermò un lavoratore nella lotta che ne seguì, "Non possono farlo. Se glielo lasciamo fare, possono metterci tutti in galera, chiunque di noi».(14)

Mentre i leader del Fronte comune erano diretti in Québec, la prima bordata dell'offensiva operaia spontanea iniziò nei porti di Montréal e Québec City, quando 2.000 scaricatori di porto allestirono picchetti in risposta alla notizia. Lo sciopero si estese rapidamente, i ranghi degli operai salirono a oltre 300.000; sindacalizzati o meno, nelle grandi città (come Montréal, Québec City e Sherbrooke) ma anche nelle piccole città industriali come St. Jerome o Sept-Iles in tutta la provincia.

Le strutture sindacali, private della testa, furono colte alla sprovvista. Tuttavia, affidarono i loro destini ai lavoratori di cui ora erano la retroguardia. Sebbene i sindacati avessero facilitato il processo federando giornali, inviando comunicati e aprendo spazi per la discussione, i lavoratori presero l'iniziativa durante lo sciopero di maggio sotto forma di assemblee di massa, creazione di comitati di sciopero e pubblicazione di riviste politiche locali e giornali. In diretto contrasto con la fase di sciopero di aprile, maggio vide i lavoratori del Québec dotarsi di strumenti che consentissero loro di agire secondo la propria volontà.

Lo stesso sciopero, infatti, potè generalizzarsi solo grazie all'iniziativa autonoma dei lavoratori: è stato il passaparola, le trasmissioni radiofoniche illegali e le azioni di solidarietà a fondare la loro forza. Lo sciopero di Chibougamau, una cittadina isolata del Québec settentrionale, fu istigato da una marcia di donne della classe lavoratrice verso le miniere locali che costrinse i minatori a scioperare.(15) Sviluppandosi e andando oltre la già ampia diffusione di aprile, lo sciopero fu in grado di espandersi ben oltre una prospettiva settoriale poiché la lotta venne condotta dai lavoratori come lavoratori, piuttosto che come membri di questo o quel sindacato (o alleanza sindacale).

Nelle città più piccole, i lavoratori mostrarono una forte capacità di guidare e agire concretamente contro il capitale. A Sept-Iles, da dove proveniva la delegazione che criticava la capitolazione dei sindacati, i lavoratori di varie industrie formarono un comitato di sciopero che prese il controllo della stazione radio (trasmissione di bollettini sindacali e locali), fermò il traffico aereo locale e stabilì controlli sui prezzi per scongiurare speculazione. Sept-Iles stabilì il modello per altre città industriali e le stazioni radio furono sequestrate in altre 21 comunità per trasmettere le notizie dello sciopero.

Un lavoratore di una di queste città vicino a Montréal, St. Jerome, portò alla luce l'estrema fiducia iin se stessi e il coraggio che i lavoratori della provincia avevano mostrato: "Qual è la nostra lamentela? Immagino che la risposta sia che siamo stanchi di essere presi in giro e ora, finalmente, stiamo rispondendo. Se possiamo fargliela vedere, siamo capaci di tutto».(16)

Si è visto che la classe lavoratrice del Québec dimostrò una resistenza attiva al capitale come classe, unendo lavoratori di mestieri disparati, colmando le divisioni di qualificazione e professioni e trascinando i non lavoratori nel loro movimento, in particolare gli studenti. Si è anche visto che ciò era condizionato dall'indipendenza, dall'iniziativa e dalla militanza dei lavoratori acquisite nel corso dello sviluppo dello sciopero generale nel suo insieme. Gli eventi di maggio mostrano che i lavoratori del Québec erano all'avanguardia dell'autorganizzazione dei lavoratori nordamericani. Tuttavia, la fase di fine maggio dello sciopero mostra che anche questo grado di lotta di classe è stato insufficiente.

La causa immediata della ripresa dello sciopero, l'incarcerazione dei dirigenti del Fronte Comune e la loro immensa popolarità tra i lavoratori, doveva essere anche la causa della sua fine, nonostante i lavoratori si fossero in pratica spostati ben oltre la struttura sindacale dal 7 al 14 maggio. Il 14, il Fronte Comune lanciò un appello a tornare al lavoro, con la motivazione che avrebbe aumentato il loro potere negoziale con il governo locale. Con il senno di poi, è chiaro che questi sindacati erano indebitati con lo Stato e non potevano andare oltre. I lavoratori, tuttavia, smobilitarono e lo sciopero terminò per la maggior parte dei lavoratori entro il 16 maggio.

In un clima di delusione, i leader del Fronte comune furono rilasciati il ​​20 per rafforzare la pace sociale e riprendere i negoziati con il governo.

Lo fecero volentieri e conclusero un accordo che prevedeva guadagni molto limitati. Il salario minimo settimanale di $ 100 venne assicurato, ma, in generale, i lavoratori ricevettero aumenti salariali di circa il 5% (contro l'8% richiesto) e, secondo un database, "una maggiore sicurezza del lavoro e l'uguaglianza tra i lavoratori non fu nemmeno discussa.”(17) Dopo la più grande dimostrazione di forza della classe lavoratrice che il Québec avesse mai visto, il meglio che i sindacati potevano ottenere furono vittorie parziali e sconfitte complete sulle richieste cruciali. Il fatto che i lavoratori non si fossero sollevati di nuovo in questo frangente dovrebbe sorprendere il lettore, ma questo attesta l'attrazione ideologica che i sindacati hanno mantenuto anche quando l’azione dei lavoratori li aveva superati.

Capire lo sciopero generale del 1972

Che i sindacati abbiano svolto un ruolo determinante nella sconfitta dello sciopero in entrambe le fasi, revocando il mandato della maggioranza dei lavoratori in sciopero e inducendoli a porre fine allo sciopero contro i loro interessi, dimostra la separazione dei sindacati (anche i più combattivi e radicali) nei confronti e contro la classe lavoratrice. Non solo i sindacati soffocarono l'iniziativa della classe lavoratrice durante i momenti critici dello sciopero, fiaccando così i lavoratori militanti, ma non condivisero nemmeno gli stessi interessi e le stesse prospettive della classe lavoratrice combattiva.

Nonostante i loro manifesti dichiarassero che "non c'è futuro" nello Stato borghese, il ruolo ultimo del Fronte Comune era quello di mediare la lotta di classe e arrivare al compromesso quando essa fosse al culmine. Il sindacato può esistere solo quando c'è un padrone con cui contrattare, e per tale motivo non può andare oltre il padrone.

I lavoratori del Québec, d'altra parte, in quanto classe che non aveva altro da perdere se non le proprie catene, non avevano tali ostacoli strutturali. Seppure per breve tempo, i lavoratori furono in grado di stabilire un proprio terreno di classe attraverso riunioni di massa e comitati di sciopero. Questa auto-organizzazione fornì ai lavoratori non solo esperienza, attività e forza numerica, ma aprì anche nuove strade tattiche.

La struttura sindacale era legata all'apparato giuridico dello Stato, anche nei rari casi in cui si opponeva a quest'ultimo, come quando il Fronte Comune inizialmente si batteva per la continuazione dello sciopero. Infrangere la legge è stata un'impresa così colossale per il sindacato che si è tirato indietro nonostante il mandato dei lavoratori di portarla a termine. Al contrario, i lavoratori del Québec a maggio non concepivano le loro azioni come legali o illegali, almeno non in un senso significativo. Hanno avvertito un'emergenza e hanno portato avanti secondo la loro volontà, attraverso le loro organizzazioni indipendenti, le misure necessarie per costruire ed estendere il loro movimento e spingere le loro richieste.

Ad esempio, i lavoratori di Montréal non si sono preoccupati di interrompere la legge e l'ordine quando lo hanno ritenuto necessario. Nello sciopero di maggio, i lavoratori hanno bloccato tre ponti e fatto saltare due volte la stazione elettrica del sistema della metropolitana per imporre lo sciopero.(18) Questo carattere tattico del piano su cui si muove la classe lavoratrice è di vitale importanza per il successo di una rivoluzione operaia, poiché come vediamo nel 1972 così come nel 2020, lo Stato si riserva ogni diritto di ristabilire “l'ordine” borghese quando la classe lavoratrice si impone.

L'indipendenza e l'immediatezza dell'azione e dell'organizzazione dei lavoratori del Québec si sono sviluppate in contraddizione con i sindacati anche sul tema della liberazione nazionale. Era la posizione dichiarata dei sindacati che un Québec indipendente fosse una precondizione assoluta per lo sviluppo della lotta di classe e la possibilità del socialismo. Indipendentemente dal fatto che intimamente fossero convinti di questa affermazione, i lavoratori in pratica la ripudiarono perché si organizzarono come una classe indipendente da qualsiasi forza nazionale come il PQ [Parti Quebecois]. Il compito che hanno messo in moto per se stessi è lo stesso che spetta a tutti i lavoratori sotto il modo di produzione capitalista: lo scontro con l'imperialismo e l'oppressione nazionale alle loro radici, la presa del potere da parte dei lavoratori e la trasformazione fondamentale del tessuto socio-economico, cioè il comunismo.

L’obbedienza dei lavoratori del Québec al sindacato non era sostanziale: avevano dimostrato a se stessi di non averne bisogno. Tuttavia, cedettero al sindacato alla fine di entrambe le fasi dello sciopero generale. Se una piccola minoranza di lavoratori avesse continuato a scioperare, non sarebbe stata né abbastanza organizzata né influente da rappresentare una valida alternativa.

Per noi lavoratori oggi, se vogliamo evitare le insidie del 1972 (a parte gli aspetti dirompenti dello sciopero generale), abbiamo bisogno di un'organizzazione che comprenda il corso complessivo della lotta di classe e promuova l'indipendenza della classe lavoratrice nel suo insieme. I lavoratori devono sapere prima e durante il corso della crisi che solo loro stessi possono liberarsi. L'autodifesa spontanea della classe lavoratrice deve essere saldata a un organo politico della classe lavoratrice, che unisca il movimento operaio a livello internazionale per assaltare il nemico comune, il capitale.

Azdak, Klasbatalo

(1) Geoffrey Ewen, The Workers’ Revolt in Montreal. activehistory.ca/2019/06/the-workers-revolt-in-montreal

(2) Ibid.

(3) Ewen, The International Unions and the Workers’ Revolt in Québec. 1998.

(4) Canadian Museum of History, Quebec: The Common Front historymuseum.ca

(5) Matthieu Noël,Québec Trade Unionism in the 20th Century. McCord Museum. collections.musee-mccord.qc.ca/scripts/explore.php

(6) F.T.Q., The State is Our Exploiter. 1971. Found in Québec- Only the Beginning, ed. Drache. new press: Toronto, 1972. p.239

(7) John Alexander Dickinson, Short History of Québec. McGill-Queen’s University Press: Montréal, 2008. p.335

(8) Ibid. p.321

(9) Mick Sweetman, 1972: The Québec General Strike. The Northeastern Anarchist. Issue #9, Summer/Fall 2004. libcom.org

C.S.N. and C.E.Q. The History of the Labour Movement in Québec. Black Rose Books: Montréal, 1987. p.234

(10) Arielle Bernhardt, “Canadian Quebecois Workers General Strike for Higher Wages and Job Equality, 1972.” Global Nonviolent Action Database, swarthmore.edu 2010. nvdatabase.swarthmore.edu

(11) Ibid.

Sweetman, Quebec General Strike,

Spartacist Canada, “Lessons of the 1972 Quebec General Strike.” Fall 2005

(12) Sean Mills, The Empire Within: Postcolonial Thought and Political Activism in Sixties Montréal. McGill-Queen’s University Press: Montréal 2010. p.200

(13) Ibid.

(14) Sweetman, Quebec General Strike

Giovedì, July 7, 2022