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Una prefazione aggiornata per la situazione in rapida evoluzione:
il presidente Trump ha dichiarato apertamente l'intenzione di aumentare la repressione contro gli immigrati legali, alcuni dei quali hanno visti universitari, sono titolari di green card o sono in fase di naturalizzazione. I casi di più alto profilo sono stati incentrati su studenti immigrati che hanno partecipato o sono stati figure di spicco durante le manifestazioni di accampamenti universitari contro il genocidio in corso a Gaza. Mohammed Khalil e Rumeysa Ozturk, entrambi studenti laureati e titolari di green card, sono stati arrestati rispettivamente dal dipartimento di stato l'8 marzo 2025 e dall'ICE il 28 marzo 2025, a seguito di una raffica di provocazioni da parte di gruppi sionisti che si nascondono sotto la bandiera di organizzazioni anti-diffamazione. Il segretario di stato Marco Rubio ha pubblicizzato con entusiasmo che gli Stati Uniti hanno il diritto di revocare qualsiasi visto per studenti o green card e ha dichiarato che ci sono altri 300 studenti che stanno pianificando di arrestare. Le leggi utilizzate provengono dall'Alien and Sedition Act del XVIII secolo, ma anche dall'Immigration and Nationality Act del 1952. Questo può solo dimostrare che dietro la maschera democratica e liberale, in realtà si nasconde l'oppressione di classe e che Marx ha giustamente affermato che il sinonimo di "Libertà, Uguaglianza e Fraternità" è "fanteria, cavalleria, artiglieria". Il linguaggio utilizzato è lo stesso di sempre e si può riscontrare in molti paesi occidentali ossia che questo è necessario perché i deportati sono elementi criminali sovversivi, persino pericolosi e sono una minaccia per la democrazia. L'approccio di Trump finora non ha superato i suoi predecessori, la presidenza di Biden ha revocato l'asilo e lo status di protetto a molte persone e ha deportato un record di immigrati, il tutto con una maggiore cooperazione statale e locale, ma sono passati solo pochi mesi dalla sua presidenza. Se l'approccio più grossolano di Trump di eludere la procedura statale mentre rompe le cose e si muove velocemente diventa l'approccio preferito rispetto all'approccio legalistico raffinato, è da determinare. Si vede sempre più chiaramente vedere un crescente sentimento reazionario, con progressisti statunitensi, come il senatore Bernie Sanders nei suoi discorsi anti-oligarchia, che condannano gli immigrati clandestini come inappropriati; o le università che non offrono alcuna protezione ai loro studenti, arrivando persino a minacciare di revocare retroattivamente i diplomi. Una cosa è certa, lo stato sta esaurendo le opzioni oltre alla certezza delle guerre che diventano sempre più l'ultima strada per risolvere le crisi capitaliste. Una maggiore repressione e un rafforzamento della disciplina repressiva su settori della classe operaia e la spinta per una maggiore reazione sociale, man mano che il capitalismo decadente fa scoppiare altre crisi, sono garantite nel preparare la classe operaia a guerre generalizzate. (Internationalist Workers' Group, 4 aprile 2025)
Le deportazioni di massa sono un attacco sull’intera classe operaia
Il 29 gennaio, il Lanken Riley Act è divenuto legge dopo aver ricevuto la firma del presidente Trump. La legge è concepita con lo scopo di permettere allo Stato di porre in stato di detenzione a tempo indeterminato e di deportare sommariamente gli immigrati, indipendentemente dal loro status giuridico. Adesso gli immigrati possono essere semplicemente accusati di aver commesso un crimine, inclusi i reati minori non violenti, ed essere deportati senza alcuna condanna per reati contro lo Stato. Questo provvedimento era chiaramente sostenuto da entrambi i partiti; 50 democratici della House of Representatives lo hanno votato e rappresenta una continuazione della brutale politica anti-migratoria portata avanti dal presidente Biden volta a velocizzare le deportazioni di massa. Questa legge fa parte della crescente reazione sociale propugnata dai politici, ciò mentre la crisi economica esacerba la già precaria situazione della classe operaia, ormai quasi del tutto impoverita. La crescita del sentimento sociale reazionario è guidata dai timori dei nemici della classe operaia, compresi i piccoli capitalisti che paventato la rovina man mano che la crisi del capitalismo si acuisce. Questi piccoli capitalisti, detti piccola borghesia, tenderanno sempre a schierarsi contro la classe operaia nella speranza di evitare il destino di unirsi alle file dei salariati. La classe capitalista sta operando sotto vincoli sempre più stretti che portano ad atti sempre più disperati, tutto ciò, con tassi di profitto che rimangono sempre anemici, aprendo nuovi capitoli di brutalità nel tentativo di ricomporre i pezzi del decadente sistema sociale.
La legge, inoltre, dà agli stati la possibilità di citare in giudizio il governo federale così da impedire ai governi locali il rilascio degli immigrati dalle carceri, o di fare pressioni sulle città “santuario”(municipalità che si rifiutano di collaborare con il governo federale nel campo dell’immigrazione), le quali consentiranno la detenzione a scadenza indefinita degli immigrati per timore di azioni legali o di interventi federali. Diversi stati hanno seguito l'esempio federale nell'attacco contro gli immigrati irregolari. Sebbene il disegno di legge non è stato approvato, il Mississippi ha proposto di utilizzare cacciatori di taglie per braccare gli immigrati (1) . La legge SB 4, vigente in Texas, che consiste nella messa al bando di ogni città santuario nei confini statali, è divenuta un modello per gli stati che ambiscono a costringere queste municipalità ad aiutare l’ICE (Immigration and Customs Enforcement, corpo di polizia federale dedito alla difesa delle frontiere ) nello svolgimento delle sue funzioni (2) . L’ Idaho ha approvato una nuova legge, una versione a livello statale del Laken Riley Act, che comporta, oltre alla deportazione obbligatoria di qualsiasi immigrato irregolare che abbia commesso almeno un reato minore, anche una aumentata pressione sulle forze dell'ordine locali per facilitare i rastrellamenti dell’ICE (3). Inoltre, l’amministrazione federale ha rispolverato sia l’Alien Registry Act del 1940 che l’Immigration and Nationality Act del 1952. Questi provvedimenti impongono agli immigrati irregolari di fornire impronte digitali e un indirizzo di residenza al governo federale o subire multe, carcere immediato e/o la deportazione (4). È probabile che l'aumento dell'attenzione rivolta agli immigrati senza documenti a livello federale e statale aumenti la pressione sulle città santuario affinché rispettino le norme federali in materia di frontiere. Le minacce dell'amministrazione Trump ai funzionari locali e statali che si rifiutano di collaborare con l'ICE esercitano un'ulteriore pressione su queste giurisdizioni.
La ragione per la coordinazione e l'intensità di questi attacchi contro i lavoratori clandestini risiede nella promessa dell'amministrazione Trump di deportare tutti i migranti irregolari residenti negli Stati Uniti, che ammontano a circa dieci milioni di persone. Per deportare un numero tale di individui, il governo necessiterà di una maggiore capacità detentiva per gestire la trafila burocratica e la deportazione in un paese che li accetti. Il presidente Trump ha dato l’ordine di trasformare la famigerata Baia di Guantanamo nell’Île du Diable degli Stati Uniti per circa 30.000 detenuti immigrati. L’attuale capienza della base è di 800 persone ed è improbabile che strutture "adeguate" possano essere costruite a causa del terreno frastagliato, di conseguenza nella base vi saranno sofferenze di massa e morti. La Baia di Guantanamo ha già ricevuto il suo primo carico di 10 prigionieri che vi sono stati trasferiti dalla base dell'esercito americano Fort Bliss situata sul confine tra Stati Uniti e Messico. Questo memorandum fa parte dell'operazione militare in corso sul confine meridionale, colmo di tutto il linguaggio familiare nella geopolitica imperialista. Il governo Americano sta definendo la situazione un'invasione di bande criminali e una minaccia alla sovranità nazionale in modo da giustificare l'internamento di questi "pericolosi elementi sovversivi." La giustificazione fornita riecheggia quella data per i Palmer raids (le retate di Palmer) ordinate dal presidente Woodrow Wilson, nelle quali comunisti e sindacalisti, considerati sovversivi, subirono l'esilio o quella fornita per l’internamento dei giapponesi ordinato dal conciliatore liberale FDR. In entrambi i casi, il sentimento xenofobo era inesorabilmente collegato al crescente militarismo aspetto della crisi del capitalismo imperialista. L'aumento della xenofobia è un antecedente per la spinta verso le guerre generalizzate e pare che stia rialzando la sua brutta testa ancora una volta con la minaccia di una guerra tornata ad essere di nuovo una priorità.
In linea con la recente decisione dell'amministrazione di detenere migranti a Guantanamo, Il segretario di Stato USA Marco Rubio ha negoziato un accordo legalmente dubbio e finanziariamente redditizio con il presidente salvadoregno Nayib Bukele per spedire migranti senza documenti e cittadini statunitensi condannati per crimini violenti al Centro di Contenimento Terroristico (CECOT) di nuova costruzione situato in El Salvador (5). Dopo l’istituzione della legge marziale voluta da Bukele nel 2022, imposta sfruttando la scusante politica della lotta alla violenza delle gang, le carceri di El Salvador hanno visto un aumento di oltre 83.000 occupanti a partire da dicembre 2024, circa 28 volte la crescita media annua della popolazione carceraria salvadoregna negli ultimi 20 anni. Nel sistema carcerario dilagano casi di tortura, abusi e sovraffollamento, con prigioni che raggiungono oltre il 300% della loro capacità. (6)
Coloro che sono stati imprigionati dopo l'imposizione della legge marziale da parte di Bukele sono stati presi di mira per motivi razziali e di classe con arresti di massa nei quali vi era scarso o nessun giusto processo, mentre le quote giornaliere e soffiate anonime incentivano i funzionari militari e la polizia a trattenere i residenti delle aree povere colpite dalla violenza delle gang. I prigionieri detenuti nel CECOT, ormai divenuta la più grande prigione dell'America Latina con una capienza pari a 40.000 detenuti, vi sono trattenuti a tempo indeterminato, rinchiusi in celle da circa 80 detenuti e senza alcuna ora d’aria (7).
Se sarà raggiunto un accordo formale, possiamo aspettarci che sia migranti senza documenti che cittadini statunitensi spariscano nell’espansione illimitata del sistema carcerario salvadoregno assieme ai cittadini salvadoregni innocenti divenuti dei nuovi “desaparecidos” con l’accusa di appartenere a bande criminali, il tutto sotto gli auspici del regime di Bukele.
L’amministrazione Trump ha inoltre legato la sua politica migratoria alla sua altra politica favorevole alle tariffe, ed è stata entusiasta nelle sue dichiarazioni colme di promesse di dazi su Canada e Messico – in aggiunta a continuare la tradizionale retorica di Trump riguardo i dazi sulla Cina. A dare il pretesto per il nuovo approccio ostile ai partner commerciali delle precedenti amministrazioni, è stata una "straordinaria minaccia rappresentata da stranieri illegali e droghe." citata dall’amministrazione Trump sostenendo la convinzione che i funzionari cinesi permettano il flusso di precursori chimici ai produttori di droga, sostenendo che vi sia una presunta "alleanza con il governo messicano" stipulata tra esso e i trafficanti a sud del confine, e sostenendo che vi siano laboratori di droga di proprietà dei cartelli in Canada. L'inversione di Trump del corso neoliberale dell'America è stata uno squillo di tromba proclamando ai nazionalisti la rivitalizzazione della base manifatturiera. Questo è stato motivo di festa per alcune sezioni della borghesia americana- e per coloro che ne lottano a favore- con il presupposto che l'industria e i posti di lavoro che essa comporta torneranno in America e lavoratori americani. Pertanto, i sindacati come il UAW (United Automobile Workers) che rappresentano i lavoratori in molte industrie manifatturiere hanno accolto caldamente la notizia, anche se ciò significa dividere la classe operaia lungo i confini nazionali ed indebolirne il potere.
Nel corso dell’attuale crisi, si verifica l'inevitabile affondamento del piccolo capitalista (es. il piccolo imprenditore, il contadino, ecc.) nella classe operaia mentre il capitale si concentra sempre più nelle mani dei grandi capitalisti. La mitologia americana venera questa classe come il cuore pulsante del paese, ma questa idealizzazione della classe media non può vincere le leggi del capitalismo. Su questo precipizio, ora si dimenano e trovano capri espiatorii in qualsiasi gruppo sembri loro star portando via il "sogno americano". Nella loro valutazione reazionaria, se ci sono servizi sociali forniti dal governo federale, non solo gli immigrati dovrebbero esserne tenuti lontani per mezzo della deportazione, ma persino i soldi stanziati dal governo dovrebbero piuttosto essere utilizzati come un investimento nelle loro imprese, un sentimento che viene spesso inquadrato come "prendersi cura degli americani qui a casa." Per di più, questi piccoli capitalisti si sforzano di “far girare all'indietro la ruota della storia."(8) espellendo gli immigrati nel tentativo di salvarsi come capitalisti e per giustificare il tutto si affidano al razzismo: gli immigrati non sono razzialmente adatti a ricevere il sogno americano. I piccoli capitalisti trovano nella figura di Donald J. Trump il loro capo: una celebrità, ma non un uomo d'affari particolarmente di successo nel macro livello , e non qualcuno con un patrimonio netto particolarmente alto. Forse non un piccolo capitalista, ma significativamente più piccolo dei Forbes 400. Il suo uso del razzismo e varie altre bigotterie per giustificare i suoi fallimenti sono particolarmente attraenti per le classi medie reazionarie.
Ma che dire dei grandi capitalisti, e perché permettono questa isteria? In linea di massima, questo tipo di politiche isolazioniste non sono buone per gli affari. A breve termine si potrebbe aspettare di vedere una carenza di manodopera e una pressione per aumentare i salari, ma con la classe operaia disorganizzata e in ritirata, per i capitalisti abbassare i salari con il loro regno di terrore nei luoghi di lavoro è quasi un gioco da ragazzi. Di conseguenza, non è un grande danno perdere meno del 5% della forza lavoro totale.(9) Qui e in tutto il mondo vi è una classe capitalista che si prepara per la guerra imperialista. L'autosufficienza nazionale è fondamentale per evitare il collasso della catena di approvvigionamento e per evitare la dipendenza dai partner internazionali, o persino dai nemici, come nel caso della Cina, per le risorse necessarie alla difesa nazionale e alla produzione di armi e attrezzature militari. A concludere, è sempre vantaggioso per i capitalisti isolare la propria classe operaia nazionale da quelle di altre nazioni per impedire la solidarietà e l'organizzazione oltre le frontiere nazionali. In ultima analisi, il grande capitalista ha poco da perdere sostenendo i capricci reazionari del piccolo capitalista, dove in fin dei conti l'aggregato capitale di proprietà delle classi medie sarà appropriato in un modo o nell'altro dal grande capitalista.
Ma la nostra non è una richiesta di solidarietà con una classe media in rovina; noi chiediamo solidarietà con la classe operaia che vada oltre ogni confine. Chiediamo l'unità e l'internazionalismo con coloro che sono già sotto il giogo dello sfruttamento e la cooperazione verso un partito della classe operaia che possa porre fine a questo modo di sfruttamento, al razzismo e all'intolleranza. Noi chiediamo che non vi sia Nessuna guerra che non sia guerra di classe, e facciamo appello a quei lavoratori che sarebbero i primi coscritti a restare uniti con i vostri compagni della classe operaia e a combattere contro i capitalisti che vi vorrebbero carne da cannone in nome del loro profitto.
- Internationalist Workers’ Group
Appendice (scritta prima dell'aggiornamento)
L’articolo scritto dai compagni americani è più che sufficiente per comprendere la situazione nella cosiddetta “patria delle libertà” nella quale arresti arbitrari, deportazioni e lager sono la norma come lo erano in Italia durante il ventennio o come lo saranno in futuro appena la borghesia riterrà che la forma democratica non sia più sufficiente a garantire i propri interessi. Tuttavia, si corre il rischio che queste spaventose cifre restino tali, dei numeri su di una pagina, e non mostrino un lato concreto, più umano della vicenda politica. Per tentare di risolvere questo distacco, pur restando un tale compito impossibile se non si lascia il regno della carta a favore della reale esperienza, proponiamo alcune storie di questi desaparecidos americani.
Una ragazza di trent’anni, giovane, cammina per la strada; è una dottoranda nello Studio del l'infanzia e dello sviluppo umano. Viene da un altro continente; Europa per alcuni, già Asia per altri. La ragazza si sta dirigendo ad un iftar, una ricorrenza musulmana che marca la fine del ramadan; un uomo la ferma. Indossa una tuta da ginnastica nera, il cappuccio di essa gli copre la testa. Dichiara di essere un poliziotto; subito dopo prova a strappare dalle mani il telefono della studentessa. A lui si aggiunge un altro collega, anche lui senza divisa, che dopo aver esposto il distintivo senza aver detto una parola si getta ad aiutare il collega nel sequestro del telefono. Ai due si aggiunge un altro poliziotto e poi un altro ancora; spunta una poliziotta. In totale, a circondare quella studentessa incensurata, sono in sei. La maggior parte ha il volto coperto da una bandana ed un paio di occhiali da sole. Se non vi fosse il distintivo parrebbero indistinguibili da dei semplici criminali di strada intenti a rapinare un passante. Una voce fuori campo, probabilmente di un testimone della scena, ha il coraggio di chiedere “Why are you hiding your faces?”, “perché vi nascondete il volto?”. In neanche due minuti la studentessa è trascinata via. Dove? In Louisiana, in un centro per il rimpatrio gestito dall’ICE a 2500 km dal Massachusetts dove era situata la sua università. Il suo destino rimane incerto. (10)
Cambiamo soggetto. Ora il protagonista è un ragazzo, più giovane rispetto alla studentessa. È un barbiere di ventiquattro anni. Viene da una terra travagliata, il salario minimo in Venezuela non supera l’equivalente di 5 euro mensili. Dopo aver lavorato per sei anni nel vicino Perù, nel 2023 decide di varcare la frontiera, La Frontiera, quella varcata dei “mojados” e di molti altri come lui. Per questa traversata viene arrestato e per due mesi viene trattenuto in un carcere di Dallas. Viene scarcerato dopo che un giudice dichiara che non è un pericolo, tuttavia gli viene imposto l’obbligo del braccialetto elettronico. Sa che prima o poi sarà deportato, firma persino il suo ordine di deportazione, ma dato che il Venezuela non accetta deportati gli è concesso di rimanere nei confini americani. Dalla scarcerazione fino al 2 marzo 2025, il ragazzo lavora come barbiere per un negozio della città di Longview, Texas. Non ha precedenti penali, né qui né nella sua patria d’origine.
Il 2 marzo viene arrestato. Dopo l’arresto riesce a contattare la madre a cui dice che probabilmente il giorno delle deportazione in Venezuela è arrivato. Da questo giorno non si hanno più notizie di lui fino al 16 marzo data in cui la madre lo riconosce nel video pubblicato dal presidente Trump. Ha la testa rasata, i piedi e le mani incatenate ed è trascinato, come viene fatto con gli animali in uno zoo, con la testa spinta in basso da guardie salvadoregne. Indossa la divisa comune a tutti gli altri prigionieri: maglietta a maniche corte, pantaloncini e calzini, tutti di colore bianco. Questi prigionieri sono indistinguibili l’uno dall’altro se non fosse per i tatuaggi. Il ragazzo viene riconosciuto solo grazie ad un tatuaggio sul suo braccio destro. Il suo destino rimane incerto. (11)
L’ultima storia riguarda un ragazzo di soli diciotto anni. Anche lui proviene dal Venezuela ed era riuscito a varcare la frontiera nel novembre 2024, richiedendo asilo tramite un’app appositamente creata dal governo federale. Prima di lui hanno varcato la frontiera vari membri della sua famiglia che lo accolgono nella loro nuova casa. È in attesa di un’udienza con un giudice per l’immigrazione per decidere del suo futuro, ma nel mentre lavora come lavapiatti in una pizzeria. Riesce a comprare una bici ad un negozio dell’usato il 25 gennaio. È la sua prima bici e promettete di andare a farci un giro in mattinata. Il 26 gennaio bussano alla porta della sua casa degli agenti dell’ICE. Ad aprire è la sua matrigna. Gli agenti le dicono che il ragazzo è apparso in un video in cui erano visibili droghe e armi da fuoco. Il video non le viene mostrato. Questa prova è sufficiente per arrestare il ragazzo e portarlo al T. Don Hutto Detention Center a Dallas, Texas. Non ha né precedenti penali né viene rivelato il reato per cui è stato arrestato. Il padre del ragazzo riesce a comunicare con lui un’ultima volta il 15 marzo tramite un SMS che legge "Bendición papá, nos sacan, con la ayuda de Dios, nos vamos hoy" “benedizione papà, ci tirano fuori, con l'aiuto di Dio, ce ne andiamo oggi.” Da lì in poi solo silenzio. Il padre lo riconoscerà nel video del 16 marzo, anche lui con capelli rasati, mani e piedi cinte da catene e nell'uniforme bianca mentre viene trascinato per un calvario che pare non aver fine. Il suo destino rimane incerto. (12)
Le storie di Rumeysa Ozturk, Francisco Javier García Cacique e di Carlos Daniel Terán sono solo tre delle migliaia di storie dei torturati negli strumenti giuridici del miglior sistema possibile. Rumeysa Ozturk è stata arrestata senza un’accusa formale. La probabile ragione per la sua prigionia risiede nella sua partecipazione nella stesura di un documento nel quale si accusava il governo Israeliano di genocidio. Nel documento non vi era nessuna menzione di Hamas né un sostegno a gruppi armati palestinesi, ma solamente una richiesta di tagliare i rapporti tra l’università di Tuft e quelle israeliane e di de-investire da Israele. Pur ribadendo che la soluzione ai problemi del capitalismo non possano essere trovati in una strada nazionale, l’arresto, non dissimile da un rapimento, di una studentessa per un articolo è un gesto da condannare fermamente.
Le deportazioni nel campo di concentramento CECOT di Francisco Javier García Cacique e Carlos Daniel Terán, invece, sono frutto di un’accusa (senza alcun processo, né tanto meno condanna) di appartenere alla gang venezuelana Tren de Aragua, accusa infondata, utile solamente alla macchina propagandistica di Trump nel mostrare i grandiosi risultati della sua caccia all’immigrato.
Questi sono i cosiddetti “i _mostri_ mandati nel nostro Paese dal corrotto Joe Biden e dai Democratici della sinistra radicale”(13) del presidente Trump: Studenti e lavoratori incensurati!
Questa è la democrazia borghese!
Per quanto ne dicano i difensori del diritto, questo strumento non è riuscito in minimo modo a porre fine a queste barbarie, anzi, è proprio tramite il diritto che queste barbarie sono portate avanti. La legge usata per deportare migliaia di persona senza neanche un’udienza risale al 1798 e consente di deportare o internare chiunque provenga da un paese “nemico” che abbia compito almeno 14 anni. La legge era da applicare solo in caso di guerra, ma ciò non ha minimamente fermato la sua odierna applicazione. La definizione di guerra ha le maniche larghe e basta solo una “minaccia di incursione predatoria nel territorio degli Stati Uniti” per poter essere applicata (14). Per di più, in 200 anni di riunioni congressuali, nessuno dei partiti che si sono susseguiti nella storia politica americana ha mai fatto sforzi significativi per la sua abolizione.
La legalità è uno tra gli strumenti a disposizione della borghesia la quale li esercita tramite il suo Stato.
Finché la società sarà divisa in classi, torture e soprusi ne saranno i prodotti.
L’unica soluzione è la lotta di classe.
Non abbiamo da perdere che le nostre catene.
Fonti e bibliografia
clarionledger.com
www.capitol.texas.gov
idahocapitalsun.com
apnews.com
sv.usembassy.gov e amnesty.org
studiprigione.org
apnews.com
Marx & Engels, Manifesto del Partito Comunista
www.cmsny.org
Anemona Hartocollis, (29/03/2025), "Targeting of Tufts Student For Deportation Stuns Friends and Teachers”, NewYorkTimes, nytimes.com, (consultato il 30/03/2025)
Si vedano gli articoli:
Sergio Martínez-Beltrán, (21/03/2025), “Families of deported Venezuelans dispute gang claims after deportations under Alien Enemies Act”, NPR,
npr.org , (consultato il 30/03/2025)
Jesus Mesa, (20/3/2025), “Mother's Shock as She Recognizes Deported Son in El Salvador Prison Video”, Newsweek, newsweek.com, (consultato il 30/03/2025)
Si vedano gli articoli:
Sergio Martínez-Beltrán, (5/02/2025), “ICE has arrested scores of migrants in the U.S. who have no criminal records”, NPR, npr.org (consultato il 30/03/2025)
Sergio Martínez-Beltrán, (21/03/2025), “Families of deported Venezuelans dispute gang claims after deportations under Alien Enemies Act”, NPR,
npr.org , (consultato il 30/03/2025)
(17/03/2025) “Legati mani e caviglie, teste rasate. Ecco i deportati venezuelani nel video pubblicato Trump” , Rainews.it,
rainews.it, (consultato il 30/03/2025)
Testo ufficiale della legge, reperibile dagli archivi nazionali Statunitensi, assieme ai testi dell’ Alien Act, The Alien Enemies Act, _e del_ Sedition Act:
consultato il 30/03/2025
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- 2013: Black Lives Matter Movement
- 2014: Military Intervention Against ISIS
- 2015: Refugee Crisis
- 2018: Haft Tappeh Struggle
- 2018: Climate Movement
Persone
- Amadeo Bordiga
- Anton Pannekoek
- Antonio Gramsci
- Arrigo Cervetto
- Bruno Fortichiari
- Bruno Maffi
- Celso Beltrami
- Davide Casartelli
- Errico Malatesta
- Fabio Damen
- Fausto Atti
- Franco Migliaccio
- Franz Mehring
- Friedrich Engels
- Giorgio Paolucci
- Guido Torricelli
- Heinz Langerhans
- Helmut Wagner
- Henryk Grossmann
- Karl Korsch
- Karl Liebknecht
- Karl Marx
- Leon Trotsky
- Lorenzo Procopio
- Mario Acquaviva
- Mauro jr. Stefanini
- Michail Bakunin
- Onorato Damen
- Ottorino Perrone (Vercesi)
- Paul Mattick
- Rosa Luxemburg
- Vladimir Lenin
Politica
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- Unionism
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