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Home ›Cortigiana, cortigiani, ma soprattutto briganti
Giorni di “profonde e acute” discussioni questi che viviamo; giorni di elegiaca deferenza dovuta a degli umili servitori patrii. Lu protagonista, in un caso, è sempre lei, il Primo Ministro Meloni Giorgia, come lo chiamano i servi devoti (aridaje) prezzolati che pur di dimostrare quanto la loro faccia sia degna del loro culo, si ingegnano, si fa per dire, di violentare la lingua (il loro organo migliore) italiana.
Ebbene, veniamo ai fatti. Landini, il segretario generale della CGIL, intervistato da Floris, si è lasciato scappare che “la Meloni si è limitata a fare la cortigiana di Trump e non ha mosso un dito”. Diceva questo in riferimento alla condotta sua e del suo governissimo, per i fatti di Gaza e della mattanza dei palestinesi. Ora lungi da noi l’idea di difendere Landini, cortigiano a sua volta, in quanto “uomo di corte” (Di corte, che riguarda le corti o chi sta in esse; vocabolario Treccani), ovvero delle istituzioni borghesi.
Oddio! Mai avesse pronunciato parola simil, parente stretta a suo dire (della Meloni) di baldracca, molto più signorilmente riformulata da lei in prostituta. E che ti fa la Sovranista del Re, giusto per restare nell’ambiente di corti, cortigiani e cortigiane, ti va a “postare”, per spiegare il significato di cortigiana, la prima definizione che ne dà l’Oxford Languages: “Donna di facili costumi”. E il Made in Italy? ‘ndo va a finì? Non è che ti riempi la bocca tutto l’anno con sta cavolo di patria, che ciài fatto una capa tanta, e poi me ne esci con Oxford Languages.
E no, cara la mia bello, adesso non “esterofili”; non è che puoi fare la patriota a giorni alterni a seconda della convenienza, mo' rimani in Italia, e ti proponiamo la patriottica Enciclopedia Italiana Treccani, prima definizione di cortigiana: “(ant. Cortegiana) s.f. [femm. Di cortegiano]. Propr., donna di corte.
Alla definizione di prostituta si arriva ben dopo. Ma alla Presidente del Consiglio, pur a lei piacendo l’articolo “IL” in nome del rispetto e della difesa delle donne, che è tutto dire, capovolgendo il femminile col maschile, piacciono le letture più comode e più semplici. Per esempio: “Anche nell'Italia rinascimentale, sfuggendo a moralismi e censura, si codifica ben presto la figura di cortigiana, che ha mille sfaccettature!”. (1)
Lei invece, col semplicismo balbettante di un neonato, come al solito, arriva subito all’unica interpretazione possibile (per lei), ma tant’è: piaccia a ognun ciò che piace. Appare comunque evidente che, visto il contesto dell’intervista, la questione sessista c’entrava come i famosi “cavoli a merenda”. Era un giudizio chiaramente politico riferito al servilismo del governo italiano e della Meloni come suo capo, nei confronti di Trump e degli Usa. Nulla aveva a che vedere con la prostituzione sessuale, semmai, aveva a che vedere con la prostituzione politico/economica: prostituire [dal lat. Prostituěre]: “mettere in vendita”. Treccani.
Naturalmente insorgono i prostituti e le prostitute, ovvero coloro che si offrono, che si mettono in vendita, al miglior compratore, nulla a che vedere con il sessismo, siamo solo nel campo dell’ideologia culturale borghese, difesa a spada tratta dai signorotti pennivendoli e “pescivendoli” che per un piatto di lenticchie o per trenta denari, sono disposti a sguainare le loro penne a guisa (per rimanere “a corte”) di lingua, per fare i prezzolati cantori di un mondo di merda e, mentre benedicono tonnellate di bombe che ammazzano bimbi inermi, la cui unica colpa è stata di nascere, dipingono le tenebre di questo mondo infame (non per loro ovviamente), come lo splendore accecante di una felicità eterna. “Turbata”, poverini, da una parola dissacrante: cortigiana.
Nel frattempo, dietro le quinte fanno i cazzi che vogliono; per rimanere nel profano, che aborriscono in pubblico ma non in privato, nel loro depravato libertinismo, che ha avuto grandi rappresentanti nei capi/papa della chiesa cattolica cristiana. Magica parola, questa, nella quale si riconosce e si specchia la “Calimero” signora, che non riesce a togliersi di dosso la nera fuliggine, neanche dopo gli innumerevoli lavaggi coi detersivi della ex famosa Mira Lanza, che in verità più che sbiancare anneriva, grazie soprattutto al suo A.D. Andrea Maria Piaggio, uno dei finanziatori di gruppi eversivi di estrema destra degli anni 1970.
E farsi gli affaracci propri (dei padroni e dei loro leccapiedi), vuol dire soprattutto parlare di dame e damerini di corti e cortigiane, mica delle guerre imperialiste e delle macellerie proletarie come conseguenza del barbaro regime capitalista; mica di salari, di sanità, di Welfare State ridotto ai minimi termini, di pensioni ecc. È così bello e rilassante parlare di pinzillacchere come diceva Totò, di quisquilie, o, come si dice oggi di armi di distrazione di massa, che, ad onor del vero, bisognerebbe chiamare di distruzione di massa.
Il diritto civile, penale, l’interpretazione delle parole appartiene ai detentori del potere di cui fa parte anche il segretario della CGIL, incappato in una diatriba con i suoi omologhi ma concorrenti. Il campo di battaglia e dei rodei è lo stesso: il profumato letamaio dei bugiardi seriali in cui si pascono, a turno, gli obesi maiali a presidiare il dominio del capitale. Poi anche nel raccontare le menzogne ci vuole “stile”, e che la buzzurraggine sia il marchio di fabbrica della cosiddetta classe politica che presidia il potere del padrone in questo momento, non vi è dubbio alcuno. Noi lasciamo volentieri queste cortigiane e cortigiani a prostituirsi (mettere in vendita, Treccani), e a leccare le montagne di letame che il loro padrone in capo, Trump, esempio di signorilità, lancia dal suo “jet”, appunto. Possiamo però augurargli che, strada facendo, arrivi un uragano di nome Melissa, o , perché no! Melania, che reindirizzi queste valanghe di merda ai legittimi proprietari!
(1) Baldassarre Castiglione (1478/1529)
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