La lezione di Bruno Fortichiari

approfitto di questo topic per chiedere ai frequentatori del forum a quale partito appartengono... io davo per scontato che fossero tutti del PCint (dopo l'allontanamento di quelli di LC), ma non è così.

detto questo, riporto la prima lettera aperta ai compagni della Sinistra Comunista...che mi sembra ancora di grande attualità.

Caro compagno, non allarmarti prima ancora di leggere. Non ho proprio intenzione di costituire il mio partito personale, il mio gruppo tascabile, e neanche di proporre l'organizzazione del ventesimo o cinquantesimo nucleo di sinistra con etichetta più o meno comunista. La proliferazione di partiti o pseudo partiti marxisti-leninisti è tale oramai da fuorviare, disgustare, sgomentare proletari e simpatizzanti non proletari. Non so se tu sei inscritto a uno di quei partiti o gruppi o se te ne sei allontanato o se attendi a deciderti per l'uno o per l'altro, o se addirittura preferisci restare ai margini di tanta baraonda. So che migliaia, decine di migliaia di compagni anziani e sopra tutto giovani sono in quelle condizioni dopo aver trascorso qualche anno nelle file del partito Comunista Italiano o comunque nell'ambito vasto e nebuloso della così detta sinistra. E penso con amarezza a tanta forza dispersa, vanificata e pertanto regalata in effetti al nemico di classe. Vorrei scoprire nella tua coscienza un punto di inquietudine o curiosità o attenzione sul quale far leva per ottenere prima la tua comprensione e poi la tua collaborazione. Non mi attendo altro. Non ti domando altro. Ci sono in Italia, da parecchi anni, due raggruppamenti di compagni che si chiamano Partito Comunista Internazionalista. Mi riferisco anzitutto a questi due raggruppamenti perché sono quelli che a ragione possono richiamarsi al Partito Comunista d'Italia, fondato a Livorno nel 1921, cioè al Partito che si era costituito come Sezione della Terza Internazionale, l'Internazionale di Lenin per intenderci. Perché due Partiti se la base è unica? Non è il caso di rifare, qui, la storia della spaccatura che ha dato origine al doppione. Non risolviamo niente se rinnoviamo polemiche in proposito. Constato che i due partiti sono da anni sullo stesso fronte, hanno in comune - anche ignorandosi o dandosi qualche gomitata ogni tanto - le ragioni essenziali, fondamentali della loro esistenza. Organizzazione, attività, finalità non hanno differenze sostanziali. So bene che dedicandovi tanto rigore e un po' di passione bizantina si può trovare motivo di sottile distinzione interpretando la teoria che accomuna nelle particolari situazioni da affrontare nella pratica. A costo di sentirmi dare dello sprovveduto in punto di pura dottrina oso dire che non ho notato nulla, da una parte e dall'altra, che contrasti in modo determinante con la teoria e la prassi sulle quali si è fondato e si è sviluppato il Partito Comunista d'Italia, Sezione della Terza Internazionale. Che se motivi di relativo dissenso possono esserci nella pratica applicazione delle direttive derivanti dalle regole fondamentali, nel corso degli avvenimenti, nel Partito Comunista degno di questo nome sarà lecito e utile e necessario discutere, vagliare, decidere. A mio parere la situazione in questo Paese è tale da sollecitare i comunisti internazionalisti a superare quelle esitazioni e prevenzioni che li tengono separati. Assistiamo ad un succedersi di crisi profonde e vaste e frequenti nella società capitalistica e constatiamo che la classe dirigente ne esce, sia pure con fatica, sia pure con penosi contorcimenti, ma ne esce, e ristabilisce il suo dominio, rinnova le sue energie, ricostituisce le sue difese. È certo e provato che la classe dirigente ha un alleato efficiente ed efficace nello pseudo Partito Comunista Italiano e che fanno il suo gioco, nonostante il loro blaterare e perfino col terrorismo demagogico, gruppi e partitelli che nascono come funghi dalla palude marginale del P.C.I. La confusione babilonica delle iniziative sedicenti di sinistra, siano di socialisti e di democristiani e di preti, o anche di tendenzialmente comunisti in buona fede, è quanto di meglio la classe capitalistica possa desiderare per fuorviare le masse proletarie, disperderne le forze, disgregarle, scoraggiarle. La nostra ferma convinzione, la nostra certezza che, comunque, il capitalismo soccomberà nell'acme del suo sviluppo e nel contemporaneo urto con le forze proletarie incontenibili èconfermata dagli accadimenti. Ma non possiamo limitarci a contemplare quanto succede o tutt'al più a seguire gli avvenimenti con un certo distacco. E allora sentiamo la necessità di esercitare una funzione coerente con le direttive stabilite alla fondazione del Partito Comunista d'Italia e dalla Terza Internazionale (distrutta dallo stalinismo e dal togliattismo ma per noi validissima) e operare in modo che il Partita Comunista Internazionalista si imponga come avanguardia nello schieramento proletario. Come può farlo se non si riesce a comporne una forza unica e unita, un organismo compatto e vigoroso, un insieme omogeneo e combattivo? Caro compagno, vorrei averti persuaso della necessità e dell'urgenza di operare per questo obiettivo primario: la ricostituzione del Partito Comunista d'Italia. Tu pure potrai collaborare a questo fine persuadendo a tua volta quanti compagni ne riconoscano la necessità al di sopra di ogni campanilismo di gruppo. Saluti comunisti.

Bruno Fortichiari

ottobre 1970

Forum: 

vecchi stracci

" è un buon ufficiale di stato maggiore " così si espresse Bordiga nei confronti di Fortichiari.

  • Ciao lev,

se ti interessa,*

Ciao lev,

se ti interessa, come BC abbiamo un opuscoletto su Bruno Fortichiari. Indubbiamente, nonostante abbia avuto degli scivolamenti, era un buon compagno, ma anche grossi limiti politici che gli hanno impedito di comprendere, per certi aspetti, il percorso controrivoluzionario e il "casino" che ha investito, a un certo puno, la sinistra comunista.

Ciao a tutti,

Smirnov

Una sola cosa, rafforziamo il Partito comunista internazionalista, dando respiro alle sue istanze.

Rivolunzio

ho letto un po' di cose di fortichiari, i suoi memoriali, la sua storia del movimento comunista italiano...

la sua battaglia per ricostruire un partito analogo al PCd'I di livorno '21 mi sembra importante...peccato non sia riuscito nel suo intento...

ma il problema rimane: un solo grande partito comunista è ovviamente meglio che tanti piccoli partiti che si fanno lo sgambetto tra di loro.

il commento di Spartaco è un esempio... non so a quale "setta" appartenga...ma è chiaro che così non si va da nessuna parte...

mettere Fortichiari tra i "vecchi stracci" è un grave insulto a un grande e sincero rivoluzionario... chissà Spartaco, sicuramente protagonista di grandiose esperienze rivoluzionarie, da quale pulpito si sente in diritto di infangarne la memoria.

La forte attualita di tale lettera in questo momento difficilmete avrà destinatario.Siamo troppo divisi su certi temi fondamentali.Differenze che col tempo sono diventate molto marcate e per le quali ci distinguiamo con orgoglio.

Saluti Rivolunzio

un sincero rivoluzionario

Non volevo offendere la storia personale di chichessia, tantomeno quella di Fortichiari. Il fatto che non ci sia più non lo rende santo. La lettera scritta in tono pretesco, è la quintessenza del politicantismo magari sincero, che contrasta con l'ABC del materialismo "Vorrei scoprire nella tua coscienza un punto di inquietudine ....." dal vangelo secondo don Bruno F.... che

come antitesi alla esistenza di posizioni diverse invita recitare l'atto di fede della sinistra comunista, "livorno1921" e quindi con una catarsi collettiva ci ritrova tutti insieme come prima.

Il materialismo la vede in maniera diversa, la controrivoluzione ha creato il marasma di mille rivoli ed opposizioni, la ripresa della lotta di classe farà chiarezza.

Associarsi per contare di più per essere visibili è ridicolo, la chiarezza delle proprie posizioni invece è sana per tutti. Nella lotta di classe i compagni e i lavoratori riconosceranno il Partito.

Non c'è nulla da inventare, ogni raggruppamento ha la sua storia e il suo bagaglio dottrinario, riuscendo a collocare al loro interno i nuovi eventi e stabilire ed indicare la giusta tattica avranno la conferma o meno di quanto presupposto.

Qui non si tratta di coscienza, ma di onestà politica

saluti

Associarsi per contare di

>Associarsi per contare di più per essere visibili è ridicolo, la chiarezza delle proprie posizioni invece è sana per tutti. Nella lotta di classe i compagni e i lavoratori riconosceranno il Partito.

quest'affermazione mi sembra più "pretesca" del riferimento che Fortichiari fa all'inquietudine nella coscienza di molti compagni...

c'è una qualche legge materiale che fa si che i lavoratori quando sarà il momento (?) inevitabilmente riconosceranno Il Partito Giusto, in mezzo al marasma di partitini comunisti?

la storia ci dimostra il contrario...

il lavoratore si prende quello che c'è... quando c'era solo il PCd'I, il problema non si poneva.

oggi è probabile che ad esempio il lavoratore genovese "riconoscerà" il Partito sotto le sembianze di Lotta Comunista...indipendentemente dalla "qualità" di questo gruppo.

allo stesso modo un lavoratore delle tue parti riconoscerà nel tuo partito "Il Partito", se è quello prevalente...

non vedo proprio come la classe possa fare diversamente...a meno che non ammettiamo folgorazioni divine che indichino al buon proletario il Vero Profeta da seguire... o che a un certo punto della storia tutti i partiti "in errore" (?) smettano di esistere convergendo nell'Infallibile Unico Partito Rivoluzionario.

rspondo alla tua domanda di cosa siete.io sono un indipendente con forti simpatie per battaglia comunista.probabilmente la maggioranza degli interventi non sono di militanti non vedi le differenze?

rspondo alla tua domanda di

>rspondo alla tua domanda di cosa siete.io sono un indipendente con forti simpatie per battaglia comunista.probabilmente la maggioranza degli interventi non sono di militanti non vedi le differenze?

c'è pietroskij di F&M, Spartaco e Duccio che forse non sono di BC ma non non so cosa siano, Gek di BC... gli altri non so...

cmq se non si fosse capito io sono un indipendente con moderate simpatie per LC (gli unici con cui sono entrato in contatto).

  • Se vuoi, mi presento!*

Sono un materialista dialettico.Simpatizzo per BC, ma ho delle riserve sul giusto uso del metodo dialettico da parte di questa valorosa organizzazione comunista.Come Smirnov, ritengo che il problema dei problemi sia quello di concentrare tutte le proprie forze nel processo di formazione del partito comunista internazionale degli operai: Ma a differenza di questo compagno, credo che non si possa arrivare a costruire un partito centralizzato e disciplinato per battere la borghesia finaziaria internazionale senza avere contribuito a formare, prima, delle personalità rivoluzionarie attraverso una tenace ed intelligente lotta teorica,sul terreno filosofico e della gnoseologia scientifica che diano capacità di elaborare ed attuare programmi di azione, tra avanguardie comuniste, in vista della lotta pratica per la conquista di avanguardie di massa del movimento operaio. Indicando forme e modi per conquistare il potere politico nella visione di una rivoluzione permanente! La mia parola d'ordine è: conquistare l'avanguardia comunista nel mondo,aiutando il processo di formazione della "quintessenza" di questa. Non sono un intellettuale tradizionale, ma un critico del sistema capitalistico che si adopera per tradurre,insieme ad altri critici, in forza storica materiale la teoria genuina di Marx. Tutto qui. Spero di avere esaurito la tua curiosità, caro Lev! duccio.

anch'io mi presento

Sono un CS, con forte simpatie per il marxismo. Sono un fanatico dell'approccio scientifico basato sulla dimostrazione per assurdo e la tecnica del paradosso.(Nonchè un approccio storico.)

A me il gioco dimmi chi sei è ti dirò come la penso su di te è sempre piaciuto tanto. I giocatori più esperti invece di ascolare e analizzare le singole posizioni preferiscono, usare delle sigle, che racchiudono tutto un già detto. Sigle tipo Pcint, FM, LC e così via. (il bello è anche sparare colpi bassi del tipo LC nel giornale xx alla pagina yy dice che.... da veri esperti )

Sul tema lanciato da questo post, concordo pienamente, alla luce delle recenti fusioni bancarie, l'idea di una fusione delle forze rivoluzionarie. Si avrebbero delle sinergie nella carta stampata, nel numero di sedi, nella visibilità ecc. ecc. Vedo due problemi tra i tanti, il nome in primis. E qui propongo "ok Partito" . Un nome giovane e piacevole Mentre per l'indirizzo sindacale lascerei alla libera iniziativa locale, tipo a Napoli Cosnigli Operai, a Genova Sindacato di stato, a Milano Cobas a Torino Centri sociali, insomma un bel casino lo riusciamo a mettere su comunque.

Per la disciplina a malincuore tornerei al metodo della bolscevizzazione forzata,

se per esempio a Genova, al singolo non va proprio giù di seguire i maggioritari nella politica filo CGIL, o emigra, o si dedica ad altre attività, ce ne sono tante ( decoupage ecc.. ). Rispetto allo stalinismo comunque esisterebbe la valvola della omogeneità territoriale, che è un bel passo avanti verso la vecchia idea libertaria. invece di fare ciò che si vuole si può andare dove si vuole.

CS sta x Comunista Simpatico ??

Per il Cs

Certo sei bravo a fare del, marxismo il tuo giocattolo.Continua pure a prodigarti nel tuo fanatismo, che i sindacalisti di stato ti stanno aspettando al varco.

Cari saluti...

caro Comunista Sarcastico, ti sembrerà strano, ma "ascoltare e analizzare singole posizioni" e chiedere qual è il partito di provenienza di chi le espone, non sono azioni mutualmente esclusive.

Anzi, se ci si vuole fare un idea del panorama della Sinistra Comunista cercando di capire quali sono le differenze tra i vari partiti, si è costretti a mettere in atto questo impegnativo multi-tasking cerebrale.

viste le incredibili capacità cognitive della mente umana, che ne dici di sfruttarle prima di scrivere un post?

Scusate se non rispondo, in particolare a Duccio, ma conto di ritornarci su, ora ho davvero poco tempo.

Qui volevo solo rilevare come il livello del forum ultimamente si fosse alzato, ma certi interventi rischiano di farlo ricadere di nuovo. Non che siamo contrari all'umorismo, al contrario, ma devono mantenersi su di un livello di correttezza non antipatizzante. Insomma, Babeuf, cerca di adeguarti al livello della discussione in atto.

Saluti,

Smirnov

Quando mancano gli argomenti, diventano essenziali le questioni di forma. Se vi racontassi tutti gli scherzi che la delegazione di sinistra faceva durante le sedute della terza internazionale vi annoiereste a morte. E' un peccato ce ne sono di veramente gustose, da quelle più oscene a quelle più mordaci, colpirono anche alti papaveri, tipo un Bucarin....

Ma veniamo a noi, nel paradosso dell'azione sindacale senza, principi e tattica condivisi c'è l'essenza di quanto poco serio sia lo scritto di Fortichiari. Se non è serio è ridicolo.

CS è l'acronimo di Cane Sciolto. gruppo informale molto diffuso negli anni 70. Tra l'altro vi apparteneva anche Bruno Fortichiari.

Babouef mi dici dove posso trovare le "zingarate" della delegazione della Sinistra Italiana ?? sono interesato...

Lev:

io nn ho minimamente la presunzione di "smontare" un Fortichiari, nelle cui lettere, in passato, mi sono cmq ritrovato nn poco.

Però penso che l'atteggiamento corretto ( nel senso di + positivo&propositivo ) sia quello dello schierarsi, della militanza sulla base dello studio precedente della storia e delle posizioni fondamentali.

Mi viene da citare Kennedy; " nn chiederti cosa il Partito può fare x te ( inteso come circoli, n° di militanti, radicamento/influenza nella classe ), piuttosto chiediti cosa puoi e sai fare TE x esso ".

Senza farsi paralizzare dalle estreme debolezze attuali delle avanguardie.

Trovo inconcludente l'atteggiamento " siete pochi...dove volete andare / bisogna unirci etc. etc." ( che porta sempre prima o dopo alla scelta del raggruppamento + numeroso o visibile a prescindere ), se pensi che uno abbia ragione sostienilo. Altrimenti contrastalo. Bisogna scegliere da che parte stare.

Ma senza restare sulla soglia ad osservare e giudicare.

  • per chiarezza estrema:

io*

per chiarezza estrema:

io ho avuto un percorso a zig-zag - dopo un qualche anno in LotCom e qualche altro da cane sciolto da qualche anno mi sono (ri)avvicinato alle posizioni della Sinistra Comunista, stando con BC

le zingarate io le ho trovate sfogliando 1 libro su lidia ravera pensate bordiga che faceva le serenate alla finestra di bucarin e altri dirigenti cantando o sole mio

No Nick, hai ragione, per questo frequento questo forum e sto cercando di informarmi sulle peculiarità/differenze tra i vari gruppi della Sinistra....divisioni che viste da fuori mi sembrano tanto insormontabili quanto irrilevanti...ma è troppo presto per giudicare.

Da quel che ho visto fin'ora, il mio partito ideale è un collage fatto di diversi aspetti di vari gruppi...o il partito che più si impegna per creare una sintesi tra le differenti posizioni.

non essendo ancora troppo informato a riguardo, assumo per vero che le divisioni fra Battaglia Comunista, Rivoluzione Comunista, Programma Comunista, Lotta Comunista, CCI, FICCI, Pagine Marxiste e chi più ne ha più ne metta siano insanabili.

Dal mio punto di vista "ingenuo" mi sembra che le corrispondenze siano di gran lunga superiori alle divergenze.

la psicologia sociale ha dimostrato da decenni che la rivalità intergruppi ha la peculiarità inevitabile di esaltare le differenze e minimizzare i punti di contatto...probabilmente se appartenessi a uno di questi partiti anche io lo giudicherei "superiore" e incompatibile con gli altri, chissà.

secondo me creare una piattaforma comune a tutta la Sinistra, mantenendo intatte le sue diverse identità, è una cosa possibile e necessaria.

Io non sono nessuno, ma Fortichiari mi sembra tutt'altro che uno sprovveduto. Non dico di tornare indietro nel tempo e fare un clone del PCd'I, ma secondo me sarebbe necessario andare avanti e lavorare per un minimo di unità.

Il fine ultimo è la rivoluzione, non il proprio orticello di partito...

ma se le divisioni sono davvero insanabili, bisognerebbe chiedersi il perchè.

Nella scienza le divisioni fra posizioni distinte sono temporanee e funzionali al progresso. Anche lì ci sono dei personalismi, ma alla fine la "comunità scientifica" sceglie la direzione "giusta". Nel marxismo questo non accade.

Non è una scienza? o i marxisti sono più preoccupati del loro spazio piuttosto che della giustezza della teoria?

esiste un reale e onesto dibattito teorico o si prosegue con i paraocchi ognuno per la sua strada?

Popper sosteneva che il marxismo, come la psicoanalisi, sono pseudoscienze. Non posso non notare che anche la psicoanalisi è fatta di "sette" contrapposte che rivendicano le rispettive "superiorità". Questa situazione non danneggia l'operato degli psicanalisti...il loro fine è curare nevrosi a singoli individui, non guidare la rivoluzione mondiale.

In qualunque altra scienza queste cose non succedono....Popper ha visto giusto?

Io credo che scienza ed esercizio della politica siano necessariamente non del tutto sovrapponibili. Il marxismo è una scienza. Il Partito comunista fa uso della scienza sociale più avanzata e completa della contemporaneità per intervenire fattivamente in un mondo che è capace di leggere e comprendere. Tuttavia la politica ha bisogno di cristallizzare posizioni in maniera più duratura e granitica delle scienze. Le ipotesi scientifiche non sono confermabili, solo confutabili; il metodo scientifico si fonda su questo assunto e sulla disponibilità teorica di superarsi, assumendo le conquiste del passato ma disposta all'autosovversione. Se questo può valere per la lettura scientifica del mondo ad opera del Partito, la cosa non può non fermarsi davanti a ragioni di ordine pratico: per esempio, la definizione della natura sociale dell'Urss non è scientificamente riducibile a "Capitalismo di Stato", ma politicamente diverrebbe criminale usare formule ambigue, tentennare, dire altro, non evidenziare una parte (politicamente) rilevante ma che non concede giustizia al tutto. Mantenere fermezza di posizioni può significare (e spesso significa) arroccarsi su ipotesi errate, trascurare anche del tutto la verifica delle ipotesi e "la testa dura dei fatti" (cfr. Lc) e sclerotizzarsi su posizioni "rivelate" (un bel po' di bordighismo). Le differenze tra raggruppamenti politici vivono delle dinamiche gruppali citate a ragione da Lev, e si marmorizzano a causa di quest'atteggiamento identitario. La psicologia (prendiamola per quel che è...) insegna che preservare l'identità e l'"equilibrio" significa piegare il mondo ad una interpretazione soggettiva che non metta in crisi nulla. La storia delle religioni insegna poi che agitare Talmud, Bibbia, Corano, così come Mein Kampf, Costituzioni, Opere di Tizio e Caio può funzionare bene nella mobilitazione delle masse: ma far fare la stessa fine al Capitale che senso a lungo termine ha? E qui viene il difficile di una scienza marxista che sia realmente scienza, e di una politica di Partito che sia insieme ferma (e quindi capace di mobilitare intorno a qualcosa) e scientifica (che mobiliti correttamente verso qualcosa di reale).

"Comunità scientifica"

Lev, non sono però d'accordo quando dici

Nella scienza le divisioni fra posizioni distinte sono temporanee e funzionali al progresso. Anche lì ci sono dei personalismi, ma alla fine la <> sceglie la direzione <>. Nel marxismo questo non accade

  1. posizioni distinte non sono temporanee, anzi...
  2. Non sono funzionali al progresso, ma al profitto
  3. Oltre che personalismi ci sono interessi capitalistici contrapposti ben forti e chiari
  4. Non si sceglie la "direzione giusta", ma predomina una "direzione" che non sempre nel capitalismo è quella più sensata nello "spirito" della ricerca scientifica.
  5. Se la "scienza" borghese riesce a comporre nel grosso una unitarietà (non unità!) di massima è perchè serve ed esprime interessi unitari (non uniti); un po' come la politica borghese: le differenze esistenti da Bertinotti a Rauti sfumano ai margini l'unitarietà degli interessi borghesi, che complessivamente esprimono.

Il senso del tuo intervento (per esempio è chiaro quando dici "nel marxismo questo non accade") presuppone il riconoscimento di un ambiente politico proletario, che ad oggi credo sia riconosciuto in qualche misura solo dai consiliaristi e da qualche organizzazione che la Sinistra storica non riconosce nemmeno nel suo seno o da lei figliata.

è vero che tra scienziati ci sono divergenze che possono permanere nel tempo...ma è anche vero che ogni scienza ha visto negli ultimi 200 anni la sua "rivoluzione", ha cambiato/aggiornato il proprio paradigma anche più di una volta... con le naturali resistenze che il tempo fa svanire.

basti pensare alla fisica, o alla psicologia (che è il mio campo). Oggi non ci sono più "newtoniani" o vetero-comportamentisti alla Pavlov. C'è la fisica quantistica (ormai "vecchia"), il cognitivismo in psicologia ecc... poi all'interno di questi macro-paradigmi ci possono essere posizioni distinte su "dettagli"...ma anche queste divergenze sono in continuo divenire. C'è movimento insomma.

Ovviamente la scienza borghese non può essere neutrale, tuttavia l'evoluzione scientifica, incoraggiata dal "capitale" in quanto funzionale a esso, prende direzioni che non sono strettamente determinate dall'economia. Questo per quanto riguarda la teoria. Per le applicazioni pratiche invece il discorso cambia. Secondo me il tuo discorso è valido in quanto ovviamente chi decide cosa fare della scienza non sono gli scienziati, che a mio parere sono degli "strumenti" in sè neutrali (anche se i loro campi di studio sono condizionati).

Nonostante siano frenate dai "lacci" del capitalismo, le scienze si evolvono costantemente.

Vero, esprimono un interesse unitario.

Ma il marxismo è nato proprio per l'interesse unitario di una classe...anche se oggi è come se fosse stato strappato ad essa per diventare il gioco intellettuale di pochi che passano il tempo a combattersi a colpi di linguaggio aulico...una battaglia a cui la classe non presta nessuna attenzione.

Non sarebbe il caso, per i vari gruppi della Sinistra, di riconoscere questo "ambiente politico proletario" unitario (escludendo pure i movimenti/organizzazioni a lei estranea) e mettersi a fare scienza seriamente? E' qualcosa di impegnativo, in quanto comporta uscire dall'appagante autoreferenzialità in cui alcuni gruppi sono immersi fino al collo, ma se si è scienziati e non preti, dovrebbe essere possibile.

Il limite dell'invito di Fortichiari è che esso ci riporta indietro...ma la volontà di "unitarietà", non in un partito ma in una "comunità scientifica", secondo me dovrebbe essere all'ordine del giorno per tutti i marxisti. Il Partito come organo d'azione dovrebbe esserne il risultato, quando la storia lo chiederà... ma oggi la prospettiva della rivoluzione è ancora lontana, e bisognerebbe concentrarsi sullo sviluppo della scienza (senza escludere la formazione di un avanguardia) o si rischia di arrivare all'ora X con un bagaglio teorico risalente a 2-3 secoli prima.

permettetemi di dire una cosa

Io non mi ritengo di certo un "intellettuale", ed il mio contributo al partito puo essere esclusivamente di natura pratica (volantinaggio, propaganda ecc..). Nonostante abbia letto i libri di Marx non ho mai studiato economia. Sono quello che un tempo si sarebbe detto "proletario", e posso dire il mio punto di vista, che poi e' piu` o meno il punto di vista della classe della quale voi dovreste essere l'avanguardia. E l'impressione che si ha ad esempio leggendo questo forum, oppure (ne dico uno a caso) visitando il sito della CCI dove 9 articoli su 10 non sono altro che critiche ad altri partiti Comunisti, e` proprio quello di un partito formato intorno a delle persone che credono di avere la verita' in pugno e, come dice un compagno, sembrano interessati solo a coltivare il proprio orticello affinche` sia migliore di quello del vicino. E mentre la "sinistra" parlamentare si unisce, qua ci si preoccupa di dimostrare chi e' piu marxista. Permettetemi.. ma non e' meglio coltivare tutti insieme un orto piu grande, dove ognuno coltiva un ortaggio diverso, ma ci si aiuta nelle cose in comune, come innaffiare la terra, vendere gli ortaggi ecc.. :) ? Allora scusate se abbasso il livello del forum con un discorso mediocre, ma gli operai non comprendono queste divisioni, si spaventano e sono disorientati, ed e' probabile che vadano a votare rifondazione o addirittura forza italia. Secondo il mio modesto parere sarebbe il caso di preoccuparsi delle cose reali invece di perdersi in discorsi idealistici che, si` inorgogliscono l'ego, ma dal punto di vista pratico non portano a niente. Oppure quando (se) ci sara` una rivoluzione molti proletari non sapranno neppure dell'esistenza di questo partito. Percio` nel frattempo qual'e' il compito del partito? Mi illuminino gli intellettuali :)

sottoscrivo il post di tinchevrig

scusate, aggiungo una cosa

sul sito, sulla piattaforma del BIPR e` scritto:

in altre parole è possibile che improvvisamente il proletariato ritorni massivamente parte attiva nella lotta di classe e i rivoluzionari dovranno essere preparati per questo appuntamento. Quando la classe operaia riprende l'iniziativa e comincia ad usare la sua forza di massa contro gli attacchi del capitale, le organizzazioni politiche rivoluzionarie devono trovarsi, dal punto di vista politico ed organizzativo, in posizione tale da poter guidare e organizzare la lotta contro le forze della sinistra borghese.

Ma se gli operai continuano a votare dei partiti riformisti (e se non cooperate cio` continuera ad accadere), questi faranno in modo di tenere gli operai buoni, perche` non possano ribellarsi al giogo della borghesia.

Secondo me voi "rivoluzionari-intellettuali" non dovete aspettare in poltrona che la classe si accorga che e' il momento di reagire. Il partito deve scendere in piazza ed entrare in contatto con gli operaim deve spingere la sua classe alla lotta, deve dirigerla nella direzione giusta... o sbaglio??

se ho ben capito

Qui si teorizza il partito minestrone.

Gli esperti di cucina contadina, prepareranno un succulento piatto, che dia la voglia e la forza alle genti proletarie di fare la rivoluzione.

Del genere idealista, mi piaceva di più lo slogan "gastronomia operai, cannibalizzazione, coltello forchetta mangiamoci il padrone " sempre idealista, ma almeno contenplava il gusto del sangue borghese.

Lev, dici molte cose condivisibili. E' interessante quando dici che ogni scienza ha avuto la sua rivoluzione, e il marxismo no. Così però mi sembra che sbagli la questione: il marxismo E' la rivoluzione nel campo delle scienze sociali contemporanee; una rivoluzione del marxismo è un assurdo: potresti parlare di una rivoluzione delle scienze sociali, che consegnerebbe il marxismo alla storia. Accadrà di certo, ma non prima del superamento rivoluzionario del capitalismo; come scriveva Trotsky il periodo attuale non consente neanche uno sviluppo del Diamat in campi altri da quelli delle scienze socio-storiche.

L'idea di una "comunità scientifica" dei marxisti o è il partito (quindi scienza, propaganda, organizzazione nella lotta e per la lotta) o è il solito cenacolo intellettuale... no grazie!! E poi, Tinchevriq, anche i più "intellettuali" (Lc, N+1, Pagine o Prospettiva) si fanno un culo così, in piazza, a contatto con gli operai ecc. Ognuno criticabile e criticato, ma da rispettare.

Resta una cosa importante: è ovvio che ogni raggruppamento crede di essere nel giusto, e comprensibile che le differenze siano difficili da superare o appianare, e con gli anni sempre più. E' segno dei tempi, forse non potrebbe essere diversamente in quest'epoca. Però non è poi buon senso credere che nei momenti decisivi della storia verranno meno tutte le organizzazioni comuniste eccetto la propria, o che diventi adamantino che la propria è al di qua della linea di classe e le altre si spingeranno palesemente tutte al di là. Molti raggruppamenti parlano del "partito che verrà", "partito di domani", di "contributo alla formazione del partito" ecc. Questo richiederebbe almeno una dialettica virtuosa tra organizzazioni e militanti (Tinchevrig, forse certe cose non interessano ora agli operai, ma sono importanti per la formazione dell'avanguardia, non credi?), pubblica e non; in altri momenti della storia ci sarebbe meno inchiostro, più selezione, più unità [non è da trascurare che le posizioni nel Partito bolscevico erano anche molto diverse tra loro, mentre quelle tra le organizzazioni della SC sono più sclerotizzate e identitarie di quanto non siano distanti (pur essendolo, chiaro); la disciplina organizzativa serve anche a questo, altrimenti si scinde pure per cazzate...]. Quante organizzazioni della Sinistra Comunista sarebbero escluse dalla Terza Internazionale di Lenin sulla base delle posizioni e della prassi attuali? Credo poche, il che è significativo.

Caro tinchevrig... non sono un intellettuale, ma cerco comunque di darti la mia visione del problema.

Innanzitutto credo che la volontà di costruire una organizzazione forte, che sappia sostenere i reali interessi della classe operaia ce l'abbiamo tutti noi che ci diciamo comunisti. Ma credo che, a riguardo dell'apertura al dialogo, la storia testimoni in particolare a favore del PCInt, a cominciare dalle conferenze internazionali della fine degli anni 1970, per arrivare alla costituzione del BIPR e anche se vuoi alla creazione di questo stesso forum.

Ma una organizzazione forte non può prescindere dalla comunanza dei principi. Unire partiti e organizzazioni diverse in una accozzaglia disomogenea non significherebbe sommare le forze, quanto piuttosto le debolezze di ciascun gruppo. Per esperienza, posso dirti che purtroppo anche la semplice collaborazione in iniziative comuni può risultare molto difficile. Basta che pensi all'analisi del ruolo del sindacato: fino a che punto è possibile collaborare efficacemente con organizzazioni che hanno tra gli obiettivi principali la conquista o la costituzione di sindacati "di classe", quando noi riteniamo proprio i sindacati, per loro natura, i primi strumenti di controllo del proletariato da parte del padronato? E' chiaro che non si va molto lontano. Stesso discorso sulle lotte di liberazione nazionale... pensa alla questione palestinese.

Babeuf si esprime con toni sarcastici che non condivido, ma penso che abbia ragione nel sottolineare i limiti della proposta di Fortichiari.

Insomma unità si, ma a partire dalle fondamenta teoriche. Solo su queste fondamenta può poggiare una seria attività di agitazione e propaganda che - concordo - non dobbiamo mai stancarci di fare, al di là delle tristissime condizioni di coscienza di classe che il proletariato sta vivendo in questi giorni.

Chi riconosce la giustezza delle posizioni del PCInt dovrebbe lavorare per rafforzarlo. E' quello che abbiamo fatto qualche anno fa noi dei GLP (Gruppi di Lotta Proletaria), quando abbiamo deciso di sciogliere il gruppo e aderire al PCInt. Altro che "orticelli". Facciamo noi in modo che il proletariato abbia di fronte una reale alternativa, di classe, ai partiti borghesi, e possa sceglierla quando passerà al contrattacco.

Qui si teorizza il partito

Qui si teorizza il partito minestrone.

Per carita`, non voglio teorizzare niente, forse ho posto la questione in modo errato. In realta` volevo solo capire come lavorate e soprattutto perche`, e le vostre risposte sono state piu` che esaurienti, percio` vi ringrazio!

mi permetto di aggiungere al già esauriente Mic:

Lev/Thinch.. ; le Vs osservazioni sono + che normali e spontanee - sono quelle di chiunque si avvicina a questo "mondo" x la prima volta ( me compreso ). Sarebbe strano il contrario....

Credo però che approfondendo col tempo inevitabilmente necessario lo studio della storia e delle posizioni ( 2 Testi su tutti x me utilissimi: "Bordiga - Validità elimiti di un'esperienza nella sinistra italiana" e "Gramsci tra marxismo ed idealismo" di O.Damen ) la questione diventi "+ chiara."

Cenno storico: inoltre già dagli anni '50 il PC.Int. ha provato a ricostruire il Partito di Classe creando un'unione organizzativa - il Movimento della Sinistra Comunista - con la Federazione Comunista Libertaria, i Gruppi Comunisti Rivoluzionari ed Azione Comunista. Esperienza che ebbe però vita breve ( vedi l'opuscolo di partito n°5 - Esper. ed insegnamenti sulla ricostruzione del partito di classe )

Reed, è vero che il Marxismo è la rivoluzione nel campo delle scienze sociali, esattamente come il "newtonismo" fu la rivoluzione nel campo della fisica.

Newton ha prevalso su Aristotele perchè il suo modello sa spiegare molto di più la realtà... e il materialismo storico sa spiegarci il sociale infinitamente meglio dell'idealismo.

Io non dico che il paradigma marxista sia da "rivoluzionare", ma che, come per tutte le altre scienze, sia necessario fare un costante lavoro di affinamento/aggiornamento.

Nel medioevo chi criticava la visione geocentrica di aristotele veniva messo al rogo.

Allo stesso modo oggi nessuno osa intaccare il nucleo originario del marxismo (marx-engels-lenin), in quanto diventerebbe un eretico-individualista-idealista-piccoloborghese ecc... Non so voi, ma io ci vedo qualcosa di religioso. Così come il cristianesimo si è spaccato nella storia in diverse dottrine autoreferenziali (praticamente identiche se non in alcuni dettagli), così avviene con le continue scissioni della Sinistra Comunista.

L'ultimo aggiornamento importante del marxismo lo ha fatto Lenin con l'imperialismo, una fase del capitalismo che Marx non ebbe il tempo di osservare.

Ma oggi, dopo quasi un secolo, non è cambiato nulla? Siamo sicuri che i nostri modelli "sacri" siano efficaci come un tempo? Può una scienza sociale "arrivare al capolinea" e rimanere immutata nei secoli? Se Marx fosse vissuto altri 100 anni, non avrebbe più scritto nulla di teorico, basando le sue analisi esclusivamente su ciò che scrisse nella seconda metà dell'800?

Se rispondiamo sì, semplicemente, non chiamiamoci più scienziati.

Quanti marxisti oggi, 2006, sono ancora legati al positivismo del XIX secolo? Lenin può essere scusato vista l'epoca in cui ha vissuto, ma oggi si dovrebbe avere il coraggio di dire che ad esempio gli empiriocriticisti avevano ragione.

L'evoluzione del marxismo però non può essere affidata a un attesa messianica di un nuovo Lenin che un bel giorno arriva e ci dice "accidenti dal '17 ne sono cambiate di cose...che cosa avete fatto tutto questo tempo? vabè ora ci penso io".

La psicoanalisi va tranquillamente avanti senza pretese scientiste...ci sono le varie "sette" che non discutono tra loro, ogni corrente va avanti per la sua strada e va bene così... ma questo è inaccettabile per una teoria che si propone di sovvertire l'ordine di cose esistente a livello mondiale.

siamo scienziati o pseudiscienziati?

empiriocriticisti

Mi pare che da Fortichiari agli empiriocriticisti il passo sia un po' troppo lungo, Lev. Possiamo evitare di divagare? Nel caso volessi approfondire la questione, meglio aprire un altro argomento di discussione.

Inoltre, cerchiamo tutti di mantenere gli interventi entro la lunghezza consentita: una ventina di righe.

Saluti.

la questione empioriocriticismo era un esempio per parlare di evoluzione scientifica... volevo sottolineare come il marxismo sia rimasto fermo all'epistemologia in vigore nell'800, dando oggi l'impressione di non essere più una scienza in senso stretto.

Da qui la necessità di "unitarietà" almeno per quanto riguarda il dibattito teorico.

Cercherò di essere più sintetico in futuro :)

  • Ciao Lev,

dici che il*

Ciao Lev,

dici che il marxismo è fermo all' 800 e parli di "modelli sacri". Ok.

Nn hai notato che nel dopoguerra BC, tanto x nn fare esempi, ha cercato di andare oltre la visione classica 3internazionalista e della stessa sinistra comunista ad es. sul sindacato - fuori e contro esso, nn sindacato di classe ( e che ti ha anche scandalizzato se ben ricordo...) - o sulle cosidette lotte nazionali, nn ritenendo cioè di dovere appoggiare ( dopo la 2 guerra mondiale ) nessuna "liberazione nazionale" ( = borghesia locale ), in quanto tale lotta si sarebbe necessariamente inserita nell'orbita di uno dei 2 imperialismi in lotta e nn avrebbe avuto nulla xciò di progressivo, bensì di dover cercare di far crescere le avanguadie nei paesi periferici. Sono stato sintetico lo so, se vuoi leggiti il materiale relativo.

Questo a me pare "innovare" inteso in senso marxista, ossia sviluppare una teoria ed una prassi relativa mantenendo fermi il metodo ed i principi di analisi

No Nick, non conosco ancora bene la produzione della Sinistra Comunista in quanto prima vorrei studiarmi bene i "classici", in modo da poter dare un giudizio più ragionato su ciò che viene prodotto successivamente...

ma da quel che ho visto, e da quel che mi dici, le innovazioni sono di natura "tattica" e "strategica", legate quindi alla situazione contingente e all'analisi.

quel che è cambiato nel tempo quindi è l'"uso" che si fa del marxismo, adattandolo alla situazione corrente, ma la teoria se non sbaglio è sempre tale e quale.

forse è meglio aprire un topic apposito.

vorrei ricordare che battaglia negli anni 50 fece il tentativo del movimento sinistra comunista negli anni 80 le conferenze internazionali e negli anni 90 ci fu 1 appello per iniziative comuni rivolto alle altre forse della sinistra comunista mi sembra che fu all inizio delle guerre nei balcani.come vedete non è stata chiusa nel suo orticello ma se nessuno risponde allora non rimane che andare avanti da soli

  • Ciao Lev,

fai benissimo a*

Ciao Lev,

fai benissimo a studiarti i classici, ma, come hanno sottolineato più volte vari interventi (Mic, No Nick, Raes, ecc.) noi di Battaglia non siamo affatto rimasti - né lo siamo mai stati, a dire il vero - legati ad una triade simili-religiosa Marx-Engels-Lenin. Siamo andati avanti, sulla base del marxismo stesso (o almeno ci proviamo) che, come diceva Reed, E' la vera rivoluzione scientifica. Ma per non divagare, quello che volevo dire (senza polemica) è che prima di criticare bisogna consocere l'oggetto della critica, dunque, non puoi attribuire a noi l'atteggiamento religoso-pretesco di tanti cosiddetti marxisti-leninisti.

Ciao,

Smirnov

PS nell'ambito del marxismo, ci fu Pannekoek che criticò il libro di Lenin sull'empiriocriticismo.

smirnov, ho notato con piacere che BC si discosta anche parecchio dal "bordighismo stretto"... la mia polemica verso il marxismo religioso si riferisce essenzialmente ai bordighisti duri&puri, come il gruppo N+1 e certi scientisti meccanicisti.

Mi procurerò qualcosa di Pannekoek, grazie per la segnalazione.

Pannekoek

Per quello si puo anche chiedere al compagno del BIPR in Germania.Di Pannekoek ha testi sul parlamentarismo e i sindacati.Spero abbia le traduzioni.

Rivolunzio

c è anche il libro alle origini del comunismo dei consigli autore philippe bourrinet graphos edizioni

Ciao a tutti, compagni,

scusate, ma non sono stato preciso: mi riferivo a "Lenin filosofo", dove Pannekoek critica Materialismo ed empiriocriticismo di Lenin.

Ciao,

Smirnov

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