CIAO

Un saluto a tutti i compagni. Mi chiamo Dino e sono uno studente del politecnico di milano. Ho visto il vostro volantino al corteo di lotta comunista il primo maggio e così ho deciso di capire chi siete. Nel vostro sito c'è un sacco di materiale e in questi giorni non ho avuto tempo di andare a fondo... in ogni caso sono contento che ci siano altri compagni che si richiamino all'internazionalismo. Vi è piaciuto il corteo? mi è sembrato ben riuscito, anche se non ho margini di confronto (era il mio primo corteo internazionalista!)

saluti

Forum: 

Ciao Dino, benvenuto! Sul nostro sito troverai tutto il materiale necessario per conoscerci meglio. Inoltre, come forse già sai, a Milano abbiamo una sezione: è in [[maps.google.com | via Calvairate 1]] ed è aperta tutti i martedì dalle 21,15.

Ti anticipo che, nonostante la somiglianza dei nomi, le differenze fra noi e lotta comunista sono molto profonde. Riassumo:

- SINDACATO: i funzionari di LC ricoprono cariche di media e alta dirigenza dentro la CGIL, un sindacato che imbriglia i lavoratori, invece di spingerli alla lotta. Noi, invece, non solo riteniamo che ormai il sindacalismo sia un'arma spuntata nella lotta di classe, ma giudichiamo i "sindacati di stato" (CGIL-CISL-UIL) la CINGHIA DI TRASMISSIONE DEGLI INTERESSI BORGHESI NELLA CLASSE OPERAIA. La lotta economica/rivendicativa dei lavoratori deve oggi avvenire fuori e contro il sindacato, attraverso l'autorganizzazione di consigli di fabbrica e di territorio, la formazione di comitati di lotta che rifiutino la delega sindacale e i vincoli paralizzanti (leggi anti-sciopero ecc.) a cui essa si deve attenere.

- ANALISI DELLA FASE: secondo LC il capitalismo è ancora in fase di espansione perché la Cina ha un PIL in costante crescita, per cui secondo loro oggi sarebbe impossibile parlare di crisi, e questa analisi li spinge ulteriormente a essere più un circolo culturale, che un partito di lotta. Secondo noi, invece, dai primi anni '70 il capitalismo mondiale sta vivendo una CRISI STRUTTURALE irreversibile che è destinata ad approfondirsi sempre di più, creando le premesse per una generale ripresa della lotta di classe.

- CONCEZIONE DEL PARTITO: la struttura piramidale di LC è tipica dei partiti borghesi, in cui una ristretta cerchia di funzionari detta "la linea" ad una base di manovalanza a cui non si richede necessariamente la conoscenza delle posizioni che si portano avanti. Noi, invece, seguiamo i principi del "partito di quadri" e del "centralismo democratico", secondo cui il potere decisionale è nelle mani di tutta la comunità dei militanti, comunità che si centralizza in organi collegiali che, a loro volta, devono rispondere alla base che li esprime in occasione dei congressi e delle assemblee generali.

E altro ancora...

Saluti rossi!

Accidenti! Ero sicuro che ci fossero divergenze fra voi e lotta ma non pensavo fino a questo punto.

Ho letto alcuni post nel vostro sito... ci andate giù pesanti!

Lotta non sarà certo perfetta ma credo che esagerate nel definirla addirittura borghese (se ho ben capito questo è il senso)

Non voglio difendere nessuno, ma io Lotta la vedo tutti i giorni... voi mai... e sono su questo sito solo percheè vi ho incontrato ad un corteo di...... Lotta!!!!

Beh a questo punto mi sorgono due domande

1Che ci facevate?

2Fossi stato in lotta vi avrei cacciato sapendo quello che dite, perchè non lo hanno fatto?

Grazie anticipatamente per la risposta.

Mi riprometto di approfondire meglio il vostro materiale (anche per capire le ragioni di tanto astio)

Saluti rossi

Ciao Dino, provo a darti qualche risposta. Vedi Lotta tutti i giorni e noi mai perché noi siamo molti di meno e non riusciamo certo a fare un lavoro di agitazione e propaganda pari a quello che fa Lotta. Se uno dovesse scegliere fra noi e Lotta in base alla forza numerica di cui si dispone, dovrebbe senz'altro scegliere Lotta. La nostra speranza è che ci siano in giro compagni che non scelgano sempre "i più forti" ma quelli di cui condividono le posizioni.

Abbiamo volantinato a un corteo di Lotta proprio perché riteniamo che Lotta aggreghi molti compagni in buona fede che scelgono LC perché conoscono solo quella organizzazione "internazionalista" e non altre.

Distinguiamo l'astio dalla critica politica. Quest'ultima la trovi più o meno riassunta nel mio post precedente.

L'astio, invece, che sicuramente molti di noi provano nei confronti di Lotta (fra cui il sottoscritto) è dovuto a motivazioni generali e a una motivazione specifica.

- motivazioni generali: LC è oggettivamente deleteria perché

1) abbina una purezza teorica di facciata con una pratica, nelle fabbriche, assolutamente OPPORTUNISTA, appiattendosi e radicandosi in un sindacato filo-padronale e anti-operaio qual è ormai la CGIL

2) brucia moltissimi compagni che, dopo aver fatto una breve o lunga esperienza dentro LC, schifati dal loro settarismo e verticismo non vogliono più saperne di militanza comunista

- motivazione specifica: alcuni anni fa tre sgherri di Lotta provarono a intimidire un nostro compagno con fare mafioso (andandolo a trovare sul luogo di lavoro) avvertendolo di non organizzare più assemblee pubbliche insieme a uno dei tanti gruppi fuoriusciti da LC in questi anni

Dino, fatti anche questa domanda: Perché Lotta non ha un sito internet? Perché non apre un sito attravreso cui poter spiegare per bene le sue posizioni politiche a chi è interessato? Ma come, con tutte le forze di cui dispone non apre un bel sito? Io una risposta ce l'ho: perché è una setta, e come in tutte le sette che si rispettino, le posizioni politiche si devono conoscere gradualmente, trasmesse dall'alto verso il basso. Prima bisogna fare tanta gavetta, e vendere tanti giornali porta a porta. Prima i soldi, poi la teoria.

Saluti rossi

Ciao Dino. Una piccola precisazione.

Non so quello che raccontano al circolo... ma il corteo del Primo Maggio è di tutti i lavoratori, non è mica il corteo di Lotta!

Un consiglio proprio sincero: cerca di documentarti per conto tuo sulla storia del movimento operaio e della sinistra comunista italiana, perchè quello che scrive Lotta (e, appunto, chissà quello che insegna nel chiuso dei circoli!) spesso distorce gravemente la realtà. Già su questo sito troverai un sacco di documenti, ma cerca anche altrove.

A pugno chiuso, e con gli occhi aperti ;-)

le vie della rivoluzione sono irte e toste... ma a livello politico/pratico lotta cosa propone oltre a vendere giornali, iscriversi alla CGIL e partecipare a conferenze, storiche o di analisi, ma entrambe accomunate dal non dare indicazioni pratiche (se non quelle sopra, ed ecco che entriamo in un circolo autoreferenziale che sa tanto di setta).

Se in russia hanno costruito il capitalismo di stato chiamandolo socialismo, perchè lotta non potrebbe essere un partito borghese che si autodefinisce internazionalista? Possiamo rispondere solo in un modo: analizzando le posizione politiche che concretamente sostengono: sono aderenti agli interessi storici ed immediati della classe o no? se si è proletaria, se no è borghese. QWuindi il nocciolo è: quali sono le posizioni pratico/politiche che lotta sostiene?

Mi rendo conto di essere un po' schematico ma abbiamo bisogno di termini discriminanti per arrivare a conclusioni sulla natura sociale di una organizzazione.

La sinistra comunista.

Un cordiale saluto a tutti. Mi fa piacere trovare ancora qualcuno che creda nel comunismo e nell’internazionalismo. Ho dato una occhiata superficiale al sito ed ai suoi contenuti, che mi piacciono. Mi siete infinitamente piaciuti, se vi si confronta con tutti i detriti che la storia ha gettato oramai nel suo letamaio. Non siete né stalinisti, né una delle tante compagini che ne sono solo sfumature, come il maoismo. Mi siete simpatici come i trotzkisti, ma un po’ meglio di loro per quanto riguarda la conoscenza del marxismo. Siete dei veri rivoluzionari…ma avete tutti i difetti della sinistra comunista. LOTTA COMUNISTA è molto simile a voi, è innegabile. Certamente si può calcare sulle differenze “pratiche”, ma non vedo una gran differenza in teoria. LOTTA COMUNISTA agisce nel sindacato, ecco una differenza da voi…ma che è insignificante opportunismo di facciata se il problema è quello di entrare nella massa dei proletari che stanno nel sindacato. Il vostro anarchismo pratico, perché questo il vostro non intervento nel sindacato, è fuori dal processo storico. Lo pagate non l’insignificanza numerica, che non compensa la vostra massiccia qualità. Come LOTTA COMUNISTA, state fuori dal parlamento non partecipando alle elezioni, riconoscendo il superamento storico del parlamentarismo nella lotta di classe…ma la questione non è storica, ma politica. Così, abbandonate i proletari ancora illusi dal sistema democratico borghese, all’influenza dei partiti riformisti o pseudocomunisti. Spero di intavolare proficue discussioni teoriche con tutti voi, se se mi sarà concesso. A presto compagni!

partecipando alle elezioni si illuderebbe il proletariato sulla possibilità di cambiare senza rivoluzione.la differenze con lotta comunista riguardano anche la situazione del capitalismo attualmente, come puoi vedere nell' intervento di gek

Ciao Uomo della Lena,a

Ciao Uomo della Lena,

a parte che, ovviamente, ritengo sbagliata la tua valutazione sul nostro presunto anarchismo (magari in un altro post, se hai tempo e voglia, specificherai meglio), non credo che le modalità della partecipazione di Lotta nel sindacato siano un "insignificante opportunismo di facciata" ma è uno degli elementi discriminanti per il quale ci fanno dire che Lotta non è un'organizzazione rivoluzionaria.

Nemmeno noi escludiamo la partecipazione - intesa come iscrizione - nel sindacato se vi è la possbilità di strappare lavoratori alla cinghia di trasmissione della borghesia dentro la classe (il sindacato), ma non smettiamo nemmeno per un secondo di chiarire ai lavoratori, ai nostri compagni di lavoro, la natura del sindacalismo, in particolare nella nostra epoca. Secondo, ma non in ordine di importanza, un conto è essere un "semplice" tesserato di base, un altro ricoprire posti di responsabilità e/o votare sempre o quasi con la maggioranza per non farsi cacciare dal sindacato medesimo. Forse ti sembreranno inezie, ma, per noi, sono le cose che fanno al differenza. Ripeto, noi interveniamo eccome nel sindacato, ma non ci facciamo strumento del sindacato medesimo.

Poi, ci sono altre differenze teorico-pratiche niente affatto secondarie, ma se mai un'altra volta.

A proposito, se vuoi farti un'idea un po' più approfondita delle discussioni su Lotta, dai un occhio al tema "le comiche di Lotta comunista", che trovi su questo stesso forum.

Ciao ancora,

Smirnov

Opportunismo tattico.

Un cordiale saluto a tutti voi, ed in particolare a Smirnov e Raes, che hanno trovato la pazienza per leggere il mio messaggio e rispondermi. Non bisogna avere paura troppo dei termini che si usano in uno scritto che deve essere, per le regole del forum, breve. Quando definisco anarchismo l’azione di BATTAGLIA COMUNISTA nei confronti del sindacato istituzionale, non voglio dire che voi siete degli anarchici. E’ vero però che è proprio l’atteggiamento tipico degli anarchici il boicottaggio del sindacato dei venduti. La questione è tattica. Se la maggioranza dei lavoratori che si tesserano, sono anche quelli che hanno un minimo di coscienza politica, bisogna agire dove essi si tesserano. La questione allora, non è lottare contro il sindacato reazionario che non può e non vuole essere comunista, ma strappare letteralmente tali proletari all’influenza delle gerarchie confederali. Se si agisce da fuori, si perde il vantaggio nell’essere dentro un organismo che è malato, ma che può attivare dei fortissimi anticorpi, come lo stato e il capitale. I comunisti devono sapere agire sempre ed ovunque da marxisti e rivoluzionari conseguenti. Secondo me, il momento storico, permette l’uso tattico del sindacato reazionario, perché è la classe che lo permette…Non sono le idee comuniste che possono cambiare l’atteggiamento dei proletari, ma il concreto processo storico. Bisogna ricordarsi l’esperienza della rivoluzione russa, e rammentarsi che in pieno movimento rivoluzionario, solo una parte del proletariato si identificava nel partito e nel sindacato comunista. Certamente è avvilente dover convivere con Epifani o Angeletti, per non citare Bonanni, ma ogni movimento della materia è contraddizione in atto, e i comunisti devono guardare davvero i loro avversari negli occhi. Certamente questo lavoro di assedio può essere fatto male, arrivare a risultati opposti a quelli voluti, ma solo chi non si espone e non fa pratica, non sbaglia. Sono sicuro che la vera discriminate è la classe, che per ora dorme, e può, perché non gli può sfregare di meno, perdonare l’opportunismo tattico di chi sa che la sua azione rivoluzionaria reale oggi, è ridotta quasi a zero. A presto.

dipende anche da come si agisce, se ci si limita a dire i sindacati sono dei venduti non si ottiene nullase invece, come cerca di fare battaglia, si partecipa alle lotte , che ci sono si può avere risultati.

  • Ciao Uomo della Lena,

come*

Ciao Uomo della Lena,

come dicevo nell'altro post, noi combattiamo dentro - se lo riteniamo opportuno - e fuori il sindacato, cioè là dove ci sono lavoratori, ma non assumiamo mai responsabilità sindacali, perché questo vorrebbe dire condividere le scelte antioperaie del sindacato medesimo. Forse è inutile aggiungere che non snobbiamo affatto la lotta "economica", anche quella che può sembrare secondaria, solo che non facciamo l'equazione lotta economica=sindacato. La nostra è un'analisi che non scaturisce dagli ultimi anni, ma, come forse saprai, "viene da lontano", almeno da sessant'anni a questa parte, pur con tutti gli affinamenti del caso. Per questo, a differenza di Lotta e di tante altre organizzazioni di sinistra riteniamo che il problema sindacale non sia un problema di dirigenza e di gerarchie (in sintesi: se ci fossero dei veri rivoluzionari, allora il sindacato sarebbe un vero organo della classe), ma abbia a che fare con la natura della forma-sindacato. Non sto a dilungarmi su questo aspetto, perché sul sito troverai una valanga di documenti esplicativi di questa questione e se avrai la voglia e la pazienza di leggerne qualcuno, penso possa essere più chiarificatore di un veloce scambio di battute sul forum.

Infine, giustamente dici che la classe ora "dorme", ma allora come fa a perdonare l'opportunismo (io direi strategico, non tattico) di Lotta se non si accorge nemmeno di questo opportunismo, appunto perché è immersa in un sonno più o meno profondo e Lotta, per quello che può, concorre a somministrarle il sonnifero sindacale?

Ciao Uomo della Lena,

Smirnov

Le idee non cambiano il mondo.

Grazie del suggerimento Smirnov, leggerò…o meglio studierò l’immenso insieme di tesi! Si, perdonare non è il verbo giusto. In realtà la classe dorme e basta, quindi può subire qualsiasi arbitrio. Per capirci, io volevo solo dare un giudizio personale su ciò che potrebbe essere la tattica di LOTTA COMUNISTA all’interno del sindacato, non sostenere che sia la sua autentica tattica. Io agirei nel sindacato, considerando il momento antirivoluzionario, non badando troppo alla forma, ma approfittando del fatto che la classe non vuole farsi guidare da rivoluzionari veri. Strumentalizzare a fini rivoluzionari, l’atteggiamento anticomunista dei proletari, in sintesi. Si, credo che urlare parole d’ordine rivoluzionarie sia assolutamente inutile e dannoso. Meglio mentire alla classe nell’immediato, per poter avere mani libere per organizzare l’avanguardia, che essere obbligati poi a subire il rapido e inarginabile evolversi degli eventi rivoluzionari. Un esempio? Se avete avuto esperienza di propaganda e agitazione con proletari stranieri, è assolutamente sbagliato toccare argomenti come la religione o la nazionalità. Se non è mentire sulle vere tesi comuniste, certamente si evita di fare una propaganda molto utile ai proletari. Siamo noi che dobbiamo adattarci alla classe, non viceversa. Se questa è sordida, ignorante, fascista, eccetera, perché questo è il significato del termine “dorme”, cioè ha questi incubi, noi non possiamo stare che al suo capezzale, ed assecondare tale onirica follia. Dobbiamo organizzare e organizzarci per il futuro, tenendo conto del presente. Lo so, è una tattica sul filo del rasoio, e l’opportunismo, quello vero, può intrufolarsi in tale tattica. Ma cosa abbiamo da perdere? Credo che il movimento per il comunismo e per l’internazionalismo, nella classe, sia ai minimi storici, un disastro. Quale sia la tattica o la strategia, bisogna fare di tutto per essere tra i proletari, ad ogni costo. Ho però fiducia che i proletariato si muoverà per necessità e lo farà con noi o senza di noi. La classe è in sé rivoluzionaria, non però necessariamente comunista, ecco perché ha bisogno di noi per diventarlo. A presto.

non pensi invece che trovarsi davanti persone che parlano apertamente di comunismo e rivoluzione possa attirare simpatie? sopratutto se non gli si chiedono voti

- "credo che urlare parole d’ordine rivoluzionarie sia assolutamente inutile e dannoso"

- "Strumentalizzare a fini rivoluzionari l’atteggiamento anticomunista dei proletari..."

- "Se avete avuto esperienza di propaganda e agitazione con proletari stranieri, è assolutamente sbagliato toccare argomenti come la religione o la nazionalità."

- "Siamo noi che dobbiamo adattarci alla classe, non viceversa. Se questa è sordida, ignorante, fascista, eccetera, perché questo è il significato del termine “dorme”, cioè ha questi incubi, noi non possiamo stare che al suo capezzale, ed assecondare tale onirica follia."

Mi spiace, uomo della Lena, ma credo che tu abbia posizioni molto distanti da quelle di Battaglia Comunista. Il compito dell'avanguardia rivoluzionaria è quello di indicare alla classe lavoratrice come stanno davvero le cose e non quello di assecondare la sua "onirica follia" per paura di rimanere isolati. Il CODISMO di chi si segue gli umori della classe gettando alle ortiche il proprio ruolo di guida lo lasciamo volentieri a LC e agli opportunisti di tutte le risme.

Saluti rossi

Non parlavamo di sindacato?

Ciao Gek! Hai perfettamente ragione, ma il ruolo che tu rivendichi ai comunisti, spetta al partito, non ai comunisti che stanno nel sindacato. La tattica in questione che i comunisti devono tenere nel sindacato è di difficile attuazione, cioè fare propaganda e agitazione rivoluzionaria in condizioni in cui la classe è preoccupata del presente e non del suo futuro politico. Devono essere proposte alla classe forme di lotta classiche, ma che hanno contenuto rivoluzionario. Uno sciopero, per esempio, non deve essere visto solo dal punto di vista della lotta per il salario e sulle condizioni di lavoro e orario, ma deve essere usato per unire la classe attraverso la lotta economica, ma in vista della lotta politica. Insomma, i proletari devono capire la loro potenziale forza, cosa significa la loro unità. Dobbiamo far partorire le loro menti attraverso un sottile gioco delle parti, dove gli scolari non sanno di essere a scuola. Non si tratta di fare del codismo, perché il nostro scopo è creare dei comunisti, ma non siamo noi a decidere il dove ed il quando. E’ un lavoro difficile quasi impossibile, ma ciò non può stupire, perché la classe dominate è padrona dei mezzi di produzioni, non solo materiali, ma anche ideologici. Altro ruolo è quello del partito, che è esplicito senza peli sulla lingua, dove la forma dell’agitazione e della propaganda, è la forma della sostanza rivoluzionaria. Quello che scrivo, è la mia esperienza pratica di lotta tra i proletari, fuori e dentro le RSU ed il sindacato borghese. Il proletariato è totalmente impregnato di ideologia piccolo borghese, meschina e vigliacca fino al ridicolo, ed ha il sindacato che si merita. Le strategie e le tattiche dei comunisti, possono riflettere questa meschinità, perché se è vero che siamo noi che dobbiamo entrare a metà nella palude per tirali fuori, è ovvio che ci insozziamo. Non bisogna avere paura, è solo uno sporco superficiale, restiamo comunisti se lo vogliamo veramente. A presto.

Non si resta comunisti se si diventa una rotella del meccanismo che permette alla borghesia di tenere assoggettati i lavoratori. E il sindacato confederale è appunto uno degli ingranaggi fondamentali attraverso cui lo stato dei padroni fa passare tutte le bastonate che mena sulla schiena dei proletari. Anzi, la presenza di sedicenti "comunisti ortodossi" alla LC dentro la CGIL legittima ulteriormente quel covo di burocrati e funzionari agli occhi di tanti lavoratori generosi che vorrebbero lottare davvero contro lo sfruttamento ma vengono irretiti dai giri di parole sulle "necessità tattiche", sul bisogno di "sporcarsi le mani" e di partecipare al "giochi delle parti", quando invece, per difendere CONCRETAMENTE i propri interessi di classe, bisognerebbe iniziare a dare vita ai PROPRI ORGANISMI e a rompere i mortiferi lacci e lacciuoli del sindacalismo, "classico" o "di base" che sia.

La lotta dei piqueteros argentini insegna

La lotta degli autoferrotranvieri di Milano insegna

La lotta degli operai di Melfi insegna

La lotta degli operai di Pomigliano insegna

Saluti rossi

UdL concordo con te quando dici che i proletari hanno oggi i sindacati che si meritano, e per esperienza diretta: nn è però un motivo sufficiente x un comunista x legittimarli. A scala storica mi sa di tarda terzainternazionale, come direbbero quelli bravi, di quella cioè che già iniziava a sbandare sotto il peso degli eventi internaizonali sfavorevoli. Dove cioè gli interessi dello stato russo divenivano preminenti su quelli del proletariato internaizonale; da ciò la necessità x i "russi" di poter manovrare in funzione dei propri interessi statali sui movimenti operai dei paesi stranieri. Da ciò l'origine materiale delle teorie sullo stare nel sindacato reazionario, etc. etc x i rivoluzionari.

Spero di nn aver messo troppa carne al fuoco.

Ci servono xchè ci fanno usare il fax, il pc, l'avvocato ?? ok, va bene.

Ce li fanno "usare" lo stesso quando li denunciamo apertamente come ns avversari?? ho molti dubbi...

nn lo facciamo x tenerci queste cose?? ne ho ancora di più...

p.s. io ai lavoratori immigrati che conosco dico subito che x me "la religione è l'oppio dei popoli" e che disprezzo tutti i nazionalismi, grandi e piccoli, figurati.... e se per caso qualcuno mi chiede xchè gli rispondo "Xchè sono COMUNISTA" .... :)

saluti

Il momento storico e le sue tendenze.

Molta carne al fuoco, No Nick! Non sto qui ad approfondire, ma ritengo che tu abbia molta ragione nelle tue tesi sul sindacato strumentalizzato dal regime stalinista. Per quanto riguarda gli immigrati, una volta il mio atteggiamento era il tuo, ma non porta a nulla, e poi sono gli stessi immigrati che non toccano l’argomento. I lavoratori stranieri ti seguono non perché sei comunista, ma perché li difendi. Li il lavoro di propaganda e agitazione da risultati…nella generazione successiva, ma non è impossibile incontrare immigrati, cioè esuli, che sono già sulla strada del comunismo, ed allora il discorso è diverso. Non ho mai legittimato gli attuali sindacati, ho solo sostenuto che è possibile, anche se molto difficile, fare un lavoro rivoluzionario attraverso l’organizzazione sindacale. Il problema non è il sindacato, ma come arrivare a dare una teoria rivoluzionaria alla classe. Una cosa volevo chiedere a Gek, per capire. Oggi quale momento del processo sociale verso la rivoluzione stiamo attraversando? Bisogna chiederselo, perché da ciò dipende tutta la strategia e la tattica, fuori e dentro il sindacato, ed in qualsiasi aspetto del conflitto di classe. Ah, Reas ho letto i tuoi commenti, non ti sto snobbando, ti scriverò la mia opinione in proposito! Il dominio del capitale si impone attraverso molte forme, ed una di queste è il sindacato nell’età dell’imperialismo. Come comunisti, non possiamo scegliere i tempi e i modi con cui noi lottiamo contro il capitale, sarebbe troppo comodo…e sarebbe il vero e più subdolo opportunismo. Noi dobbiamo fare di tutto per stare tra i proletari, il resto è tattica opinabile.

Stare tra i proletari non significa stare nella CGIL. Non confondiamo le acque. E soprattutto non significa stare nella CGIL appiattendosi sulle posizioni della dirigenza per scalarne la gerarchia. Ecco il più subdolo opportunismo.

Non stiamo attraversando nessun "processo sociale verso la rivoluzione": siamo nel bel mezzo di una crisi capitalistica mondiale dovuta alla caduta irreversibile del saggio del profitto. Come finirà? Con la guerra fra i giganti dell'imperialismo? Con la barbarie generalizzata? Con la rivoluzione internazionale del proletariato? Dipende da molti fattori. Uno di questi, forse il più importante, è il ruolo che saprà giocare l'avanguardia comunista. E l'avanguardia comunista si costruisce con la coerenza, non con la ricerca di un accomodamento dentro gli stessi ingranaggi del sistema che si dice di voler abbattere.

"I lavoratori stranieri ti seguono non perché sei comunista, ma perché li difendi." Qui è riassunta tutta la filosofia sindacalista, assolutamente estranea a noi di Battaglia. Noi non diciamo al lavoratore - straniero o italiano che sia - tranquillo, ti difendiamo noi. Non ci poniamo in termini concorrenziali con gli altri sindacati. E non facciamo assistenzialismo. Noi diciamo: lottiamo insieme, autorganizziamoci, impegnamoci in prima persona per difendere i nostri interessi. Perché noi siamo per il PROTAGONISMO PROLETARIO, fondamento essenziale e irrinunciabile per dare vita, in futuro, a quegli organismi che gestiranno la demolizione dello stato borghese e l'edificazione del socialismo: I CONSIGLI.

Partito comunista e Consigli. Ecco la rivoluzione.

Saluti rossi

Va bene.

Ho riletto più volte il tuo scritto Gek. O non mi sono spiegato o tu non hai capito. Ma va bene così. Sono che farai di tutto quando sarà l'ora, e so che saremo in sieme. Non svicolo. Non voglio intavolare discussioni che solo la pratica può chiarire. Tu dici che la pratica ti da ragione? Siamo solo all'inizio Gek! Ricambio i saluti rossi.

Cari, ma questa discussione non è forse il caso di riprenderla a quattrocchi con l'omo della lena? (eh omo?).

Riguardo la fase che viviamo, a livello di soggettivit di classe è... tragica, come puoi ben constatare. ma se ritieni che, visto che la fase è avversa, allora bisogna conquistare posizioni nei sindacati gialli, per poi spaccarli in una fase ascendente... ti dico subito che mi pare semplice tatticismo, praticamente infondato, utile "solo"a giustificare una prassi militante fatta di vendita porta a porta e/o di conquista di posizioni di potere all'interno del sistema.

proprio perchè la fase è tragica, oggi più che mai, è necessario tessere la maglia, collegarci... buttarsi nella mischia..

Omo, sebbene ritengo interessanti ed in parte stimolanti i tuoi interventi c'ho come un presentimento che non mi piace: ma sei di quelli che riticano a destra e sinistra e poi non fanno nulla se non criticare (i critici critici diceva qualcuno) o andare a vendere giornali porta a porta (a-critici e basta), oppure sei di quelli che si buttano nella mischia e contribuiscono realmente? se sei degli ultimi tutte ste discussioni possono essere profique. Altimenti o cambi te, o perdiamo tempo tutti.

Lotus

  • Ciao Uomo della Lena

“Uno*

Ciao Uomo della Lena

Uno sciopero, per esempio, non deve essere visto solo dal punto di vista della lotta per il salario e sulle condizioni di lavoro e orario, ma deve essere usato per unire la classe attraverso la lotta economica, ma in vista della lotta politica

Ora prova a leggerla così:

Compito dei rivoluzionari è si sostenere le lotte rivendicative, ma avanzando ogni volta di un gradino cercando di andare oltre la semplice rivendicazione economica e ponendo sempre la necessità dell'anticapitalismo(rivendicazione politica)!!!

Questo lo puoi fare tranquillamente anche fuori dai sindacati, senza sporcarti della loro merda e senza cercare di convincere il proletariato di questa o quella menata.

L'azione dei rivoluzionari non deve mai rispecchiare, nemmeno per tatticismo, le infamità e le meschinità del capitalismo, ivi comprese quelle del sindacato. Così incorri nel rischio di raccogliere quello che semini, perchè il proletario non ragiona secondo la logica di un rivoluzionario, ne sarebbe possibile vista la mancanza di coscienza politica. Ignorerebbe quindi la ragione della tua indicazione trasponendola al momento della lotta, in modo errato, schierandosi inconsciamente dalla parte degli interessi del sindacato o di sedicenti rivoluzionari che sono politicamente, storicamente o perfino affettivamente, troppo legati alla logica sindacale( quasi tutti protostalinisti, nonostante anche dentro la sinistra comunista ci siano delle eccezzioni..)

Ormai è storicamente falso dire che senza sindacato non c'è lotta di classe. Ancor meno lo si può affermare quando lo stesso sindacato è contro ogni organizzazione di classe (proletaria ovviamente)

Quindi niente sottile gioco di parti. La coscienza è sapere

Rivolunzio

Le astuzie del processo rivoluzionario.

La terza che hai detto, Lotus. Non esiste critica disgiunta dall’azione. Esempio? Attualmente nella mia azienda è in atto una procedura di mobilità per 100 lavoratori su 800 in forza. Premetto che in tutta la zona è in atto un processo di ristrutturazione, cioè di licenziamento esplicito o mascherato, che coinvolge più di 500 lavoratori. Dunque, applicando tutti gli ammortizzatori sociali, ne restano da mettere in mobilità 44. Il sindacato esterno e la RSU hanno già intavolato trattative, ma non si è giunti ad una accordo che elimini la mobilità. In sintesi l’azienda è libera di proporre una buona uscita per chi si licenzia, ma è evidente a tutti che tale volontariato non risolverà la situazione. Presto ci saranno le assemblee, e la RSU sonderà l’umore dei lavoratori. Io però non sono stato fermo ed ho iniziato il mio sondaggio. Per prima cosa, ho chiarito ai lavoratori che il licenziamento attraverso la mobilità non è l’unica soluzione possibile: i lavoratori e la RSU non devono passivamente seguire l’azienda nelle sue iniziative, ma controbattere ed essere propositivi. Ho sostenuto un accordo simile a quello che si fa per la cassa integrazione, una specie di patto di solidarietà tra lavoratori, una distribuzione del carico su tutti, senza mandare via nessuno. In sintesi una busta paga più leggera per tutti, ma un lavoro sicuro per tutti. Bisogna tenere presente, che la mia proposta è compatibile con le capacità di lotta che i lavoratori hanno dato di recente, e sulla prassi di difesa dei giovani fatta da sempre dalla RSU, visto che i parametri della legge sulla mobilità colpirebbe loro per primi. Cosa c’è di tanto rivoluzionario in questo? La mia proposta che salva il posto di lavoro in cambio di salario, è il fenomeno immediato che i lavoratori considerano per necessità e che possono capire. Io non cerco però che di unirli, trovare alle loro condizioni di coscienza di classe, lotta per il posto di lavoro, la necessità oggettiva dell’unione politica, che si presenta a loro nella forma della necessità soggettiva della difesa del posto e del salario minimo. Questa è l’astuzia di cui parlavo, le mani che si devono sporcare con trattative da sindacato corporativo. I proletari devono capire cosa significa la loro unione, e lo possono fare solo lottando. Non devono criticare il sistema, devono lottarci contro. Saluti rossi.

  • Ciao Uomo della Lena,

lungi*

Ciao Uomo della Lena,

lungi da me il voler fare il grillo parlante su una situazione rispetto alla quale sono forzatamente esterno, ma, dal mio punto di vista, la tua proposta è politicamente disastrosa, l'esatto contrario di ciò che un comunista dovrebbe fare. Nella tua proposta accetti interamente la logica del capitale e quella sindacale , a cui, questa, è totalmente legata. Ragioni e agisci da sindacalista, non da comunista. Noi, in quanto comunisti, non dobbiamo scegliere un presunto male minore, cioè l'abbassamento del salario per tutti, perché questa è solidarietà col capitale non con la classe operaia. Noi dovremmo dire, al contrario, nessun abbassamento di salario, nessun licenziamento, denunciando politicamente il capitale (e i sindacati, loro cinghia di trasmissione), la sua incompatibilità con le nostre esistenze, cercando in tal modo di alzare almeno di un poco la coscienza di classe anticapitalista. Di cedimento in cedimento - nella speranza vana di salvare il salvabile - è costellata la via del sindacato, che, in questo modo, ha sempre fatto ingoiare sacrifici ai lavoratori, sacrifici che, quasi mai (e sto leggero) sono riusciti a risolvere problemi gravissimi come il licenziamento.

"Ben che vada", hanno solamente diluito nel tempo le bastonate, senza riuscire a fermare gli attacchi padronali, imponendo per di più, come "antipasto", i sacrifici di sempre.

Nessun licenziamento, difesa integrale del salario, questi sarebbero e sono le nostre parole d'ordine là dove ci siamo confrontati e ci confrontiamo con situazioni come la tua; questo è il terreno di lotta, per niente facile, ovvio, su cui chiamiamo i lavoratori al conflitto col capitale e coi suoi servi sindacali.

Ciao Uomo della Lena,

Smirnov

La pratica.

Ciao Smirnov. La questione non è cosa si deve fare ma cosa si può fare. Il capitale, di cui non posso accettare la logica ma riconoscere solo il rapporto di forza a lui oggi favorevole, aspetta solo che noi comunisti facciamo l’errore di esporci per quello che siamo. No? Io farò quello che ho detto, per poco che sia ma realizzabile, voi come BATTAGLIA COMUNISTA potete volantinare. Vediamo dei due che veramente unirà i lavoratori. L’indirizzo dell’azienda te lo mando a parte. Buon lavoro e saluti rossi.

la sfida mi pare interessante!, solo che impari, invece di un volantinaggio perchè non confrontiamo il lavoro dei nostri compagni nei gruppi di fabbrica con il tuo? mi sembra più equo. Difficoltà, successi, obiettivi etc.

  • Ciao Uomo della Lena,

il*

Ciao Uomo della Lena,

il punto è non tanto chi unisce i lavoratori, ma su quali basi si uniscono. Anche la Lega Nord unisce i lavoratori (non tutti e non la maggioranza, per fortuna), ma su posizioni rezionarie. Può essere benissimo che la tua indicazione abbia più successo della nostra, se ci troviamo nella stessa azienda, ma questo non sposta di una virgola la questione. Tu proponi la solidarietà col capitale, in vista di un presunto meno peggio, noi indichiamo la via della lotta contro il capitale che, in periodi questo questo, è decisamente meno popolare della ricerca del compromesso al ribasso, anzi, a senso unico. Perché allora non proporre il licenziamento solo di una parte dei lavoratori al fine di non intaccare il salario degli altri, visto che si fa già tanta fatica a tirare avanti con un salario pieno: figuariamoci con un salario ridotto.

Una domanda, che forse non c'entra niente con te: ma questa è la posizione di Lotta Comunista (visto che, se non mi sbaglio, ti senti vicino a quella organizzazione) o la tua personale?

Ciao,

Smirnov

Trovare l'unità ad ogni costo.

“Cosa c’è di tanto rivoluzionario in questo? La mia proposta che salva il posto di lavoro in cambio di salario, è il fenomeno immediato che i lavoratori considerano per necessità e che possono capire. Io non cerco però che di unirli, trovare alle loro condizioni di coscienza di classe, lotta per il posto di lavoro, la necessità oggettiva dell’unione politica, che si presenta a loro nella forma della necessità soggettiva della difesa del posto e del salario minimo. Questa è l’astuzia di cui parlavo, le mani che si devono sporcare con trattative da sindacato corporativo. I proletari devono capire cosa significa la loro unione, e lo possono fare solo lottando. Non devono criticare il sistema, devono lottarci contro.”

Trovare l’unità, non altro. Per fare in modo che i proletari riconoscano la necessità politica del superamento del salario, è necessario che prima si uniscano per il salario. Si, la Lega attua una politica simile, perché può funzionare, e come dici tu funziona per una parte dei lavoratori. Sarebbe bello attraversare i cancelli del palazzo d’inverno con la baionetta in canna cantando l’internazionale, ma oggi ed ora non si può che passare dalla porta di servizio senza fare troppo casino e alla chetichella. E’ avvilente, ma bisogna considerare la situazione della classe, e con sobrietà accettare che il lavoro non può che essere quello di un centimetro alla volta. La propaganda e l’agitazione, come la suggerisce BATTAGLIA COMUNISTA, è da me fatta ogni giorno in ogni luogo, in fabbrica ad uno ad uno dei lavoratori. Ogni argomento, ogni pettegolezzo, è il pretesto per dare la mia opinione di comunista e marxista. Il risultato, per ora, è stato la mia non elezione nella RSU…Si, può essere una cosa positiva, ma da l’indice di cosa vogliano davvero i lavoratori. Lotus, spiegati, non ho capito un tubo! Saluti rossi.

  • PS:

a scanso di equivoci,*

PS:

a scanso di equivoci, preciso che la "proposta" di licenziare solo un parte dei lavoratori, è un paradosso "provocatorio" per sottolineare l'assurdità - da un punto di vista comunista - della proposta dell'Uomo della Lena.

Probabilmente la precisazione è inutile, ma visto che in giro c'è già tanta gente che ci attribuisce posizioni da noi mai sostenute, non sia mai che, in malafede o distratto, qualcuno poi ci affibbi anche questa.

Di nuovo, ciao a tutti,

Smirnov

Limite dei concetti.

Ciao Smirnov. I concetti logici hanno una validità limitata, oltre il quale diventano assurdità. La tattica da me suggerita nel caso che ho citato, ha una validità logica che non si stende alla propaganda o alla agitazione comunista. Sarebbe assurdo, concordo con te, far passare per comunista la mia tattica. Come sarebbe assurdo proporre ai lavoratori in lotta temi della lotta politica che sono adatti solo con la rivoluzione in atto. I lavoratori vogliono salvare il posto di lavoro, non altro. Il compito della difesa del salario spetta al sindacato o chi per esso, con i lavoratori in prima linea. Dopo che è stato fatto il lavoro per unirli, vittoria o meno, dopo tale lotta i lavoratori non saranno più li stessi. In quel momento interviene il partito. Troppo schematico? Si, il processo di avvicinamento tra classe e partito è più complesso, ma è per spiegarmi. Non si può pretendere di insegnare l’algebra a degli analfabeti e disinteressati…Il proletariato ha bisogno di imparare, ma il partito non può credere di sapere tutto. Si tratta allora di intraprendere un percorso insieme, difficile e contraddittorio. Ci vuole pratica, a rischio di sbagliare, poiché non può andare peggio di così visto lo sviluppo reale del movimento comunista. Io farò la mia come posso, voi la vostra. Dimenticavo. Io non sono un militante di LOTTA COMUNISTA, ma ne conosco molti che stanno nella RSU. Secondo me fanno un buon lavoro, niente di rivoluzionario, ma utile per aggregare i lavoratori. Io non sono convinto del loro e del vostro astensionismo strategico, ma per me l’uso o meno della tribuna parlamentare in modo rivoluzionario, ha una importanza secondaria. Saluti rossi.

“niente di rivoluzionario,

niente di rivoluzionario, ma utile...

Ciò che non è rivoluzionario non è utile. Almeno per un comunista. Anche una piccola lotta può avere un senso rivoluzionario, se serve a incrementare la coscienza di classe e l'anticapitalismo. Dipende dal modo in cui si conduce ogni singola battaglia. Dipende dal contenuto POLITICO che sanno dargli i comunisti, al di là degli scopi immediati della vertenza.

Se sei organico al sindacato confederale - bersaglio della denuncia anticapitalista insieme a ogni altro ingranaggio dello stato borghese - tutto questo non puoi farlo.

Maturerete.

Ciao GEk. Bene, quando venite a volantinare? L'indirizzo l’ho dato a Smirnov. Il fatto di essere comunisti, di fare parte dell'avanguardia, di aver ragione scientificamente, ora non vi da alcun vantaggio. Non basta avere ragione, bisogna avere la forza materiale ed ideale delle proprie ragioni. Sbagliate se credete di elevare la coscienza del proletariato distribuendo in modo discontinuo e a casaccio pamphlet tremendamente rivoluzionari. Troppo comodo ed infantile. Il proletariato è un terreno lasciato a se stesso da molto e troppo tempo, un incolto infestato dalla gramigna borghese e capitalista. In un terreno così, nessun buon seme né l’adeguato fertilizzante può far crescere la forte pianta del movimento operaio e fuori stagione per giunta. Ci vuole pazienza, sudore e tempo, che non abbaiamo a iosa come le vuote frasi rivoluzionarie che non possono colmare la distanza tra noi e la classe. La verità è che la classe non ci cerca e non ci capisce, e voi con il vostro atteggiamento da Ottobre rosso, li allontanate ancora di più! Non potete lavarvene le mai con un atteggiamento solo formalmente rivoluzionario! Siete si dei marxisti e dei rivoluzionari, ma sulla carta, non nei risultati pratici! Tutto ciò ha però una importanza relativa alla fine, poiché né io ne voi possiamo fare di più del processo storico. Il comunismo è nelle cose, nella realtà dei rapporti sociali ed economici, è il traguardo dello sviluppo del processo materiale in atto, di cui noi siamo solo l’aspetto cosciente e allo stesso modo, determinato. Il partito è la teoria, la memoria storica delle passate rivoluzioni, è l’enciclopedia vivente della lotta di classe. Abbiamo il compito di educare la classe a non ripetere gli stessi errori, a non tornare alla solita merda. E’ un compito difficile e nella attuali condizioni ideologiche della classe, quasi impossibile. Sono troppo sindacalista, mi piego alla logica del capitale eccetera? Si, ma non è che la forma, alla quale voi vi fermate. Alla rivoluzionaria necessità, sostituite la necessità rivoluzionaria, non capendo in quale tempo della coscienza di classe del proletariato state agendo. Maturerete, compagni! Saluti rossi.

Ciao Uomo della Luna,vedo

Ciao Uomo della Luna,

vedo che nemmeno tu puoi esimerti dallo sparare giudizi sulla nostra attività senza conoscere nulla di essa: è un vizio comune - ma, a questo punto, credo sempre meno nella buona fede - a cui non ci rassegniamo, ma di cui prendiamo, da tempo, atto.

Se avessimo dei compagni disponibili nella tua zona - Novara - o se avessimo dei funzionari stipendiati, come Lotta, sicuramente faremmo il lavoro che compete a ogni comunista, che non si divide - in una sorta di schizofrenia politica - tra il sindacalismo e l'aspirazione al comunismo. Troppe volte ho sentito la storiella "gli operai sono concreti", "gli operai vogliono risultati da toccare " ecc. ecc., per giustificare il peggiore opportunismo (oggettivamente, magari anche non intenzionale) e portare i lavoratori, di solito, alla sconfitta, ma, sempre, alla chiusura preliminare dello sviluppo, anche minimo, della coscienza di classe. "Sarebbe assurdo, concordo con te, far passare per comunista la mia tattica": beh, noi siamo comunisti e anche nelle lotte più "insignifacnti", come ha detto Gek, ci sforziamo invece di essere comunisti.

La differenza è tutta qua.

Ciao Smirnov

  • ciao UdL,

dal mio punto di*

ciao UdL,

dal mio punto di vista la riproposizione dei "contratti di solidarietà" ( nessun licenziamento in cambio della riduzione del salario ) può essere accettato come sconfitta onorevole di una lotta che unificasse i lavoratori con le parole d'ordine del tipo di quelle espresse sopra da altri comp: " nessun licenziamento, nessuna riduzione di salario. La crisi la paghi il padrone".

Uno slogan che i lavoratori nn capiscono/che fa sorridere dirai te UdL,

ma l'unificaz. intorno ad una parola d'ordine come la tua rischia di spacciare la pericolossima illusione tra i lavoratori che "tirando un altro pò la cinghia", accettando oggi quello domani l'altro sacrificio si riesca a salvarsi bene o male.

Ci sono oramai decine di realtà produttive che testimoniano come i sacrifici di oggi - anche in buona fede accettati, sia chiaro - sono SOLO IL PROLOGO DI QUELLI FUTURI ED ANCORA PIU' PESANTI DA ACCETTARE.

Va detto chiaro e tondo che nn si difende un bel nulla accettando di guadagnare meno, se nn altro xchè sul mercato del lavoro oggi + che mai il sig. padrone può trovare sempre qualcuno disposto da qualche parte a svolgere il tuo lavoro per un salario inferiore al tuo.

Ragion x cui bisogna iniziare da subito a mettere in discussione le basi stesse del sistema.

Alternative molto semplicemente nn ce ne sono, va altrettanto serenamente detto ai lavoratori.

Saluti

Volantini.

Ciao Smirnov. Ho il diritto di criticare la vostra strategia, come voi la mia. Facciamo così, mandami il volantino, lo distribuisco io...Va bene? Il suggerimento di No Nick mi ha solleticato: voi vedere che non ho capito nulla dei miei "compagni" di lavoro? Seriamente, mandami una bozza che io modificherò per il caso in questione, ed ovviamente ti farò leggere le modifiche. Unire i lavoratori su parole d’ordine esplicitamente comuniste? Non mi costa nulla provare. Saluti rossi.

  • Uomo,

il mio post*

Uomo,

il mio post precedente voleva solo affermare che quello che fanno i nostri compagni, nelle fabbriche e negli altri posti di lavoro, è esattamente in linea con le posizioni che sono emerse in questa discussione e che fanno parte della nostra "caratterizzazione politica". L'intervento di no Nick effettivamente riassume la nostra tattica: chiarezza assoluta nella propaganda e nell'intervento, disvelamento di ogni illusione riformatrice e sindacale: se i lavoratori non si impegnano in prima persona - no delega - nessuno li salverà.

però anche l'impegno e la lotta più dura, nella fase attuale, non può che arginare forse l'attacco, in ogni caso mai invertire una tendenza che vede una borghesia iper aggressiva in una fse di crisi economica strutturale ed irreversibile.

la vittoria è l'estensione dell'organizzazione e la crescita della coscienza, attraverso l'analisi spietata delle condizioni attuali. lavoro duro, che solo in momenti particolari può portare ad un seguito di massa, ma in ogni caso l'unica prospettiva praticabile per un comunista.

lavoriamo controtendenza. la nostra capacità deve essere quella di capitalizzare in termini di crescita di organizzazione e di coscienza ogni singolo episodio di lotta.

L'alternativa è farsi complici delle cazzate che sparano riformatori vari (tipo il sindacalismo di base che vuole 2000 euro di salario sociale, nazionalizzazioni di massa (!), etc.etc.) cose belle, ma impossibili se non mettendo in discussione il sistema nel suo complesso.

Sintetizzerei così: mentre stimoliamo i lavoratori a lavorare per la difesa intransigente dei loro interessi di clsse, al contempo non nascondiamo i limiti oggettivi che questa lotta incontra, individuando nella soluzione politica l'unica strada, alla fine, praticabile per... uscire dalla merda.

Lotus

PS, il voi nordici è perchè io sto a napoli.

  • Ciao Uomo della Lena,

certo*

Ciao Uomo della Lena,

certo che hai diritto di criticarci, è ovvio. Però anche noi abbiamo diritto ad essere criticati per quello che facciamo e diciamo, non per quello che ci viene impropriamente attribuito.

Ciò detto, proverò, appena ho un minuto di tempo, a buttare giù qualcosa, peché accolgo la tua "provocazione", benché sia evidente che non è con un intervento "spot" (come, tra l'altro, tu ci hai imputato di fare) che si possa ribaltare o almeno incidere minimamente su una situazione. Per fare un esempio di una situazione chetu conosci benissimo, basta guardare l'intervento in un'altra discussione su questo forum, di quel ragazzo ingegnere preso a pesci in faccia dai suoi compagni (nel senso di colleghi) di lavoro.

In ogni caso, la trama dell'eventuale volantino l'hanno già stesa No Nick e Lotus.

Ciao,

Smirnov

  • ciao a tutti.

il problema*

ciao a tutti.

il problema reale dell'intervento tra le masse è la passività di cui sono intrise. La classe in europa è addormentata, intorpidita da decenni di illusioni e corruzioni... e lo è anche il partito (o chi sostiene di essserlo) occorre un lavoro tra le masse profonde che per la loro passività lo rifiuteranno, occorre un lavoro quotidiano per scvare quegli elementi coscenti che la classe annida al suo interno. Un oscuro lavoro quotidiano non roboanti parole d'ordine digitate su una tastiera. Sveglia o tutto questi bei discorsi saranno solo menate da intellettuali filistei

  • Ciao dino,

le storielle da*

Ciao dino,

le storielle da scuola elementare che racconta LC alla sua manovalanza non vanno prese sul serio. Ad esempio: LC, di noi, conosce(!?) o racconta solo del forum su internet, ma sarebbe assurdo credere che la nostra attività si ferma alla gestione di un forum quando ogni nostro volantino (in mano a operai, manifestanti, lavoratori e studenti proletari, mica stanno solo su internet!!!), racconta dove siamo stati presenti e come ci poniamo nei confronti della classe. Sono accuse vuote quando ti chiedono del perchè loro in manifestazione non ti hanno mai visto. La risposta per altro molto semplice, conferma per l'ennesima volta che LC sta dall'altra parte della barricata, cioè sta aldilà degli interessi di classe del proletariato, che è un fatto oggettivo non smentibile dal livello di coscienza della classe( preventiva precisazione ad una prevedibile domanda alla LC). =)

Con questo non voglio insinuare che tu sia già o sei di lc, ma ti consiglio di sondare per bene le storielle che ti raccontano, prima di iniziare a frequentarli troppo.

Un saluto Rivolunzio

X UdL:lasciamo perdere i

X UdL:

lasciamo perdere i giochini, che siamo tutti grandicelli ed impegnati: diffondi un ns ipotetico volantino, x poi dire con gioia maligna "Visto, ve l'avevo detto: nessun riscontro, a nessuno importa un c.zzo di voi e delle vs posizioni ..! "

il punto è: se gli altri non vanno nella "mia" direzione è un buon motivo x andare io nella loro ??

x me no.

X te - verosimilmente - sì.

Con la poco materialistica convinzione, a mio modo di vedere, di essere poi in grado di riportare tuttti in quella giusta al momento opportuno.

In piena 1 guerra mondiale motivo di rottura tra i rivoluzionari era la disputa se la parola d'ordine doveva essere " Pace subito " ( e poi, dopo, lotta di classe x la rivoluzione ) come sostenva la gran maggioranza "concreta, quella che conosceva le masse e ne sentiva gli umori" opp. "Trasformazione della guerra in rivoluzione" come sosteneva un piccola minoranza di "intellettuali utopisti,slegati dalle masse " ( i nomi sono superflui).

Sappiamo - credo - com'è andata.

X Dino: le frasi che te definisci roboanti sembrano tali xchè da decenni nessuno le ripete +, neppure tanti pretesi comunisti. Roboante è il rumore del macchinario negli orecchi x 8 ore al giorno x 1100 euro ( quando va bene ).

Figurati che mio nonno - un contadino semi-analfabeta e x niente comunista - mi diceva spesso da piccolo " Con le budella dei padroni buoni andrebbero strozzati quelli cattivi"....

"intellettuale filisteo" ed il resto lo accetto sorridendo come il tipico zelo eccesivo del neofita.

Protagonismo?

“…lasciamo perdere i giochini, che siamo tutti grandicelli ed impegnati: diffondi un ns ipotetico volantino, x poi dire con gioia maligna “Visto, ve l’avevo detto: nessun riscontro, a nessuno importa un c.zzo di voi e delle vs posizioni ..! “

il punto è: se gli altri non vanno nella “mia” direzione è un buon motivo x andare io nella loro ??

x me no.

x te — verosimilmente — sì.”

Ciao No Nick. No, non è così. Se il volantino non funziona, non è perché BATTAGLIA COMUNISTA ha torto. La situazione concreta (dirò un’altra volta cosa bisogna intendere per “concreto”), lo stato in cui si trova materialmente la classe, non può che dare risultati, per quanto riguarda l’agitazione e la propaganda, molto scarsi. La massa dei proletari non è l’avanguardia, e quindi va gestita in modo diverso. I risultati dell’agitazione, comunque, si registrano con il tempo, e questo lo può ottenere solo il radicamento, l’essere ogni giorno a contatto con i proletari. Per essere veramente dei rivoluzionari, bisogna vivere veramente tra di loro, essere tra di loro, essere uno di loro. Operaismo? Si, se il partito è un limite per l’azione, e la teoria lettera morta. Il partito di quadri, i rivoluzionari di professione, sono un limite necessario imposto dalle circostanze storiche, cioè dalla suddivisione storica del lavoro. Quindi una necessità non una virtù per i comunisti. Ecco perché è necessaria la propaganda e l’agitazione; per creare dei rivoluzionari che non solo stanno nei circoli o danno via volantini, ma oggi fanno questo, domani stanno sul tornio, dopo domani sul IL CAPITALE. Più siamo, più è facile dividersi i compiti per cui può esistere il partito, non per i quadri, ma di quadri. Quello che imputo alle sparute fila degli attuali partiti, è proprio questo. Il partito è l’anticipazione della società comunista, o è lontano dal essere un partito comunista. Saluti rossi.

In Battaglia, compagno, tutti fanno tutto. Sono altre le organizzazioni politiche o pseudo tali che applicano la divisione del lavoro sul modello della società borghese.

Saluti battaglini

Ciao UdL, riporto qui sotto una proposta di volantino, forzatamente "generico", dato che non conosciamo nel dettaglio la situazione specifica della azienda dove lavori. Come proponevi qualche giorno fa, ora tocca a te modificarlo, inserendo dati e vicende relative alla situazione locale.

I contenuti - noterai - non sono dissimili da altri nostri volantini:

Naturalmente... non basta scrivere e stampare un volantino. Occorre portare avanti discussioni con gli operai, spiegarne il contenuto, le posizioni politiche più generali ecc. Ma se ritieni di distribuirlo, per noi va bene. Come minimo però, se porta la firma del PCInt, allora dovrebbe essere visionato e condiviso dalla nostra organizzazione. Quindi, aspettiamo di leggere le tue modifiche...

Saluti. Mic

No ai licenziamenti, no alla riduzione di salario

: Nessuno scaricabarile sulla nostra pelle!

Ancora una volta, i padroni cercano di far pagare la *loro* crisi a noi lavoratori. Quando il “normale” sfruttamento non basta più per superare le *loro* difficoltà a fare profitti sufficienti, ecco la solita strada: *licenziamenti, aumenti dei carichi di lavoro per chi resta, abbassamento del salario.* Da qualche anno si sono poi aggiunti il ricorso massiccio alla precarietà e la minaccia (o la realtà) di spostare la produzione là dove i salari sono molto più bassi. In breve, i padroni ci vogliono ridurre ancora di più a semplici schiavi, pura carne da macello da sacrificare in nome del cosiddetto “bene aziendale”, cioè del profitto. Rifiutiamo questa logica!

*Ma non ci può essere interesse comune tra chi sfrutta e chi è sfruttato.* Per questo dobbiamo respingere qualsiasi ipotesi di licenziamento e/o di qualunque peggioramento delle nostre condizioni di lavoro, cioè di esistenza. Ci sono centinaia di realtà produttive che dimostrano come i sacrifici di oggi sono solo l'anticipazione di altri - e più pesanti – sacrifici futuri!

Dobbiamo dunque guardarci da chiunque - facendosi passare per difensore dei nostri interessi - voglia farci accettare compromessi spacciati come il male minore, mentre in realtà, vanno solo a vantaggio del padrone.

E' chiaro, allora, che lottare contro il padronato significa rifiutare la via perdente indicata dal sindacato fatta di vertenze separate e silenziose, scioperi annunciati che non fanno //nessun male//, trattative al chiuso stile “//stiamo lavorando per voi//” ed a… macchinari in funzione etc. etc.

Sempre in cerca di un compromesso... con l'azienda, ma penalizzante per noi.

Solo una strada può concretamente ostacolare l'attacco padronale: è quella dell'autorganizzazione dal basso della lotta; fuori e, se necessario, contro il sindacato e la sua politica di fatto collaborativa con l'azienda.

Certo, non è una via facile, specie oggi che la crisi del capitalismo avanza e “incattivisce” i padroni; perché siamo stati abituati a delegare tutto al sindacalista di turno, perché siamo ricattati dal licenziamento, dalla precarietà, perché ci vogliono mettere gli uni contro gli altri (“garantiti” contro precari, giovani contro anziani, italiani contro immigrati, ecc.).

Usciamo dal recinto della fabbrica: vanno i coinvolti gli altri lavoratori sul territorio, sviluppiamo coordinamenti con altri gruppi di lavoratori in lotta. La nostra forza consiste nella solidarietà di classe che siamo in grado di creare e sviluppare. *È solo la nostra lotta che paga e può mettere paura al padrone o comunque farlo retrocedere da questi suoi propositi.*

E chi non lotta è già sconfitto in partenza. Ricordiamocelo sempre !

Solo così si può cominciare a porre la prospettiva del superamento di questo sistema sociale - il capitalismo - incompatibile con le nostre vite: l'unica e definitiva soluzione ai nostri problemi e a quelli di tutta la nostra classe.

Nessun licenziamento, nessuna riduzione di salario!%%%rompiamo l'isolamento, estendiamo la lotta!%%%la crisi la paghino i padroni !
Lavoratori internazionalisti del PCInt.- Battaglia Comunista

Che fare?

Un saluto a tutti. Non ho perso l’indirizzo del sito, ma credo che sia meglio per ora attendere gli eventi. Sottoscrivo l’intero volantino. Non potrei non farlo, sono comunista, ma proprio per questo è inadatto per una platea di non comunisti. Anzi, anche il mio edulcorato e “opportunista” invito scritto all’unità dei lavoratori, non servirebbe. I giovani industriali vogliono contratti di terzo livello, individuali? Conoscono la massa meglio di noi…Lo sto constatando qui ed adesso, sotto il mio naso rosso, si , ma per l’allergia a tale insulso comportamento dei proletari! Il volantino incitava ad unirsi contro la mobilità e i licenziamenti? Sono i lavoratori che accettano quattro soldi per andare via! Quanti scelgono tale fuga, non lo so, vi dirò…ma questo mi lascia molto sfiduciato. La massa è sorda e stolta, resta solo l’avanguardia che deve a tutti i costi unificarsi. Come? Non né ho la più pallida idea, ma so che è l’unica cosa sensata che possiamo fare come comunisti. Saluti rossi.

l'unica cosa che può fare un comunista è - semplicemente - essere se stesso... :)

il resto è noia.

Vera lotta.

AVVISO

"Importante per i lettori di Operai Contro,

a seguito della lettera “INNSE l’ora della solidarietà”che ripubblichiamo qui sotto,

[o all’interno] gli operai della INNSE di Milano hanno precisato che, chi vuole dare

il proprio contributo economico o raccogliere sottoscrizioni a sostegno della loro

lotta, può telefonare al cellulare 3382002015 e riceverà

indicazioni su come effettuare il versamento.

Per chi è di Milano o hinterland, può anche passare dalla portineria della fabbrica e

consegnare direttamente il proprio sostegno economico, o le sottoscrizioni raccolte.

In questo caso potrà anche conoscere direttamente una delegazione degli operai INNSE,

e avere tutte le informazioni riguardo la lotta in corso. L’indirizzo della INNSE è

il seguente: via Rubattino 81 Milano, dalla tangenziale Est, uscita Rubattino

Grazie per la vostra attenzione

Operai Contro invita a sostenere questa eroica lotta degli operai INNSE di Milano,

sottoscrivete e fate sottoscrivere."

Descrive ciò che non è accaduto da me. Ah,dimenticavo...tutto risolto! 75 lavoratori ora sono fuori dall'azienda dove lavoro, mentre gli altri si godono una fermata imposta dai padroni. Saluti rossi.

grazie x l'info.

però nn ho capito il senso della chiusa finale del tuo ultimo intervento.

Soldi, non volantini!

Un saluto a tutti. Mi riferivo alla vertenza tra lavoratori ed azienda, che ho descritto nei post precedenti. Quella che ritenevo essere una occasione per unire i lavoratori, si è rivelata per quella che invece era. Niente, un bel niente. Non c’era una necessità oggettiva, materiale, per cui i lavoratori avrebbero dovuto unirsi per uno scopo reale. C’è sempre un ritardo tra ciò che fanno i lavoratori e quello che si propongono di fare i rivoluzionari. Se c’è veramente la volontà di muoversi, i proletari non aspettano i volantini per farlo. Ora ho compreso quello che sapevo in teoria. Alla INNSE non servono fogli volanti, ma soldi contanti. Solidarietà non a parole, ma quattrini. Io ho già fatto la mia parte e se c’è da volantinare, lo farò in funzione della raccolta di fondi. Non pamphlet con vuote frasi rivoluzionarie, ma l’invito a tutti i proletari di partecipare concretamente allo lotta. Il comunismo è nelle cose, è nella mente degli operai. Noi possiamo solo aiutarli a capire, a comprendere, ciò che essi vivono lottando. Questa è una occasione esemplare. Saluti rossi.

anch'io ,e nn solo, a titolo personale ho GIA' FATTO la mia parte.

come organizzazione cerchiamo sempre di essere al ns posto, come Pomigliano testimonia.

poi pensi che tutti quelli che si sono attivati per la vicenda - da Sinistra Critica che ha devoluto il gettone di presenza dei loro consiglieri agli operai in lotta alla Rete 28Aprile che ha avviato una raccolta fondi - lo fanno per disinteressato, generoso e "concreto" istinto di classe ?? :)

La tribuna elettorale.

Un saluto a tutti. Ogni aspetto della realtà può essere strumentalizzato. Se qualcuno crede di comprarsi il voto dei proletari, allora bisogna essere chiari: astensionismo tattico. Dalle ultime elezioni e per un tempo indefinito, qualsiasi partito che si definisca rivoluzionario, deve dichiararsi astensionista…ma non significa che la tribuna elettorale non possa essere usata per fare propaganda ed agitazione. Non c’è pericolo di essere eletti con questa legge elettorale per i rivoluzionari! Propaganda ed agitazione contro i tentativi dei rifondaroli di tornare in parlamento. Quello che conta oggi ed in futuro è la creazione ed il radicamento nella classe di una nuova coscienza comunista e rivoluzionaria. Non importa nell’immediato di quale partito in particolare, ma che sia rivoluzionario e marxista, e non solo a parole! Unire il movimento della massa all’avanguardia, questa è la strategia. Bisogna stare tra i proletari, non in parlamento! Ah, dimenticavo… e se per sbaglio qualcuno viene eletto? Bhe, credo che sia possibile dare le dimissioni! Saluti rossi.

come forse alcuni avranno già saputo la INNSE è stata sgomberata dalla Polizia - la famosa questione sicurezza...nel senso che sicuramente lo Stato farà la sua parte a pro del Padrone - pochi giorni fa.

I lavoratori si sono collegati anche a quelli svizzeri delle officine fs di Bellizona, della Siemens ed altri. Un esempio da seguire.

Una conferma che finantoche nn avremo il potere saremo sempre soggetti agli squali del mercato e alle loro speculazioni.

"

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