La sindrome di Robin Hood

Osservando la storia politica di molti "compagni"(il virgolettato è una distanza virtuale che mi sono preso da costoro) che sono tuttora al governo, viene da chiedersi quali eventi o profonde riflessioni hanno avuto per ridursi ad un tale perbenismo mediatico e politico cui sono giunti.

La provocazione è ovvia:se le ideologie sono portatrici infauste di rivoluzioni è anche vero che l'inerzia ideologica porta con se un disfacimento morale delle pulsioni politiche primarie che furono innovazione e pericolo per le classi dominanti,questo ovviamente in un sistema di natura capitalistico.

Il capitalismo attinge forze proprio da uno sfinimento ideologico e culturale,ovvio quindi chiedersi se è normale che dei partiti che si definiscono di sinistra nei fatti,quando governano non lo sono affatto (a ridaje direte voi...che ci posso fare?La mancata coerenza delle classi politiche proprio non mi va giu'.).

Mi auguro un bel dibattito in tal senso.

Forum: 

secondo me non è vero che quei partiti non sono di "sinistra"....lo sono, ed è il motivo per cui io non mi definisco di "sinistra" ma "comunista".

Nella politica istituzionale tutte le forze politiche non possono uscire dal recinto borghese in cui sono entrate...nel momento in cui un partito accetta di governare, sa che il suo governo è espressione di una parte importante della borghesia italiana, di cui l'operato del governo deve tutelare gli interessi.

La sinistra, poi, come faceva notare Agnelli, fa gli interessi della classe dominante megliio della destra, in quanto riesce fottere il lavoratore usando la sua presunta "comunanza d'interessi", i sindacati "amici" ecc... non a caso il primo governo di sinistra, con ex-comunisti, ha introdotto la precarietà in italia.

Per non parlare dell'ultimo "referendum" sul protocollo del welfare.

Quando invece è la destra ad aggredire i lavoratori, la sinistra può, attraverso i sindacati, usare strumentalmente il malcontento dei proletari per i propri fini politici.

inoltre, la sinistra italiana è stata la più forte in occidente a difendere l'imperialismo russo e la sua controrivoluzione... ed è proporio la parabola del'URSS e del cosiddetto "socialismo reale" ad aver allontanato da idee rivoluzionarie moltissimi lavoratori.

Sinistra e destra sono forze sostanzialmente identiche e complementari nelle differenze.

L'una ha il bisogno dell'altra per giustificarsi.

Tanti votano a destra perchè hanno paura dei "comunisti" (grazie al PCI), altri a sinistra "perchè se no torna berlusconi", come se fosse il diavolo.

Comunque a guardare le biografie di tanti sedicenti comunisti, non vedo nemmeno chissà quale incoerenza... la grande maggioranza di loro è sempre stata direttamente al servizio della controrivoluzione (PCI, "marxisti-leninisti" ecc...), o sguazzava nell'opportunismo trotzkista...

La situazione attuale, con la grande borghesia che vota a sinistra e i proletari che si rivolgono sempre di piu alla destra, anche estrema, a mio parere è figlia di 90 anni di controrivoluzione alla quale la sinistra italiana è andata sempre a rimorchio.

Purtroppo le poche forze rivoluzionarie, per vari motivi, in tutto questo tempo non sono mai riuscite ad acquisire una forza rilevante... anzi, sono conosciute quasi solo dagli "addetti ai lavori".

Tanti proletari si avvicinano alle forze di destra, anche di quella estrema.

Come mai allora questi partitini non riescono mai o quasi mai a raggiungere percentuali di consenso maggiori a cifre decimali?

Soltanto perché al momento una svolta autoritaria nera non è utile alla borghesia? O c'è dell'altro?

Tanti proletari si affidano alla destra o alla sinistra borghese perché sono ideologicamente allo sbando. Tanti altri proletari non si affidano più a nessuno perché non hanno alcuna fiducia né nella politica ufficiale (il che è un bene) né nella lotta di classe (il che è un male). Ma la crisi morde e la vita concreta ha, in ultima istanza, l'ultima parola. Quando la classe inizierà a muoversi sul serio, però, il partito rivoluzionario dovrà essere presente e radicato per riuscire a dare un senso anti-capitalista alle battaglie che si combatteranno. Ma la lotta per rafforzare il partito si combatte anche (e forse soprattutto) adesso, che la lotta di classe langue e la rassegnazione dilaga.

Noi dobbiamo remare contro, marciare controcorrente, e alzare la bandiera rossa

A vedere tra i giovani, la destra estrema (quella "sociale") sembra più brava a capitalizzare il malcontento.... propone soluzioni semplici, si può dire adatte ad "ignoranti"... ma non possiamo scordare che in fondo, grazie a questo sistema, la maggior parte della gente è davvero "ignorante" su un sacco di questioni.

E comunque si tratta di "soluzioni", che per quanto idiote, sono sempre qualcosa in più del vuoto enorme lasciato dalla sinistra borghese, troppo concentrata a servire il grande capitale e a metterlo nel culo ai lavoratori usando la bandiera rossa di rifondazione.

La sinistra extraparlamentare purtroppo latita... tutto ciò che si muove attorno ai "centri sociali" è ridicolo e distante dalle realtà dei lavoratori... la loro attività politica consiste in un "antifascismo militante" che non è niente di piu che un gioco di ruolo, oltre ad essere perfettamente sistemico.

Una delle pochissime cose su cui sono d'accordo con bordiga: l'antifascismo è il peggior prodotto del fascismo.

Poi vabè, ogni tanto vedi qualche volantino che inneggia all'"anticapitalismo", ma si è tornati indietro di 150 anni...è tutto idealismo, e i pochissimi marxisti sono residui sbiaditi dell'operaismo o, nel peggiore dei casi, dello stalinismo.

E' chiaro che nessun lavoratore va dietro a chi lo ha preso per il culo per 90 anni.

Il nome di Marx e il termine "comunismo" ormai sono irrimediabilmente sporcati dalla controrivoluzione.... la vedo grigia

  • Libertario scrive:

La*

Libertario scrive:

La sinistra extraparlamentare purtroppo latita… tutto ciò che si muove attorno ai “centri sociali” è ridicolo e distante dalle realtà dei lavoratori… la loro attività politica consiste in un “antifascismo militante” che non è niente di piu che un gioco di ruolo, oltre ad essere perfettamente sistemico.

Concordo pienamente,non ritengo siano attività assolutamente necessarie e per giunta lontane da una vera lotta di classe che non deve necessariamente esprimersi soltanto con vezzeggiamenti sull'antifascismo,servono idee nuove ma non vedo all'orizzonte una soluzione efficace.

L'unica vera arma è la cultura,l'informazione ed il ripristino del dualismo Politica\Giovani.

Uè, compagni, capisco che la situazione è dura... Ma mica dobbiamo farci demoralizzare. Che razza di discorso è? Se la chiamiamo "classe dominante" non è mica un caso!

Intanto che noi pensiamo e malpensiamo, la crisi morde e il proletariato comincia a scuotersi, anche se per ora assai timidamente, senza continuità e soprattutto senza nemmeno una bozza di programma. Cosa vogliamo fare? Girarci i pollici, lamentandoci che non c'è una forza politica capace di incidere sulla realtà?

Diamoci piuttosto da fare per costruire e rafforzare un partito che esprima un anticapitalismo chiaro e "concreto", ossia che parta proprio dai problemi contingenti, quotidiani, per proporre una alternativa che sia tale - non soltanto una facciata diversa per un sistema ancora basato sullo sfruttamento.

E non è questione di cultura. La "cultura" borghese ce l'abbiamo già: è fatta di spot e veline, cerchi in lega e telefonini. Per avere una cultura diversa, dobbiamo costruire una società diversa.

Credo che è importante anche il fattore crollo del muro di berlino. Molti ignorando la vera natura dell'URSS, hanno perso la speranza di poter cambiare.

  • Ciao a tutti,

concordo*

Ciao a tutti,

concordo pienamente, va da sé, sia con Mic che con Gek: l'unica alternativa al "muro del pianto" è la riappropriazione degli strumenti critici del materialsimo storico, dell'esperienza di un secolo e mezzo almeno di lotta di classe, messe la servizio non di una critica accademica ma della lotta politica (di classe, ovviamente) attiva.

Sembra una formulina facile facile, lo so, ma l'alternativa è la depressione, l'autocommiserazione o l'abbandono di qualsiasi prospettiva di cambiamento, vale a dire la sconfitta anche "morale" nei confronti di questa fetentissima società.

Un saluto a tutti,

Smirnov

… e se cerchiamo di essere

... e se cerchiamo di essere meno provinciali si vede come fuori d'italia - minuscolo, rigorosamente - qualcosa si muove.

Cioè in Francia e Germania c'è uno sciopero dei trasporti A OLTRANZA, come dovrebbe essere ogni sciopero il cui accordo nn soddisfa i lavoratori: da noi è fantascienza (x ora) lo so bene.

dire quello che diciamo noi in simile contesto è enormemente diverso che dirlo in qualche nostrano bar sport pieno di culi di piombo sintonizzati sulla tv, magari di 42 pollici al plasma...

NON DEMORALIZZIAMOCI, COMPAGNI!

Il futuro ci appartiene, dobbiamo solamente, dal vivo della merdosa esperienza quotidiana, forgiare gli strumenti necessari a riprendercelo. (Riprendercelo nella nostra qualità di esserii umani, non di partito chiaramente!).

Costruire il partito nell'oggi, nel lento lavoro quotidiano, senza dogmi, senza verità rivelate ma con tanto tanto pensiero critico e costruttivo è l'imperativo... tanto più che altrove c'è il NULLA POLITICO!

e poi De Andrè aveva ragione... è dal letame che nascono i fiori.. e noi di letame ne abbiamo almeno fino alla gola.

“Non ti aspettare che

Non ti aspettare che parli di bandiere fluttuanti nell'aria. Non c'era nulla di simile. E nemmeno posso raccontarti qualcuno di quegli atti incoraggianti che fa tanto bene ascoltare... Qui vedi solo qualche compagno, uomini e donne, e tuttavia senti che non è meno importante, perché è la rassegna di una forza sottoposta in questo momento alla prova del fuoco e che non si trasforma in ceneri ma in acciaio. E' una rivista in trincea durante la battaglia. E in trincea si porta la tenuta da campagna.

Julius Fucik

Giusto per fare un po' di poesia

Saluti rossi

Sono convinto che per poter creare un mondo diverso dobbiamo partire da noi stessi.Siamo il fuoco sotto la cenere.

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