Cos' è il Comunismo applicato?

Sostenendo che loschi figuri quali Stalin,Mao,Pol Pot,Castro et simili,mai si potrebbero considerare comunisti per la loro smisurata gerarchia e per il loro modo selettivo di far politica con il massacro degli oppositori; considerando che la pianificazione di un mondo mediante Capitalismo di Stato in stile sovietico cioè nazionalizzando tutte le imprese con azionista unico lo Stato nella maniera staliniana evitando di avere "padroni" (falso perchè il padrone di tutto diventa lo Stato e i suoi burocrati non certo il popolo) si è già dimostrato fallimentare; considerando che è impossibile eliminare tutte le religioni e tutte le culture pianificando un unico polpolo con un unico modello di vita e che tutto ciò che viene proposto dalle altre politiche è a priori sempre sbagliato (?); dichirando che non importa leggere i tre volumi del Capitale per arrivare a comprendere che i diritti dovrebbero essere uguali per tutti soprattutto quelli della sanità,scuola e dell'occupazione(ma anche i doveri),trattasi di semplice social democrazia,evidenziando però che scuole e ospedali gratis sono state garantite anche in regimi fascisti;partendo dal giudizio critico che Lenin fu un dittatore in piena regola osannato anche da molti dei quali in futuro divennero fascisti (ceka del viminale)...ecc ecc ecc...

Cos'è il Comunismo e in quale modo e perchè la società (una società dove si dichiarano "comunisti" o almeno auspicano (?) anche borghesi ricchi e religiosissimi) dovrebbe volerlo?

Forum: 

Oggi in tutto l'occidente, ci sono tutte le condizioni per passare al socialismo e poi al comunismo. La crisi attuale lo dimostra: l'industria è incapace di produrre plusvalore, non prodotti. Cioè, la merce non è più capace di creare plusvalore è si trasforma dialetticmente in prodotto del lavoro umano. Il comunismo è già nei processi di produzione, ma manca la presa di coscienza di ciò nella massa del proletariato e di tutti gli sfruttati. La questione è puramente politica, e di tempi nella maturazione di questa consapevolezza. Tempi che devono essere sfruttati per creare ed allargare il partito internazionale del proletariato rivoluzionario. La lotta di classe continuerà anche dopo la presa del potere, ed è possibile che si affacceranno dei nuovi Stalin. Ma noi abbaimo l'esperienza storica passata e la teoria marxista. Solo lal lotta concreta, come sempre, deciderà, e starà al proletariato oramai maturo dopo queste lotte, riconoscere i suoi. saluti rossi.

noi non siamo fanatici seguaci di lenin, che ha fatto i suoi errori, però efinirlo un ditatre questo no non è accettabile, quando con la parola dittatura si intende qualcosa di negativo

Salve a tutti,

LuomoDellaLena: "Oggi in tutto l’occidente, ci sono tutte le condizioni per passare al socialismo e poi al comunismo".

Solo in occidente appunto, le risorse oggi disponibili permetterebbero a tutti i miliardi di essere umani della Terra di mantenere uno stile di vita "occidentale" solo per pochi anni, probabilmente una manciata, dopo di che "ritornerebbe di nuovo tutta la vecchia merda", e questo per quanto riguarda il socialismo, figuriamoci per il comunismo che è il compimento di tutte le essenze o sostanze dell'uomo; questo significa che rimarremo nel regno della necessità ancora molto a lungo (a meno di considerare la libertà nel senso borghese del termine e non nel senso hegeliano di coscienza della necessità). Sono convinto che spacciare il socialismo per già qui (è pur vero che la società futura agisce su quella presente, ma al tuo modo si mischiano pere e mele, perchè la presenza di germi non può essere confusa con l'esplosione della malattia) sia un'operazione che ha già portato nella Storia solo illusioni, a cui sono seguite necessarie delusioni; la crisi dimostra solamente la possibilità del salto qualitativo verso la società di transizione, non la sua realtà, dimostra la necessità (questo sì) dell'urgenza della costruzione del Soggetto cosciente come "grande timoniere" del proletariato.

LuomoDellaLena: "La questione è puramente politica, e di tempi nella maturazione di questa consapevolezza".

Non pensi che l'aggettivo "politica" confonda due piani? Io credo si debba sostituire con "sociale", e conseguentemente classificherei come rivoluzione sociale la presa del potere politico da parte del proletariato come classe organizzato attorno al proprio Partito.

Per il resto (e vale anche per la discussione riguardo "agli opportunisti nelle fabbriche") concordo pienamente con le tue posizioni che giudico degne del più alto esempio di teoria-prassi comunista (e con questo intendo marxista-leninista); le trovo adeguate alla fase non-rivoluzionaria (ed aggiungo anche apertamente reazionaria); mostrano il pensiero dialettico nel suo svolgersi: mantenere fermi i princìpi generali (se vogliamo il fine della presa del potere) e nello stesso tempo cominciare a preparare il processo di presa di coscienza in vista del fine - che non va considerata solo "spiritualmente" ma soprattutto nella sua materialità, ovvero come palestra di comunismo (e poi si tratterà in un secondo tempo di svolgerla pienamente - l'attuazione del fine). Al contrario la posizione di Gek mi pare retroceda dalla dialettica marxiana a quella hegeliana: enunciando principi puramente astratti validi per ogni dove, non si dà alcuna risposta proprio perchè dopo aver percorso una parte del circuito positivo dal concreto all'astratto (ed infatti i suoi principi teorici sono in sè corretti) non lo si completa ritornando al concreto; sembra un'impostazione attenta alla logica e non al concreto reale, quasi una posizione che si rifugia col fiatone di nuovo nell'universalità totalmente astratta dopo essere malauguratamente stata costretta a sporcarsi le mani con la particolarità.

Saluti comunisti

Mi fa piacere che tanti lottisti - non avendo un proprio forum, nonostante la potenza organizzativa che li contraddistingue - vengano a trovarci. Siete i benvenuti.

Saluti hegeliani

Mi fa piacere che le persone che hanno una metodologia problematica (e qualche altra si potrebbe avere nel confronto-scontro scientifico se non la posizione di problemi e la loro successiva soluzione?) vengono sistematicamente cancellati nei loro interventi, evidentemente il dogmatismo si è impossessato delle vostre menti. Ipotizzando la cancellazione anche di questo intervento spiego al non-opportunista Gek la mia posizione in modo da risultare almeno chiaro.

Ho letto molti commenti in questo forum che a domande precise (e non) tendono a ripetere la cantilena "è la caduta tendenziale del tasso medio (o generale) di profitto"; questa formula magica sembra sempre venire ripetuta come un totem da agitare contro i miscredenti, ebbene è un grave errore il pensare di poter spiegare una situazione concreta con una legge generalissima. Questo è un errore di schematismo bello e buono che affligge molti comunisti dai tempi del saggio popolare sul materialismo dialettico di Bucharin, affezionati più al "poema dialettico" hegeliano che alla indagine (e conseguente spiegazione) materialista. Gek potrebbe essere ancora più conseguente: invece di utilizzare questa legge specifica per il modo capitalistico di produzione (la caduta tendenziale del saggio di profitto), potrebbe rifugiarsi più in alto nei cieli dell'astrazione e pensare di poter spiegare questa crisi con la legge che domina l'intera storia umana (almeno da quando l'uomo ha cominciato a produrre da sè i propri mezzi di sussistenza), ovvero l'economia del tempo di lavoro. Bella prospettiva! Su, su, su fino alle nuvole si pensa di avere una visione migliore e guardare i poveri mortali uccidersi per un tozzo di pane in più. E' come pretendere di spiegare l'improvviso arresto di un'automobile con la tesi che le ruote hanno cessato di girare, sicuramente è così, ma rimane da spiegare se le medesime hanno cessato di operare a causa dell'esaurimento della benzina o per un guasto qualsiasi. Con la possibilità della crisi non si spiega la realtà della crisi, diceva il saggio. Oltretutto si finisce proprio nel rovesciamento: spiegando tutte le crisi capitalistiche, non se ne spiega nessuna, e quindi si arriva alla bella prospettiva che o tutte le crisi sono identiche o i dati specifici vengono accolti surrettiziamente perchè non mediati, ma presi acriticamente. Perciò con la semplice enunciazione di una legge generale, la crisi del '29 è accomunabile alla grande depressione di fine '800, ed entrambe alla grande lunga ultima crisi che data almeno dalla metà degli anni '60 (almeno negli USA, e dato che a quel tempo erano il mercato di riferimento, a me hanno insegnato che le categorie vanno considerate non in ordine cronologico, ma in base al rango che rivestono nella formazione socio-economica che s'intende analizzare). Mi si accuserà di aver violato le Sacre Scritture e uno dei suoi Comandamenti principali; ebbene non è affatto così: il conoscere le leggi della gravitazione universale non ha mai fatto volare nessun aereoplano! E' stato necessario scendere nello specifico. Le vuote astrazioni non sono per niente concrete, il tutto va a stretto braccietto con il nulla. E se tutto quanto precede sembra una grossa cazzata, allora si pensi semplicemente a questo: un partito è abbastanza forte (teoricamente e praticamente) quando può sopportare posizioni critiche ed eventualmente screditarle con la forza del dibattito, mai con l'ostracismo.

E come diceva quel francese: I marxisti non parlano mai al vento.

Saluti comunisti.

da manuale

Caro proletario,

non violi nessun dogma, non ti preoccupare, semplicementi agiti parole vuote che potevi riassumere in una riga.

Sarebbe stato sufficiente che avessi detto:"non conosco minimamente le analisi di battaglia, qualcuno mi ha detto che spiegate tutto con la caduta del saggio del profitto, ma io non capisco cosa significa, nè ho un metodo di analisi economica mio proprio da proporvi"... e tutto sarebbe stato più semplice.

Visto che non conosci l'analisi di battaglia sulla crisi ti consiglio di andare a vedere la vasta pubblicistica sull'argomento. Digita crisi sul motore di ricerca e vedrai che la tua curiosità non resterà inevasa.

Quanto al metodo, mi pare che fai tuo quello della sinistra hegeliana che a (presunte) parole non contrappone altro che parole. Cioè: visto che non conosci la nostra, allora dacci la possibilità di conoscere le tue di posizione, così parliamo di qualcosa-

Quanto al tono... bè, se vuoi confrontarti avanti, porta argomenti pratici e analitici. ci è difficile confrontarci con chi dice "voi non avete capito nulla" seguito da un lungo bla-bla-bla vagamente marxista, ma che non afferma proprio nulla.

Avanti, quale sarerbbe la strategia, quale la prospettiva, quale l'analisi, quale l'organizzazione che incarna un corretto modo di procedere. se ti va di giocare a carte scoperte può essere interessante. altrimenti è solo una perdita di tempo.

lotus

Certo che a sentenze stai messo bene "lotusflower", degno del grande accusatore Saint-Just. "non conosco minimamente le analisi di battaglia, qualcuno mi ha detto che spiegate tutto con la caduta del saggio del profitto, ma io non capisco cosa significa, nè ho un metodo di analisi economica mio proprio da proporvi”... quel qualcuno siete voi in questo forum, ho visto solo pronunciare quella formula magica e veramente poco altro; che io non capisca cosa significhi... mi sembra di sentire John Lewis che si rivolge ad Althusser, non che mi paragoni al secondo, è solo per darti un termine di confronto, si fa veloce a dire all'interlocutore: non lo capisci, veloce peccato che non sia sinonimo di corretto. Quanto al metodo di analisi mio, questa è fenomenale (ecco Hegel!), nessuno ha un metodo di analisi suo, questo deriva dai fatti ed io mi attengo alla tradizione marxista, senza bisogno di proporne uno mio calato dall'alto come evidentemente credi di poter fare tu. Quanto alla sinistra hegeliana, ti areni ancora una volta sul più bello, quello che Marx criticava in Bauer e soci non era il contrapporre parole a parole (cosa dovrei contrapporre a Gek che espone la sua rispettabile opinione? Un sasso per dimostrare di avere una ragione proporzionale alla durezza del mezzo che utilizzo per manifestarla? Alle sue parole devo contrapporre parole), ma il loro contrapporre parole a fatti concreti! Venendo alla pars costruens, un buon terreno di confronto si potrebbe avere in merito alla polemica tra voi e LuomoDellaLena, io condivido le sue posizioni. Vogliamo continuarlo? Con toni meno astiosi spero, se il comunismo riduce le persone incazzose come bestie... alla faccia dell'uomo nuovo.

Saluti comunisti

da manuale

bè, visto che le posizioni le conosci dal forum l'invito ad andarti a leggere qualcosa di più corposetto mi sembra appropriato. Quanto alla polemica, il tono professorale è anche simpatico.

Ma la frase:

nessuno ha un metodo di analisi suo, questo deriva dai fatti ed io mi attengo alla tradizione marxista, senza bisogno di proporne uno mio calato dall’alto come evidentemente credi di poter fare tu

è proprio senza capo ne coda.

Le posizione dell'uomo della lena espresse nel suo post mi sembrano genericamente condivisibili, tranne che credo che sia necessario porre maggiore enfasi sul ruolo del partito onde rendere possibile "l'assalto al cielo", la coscienza non è infatti qualcosa che esiste da qualche parte e deve essere semplicemente acquisita. la coscienza è il frutto della riflessione critica che accompagna l'azione pratica, è un prodotto umano, non qualcosa che esiste a priori. solo se c'è una avanguardia saldamente internazionalista il prol può maturare una coscienza rivoluzionaria. Se c'è un partito codista o riformista il prol non può andare più in la che elaborare una coscienza codista o riformista. per questo è importante cosa si dice, oltre al come.

per finire il comunismo è oggi più possibile che mai, la socializzazione della produzione, l'organizzazione assembleare della dittatura di classe etc. Il problema è sempre quello: l'assenza di un partito, anche perchè ci sono pochi rivoluzionari e persi in diatribe sterili.

>Lotus

Ps, Sulla sinistra hegeliana, professò, avete ragione: loro credevano di lottare contro i fatti, tu invece la nostra analisi la conosci solo per mezzo di un forum (parole), e questo ti sembra sufficiente per criticarla. se poi pretendi che per ogni visitatore si perdano ore di tempo a riportare le analisi, sei sulla strada sbagliata. Più che dirti di andare a leggerti qualche articolo sull'analisi della crisi che EVIDENTEMENTE non conosci (le capaciti sembri averle), non so che dirti.

PPS rinnovo l'invito: quale sarerbbe la strategia, quale la prospettiva, quale l’analisi, quale l’organizzazione che incarna un corretto modo di procedere?

La rivoluzione del proletariato è una rivoluzione sociale prima che politica, ma proprio perché sociale, è il legame economico che deve essere infranto. Saluti rossi.

Un saluto a tutti. Così scrivevo in un mio precedente post. Già, gli uomini sono animali politici, perché solo nella società possono esprimere tale umanità. Credevo di dire, allora, una cosa saputa, cioè che dialetticamente, il concetto di lotta politica non può essere disgiunto da quello di lotta sociale. L’uno è il riflesso dell’altro, la lotta di classe è oggettiva e sociale, mentre quella politica è soggettiva, e può anche non essere percepita dalla massa. Il proletariato, infatti, o è rivoluzionario o non è nulla. Giusta allora l’osservazione di Proletario, ma spero ora di essermi spiegato adesso.

Altro discorso, per cui non posso essere che in disaccordo con proletario, è il fatto della non realizzabilità del socialismo a livello mondiale. Il problema non è quello delle risorse naturali, ma della loro gestione e consumo. E’ il modo di produzione che determina la distribuzione, e nel capitalismo, nella sua fase imperialista, non può che essere distruttivo ed irrazionale. Per fare un esempio, posso citare la questione della produzione di energia. Nel capitalismo, lo scopo della produzione non è la creazione di merci, o se vogliamo di prodotti, ma di profitto. La merce è il mezzo con cui si realizza il profitto. Ora la produzione di energia è infettata da questo peccato originale, per cui si produce più del necessario, più del consumo della comunità, perché così si abbatte il prezzo del chilovattora. Con un sistema economico così, non basta un pianeta…Il socialismo, ed ancora di più, il comunismo, introduce, un sistema di produzione e di riproduzione della società, degli uomini, senz’altro più razionale, e compatibile con le risorse del pianeta. E’ non di certo perché sia un imperativo etico o per mene ecologiche, ma perché o il capitalismo muta dialetticamente in socialismo e comunismo, o dopo una distruzione immane di risorse naturali e di uomini, ripropone in ciclo le stesse contraddizioni. Il comunismo è nel capitalismo, è la sua sintesi dialettica, la risoluzione definitiva e assoluta delle sue contraddizioni. E’ il sistema economico che necessariamente scaturisce dal da esso: è razionale perché assolutamente necessario. Il partito rivoluzionario è la coscienza di ciò, ed il suo compito, appunto, è quello che questo patrimonio sia di tutta la classe. Saluti rossi.

All'interno di questo discorso, che condivido, sta il fatto che la attuale crisi dimostra in maniera limpida come ormai i rapporti di produzione capitalistici sono diventati un cappio al collo del proletariato, dell'umanità e del pianeta. I tempi con i quali si stringerà il cappio sono i tempi di sviluppo della crisi attuale.

il discorso sulla crisi allora, non è come si fa ad affermarne l'esistenza, quanto piuttosto, proletario, come si fa a negare che il capitalismo sta vivendo una crisi epocale che ci sta trascinando alla barbarie!!

Come afferma l'uomo della lena le condizioni oggettive per il passaggio al socialismo ci sono tutte, quello che manca è la condizione soggettiva, la coscienza rivoluzionaria, il partito.

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