Negli USA primo sciopero generale dal 1946

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volantino in inglese dei manifestanti intitolato "Tu, da che parte stai?" - che è anche un vecchio slogan del movimento operaio americano - dove si dice che il pacifismo dei c.d indignados è solo un strumento ideologico della classe dominante col quale essa cerca di castrare gli istiniti di classe della classe dominata...

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Il mito posticcio della sinistra, anche in salsa anglosassone, si rivela per quello che è sotto i colpi della crisi. E si che i nostri sinistri parlamentari tanto hanno investito nella creazione di questo mito ad uso e consumo di piccolo borghesi sempre in cerca di favolette con cui abbellire la realtà. La crisi del capitalismo fa giustizia dello scadente teatro che questa gente ci rifila

Era Brecht che diceva, piu o men, "quando l'imbianchino parla di pace, le lettere di precetto sono già partite"? L'imbianchino era natur.te Hitler, ma anche il nostrano testa pelata voleva sedersi al tavolo della pace. Si parla sempre di pace quando la guerra è lontana, con saccenza e lungimiranza, salvo poi riscoprirsi patriotti nel momento del "bisogno", quando la patria chiama, etc.. Spero che gli indignados rifiutino di pagare anche e soprattutto questo tipo di conto. saluti.

Mi riferivo ad Obama. gli indignati è senza dubbio un movimento piccolo borghese. Se dovesse durare si potrebbero creare due ali distinte linee di condotta destinate a scontrarsi. quella generica che invoca all'interno di una società capitalista migliori condizioni di vita per i piccolo borghesi e quella proletaria che invece aspira confusamente ad altro. Difficilmente otterrà qualcosa se non arriverà a collaborare con la piccola avanguardia rivoluzionaria già enucleatasi. Quelli che ciarlavano di generiche paci mondiali erano le sinistre parlamentari che al momento buono si convertirono al più feroce belicismo. I profili di gente come Bissoloati e Noske insegnino

Si fa via via più intensa la risposta dei manifestanti alla crisi in atto. Il travalicare le regole della legalità borghese è un'idea che si insinua in chi protesta (logicamente non tutti). Questa tendenza, in qualche modo incoraggiata dalle vicende a livello mondiale e arabe in primis, grazie anche alla diffusione su internet, è secondo me probabile. Rendere al meglio l'impegno ed il sacrificio di molti, cioè far si che vi sia una diffusione ed un consenso il più possibile allargato, dipende certo dall'affiancamento di un partito, dall'approfondimento critico della situazione reale; ma la presentazione di un programma a breve termine?

Una specie di "carta programmatica" (un pò da borghesi, comunque ne sanno di stè cose), che spieghi un eventuale primo passaggio verso la dittatura del proletariato vera e propia, qualcosa di possibilista, di praticabile (nazionalizzazioni di industrie e banche??), le prime rivendicazioni, in modo da far luce dove si pensa invece non vi sia che un baratro..

Saluti

Siamo ancora lontani dal momento in cui fette consistenti di classe ci chiederanno particolari simili. Siamo si all'inizio di un risveglio ma c'è molta strada da percorrere. Va detto con Bronstein che ci sono anni lunghi un giorno e giorni che valgono anni. Ossia lunghi periodi in cui nulla si muove o così sembra, alternati a momenti di evoluzione frenetica. se la crisi accellera volerò anche il livello di comprensione. Correggo refuso; Bissolati.

@ GC

Noi abbiamo sempre ritenuto il termine nazionalizzazione, e ancor più statalizzazione, piuttosto ambiguo, perché non richiama immediatamente la gestione da parte dei lavoratori di industrie e servizi e può essere confuso - come fa sia l'area stalinista che trotzkista - con la nazionalizzazione borghese, gestita da quello stesso stato che rappresenta gli interessi della classe dominante.

Ecco perché noi preferiamo parlare di socializzazione di industrie e servizi, perché il termine richiama immediatamente la direzione della società da parte degli organi rappresentativi del proletariato, i Consigli. Un obiettivo raggiungibile solo attraverso la distruzione della macchina statale borghese (Lenin, Stato e rivoluzione) e l'instaurazione del semi-stato proletario, organizzato centralmente ma su base territoriale e assembleare.

Riguardo alle banche, io credo che il nuovo potere dovrà procedere velocemente verso l'eliminazione del denaro, sostituendolo con una tessera personale, una specie di carta di credito, in cui vengono registrate le ore di lavoro sociale svolte e con quella "fare la spesa", per intenderci. La differenza è essenziale: il denaro è anonimo dunque accumulabile all'infinito, la tessera è invece personale e nessuno può accumulare il lavoro degli altri. E' un argine insormontabile contro la rinascita del capitalismo.

Si aggiunga infine che il credito dovrà essere calcolato in base al principio che ogni lavoro è necessario, per cui le differenze economiche attuali derivanti dalle enormi differenze di retribuzione fra lavoro manuale e intellettuale dovranno scomparire immediatamente.

Sarebbe un buon inizio.

Convengo che una terminologia adeguata sia necessaria, specie se usata da Stalin! Socializzazione suona sicuramente meglio!.

Siamo ancora lontani? E quanto? Piu di 5/8 (non 10!) anni? Confind.. parla gia di baratro e i tg sparano percentuali e cifre ad minchiam..

Bissolati trovato..

Saluti.

Preciso: "specie se usata da Stalin!" riferito alla terminologia da me erroneamente utilizzata.

Non ho la sfera di cristallo, certo le cose stanno evolvendo. Gli anni 80 \ 90 sono stati un ventennio controrivoluzionario, forte presa ideologica del capitalismo e sua tenuta economica. Il decennio successivo è stato interlocutorio, iniziavano forti crepe che però data una situazione generale plausibile rimanevano nascoste. Il decennio da poco iniziato vede un'ulteriore aggravarsi della situazione e adesso le frane si percepiscono. E non solo in Italia. La maldestra congiura di palazzo tra padroni e PD per piazzare un nuovo governo è significativa; le ipocrite cerimonie "democratiche" sono ormai troppo lunge ed onerose, la realtà inizia a gettare la mnaschera.

Di sicuro c'è che le avanguardie rivoluzionarie sono frammentate e in ritardo rispetto all'avanzamento della crisi, per cui non è assolutamente detto che in futuro il capitalismo lascerà il posto a un modello più umano di società. Molto dipende da quello che sapranno fare i comunisti.

Ancora scontri negli Stati Uniti fra polizia e Indignati: repubblica.it

Eppur si muove...

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